Dare da bere agli assetati e Consigliare i dubbiosi PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Dare da bere agli assetati e Consigliare i dubbiosi in alcuni scritti di Don Guanella Anno Pastorale 2015-2016
DALLA POSITIO PER LA BEATIFICAZIONE DEL SERVO DELLA CARITÁ SERVO DI DIO LUIGI GUANELLA, ROMA 1937. «Noi Servi della Carità, si doveva arrivare ad impossessarci dei cuori dei ricoverati per far loro amare Dio e renderli buoni e osservanti. Tutti gli uffici da esercitarsi in Casa sono coordinati e finalizzati alla santificazione dei membri delle sue Congregazioni e alla salvezza dei ricoverati». Potremmo leggere l’esperienza ‟per far amare Dioˮ con l’opera di misericordia dare da bere a chi ha sete di Dio.
Guanella Luigi, Massime di spirito e metodo di azione (1888-1889), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p.26. «Sono focolari di fede per i poveri innanzitutto, i più indifesi di fronte al pericolo della irreligiosità: le Congregazioni e gli istituti pii che il cielo assegna come oasi or qua or là nel deserto del mondo, sono quasi fonti copiose di alimento spirituale dove, accorrendo i pellegrini sitibondi e stanchi, che non sono pochi, abbiano ristoro e aumentino le forze per continuare sino al termine il cammino della perfezione cristiana». Con la propria vita i servi della carità, a imitazione di san Luigi Guanella, diventano oasi che dissetano nel deserto della solitudine, della diversità, della sofferenza, della malattia.
Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 891. «Indispensabile sarà infine una assistenza oculata per i deficienti e per i ricoverati. I primi purtroppo accoppiano alla mancanza di intelligenza deformità corporali talvolta ributtanti e molti sono incapaci di muoversi e di accudire da sé agli uffici più bassi e indispensabili alla vita. Occorre quindi lavarli, vestirli, nutrirli, aiutarli in tutto e per tutto». Dare da bere agli assetati per don Guanella era anche aver cura e attenzione all’igiene e alla pulizia della persona.
LUIGI GUANELLA, Regolamento delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1911), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 417. «Insomma, si formino cuori che siano un ottimo impasto di devozione. Senza ciò, tutto sarebbe nulla e dannoso. Uno spirito di devozione comunque allegra, spigliata, cordiale e spontanea: la devozione vera deve piacere a Dio e agli uomini o non sarà devozione vera». Questa esortazione, che don Guanella scrive alle suore, possiamo intenderla come la sete del cuore che per vivere una vita piena e serena deve essere educata ad avere sete di Dio, di abbeverarsi di Lui. San Giovanni dice: «Chi ha sete venga a me e beva» (Gv 7,37).
LUGI GUANELLA, Regolamento dei figli del Sacro Cuore, in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 905. «Gli orfanelli che ci sono affidati devono trovarsi nella nostra Casa come e meglio che nella propria famiglia». La sete di affetto è una delle opere di misericordia care a don Luigi Guanella. Per lui gli orfanelli dovevano ricevere tanto affetto e cura come e meglio della propria famiglia.
Consigliare i dubbiosi «Il giovanetto è da studiare in sé, nella ricreazione, nella chiesa, alla mensa, al dormitorio. Specialmente in Casa, nella ricreazione, al passeggio si sviluppano e si fanno chiare le inclinazioni dei giovinetti; allora bisogna seguirli attentamente per educarli a virtù e allontanarsi dalle inclinazioni viziose». Certamente non troviamo riferimenti espliciti sull’opera di misericordia spirituale consigliare i dubbiosi, ma possiamo dedurre, attraverso alcuni passaggi, elementi simili. Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p.1037.
Guanella Luigi, Regolamento interno della casa di Santa Maria della Provvidenza in Como (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 253. «Per ottenere questo bisogna concedere libertà d’azione, far camminare e attendere che non inciampino o, quando cadessero, tosto risollevare con sollecita carità e non scoraggiare mai con qualsiasi minaccia. Sbagliando si impara». Consigliare con sollecita carità per non far scoraggiare nessuno potremmo leggerla con opera di misericordia molto vicina al consigliare chi dubita e si trovo in difficoltà.
LUGI GUANELLA, Regolamento dei figli del Sacro Cuore, in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 989. «Il direttore spirituale, nel conversare, sia semplice, soave, persuasivo; ami molto e si guardi non solo dalle cadute, ma anche dalle imperfezioni contro la santa carità, come sono la ruvidità di tratto, il sussiego e altro. Si informi allo spirito di San Francesco di Sales, come si trova ricopiato dall’incomparabile don Giovanni Bosco e del venerabile Cottolengo». Troviamo in quei termini, semplice, soave, persuasivo, i tratti del consigliere che sa offrire l’aiuto necessario per far crescere chi si trova a vivere esperienze di dubbio nella vita spirituale. Significativo il riferimento ad alcuni santi, cari a don Guanella, che hanno saputo guidare le anime loro affidate.
Guanella Luigi, Le vie della Provvidenza Guanella Luigi, Le vie della Provvidenza. Memorie autobiografiche, 1914/1915, p. 49. «Questo spirito di azione caritativa, speriamo, deve essere tale da stupire i profani e deve essere così intenso e senza sosta da poterne scrivere volumi edificanti». L’affermazione, stupire i profani, possiamo anche leggerla come consigliare i dubbiosi. Don Guanella sentiva fortemente l’esigenza di evangelizzare nei contesti dove c’era analfabetismo religioso, dove si poteva fare a meno di Dio.
Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p.981. «Gli assistenti devono con cuore di padre e di fratello accompagnare i dipendenti in ogni loro passo con carità e pazienza». Per don Guanella carità e pazienza devono essere le virtù di un buon direttore spirituale nel consigliare e accompagnare le persone che si affidano a lui, nel risolvere i loro dubbi e per rendere più solide le loro inconsistenze umane e cristiane.
Per don Guanella è importante impossessarsi dei cuori dei fratelli per far loro amare Dio e renderli buoni e osservanti. Possiamo leggere l’esperienza ‟per far amare Dioˮ con l’opera di misericordia «dare da bere» a chi ha sete di Dio?
Don Guanella, scrivendo alle suore, dice che per vivere una vita piena e serena deve essere educata ad avere sete di Dio, di abbeverarsi di Lui. San Giovanni dice: «Chi ha sete venga a me e beva» (Gv 7,37). Hai sete di Dio? Come ti poni davanti alla sete di Dio dei fratelli?
La sete di affetto è una delle opere di misericordia care a don Luigi Guanella. Per lui gli orfanelli dovevano ricevere tanto affetto e cura come e meglio della propria famiglia. Come viviamo l’affetto per i piccoli e i poveri?
Essere cooperatori guanelliani non è fare qualcosa ma cercare di amare il fratello con affetto sincero. Chiedo al Signore di aiutarmi in questa esperienza?
Don Guanella scrive che il direttore spirituale, nel conversare, sia semplice, soave, persuasivo; ami molto e si guardi non solo dalle cadute, ma anche dalle imperfezioni contro la santa carità, come sono la ruvidità di tratto, il sussiego e altro. Mi ci trovo in questa descrizione di Don Guanella?
Per don Guanella carità e pazienza devono essere le virtù di un buon direttore spirituale, nel consigliare e accompagnare le persone che si affidano a lui, nel risolvere i loro dubbi e per rendere più solide le loro inconsistenze umane e cristiane. So consigliare i dubbiosi con pazienza e carità?