Centro Civico di Rovello Porro Capire la Crisi dellEuropa 4 Maggio 2013 – Ore 21.00.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Mettere al centro limpresa per tornare a crescere Roma, 22 gennaio 2013.
Advertisements

Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale - Universita di Pavia 1 Caduta non guidata di un corpo rettangolare in un serbatoio Velocità e rotazione.
ISPO RAPPORTO DI RICERCA: Sanità Pubblica e Privata: gli atteggiamenti degli italiani Maggio2008.
“Intervista sul mondo del lavoro”
1 MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano Provincia di Bologna - per Valutazione su alcuni servizi erogati nel.
La crisi Irlandese Relazione eseguita da: Valeria De Santis
Il monitoraggio della Congiuntura A cura di: Giuseppe Capuano - Economista Treviso, 7 maggio 2010.
Ciclo di Incontri I supporti strutturali allimprenditoria nelle nuove sfide del mercato 7 ottobre Primo Seminario - Il mercato del credito: analisi.
Scenari Macrofinanziari M1 - Marotta 18/10/ Meccanismo di trasmissione per BCE (2000, 2002) Il lungo periodo, con prezzi flessibili Inflazione come.
Frontespizio Economia Monetaria Anno Accademico
A cura di : Marco Sala Samuele Pirovano
Una Crisi tra Economia e Finanza
Alcuni problemi della politica economica nellepoca della globalizzazione Fedele De Novellis Parte II 28 febbraio
Produzione, tasso di interesse e tasso di cambio
I mercati dei beni e i mercati finanziari in economia aperta
Elevato debito pubblico
X CONFERENZA NAZIONALE DI STATISTICA Roma, 15 dicembre 2010
L’elasticità della domanda rispetto al “proprio prezzo”
EIE 06/07 II / 1 Strumenti delle politiche agricole in economia aperta equilibrio di mercato in economia aperta politiche di un paese importatore politiche.
EIE 0607 V / 1 sussidio unitario fisso allesportazione si avrà commercio se e solo se | P B AUT - P A AUT | > tc - P B = P A + tc – (A è il paese esportatore)
EIE 0607 III / 1 A B P a = 30 P b = 35 t = 2, tc = 1 Questo può essere un equilibrio? No! Politiche di un paese importatore: una tariffa allimportazione.
Alcune definizioni Politica fiscale Politiche di stabilizzazione
ELEZIONI REGIONALI 2010 PRIMI RISULTATI E SCENARI 14 aprile 2010.
Canale A. Prof.Ciapetti AA2003/04
CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BRESCIA - UFFICIO STUDI 10 MAGGIO 2004.
ESERCITAZIONE 2.
Economia politica II – Modulo di Macroeconomia
Seminario Toscana/ Umbria 1 I fondi e la crisi. Seminario Toscana/ Umbria 2 I fondi e la crisi.
1 Pregnana Milanese Assessorato alle Risorse Economiche Bilancio Preventivo 2011 APPROVAZIONE Bilancio Preventivo 2011 APPROVAZIONE Consiglio Comunale.
L’Unione Monetaria Europea
I lavoratori italiani e la formazione UNA RICERCA QUANTITATIVA SVOLTA DA ASTRA, IN COLLABORAZIONE CON DOXA, PER ANES (febbraio 2005)
IRES settembre 2004 Distribuzione del reddito e produttività Il calo della produttività, il declino dellItalia, la questione retributiva.
Retribuzioni, produttività e costo del lavoro: alcuni confronti internazionali Paola Naddeo Ires-Cgil Roma - 8 settembre 2004.
Cos’è un problema?.
Gli italiani e il marketing di relazione: promozioni, direct marketing, digital marketing UNA RICERCA QUANTITATIVA SVOLTA DA ASTRA RICERCHE PER ASSOCOMUNICAZIONE.
OLTRE LA CRISI. CAMBIARE IL PASSO presentazione del 20° rapporto annuale sulleconomia milanese CAMERA DI COMMERCIO MILANO 29 giugno 2010.
Ropol09anci INDAGINE SU PATTO DI STABILITA 2009 IN PIEMONTE ANCI PIEMONTE Torino, 29 giugno 2009.
COMPETITIVITA’ E DIVARI DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO
LA CRISI ECONOMICA: SITUAZIONE E PROSPETTIVE Luigi Campiglio Università Cattolica del S. Cuore 6 febbraio 2010.
1. 2 Lintervento del Centrosinistra su IRPEF e assegni familiari corregge il cosiddetto secondo modulo di riforma varato dal Centrodestra: cambiano aliquote.
CHARGE PUMP Principio di Funzionamento
Dalla Lira all’ €uro, la moneta unica di fronte alla crisi dell’economia europea e mondiale
Q UESTIONI ETICHE E BIOETICHE DELLA DIFESA DELLA VITA NELL AGIRE SANITARIO 1 Casa di Cura Villa San Giuseppe Ascoli Piceno 12 e 13 dicembre 2011.
PIEMONTE ECONOMICO SOCIALE 2012 Presentazione di Maurizio Maggi 21 giugno 2013.
Comune di Ponte San Nicolò 1 Rendiconto Comune di Ponte San Nicolò 2 NOTE Nessun nuovo mutuo; Nessun nuovo mutuo; Bilancio e quindi Avanzo influenzato.
LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLI 5 & 6
Blue economy Blue economy Maggio Universo di riferimento Popolazione italiana Numerosità campionaria cittadini, disaggregati per sesso,
di Francesco Forte, Domenico Guardabascio e Loana Jack
1 Negozi Nuove idee realizzate per. 2 Negozi 3 4.
ORDINE DI CHIAMATA a 1minuto e 2 minuti PRINCIPALI TEMPI DELLA COMPETIZIONE ORDINE DI CHIAMATA a 1minuto e 2 minuti PRINCIPALI TEMPI DELLA COMPETIZIONE.
ISTITUTO COMPRENSIVO “G. BATTAGLINI” MARTINA FRANCA (TA)
Un trucchetto di Moltiplicazione per il calcolo mentale
Capitolo 6 La disoccupazione
GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA
Estratto per la relazione del Dott. Trevisanato 30 maggio 2008.
Esempi risolti mediante immagini (e con excel)
1 Fiepet 21 giugno 2010 I pubblici esercizi A cura dell’Ufficio Economico Confesercenti.
NO WASTE Progetto continuità scuola primaria scuola secondaria Salorno a.s. 2013_
1/14 Venezia, 14 maggio 2014 Rilanciare lo sviluppo “oltre il Pil”: criticità e possibili soluzioni Gian Angelo Bellati Segretario Generale Unioncamere.
Introduzione Capitolo 1 adattamento italiano di Novella Bottini
Euro e Fiscal Compact: perché? Che fare ? Associazione Giuseppe Mazzini, Bruxelles 13 maggio Fabio Colasanti.
Il pericolo deflazione
La situazione economica italiana: quale ripresa è possibile? - Pietro Modiano Febbraio
1 Controversie e conflitti le regole concorrenza stato programmazione monopolio mercato liberismo.
L’economia italiana La struttura dell’economia italiana
Lezione 14 LA CRISI ATTUALE E LE PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO (3): Spesa pubblica e debito pubblico in Italia e in Europa. Parte seconda Corso di Economia.
Regimi di cambio Lezione 20 Corso di Macroeconomia (L-Z)
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
Blanchard Amighini Giavazzi, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XIX. Regimi di cambio Capitolo XIX. Regimi di cambio.
Transcript della presentazione:

Centro Civico di Rovello Porro Capire la Crisi dellEuropa 4 Maggio 2013 – Ore 21.00

Parte 1 La CONGIUNTURA e gli INDICATORI in ITALIA 2

PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CROLLO 3 La Produzione Industriale e in crollo costante da 22 mesi…. I valori di produzione sono del 18% sotto al valore del Il crollo e' connesso al mercato interno che collassa, a causa dell'inasprimento fiscale legato alle manovre finanziarie recenti.

CONSUMI ENERGETICI COLLASSANO 4 I consumi petroliferi come 40 anni fa…

LOCCUPAZIONE VA MOLTO MALE 5 Da inizio crisi Disoccuppati, persone in Cassa Integrazione…. Quasi 3 milioni di disoccupati, tasso cresciuto dall8% all11,6%, boom della cassa e dei lavori Part Time, a danno dei Lavori permanenti.

LA DOMANDA INTERNA CROLLA 6 I consumi al dettaglio collassano con un -4,8% a Febbraio…. Crollano anche i consumi alimentari. La causa del crollo e la riduzione del Potere dacquisto delle famiglie: i salari lordi crescono dell1,5% (al netto delle tasse sono invariati), assai meno dellinflazione.

MIGLIORA PERO LIMPORT-EXPORT 7 LEXPORT tiene, ma crolla lImport, ed il saldo commerciale torna attivo…. Il saldo manifatturiero degli ultimi 12 mesi attivo per 90 miliardi (questo e in attivo con tutte le aree del mondo, tranne Germania e Cina).

IL PIL IN PICCHIATA 8 Il PIL crolla del 2,5%.... La Ricchezza dellItalia crolla, come conseguenza di un calo epocale del 4% della domanda interna (Consumi delle famiglie ed investimenti); per fortuna il miglioramento della bilancia commerciale attenua la caduta

LE BORSE VANNO MALE 9 La borsa italiana va male, molto peggio di quella USA e dei paesi del Nord Europa….

I PREZZI DELLE ABITAZIONI CALANO 10 I prezzi delle abitazioni a prezzi costanti tornano a fine 2012 ai valori di 8 anni fa….

IL RISPARMIO SI DIMEZZA 11 Il Risparmio delle Famiglie crolla e si porta dal 12/14% all8%….

I CONTI PUBBLICI NON MIGLIORANO 12 Il Deficit Pubblico si riduce poco... Nessun risanamento effettuato e conti pubblici peggiorati. Previsionali di Governo e Commissione UE regolarmente smentiti.

IL DEBITO PUBBLICO ESPLODE 13 Il Debito Pubblico nel 2012 fa un balzo al 127%... La dinamica del Debito peggiora nel Previsionali di Governo e Commissione UE smentiti.

LE BANCHE NON CONCEDONO PRESTITI 14 Cala lerogazione di prestiti ad Imprese e Famiglie... Nonostante lintervento di finanziamento della BCE per oltre 250 miliardi a favore delle Banche Italiane, queste preferiscono comprare Titoli di Stato, piuttosto che finanziare famiglie ed imprese, con impatto evidente sulleconomia reale.

CONCLUSIONI 15 Le svariate manovre cui e stata sottoposta lItalia (quelle di Tremonti e quella di Monti), sotto la pressione di Bruxelles che aveva chiesto di anticipare il pareggio di bilancio, ed incentrati sullincremento della Pressione Fiscale hanno i seguenti effetti, guardando i dati del 2012: - Crollo verticale dei consumi interni ed investimenti (quindi del PIL) - Impoverimento reale consistente degli Italiani - Crollo produttivo - Aumento fortissimo della disoccupazione - Crollo della FIDUCIA

CONCLUSIONI 16 Quanto sopra ha a sua volta i seguenti effetti: - Non conseguimento dei target previsti per le Entrate Fiscali - Miglioramenti dei Conti Pubblici sotto le attese - Crollo dellImport e quindi miglioramento bilancia commerciale E il gatto che si morde la coda! In sintesi, lItalia oggi e messa peggio rispetto ad 1 anno fa, e lausterity porta verso lesito Greco. Non ce alcun dubbio, comunque, che 40 anni di manovre economiche incentrate sul solo incremento della pressione fiscale, hanno semplicemente messo in ginocchio lItalia.

Parte 2 Nel merito della CRISI: Noi e gli altri 17

LA CRISI MONDIALE E RIMASTA IN EUROPA 18 DOMANDA: MA LA CRISI COINVOLGE SOLO LITALIA? RISPOSTA: NO! DOMANDA: QUALI NAZIONI SONO IN CRISI? RISPOSTA: Dopo la crisi mondiale nel , gli USA ed il resto del Mondo sono tornati a crescere. Abbiamo pero vissuto dal 2010 al 2013 una serie di CRISI in GRECIA, IRLANDA, PORTOGALLO, SPAGNA, ITALIA e CIPRO (Salvataggi Stati e Banche), e vi sono nubi su SLOVENIA, OLANDA e MALTA. DOMANDA: COSA HANNO IN COMUNE QUESTE NAZIONI? RISPOSTA: SONO TUTTE NELLEURO-ZONA!

LA CRISI MONDIALE E RIMASTA IN EUROPA 19 DOMANDA: QUINDI CE UN PROBLEMA NELLA ZONA EURO. MA ALLORA PERCHE LA CRISI COIVOLGE PESANTEMENTE ALCUNI PAESI DELLEURO-ZONA, ALTRI MENO, ED ALTRI ANCORA COME LA GERMANIA MENO ANCORA? RISPOSTA: PER CAPIRLO, BISOGNA ANALIZZARE QUANTO ACCADUTO IN EUROPA NEGLI ULTIMI 15 ANNI.

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA 20 Dal 2005 ad oggi, la Germania ha aumentato la Produzione industriale del 12%, mentre la media di PIGS e Francia lhanno ridotta specularmente (-14% in media).

LA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA 21 Dal 2005 ad oggi, la Germania ha visto crollare la Disoccupazione dal 12 al 6%, mentre nel resto deuropa e esplosa (Spagna e Grecia dall8 al 27%)

BILANCIA DEI PAGAMENTI 22 La Germania ha migliorato la Bilancia dei Pagamenti dal 2000 di un valore pari alla perdita nel resto dEuropa

PIL 23 La Germania se arricchita durante la crisi ed ha migliorato il PIL, mentre i paesi periferici si sono impoveriti

LA CRISI MONDIALE E RIMASTA IN EUROPA 24 DOMANDA: PERCHE LA GERMANIA SE ARRICCHITA NEGLI ULTIMI 10 ANNI, MENTRE GRAN PARTE DELLEUROPA SE IMPOVERITA? RISPOSTA: PERCHE LA GERMANIA HA APPROFITTATO DELLEURO. LA GERMANIA NEI PRIMI ANNI 2000 ERA IL GRANDE MALATO DEUROPA, MA GRAZIE AD UNA POLITICA DEFLAZIONISTICA DEI SALARI (EFFICACE COI CAMBI FISSI) ED AI MECCANISMI CLASSICI DEI CAMBI FISSI (CICLO DI FRENKEL), HA SOTTRATTO AL RESTO DEUROPA UNA FETTA DELLECONOMIA REALE CON UNA POLITICA SOSTANZIALMENTE PREDATORIA

Parte 3 Il Ciclo di Frenkel (un caso pratico di unione monetaria) 25

CAPIRE LA CRISI 26

CAPIRE LA CRISI 27

CAPIRE LA CRISI 28

CAPIRE LA CRISI 29

CAPIRE LA CRISI 30

CAPIRE LA CRISI 31

CAPIRE LA CRISI 32

CAPIRE LA CRISI 33

CAPIRE LA CRISI 34

CAPIRE LA CRISI 35

CAPIRE LA CRISI 36

CAPIRE LA CRISI 37 LADOZIONE DI UNA MONETA UNICA COMPORTA PER LE NAZIONI ADERENTI: Perdita dei Poteri di una Banca Centrale Nazionale e rinuncia agli strumenti di gestione delle crisi (muovere i Tassi, stampare moneta, etc) Rinuncia ad ogni elemento di flessibilita (come la possibilita di svalutare e rivalutare) LA PERDITA DELLA SOVRANITA MONETARIA DI FATTO COMPORTA LA PERDITA DELLA SOVRANITA POLITICA e quindi dellABC della Democrazia Rappresentativa.

CAPIRE LA CRISI 38 La gestione delle CRISI vissute dal 2010 al 2013 in GRECIA, IRLANDA, PORTOGALLO, SPAGNA, ITALIA e CIPRO (Salvataggi Stati e Banche), e stata sempre guidata dal principio di massimizzare la tutela dei piu forti (i CREDITORI, quindi le Banche del Nord Europa) e far pagare il conto ai cittadini, alle Imprese ed alle future generazioni delle Nazioni periferiche. In EUROPA di fatto comandano FRANCIA e GERMANIA (specie questultima), che tendenzialmente fanno i loro interessi.

CAPIRE LA CRISI 39 La crisi che attanaglia l'Euro-zona e' una crisi che nasce dal fatto che s'e' introdotta una Valuta unica (Euro) senza fare prima tutte le cose necessarie a far funzionare il meccanismo (armonizzazione mercati del lavoro e sistemi fiscali, meccanismo trasferimenti interno, unione politica) e che portano inevitabilmente a squilibri legati ad una crisi di bilancia dei pagamenti. E' opinione condivisa da grandi economisti internazionali (Krugman, Roubini, Manchau). In Italia segnialiamo Bagnai.

Parte 4 Le argomentazioni Pro-Euro 40

GLI ALFIERI DELLEURO 41 Le argomentazioni a favore del restare nell'Euro riportate sui Media nazionali ed internazionali, non sono MAI numeriche ed analitiche, ma tendenzialmente sprezzanti e senza alcun background storico. Generalmente si basano su 2 concetti: a) Introdurre il concetto di PAURA attraverso falsita' o verita' parziali b) Demolire le tesi altrui con argomentazioni MORALI Ovviamente sono le stesse tesi che il Potere, attraverso i media vuole che passino nelle masse, e guarda caso ci riesce benissimo

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 42 1) LA CRISI EUROPEA E' LEGATA AI DEBITI ED AGLI SPRECHI DEI PAESI PERIFERICI FALSO! Nell'epoca euro i conti pubblici dei periferici hanno avuto andamenti migliori rispetto a quelli Tedeschi (in Germania e Francia il Debito pubblico e' salito, mentre nei periferici in genere e' sceso). Gli squilibri sono stati nel settore privato e nei debiti esteri. I periferici hanno senza dubbio problemi (che vanno affrontati) ma la crisi ha evidentemente cause diverse

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 43 2) IL RITORNO ALLE VALUTE NAZIONALI E' UN SALTO NEL BUIO FALSO! Le valute nazionali sono la norma da secoli, mentre le Valute Sovrannazionali (o l'aggancio a Valute estere, adottandole o fissando cambi fissi) e' l'eccezione, ed ha sempre portato alla disgregazione del sistema, per la creazione di squilibri non governabili.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 44 3) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE VI SAREBBE UNA SVALUTAZIONE PAUROSA, DEL 40, 50 O 60% FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l'entita' delle svalutazioni e' generalmente pari, a parte oscillazioni iniziali, al differenziale di inflazione accumulato nel periodo a cambi fissi con la nazione piu' forte cui si e' adottato il cambio. Questo dice la storia economica mondiale

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 45 4) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE VI SAREBBE UN'INFLAZIONE GALOPPANTE; un litro di latte o di benzina costerebbe Lire FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l'inflazione e' sempre stata pari ad una frazione dell'entita' della svalutazione. Anche qui lo dice la storia.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 46 5) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE I TASSI SAREBBERO GALOPPANTI FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), i tassi salgono prima delle svalutazione (proprio perche' anticipano l'evento). Dopo la svalutazione immancabilmente, storicamente scendono. Qui l'Italia nel 1992.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 47 6) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE l'ECONOMIA REALE SAREBBE MENO COMPETITIVA FALSO! E' vero il contrario e qui TUTTI gli indicatori dell'economia reale lo confermano. Qui la produzione industriale della Germania e dell'Italia. Si vede chiaramente che l'Italia ha fatto decisamente meglio in coincidenza della svalutazione, mentre la Germania ha fatto meglio in regime di cambi semi-fissi (anni 80 fino al 1991) e con l'Euro (specie dopo il 2000). La cosa e' riscontrabile su tutti gli indicatori e va estesa a tutti i paesi dell'euro. Vale comunque SEMPRE, in ogni esperienza storica a cambi fissi.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 48 7) LA MONETA E' UN FALSO PROBLEMA, VISTO CHE IL MONDO E' CAMBIATO E C'E' LA CINA FALSO!

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 49 8) PERCHE' ATTACCHI L'EFFICIENTE E LAVORATRICE GERMANIA E DIFENDI GLI INEFFICIENTI ED IMMORALI PAESI PERIFERICI? LA GERMANIA STA ALL'EUROPA COME LA LOMBARDIA STA ALL'ITALIA. FALSO! Il paragone non regge per niente, perche' la Lombardia da' al resto l'Italia TRASFERIMENTI pari al 12% del suo PIL, la Germania un misero 0,3%. Questo numero da solo dice tutto. Un unione valutaria funziona se ci sono delle precondizioni: A)forti trasferimenti interni in sussidiarieta' B)un mercato del lavoro ed un sistema legislativo e fiscale comuni C)Un centro politico unitari. In Italia vi sono tutti e 3 questi fattori (sia pure con enormi storture), in Europa no.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 50 9) SE USCIAMO DALL'EURO, LE ALTRE NAZIONI EUROPEE CI FANNO A FETTINE E METTONO BARRIERE. FALSO! L'affermazione sopra e' insostenibile per 2 ragioni: a) Se l'Italia esce dall'Euro, e' evidente che ne uscirebbero almeno meta' delle nazioni (nel caso minore) o tutte (piu' realisticamente). Per esempio la sola uscita dell'Italia dall'EURO costerebbe alla Francia, restando questa ancorata alla Germania ed alla valuta unica, il passare da un Deficit Commerciale abnorme, ad uno immenso, con banali conseguenze. b) Storicamente, nelle varie crisi dove una valuta s'e' sganciata da altre, non s'e' MAI verificato l'ingabbiamento commerciale del paese stesso, semplicemente perche' impossibile da fare e perche' sarebbe sconveniente nel medio periodo a chi lo attua. Avverra' parimenti in Europa.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 51 10) SE USCIAMO DALL'EURO, PERDIAMO I TRASFERIMENTI DALL'UNIONE EUROPEA. ED ALLORA? L'Italia inspiegabilmente regala quasi lo 0,4% del suo PIL (piu' della Germania), circa 6 miliardi all'anno di euro, al resto d'europa. Durante le crisi degli stati ha generano decine di miliardi di nuovo debito pubblico a favore di altri. Se usciamo dall'euro da questo punto di vista non potremo che guadagnarci.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 52 11) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE SAREMO TUTTI PIU' POVERI FALSO E' vero solo se uno percepisce redditi in Italia e li spende all'estero. Ma per la quasi totalita' dei residenti italiani accadrebbe il contrario. Tutte le esperienze storiche, e le simulazioni numeriche fatte all'estero dicono il contrario (la nostra a lato). Oggi siamo nell'EURO e stiamo conoscendo una depressione economica impressionante e mai l'economia italiana e' andata peggio.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 53 12) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE L'ITALIA VEDREBBE ESPLODERE IMMEDIATAMENTE IL DEBITO PERCHE' I DEBITO SONO IN EURO. FALSO Lo Stato onorerebbe il debito in valuta locale, non in euro (Lex Monetae). L'onere del debito non aumenterebbe; i creditori esteri hanno gia' incorporato la svalutazione nello spread, ed anzi il tasso diminuirebbe. Inoltre come visto aumenterebbe il PIL nominale, comprimendo il debito stesso.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 54 13) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE SVANIREBBE LA DEMOCRAZIA, IL LIBERO SCAMBIO ED IL SOGNO EUROPEO FALSO La struttura che muove le decisioni dell'Eurogruppo non ha niente di democratico. L'imporre cicli di austerita'-recessione-poverta'-tracollo conti pubblici non ha niente di razionale ed UCCIDE IL MERCATO interno. Il peggior nemico dell'Integrazione europea e' proprio l'EURO, la costruzione assurda che c'e' alle spalle a governarlo e la follia della gestione della crisi che porta la crisi stessa ad essere eterna ed a perpetuare se' stessa, ampliando le forze anti-europee e seminando le basi per la distruzione dell'Eurozona. Tornare alle valute nazionali, con un mercato unico e' la sola possibilita' per l'Europa per ricominciare un percorso di unione politica, la cui unione valutaria sia l'ultimo anello della catena, e non il primo.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 55 14) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE CI SAREBBE IL CAOS, MENTRE L'EURO DA' STABILITA'. FALSO EVIDENTE ANCHE AD UN CIECO. Il caos c'e' adesso, da ormai 4 anni, grazie a questo ESPERIMENTO chiamato EURO. L'EURO ha introdotto RIGIDITA' e non ha un sistema in grado GESTIRE GLI SQUILIBRI INTERNI. Coi cambi e le valute nazionali, queste avrebbero una forza conseguente alla forza degli stati stessi. In sintesi l'EURO e' una costruzione artificiale che spinge ad una perenne crisi interna ed a contrasti in cui alla fine la spunta sempre il piu' forte (cioe' non l'Italia). TUTTI gli esperimenti di CAMBIO FISSO sono finiti in malomodo, SEMPRE (a meno di non aver fatto PRIMA un unione politica, dei mercati del lavoro, dei sistemi fiscali, etc).

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 56 15) IL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE E' IMPOSSIBILE, PERCHE' NON CI CONSENTIRANNO DI USCIRE. L'EURO E' IRREVERSIBILE. FALSO! La STORIA offre centinaia di casi di Imperi e situazioni irreversibile che immancabilmente sono crollati, a causa in primis delle proprie contraddizioni interne. E' comunque ovvio che tecnicamente l'uscita non sia affatto cosa semplice, ma se c'e' la volonta' di fa.

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 57 16) L'EURO CONSENTE A TUTTE LE NAZIONI PERIFERICHE DI ALLINEARSI ALLE NAZIONI PIU' EVOLUTE, DIVENTARE PIU' EFFICIENTI, SERIE, RESPONSABILI. FALSO! Con l'EURO e' accaduto OVUNQUE in Europa esattamente l'Opposto. E la cosa e' ovvia: l'EURO deresponsabilizza proprio le nazioni piu' deboli (la cosa e' avvenuta grazie all'afflusso di capitali dal cuore d'europa alimentando l'economia reale).

LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 58 17) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE E' VERO CHE L'ECONOMIA SI RIPRENDEREBBE, MA LA PRESENZA DI UNA CLASSE POLITICA IRRESPONSABILE POTREBBE VANIFICARNE I VANTAGGI VERO Questa e' l'unica argomentazione che dal mio punto di vista regge, anche se siamo nel campo delle opinioni. Cio' pero' non spingerebbe nessuno, lucido di mente, a non tornare alla valuta nazionale. Non tornare alla valuta nazionale sta impoverendo l'Italia e mezza Europa ad una velocita' mai vista, ed interrompere tale processo e' perfettamente razionale e logico.

CONCLUSIONI 59 Il ritorno alla Valuta Nazionale, non risolve i problemi dell'Italia. Ma e' altrettanto certo che una permanenza nellEuro non puo' che spingere l'Italia verso un impoverimento complessivo nazionale, che non ha niente di taumaturgico. Per cui non c'e' alcuna ragione razionale per non tornare alla Valuta Nazionale, preparandosi a tale evento (che riteniamo inevitabile, come insegna la storia). La soluzione opposta e utopica (Realizzazione dellUnione Politica, armonizzazione dei Mercati del Lavoro e dei sistemi fiscali).

Parte 5 Levoluzione del pensiero degli Italiani 60

COSA PENSANO GLI ITALIANI SULLEURO (15-19 aprile 2013) 61 Sarebbe favorevole alla reintroduzione di una valuta nazionale al posto dell'Euro, affiancando questo processo con il ripristino della Banca d'Italia come prestatore d'ultima istanza, al fine di calmierare i tassi d'interesse sui titoli del debito pubblico italiano? SI: 44% NO: 48% Non so, non rispondo: 8% Disaggregato per partiti (SI-NO-Non so, non risp.) Centrodestra (PDL, LN, FdI ecc): 68% - 24% - 8% Centro (SC, UDC, FLI): 4% - 94% - 2% Centrosinistra (PD, SEL, CD, SVP): 7% - 89% - 4% Movimento 5 Stelle: 67% - 19% - 14%

I SONDAGGI SULLECONOMIA (15 – 19 aprile 2013) 62 Pensi in generale al suo settore lavorativo, all'azienda (pubblica/privata) o allente (pubblico/privato) per cui lavora. Basandosi su quello che ha visto e/o quello che sa per certo, può dire se lazienda (pubblica/privata) per cui lavora: Sta aumentando la forza lavoro : 9% Non sta aumentando la forza lavoro: 40% Sta diminuendo la forza lavoro: 46% Non so, non rispondo: 5% NATIONAL OCCUPATION INDEX: -37 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani occupati

I SONDAGGI SULLECONOMIA (15-19 aprile 2013) 63 A suo giudizio, nei prossimi 12 mesi, la situazione economica generale dellItalia dovrebbe: Migliorare : 11% Rimanere stazionaria: 32% Peggiorare: 53% Non so, non rispondo: 4% ITALY INDEX: -42 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani maggiorenni

I SONDAGGI SULLECONOMIA (15-19 APRILE 2013) 64 A suo giudizio, nel corso dei prossimi 12 mesi, la situazione economica della sua famiglia dovrebbe: Migliorare : 9% Rimanere stazionaria: 54% Peggiorare: 33% Non so, non rispondo: 4% FAMILY INDEX: -24 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani maggiorenni

Parte 6 Gli altri Problemi economici dellItalia 65

1 - UN DEBITO ESPLOSIVO 66 Debito Pubblico al 127%... Lenorme debito pubblico Italiano e consequenziale a: Espansione incontrollata della Spesa Pubblica passata dal 30% nel 1970 al 50% nel 1985 Divorzio tra Tesoro e Banca dItalia nel 1981 Il debito attuale e pari a miliardi. Negli ultimi 20 anni lItalia ha avuto ampi attivi primari ed ha pagato miliardi in interessi (per la felicita dei nostri creditori), e non ha minimamente intaccato il problema dello stock del Debito

2 – UNA SPESA PUBBLICA ENORME ED INEFFICIENTE 67 La Spesa Pubblica in Italia e pari al 50% del PIL, valore molto alto, e la qualita dei servizi erogati dalla PA e decisamente inferiore allammontare speso. La spesa e sostenuta in capitoli quali Previdenza ed Interessi, mentre e bassa negli investimenti e protezione sociale.

3 – UNA NAZIONE INGESSATA CON PIL CALANTE 68 LItalia in 17 anni ha perso il 18% di PIL rispetto alla media UE, circa l1% allanno. La causa sta in vari fattori: Introduzione EURO Elevata spesa inutile (interessi) Alte Tasse e bassa qualita spese pubbliche Lanno piu disastroso per il PIL, e stato il 2012, anno in cui lItalia ha avuto una dinamica del PIL pari a ben il 2% inferiore alla media UE

4 – UN LIVELLO DI TASSAZIONE SUL LAVORO INTOLLERABILE 69 A lato la simulazione della Pressione Fiscale, Tributaria e Contributiva reale su un Dirigente, un Impiegato ed un Operaio calcolata da scenarieconomici.i t Siamo a valori reali tra il 66% ed il 77%

5 – RECORD MONDIALE DI TASSAZIONE SULLE IMPRESE 70 A sinistra la simulazione della Pressione Fiscale, Tributaria e Contributiva totale sottrendo il sommerso: siamo al 57% sul PIL, record mondiale La pressione fiscale sulle imprese e al 68%, record mondiale. Come si vede a lato rapprenta unaggravio del 24% rispetto alla media Europea.

6 – …. E MILLE ALTRI PROBLEMI ed ARRETRATEZZE…. 71

Parte 7 Come ridare un Futuro ai nostri figli? 72

Come ridare un Futuro ai nostri figli? 73 1) UNA RIDUZIONE DRASTICA DEGLI SPRECHI E DEI LUSSI DELLO STATO, LIBERANDO RISORSE PER INVESTIMENTI E PER UNA MASSIVA RIDUZIONE DELLE TASSE SUI PRODUTTORI 2) UNA PATRIMONIALE SULLO STATO, PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO 3) RIFORME - EPOCALE PASSAGGIO DALCOMPLESSO AL SEMPLICE 4) USCITA DALLEURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA MONETARIA

1) SPESA PUBBLICA E TASSE 74 Lidea e ridurre la Spesa Pubblica di miliardi senza sostanzialmente compromettere lefficienza dello stato. Riduzione drastica dei costi politici a tutti i livelli Diverse decine di miliardi verrebbero utilizzando ilCriterio dei migliori (in sintesi da interventi sul Personale della PA, pensioni di invalidita, spese sanitarie ed amministrative volti a portare tanto il livello di Spesa quanto quello di efficienza al livello della Regione di riferimento, quella che fa meglio) Sostituzione degli aiuti alle imprese in crediti dimposta Interventi sugli acquisti della PA, sulle pensioni doro e su alcune disfunzioni rimaste nel sistema pensionistico, etc.

1) SPESA PUBBLICA E TASSE 75 Questa massa di denaro deve essere immessa nel sistema tramite maggiori investimenti e spese per creare un sistema di tutele che oggi e fortemente iniquo, ma soprattutto per ridurre drasticamente il livello di tassazione su Imprese, Lavoratori e Famiglie (eliminazione IRAP, eliminazione IMU sulla prima casa, riduzione accise e semplificazione balzelli, riduzione della tassazione diretta su lavoratori e famiglie).

2) UNA PATRIMONIALE SULLO STATO, PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO 76 LIdea e fare una serie di misure straordinarie per mette a dieta lo stato, dismettendo tutto cio che non e essenziale, quali una serie di aziende, di immobili, etc, e cartolarizzando i crediti inesigibili. La dimensione della manovra e tra i 200 ed i 400 miliardi. Le risorse andranno al pagamento dei crediti della PA ed ovviamente alla riduzione del Debito Pubblico.

3) RIFORME - EPOCALE PASSAGGIO DALCOMPLESSO AL SEMPLICE 77 E evidente che se lItalia non si da una regolata rendendo i servizi fondamentali piu semplici ed immediati, perde un opportunita enorme. E ovvio che bisognera fare RIFORME importanti su Mercato del Lavoro, Sistema Fiscale e Tributario, Burocrazia, Giustizia che abbiano questa stella polare, col preciso scopo di consentire di rendere piu agevole lavorare, investire e soprattutto vivere in questo paese.

4) USCITA DALLEURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA MONETARIA 78 Il ritorno ad una valuta nazionale non solo e un vantaggio dal punto di vista economico, ma ci consente sostanzialmente di tornare a badare a noi stessi ed alla conseguente responsabilita. Al tempo stesso ci permette di uscire da una costruzione che governa lEuro, che sostanzialmente fa linteresse di altre nazioni (Germania, Francia), non ha alcun fondamento democratico, ha politiche fortemente antiliberali e sostanzialmente suicide.

4) USCITA DALLEURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA MONETARIA 79 Il ritorno ad una valuta nazionale, altro non e che il ritorno alla Normalita, che e una valuta nazionale che rispecchia nel suo valore il peso reale dellItalia, ed di una Banca Centrale che fa politiche nellinteresse nazionale, uscendo da un esperimento, lEuro, che sostanzialmente e un fallimento tanto dal punto di vista economico e perfino dal fondamento della stabilita (di fatto ci sta regolando uninstabilita ed una recessione permamente).

80 Queste pubblicazioni sono disponibili su internet allindirizzo Elaborato da: GIAMPAOLO ATZORI e da ANDREA LENCI e dalla Redazione di scenarieconomici.it e di scenaripolitici.com