Piero Manzoni un terremoto di scandali ancora accesi

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Transcript della presentazione:

Piero Manzoni un terremoto di scandali ancora accesi Sara Mameli - V E ITER A.S. 2007/08 Piero Manzoni un terremoto di scandali ancora accesi

Piero Manzoni nasce a Soncino, presso Cremona il 13 luglio 1933 e prematuramente scomparso a Milano, non ancora trentenne, il 16 febbraio 1963.Discendente dell’antica e nobile famiglia del grande letterato Alessandro Manzoni, inizia gli studi classici presso i Gesuiti, in seguito frequenta l’accademia di Brera, ma ben presto si dimostra insofferente ad ogni tipo di insegnamento e si avvicina ai circoli più estremi del Neodada europeo. La sua famiglia frequenta Lucio Fontana, fondatore dello spazialismo, reso celebre dai suoi buchi e tagli sulla tela. I suoi primi lavori sono paesaggi e ritratti di stampo tradizionale, dipinti servendosi di colori ad olio. Ritrae se stesso, i suoi familiari e i luoghi in cui vive e soggiorna.

Le prime opere.. Nel 1956 dipinge figure antropomorfe (ominidi con grandi teste innestate su piccoli corpi) e, tele rivestite di catrame e quadri ottenuti con l’impronta di oggetti quotidiani immersi nella vernice (chiavi, forbici, bottoni, pinze). Successivamente lavorarà sulle tele dal titolo Ipotesi, con materie come il gesso e la colla.

figure antropomorfe

Tra il dicembre del 1956 e l’agosto del 1957 Manzoni ha elaborato ben quattro manifesti: Per la scoperta di una zona di immagini, L’arte non è vera creazione, Per una pittura organica e Di Albisola Marina. Nei quali precisa il suo proponimento di liberarsi dei gesti inutili, dei fatti inutili che inquinano l’arte. É il principio di un processo che lo porterà a dimostrare che l’arte non è semplicemente un fenomeno descrittivo, ma un “procedimento scientifico di fondazione”. Il passo successivo, è l’abbandono totale della superficie pittorica.

Sfidando secoli di ostinato e ineludibile attaccamento al quadro, Manzoni porta avanti la sua ricerca sugli "Achromes”..

Gli Achromes Nel 1957 inizia a produrre i suoi Achromes (senza colore) che realizzerà durante tutta la sua vita. Sono delle tele spalmate accuratamente di gesso e caolino e poi dipinte di bianco.In seguito incollerà ogni cosa che gli passerà sotto mano, come ad esempio: sassolini, feltro,cotone, panini,palline di polistirolo ecc.

Nel 1959 conosce Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani Nel 1959 conosce Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani. Con quest'ultimo fonda poi la rivista Azimuth (di cui però usciranno solamente 2 numeri). Oltre a portare avanti la ricerca sugli "Achromes", inizia a creare oggetti concettuali come le "Linee“.

Le Linee Nel 1959 Manzoni propone una serie di Scatole –linea. Linee di diversa lunghezza tracciate con un tampone imbevuto d’inchiostro su rotoli di carta bianca di varia lunghezza una volta realizzate vengono rinchiuse dall’artista in cilindri di cartone o legno nero con un’etichetta che ne specifica la data di esecuzione e l’estensione. In una di queste etichette vi è scritto “ contiene una linea di lunghezza infinita”, non è altro che un foglio di carta incollato ad anello, quindi la linea che vi è sopra disegnata è infinita!

“Nelle linee – afferma lo stesso Manzoni - non esiste più nemmeno il possibile equivoco del quadro: la linea si sviluppa solo in lunghezza, corre all’infinito. L’unica dimensione è il tempo(..) Non vale in quanto più o meno bella, ma in quanto più o meno linea: in quanto è.” Quello che Manzoni cerca di fare è dare una dignità, agli oggetti, che altrimenti non avrebbero.

Le prime linee sono state esposte dal 18 al 24 agosto 1959 alla Galleria Pozzetto Chiuso di Albisola Marina. La reazione suscitata è fortissima, tanto che l’opera esposta viene deturpata da un visitatore indignato che vi sputa sopra. L’episodio è stato riportato su numerosi quotidiani e riviste nazionali. È l’inizio della notorietà massmediatica di Manzoni.

Ben presto però ci fu un’altra particolare linea che fece clamore: quella lunga 7200 metri. Non tardò ad attirare l’attenzione, anche perché, dopo la sua esecuzione, fu rinchiusa in un contenitore cilindrico di piombo-zinco disegnato dallo stesso artista sul quale scrisse: “Contiene una linea lunga 7200 metri eseguita da Piero Manzoni il 4 luglio 1960”. L’intenzione era di nasconderla sotto terra in un parco della città di Herning in previsione di un’eventuale successiva riscoperta.

Sul finire del 1959 apre, con Castellani, il centro espositivo Azimuth; che diventerà tra gli spazi di produzione artistica più significativi nell'ambito delle ricerche anti-informali. Un’altra provocazione viene fatta da questo artista nel 1961 che progetta di firmare corpi viventi come opere d'arte.

Opere d’arte viventi Nelle Opere d’arte viventi Manzoni sbalordisce presentando ad una manifestazione due nudi femminili, cioè due modelle dal corpo scoperto che lui firma. Non solo è provocatorio nel apporre la firma ma, presenta due corpi nudi, una cosa inusuale per l’epoca. Con questo gesto ironizza sull'idea di consumo dell'arte ..

Usa i corpi viventi come opere d'arte, rilasciando certificati di autenticità (saranno poi intitolate "Sculture viventi" e tra le 71 che firmerà fino al 1961 compariranno anche Umberto Eco, Marcel Broodthaers e Mario Schifano).

Espone con Castellani alla galleria La Tartaruga di Roma dove presenta altri "Achrome" e "sculture viventi" che firma in diretta. Ogni scultura è corredata da un documento di autenticità e da un francobollo colorato indicante la sua durata (simile al concetto di scadenza merceologica). Il“ Certificato di autenticità ” recita: “Si certifica che il Sig …è stato firmato per mia mano e pertanto è da considerarsi a partire da questa data opera d’arte autentica. Firmato Piero Manzoni”. Ogni ricevuta emessa è numerata e firmata con l’aggiunta di un bollino di colore rosso o giallo o verde o viola che porta segnato in negativo il nome dell’artista.

Certificato di autenticità

Colore Rosso indica che l’individuo è una completa opera d’arte e tale rimane fino alla sua morte. Color Giallo: è valida solo la parte firmata che viene indicata per iscritto sulla tessera. Con il color verde invece si pone una limitazione all’atteggiamento. Si è opere d’arte solo in date posizioni: per esempio bevendo, cantando etc. Color Viola ha le identiche funzioni del rosso, soltanto è a pagamento.

Con queste opere Manzoni sembra finalmente aver raggiunto una totale autonomia artistica, aver chiarito a se stesso i suoi fini e i suoi bisogni. Quello che vuole è che l’opera d’arte viva di vita propria, si ponga come una realtà assolutamente dinamica e di per se stessa vitale, una realtà capace di esistere indipendentemente dalle esigenze espressive dell’artista.

Corpi d’aria Il 3 maggio 1960 i primi Corpi d’aria vengono presentati alla Galleria Azimuth. I corpi d’aria sono sculture pneumatiche, dal diametro massimo di 80 cm, offerte come un oggetto da realizzare in serie e da vendere in un contenitore speciale.

Oltre che dall’acquirente, a richiesta e a pagamento, possono essere gonfiati direttamente da Manzoni. In questo caso il corpo d’aria si trasforma in Fiato d’Artista che, sigillato e piombato, è vincolato ad una base di legno.

CONSUMAZIONE DELL’ARTE DINAMICA DEL PUBBLICO; DIVORARE L’ARTE Durante questo evento l’artista fa bollire delle uova che, una volta sode, segna con l’impronta del suo dito pollice. A questo punto “l’opera” è consegnata al pubblico che la consuma. Il tutto dura poco più di 70 minuti.

Sull'invito c’era scritto: Siete invitati il 21 luglio alle 19, a visitare e collaborare direttamente alla consumazione dei lavori di Piero Manzoni.

Manzoni stesso dichiara: “ ( Manzoni stesso dichiara: “ (..) ho organizzato due manifestazioni: una a Milano, alla galleria Azimuth, e l’altra a Copenhagen. Avevo segnato con la mia impronta digitale un centinaio di uova sode, consacrandole all’arte. Ho invitato il pubblico a mangiarle (..) Le hanno mangiate, ma quando ho spiegato qual era il mio scopo ci sono rimasti male. Ho preferito abbandonare la sala, approfittando dello smarrimento. Non mi avrebbero capito.”

Il suo messaggio era rompere definitivamente il rapporto opera-firma-valore. Questo messaggio lo lancia anche con la sua opera forse più famosa: la Merda D’artista.

Consiste in una serie di contenitori metallici come quelli che servono per contenere la carne in scatola. Al loro interno l’artista ha sigillato i propri escrementi, così come è scritto nell’etichetta quadrilingue (inglese, francese,italiano e tedesco). Su di essa sono addirittura riportati il peso netto, la data di produzione e di inscatolamento e delle informazioni su come conservarla. Merda d’Artista

Sul coperchio infine appaiono il numero progressivo di serie (i coperchi dei barattoli sono numerati dallo 001 al 090) e la firma che ne autentica l’originalità. Un’altra caratteristica importante è che veniva venduta al grammo secondo le quotazioni di giornata dell’oro.

La base magica Nel 1961 progetta e realizza la Base magica, un piedistallo firmato dall'artista che eleva al ruolo di opera d'arte ogni persona disposta a salirvici sopra.Ogni persona o oggetto che vi saliva sopra era un’opera d’arte, per tutto il tempo che vi restava.

Il pubblico entra in contatto con l'arte e ne viene fisicamente trasformato.

La base del mondo Nello stesso anno realizza anche la Base del mondo, un parallelepipedo in ferro (90 x 100 cm) installato nel parco della fabbrica di Herning (una struttura simile alle Basi magiche, ma capovolta verso il suolo) è il mondo stesso a salire sul piedistallo: adesso tutto è un'opera d'arte.

Le prime due Basi del mondo che Manzoni realizza sono intitolate "Socle du monde”… Mentre la terza base del mondo viene intitolata “Socle Magique n.3 Hommage à Galileo" .

PLACENTARIUM Le ultime opere e progetti di Piero Manzoni sono caratterizzati da una grandiosità architettonica: dalla finestra fosforescente realizzata in una fabbrica di camicie ad Herning, all’idea di tracciare una linea lunga quanto il meridiano di Greenwich, fino al progetto per il Placentarium, un gigantesco "corpo d’aria" abitabile, un "teatro pneumatico per balletti di luce, di gas, ecc...".

La biografia Manzoni successivamente stenderà un progetto con Jes Petersen per il libro PIERO MANZONI the life and the works e cioè la sua biografia. L’opera consiste in cento pagine di carta bianca. In un progetto successivo le pagine saranno in plastica trasparente. Il libro verrà pubblicato postumo nel 1963, in sessanta copie, dalla casa editrice di Petersen.

"Piero Manzoni. The Life and the Works".

Nessuno può dirci cos’altro avrebbe realizzato durante il corso della sua vita… …ma purtroppo il 6 febbraio 1963, Piero Manzoni è morto improvvisamente di infarto a Milano, nel suo studio di via Fiori Chiari 16.