Francesco Borromini 1599 - 1667 Andrea Paoletti
Il “professionista” dell’architettura Barocca “SOLO ARCHITETTO” ha una conoscenza anche pratica (manovale) nasce vicino a Lugano (Maestri Comacini) lavora al cantiere del Duomo Milano (vede opere Bramante), C. Maderno lo invita a Roma a prendere parte alla conclusione del Cantiere di S. Pietro (cupola) collabora con Bernini per copertura Baldacchino (Difficile rapporto che influenzerà scelta del suicidio) Stile innovativo e personale: “chi segue gli altri, non li supera mai, non mi sono dedicato a questa professione per copiare” Borromini parte dalla classicità (ROMANA), prende gli elementi che gli servono ADATTSNDOLI e COMPONENDOLI in base allo spazio di un preciso progetto e per ricreare un preciso effetto. Borromini riesce a plasmare la luce in maniera sapiente ed unica (la luce guida l’osservatore) Borromini si specializza SOLO ARCHITETTURA (anticipa quanto oggi risulta ovvio) Grandissimo disegnatore (chiamava i suoi disegni “Figliuoli” ed uomo di grande cultura (biblioteca personale molto fornita) Carattere riflessivo e schivo, molto diverso da Bernini che spesso lo superava per fama e per socevolezza L’architettura di Borromini è per palati fini, per attenti osservatori, molto ricercata nei dettagli e dal grande effetto compositivo (Ricerca meno la teatralità rispetto a Bernini)
La vita 1599 nasce a Bissone da una famiglia comune 1609 è probabilmente attivo a Milano presso la fabbrica del Duomo (lo zio era un tagliapietre impiegato nella fabbrica) 1619 è probabilmente attivo a Roma presso la fabbrica di San Pietro con il conterraneo C.Maderno del quale diviene primo assistente 1624-30 Collabora con Bernini per Baldacchino S. Pietro (a detta del Borromini, Bernini si attribuiva meriti non propri e lo raggirava sui pagamenti) 1629 muore C. Maderno, ma il papa nomina Bernini primo architetto fabbrica, l’inimicizia tra i due raggiunge un punto di non ritorno 1634 diventa architetto autonomo e architetto della Sapienza (università di Roma) 1635-1667 Realizza a più riprese il suo capolavoro e testamento artistico S. CARLO ALLE 4 FONTANE e relativo chiostro 1642-60 Progetta e realizza la chiesa ed il chiostro di S. IVO ALLA SAPIENZA 1646-49 Ristruttura e da nuova veste alla BASILICA S. GIOVANNI IN LATERANO (seconda chiesa di Roma per importanza) commissione avuta direttamente da Papa Innocenzo X (successore di Urbano VIII) che vuole rompere con Bernini, considerato il “preferito” del suo predecessore. 1652-53 Realizza la galleria di PALAZZO SPADA, un capolavoro di illusionismo prospettico che aprirà strada a bizzarrie ROCOCO’ 1653-57 Modifica il progetto del Rainaldi, sul volere Innocenzo X (sepolto all’interno) per chiesa S. Agnese in P.zza Navona (incompleto per successione Alessandro VII) 1667 Muore suicida a Roma ferendosi con una spada
Lapide a memoria su colonna chiesa S. Agnese « Maderno con Borromini e Carlo Fontana erano i leader di una banda di artisti che cospirarono per strappare l'architettura dal suo tranquillo riposo (...) che sostituirono con una turbolenta irrequietezza. » Lapide a memoria su colonna chiesa S. Agnese
Analisi opere
S. Carlo alle quattro fontane La congrazione dei trinitari gli commissiona la creazione di un chiostro annesso ad una piccola cappella votiva dedicata a S. Carlo Borromeo. Richiesta richiese grande studio per le piccole dimensioni (La chiesa ha le stesse dimensioni di 1 pilastro cupola S. Pietro) Chiesa posta a lato di incrocio denominato delle 4 fontane, così chiamato perchè verso fine ‘500 vennero realizzata ai 4 lati di un incrocio, dal quale in maniera scenografica in lontananza si vedono 2 obelischi e cupola S. Pietro. La tematica delle fontane (molto in voga nell’epoca) rappresentanta il fiume Tevere, l’Arno, Giunone e Diana
S. Carlino(chiostro) -1635/37- Pianta quasi rettangolare con angoli smussati, doppio ordine di colonne, inferiori tuscaniche con abaco prolungato che sostiene muratura o arco, ordine superiore sempre tuscanico con trabeazione classica (usa “vocabolario classico” con sintasi PERSONALE. Angoli rettangolo sono smussaticon coppie di colonne che reggono muratura CONVESSA (diventerà l’elemento progettuale della chiesa e della facciata) nell’ordine inferiore, l’ordine superiore ha la trabeazione rettilinea. La pianta diviene quindi OTTAGONALE non regolare (con quattro lati minori curvi) con semplicità disarmante introduce complessità, poco visibile a chi non osserva con attenzione. La visone prospettica privilegiata (dal pozzo) è sottolineata dalla disposizione delle lesene contro la muratura (dettaglio per palati fini)
S. Carlino(chiesa) -1638/45- Pianta basata sull’ellisse (novità) con succedersi di rientranze e sporgenze (concavita-convessità) L’ordine inferiore sotto la trabeazione superiore è retto da possenti colonne addossate alle muratura al centro del quale si ricavano 3 altari 4 grandi arconi “regolarizzano” la trabeazione mistilinea alla cupola ellittica La cupola è alleggerita mediante cassettoni articolati secondo diversi poligoni La luce invade lo spazio in maniera fluida, la lanterna scompare grazie alla luce che entra perimentralmente. Sopra l’arcone una finestra nascosta sopra ingresso fa entrare altra luce
S. Carlino (facciata)-1665/77- Continua la sinusoide concavo-convessa dell’interno chiesa L’ordine inferiore(tutto di borromini) si articola attorno a 4 colonne addossate alla muratura che regge alta trabeazione dalla quale parte secondo ordine che termina al centro con ovale con effigi di S. Carlo La sinusoide la troviamo in pianta e la vediamo in alzato, con alternari di concavita e convessità con al centro la finestra sopra entrata che rispecchia questo ordine
Conclusione Borromini sperimenta forme nuove partendo da stilemi classici assemblandoli ed ottenendo un tutt’uno mai visto in precedenza perché nessuno si era mai spinto così oltre Borromini riesce a gestire la luce in maniera molto innovativa, ancora oggi da molti è considerato il padre dell’illuminotecnica Borromini introduce la figura dell’architetto “professionista” che eccelle in un arte al contrario dell’artista totale in voga nel ‘600 (Es. Bernini) Borromini utilizza figure geometriche (semplici o complesse) intersecandole, componendole, sottraendole ecc.. Per creare un’architettura sostenibile e di grande stupore
Alcune opere fondamentali
Galleria P.zzo Spada -1652/53- Il lavoro del Bernini consiste nel rifacimento Barocco di un edificio Rinascimentale. La modifica più suggestiva la ottiene nella “galleria” che conduce ad un piccolo patio interno. Borromini finge uno spazio MOLTO più profondo del reale mediante l’uso della PROSPETTIVA ACCELLERATA (Il rococò apprezzerà questi artifici illusionistici) I diversi elementi architettonici vengono fatti convergere verso il punto di fuga ottenendo uno spazio almeno 3 volte più profondo del reale Dimensioni galleria: lunghezza 8,60 cm arco frontale 6x3 arco fondo 2x1 statuetta patio alta 80 Già visto qualcosa di simile a fine ‘500?
S. Ivo alla sapienza 1642-60