Indicazioni Importanti per i Lettori

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Transcript della presentazione:

Indicazioni Importanti per i Lettori Alcune Indicazioni Importanti per i Lettori 8° INCONTRO PER LETTORI

INTRODUZIONE Nel delineare il ruolo del lettore, Paolo VI insiste sull’impegno che tale delicato compito richiede: “Perché possa svolgere in modo più adatto e conveniente questo ufficio, procuri di meditare assiduamente le Sacre Scritture. Il lettore, consapevole dell’ufficio ricevuto, si sforzi con ogni mezzo e si avvalga di sussidi adatti per acquisire ogni giorno di più quella conoscenza che deriva da un soave e vivo amore alla Sacra Scrittura, per divenire un più perfetto discepolo del Signore”.

I cristiani si radunano “in chiesa”, cioè “come Chiesa” al fine di accostarsi alla mensa della Parola e alla mensa del Pane di vita; limitandoci in questa sede alla prima mensa, quella della Parola, dobbiamo riconoscere che il ministro chiamato a imbandirla è eminentemente il lettore. Ora, imbandire la mensa della Parola significa porgere ai convitati quel nutrimento buono e sostanzioso che è la Parola che esce dalla bocca di Dio. Da ciò consegue che non è possibile convocare l’assemblea se le portate di questo cibo spirituale non sono state confezionate a dovere e presentate come si conviene, cioè se la proclamazione da parte del lettore lascia a desiderare. Un tale comportamento suonerebbe doppiamente disprezzo: per Dio che parla e per l’assemblea che si è radunata proprio per ascoltarlo.

Preparazione precedente Per potere esercitare efficacemente il ministero di lettore, sarebbe opportuno preparare con un certo anticipo le letture della domenica. Ricordiamo che è sempre preferibile, quando si può, preparare le letture sul Lezionario (cioè il libro che contiene le letture da proclamare) o su fotocopie di esso: - prima di tutto, perché è quello il libro che verrà usato; in questo modo si eviteranno possibili sorprese tipografiche (ad es. parole differenti tra le varie edizioni della bibbia o dei testi liturgici); - in secondo luogo, perché la disposizione tipografica del Lezionario è stata adottata in funzione della lettura in pubblico (ad es. sono presenti degli spazi che corrispondono a delle pause da rispettare).

Il lettore dovrebbe in primo luogo leggere i testi (non solo la lettura che si prevede di proclamare) per capirne il significato e conoscere il contesto della celebrazione in cui sono inseriti. Ad esempio, il senso della prima lettura è sempre collegato con quello del brano di Vangelo e la colletta (cioè la preghiera iniziale che segue il canto del Gloria e precede immediatamente la Liturgia della Parola) esprime il motivo dominante della celebrazione. La tappa successiva dovrebbe consistere nel cercare le parole chiave ed eventualmente anche la frase più importante che la proclamazione dovrà mettere in evidenza. Come si potrà notare, nel Lezionario, subito prima del titolo della lettura, c'è una frase in corsivo che riprende il versetto considerato più significativo (ovviamente è solo una indicazione, per cui si possono operare anche scelte differenti).

Poi il lettore dovrebbe leggere diverse volte il testo ad alta voce Poi il lettore dovrebbe leggere diverse volte il testo ad alta voce. Solo così, infatti, ci si può rendere conto di un gran numero di difficoltà. Ad esempio le parole "Nabucodonosor" e "Tessalonicesi" sono facili da leggere mentalmente, ma difficili da proclamare! È importante ricordare che il tempo impiegato nel preparare la lettura è per il lettore un tempo di grazia. Esso è affine alla “ruminazione” che il profeta Ezechiele e il veggente dell’Apocalisse furono chiamati a fare di quella Parola che nella loro bocca fu “dolce come il miele”. Siccome prestare la propria bocca a Dio è privilegio grande, il lettore è tenuto a fare il possibile e l’impossibile perché il prestito sia degno di Colui cui la Parola appartiene.

Il comportamento Il comportamento del lettore incomincia nel momento in cui ci si sposta verso l'ambone (cioè il luogo da cui si proclamano le letture). Non si dovrebbe partire dal proprio posto prima che sia concluso ciò che precede (orazione, lettura o canto)! Uno spostamento calmo prepara l'uditorio ad ascoltare con attenzione. Inoltre, bisogna prestare una particolare attenzione al proprio abbigliamento, che deve essere sobrio e adeguato all’incarico che si riveste. Il foglietto delle letture non va portato all’ambone per 3 motivi: il foglietto può disturbare durante la proclamazione perché non è stabile; non è molto elegante vedere un foglietto sull’ambone; le parole sul lezionario sono 5 volte più grandi di quelle stampate sul foglietto e quindi più facili da leggere.

Quando si esce per andare a proclamare le letture, fare sempre un inchino (non una genuflessione) verso l’altare (non verso il tabernacolo). Arrivato all'ambone, il primo gesto del lettore dovrebbe essere riservato al microfono: quando è necessario lo si regoli alla propria altezza. Il secondo gesto dovrebbe essere per il Lezionario (il libro): ci si dovrebbe assicurare che sia aperto alla pagina giusta. A questo punto il lettore si dovrebbe mettere nella posizione di lettura: diritto, la testa alta perché la voce arrivi bene, le mani posate ai lati del libro o del leggio o tenute in basso (non in tasca o conserte).

La proclamazione Prima di proclamare la parola di Dio può essere d’aiuto questa preghiera semplice, ma molto bella: «il Signore sia nel mio cuore e sulle mie labbra perché io possa annunciare degnamente la sua Parola». Se si vogliono premettere alle Letture delle monizioni pertinenti, esse “devono essere semplici, fedeli al testo, brevi, ben preparate e variamente intonate al testo che introducono”. Tali monizioni devono essere affidate ad un commentatore, cioè ad una voce diversa da quella del lettore, per evitare che i fedeli confondano ciò che è parola umana con la Parola di Dio. Queste eventuali monizioni, tuttavia, non vanno incoraggiate, perché rischiano di polarizzare su di sé quell’attenzione che invece deve convergere tutta quanta sulla Parola che sta per essere proclamata.

La lettura deve essere annunciata tramite la titolatura consueta, senza aggiungervi la numerazione di capitoli e versetti. Non si deve dire: "Prima lettura", "Salmo responsoriale", "Seconda lettura" ma si inizia subito con l'annuncio della lettura (ad esempio "Dal libro del profeta Isaia"). Dopo aver enunciato la titolatura nella forma tradizionale, il lettore stabilisce un primo contatto visivo con l’assemblea, per poi fissare lo sguardo al testo che sta leggendo. Al termine della lettura, il lettore deve guardare nuovamente l’assemblea e, dopo una breve pausa, concludere dicendo “Parola di Dio”. Quando alla fine delle letture si dice "Parola di Dio", bisognerebbe fare uno stacco, cambiare tono e mettere in evidenza le parole "di Dio", in modo da suscitare la risposta dei fedeli. Terminata la lettura, prima di allontanarsi, il lettore dovrebbe fare una breve pausa, attendere la risposta dell'assemblea (cioè "Rendiamo grazie a Dio") e non scappare subito via come alla fine di un compito sgradevole.

Finita la prima lettura, si aspetta qualche istante per staccarla dal Salmo Responsoriale e poi si inizia il Salmo senza dire “Salmo Responsoriale… ripetiamo assieme…”. Si legge direttamente il ritornello che si intercalerà ad ogni strofa del salmo (se l’assemblea non ricorda bene il ritornello, il lettore lo ripete assieme senza sovrastare l’assemblea). Il Salmo (o almeno il ritornello) dovrebbe essere cantato. Se ciò non è possibile, conviene che sia letto da una persona diversa dal lettore, per aiutare l’assemblea a distinguerlo dalle letture. Infatti, pur essendo tratto dalla Sacra Scrittura, il Salmo Responsoriale non interviene formalmente come Parola di Dio; esso è un Salmo, cioè un canto di meditazione, nel senso cioè che “favorisce la meditazione della Parola di Dio”.

Finita la Seconda lettura, il lettore va al posto se si canta l’alleluia e il versetto (che si dice anche “acclamazione al Vangelo”); legge il versetto se, invece, viene cantato solo l’alleluia. Per sapere come agire e non trovarsi in balia di sguardi incerti e imbarazzati, è bene che il lettore si informi prima della messa dal direttore del coro o dal sacerdote stesso sulle modalità con cui si svolgerà l’acclamazione al vangelo.

Per chi legge le preghiere dei fedeli Si invita sempre l’assemblea a pregare dicendo: “preghiamo insieme e diciamo: ascoltaci, Signore” (o altra preghiera), anche quando non c’è scritto sul foglietto delle preghiere. Finite le preghiere si resta sul microfono laterale (o se non c’è, sull’ambone) e si scende al posto solo dopo la preghiera del sacerdote.

Conclusione Speriamo che queste indicazioni risultino chiare: se qualcosa non lo fosse, non bisogna esitare a chiedere informazioni al sacerdote. La vita si costruisce con tanta umiltà e facendo tesoro di piccoli insegnamenti che spesso sono frutto di sbagli. Dunque buon cammino, buoni passi … e un grazie sincero dalla comunità per il servizio svolto.

Un grazie a tutti