Chiara altera Maria.

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Transcript della presentazione:

Chiara altera Maria

Dopo che l’altissimo Padre celeste si degnò illuminare l’anima mia mediante la sua grazia perché, seguendo l’esempio e gli insegnamenti del beatissimo padre nostro Francesco, io facessi penitenza, poco tempo dopo la conversione di lui, liberamente, insieme con le mie sorelle, gli promisi obbedienza (Regula,1) Chiara vuole seguire Francesco che gli ha aperto la strada verso Cristo!

Quale strada? Io, frate Francesco piccolo, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre, e perseverare in essa fino alla fine (Ultime volontà a S. Chiara) Ciò viene ribadito da Chiara nella Regola: affinché non ci allontanassimo mai dalla santissima povertà che abbracciammo, e neppure quelle che sarebbero venute dopo di noi, poco prima della sua morte di nuovo scrisse per noi la sua ultima volontà con queste parole: «Io frate Francesco piccolino, voglio seguire la vita e la povertà dell'Altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre, e perseverare in essa sino alla fine. E prego voi, mie signore e vi consiglio che viviate sempre in questa santissima vita e povertà. E guardatevi molto bene dall'allontanarvi mai da essa in nessuna maniera per l'insegnamento o il consiglio di alcuno» (FF 2790). E nel suo Testamento, Chiara affida alla Chiesa il suo Ordine: che l'altissimo Padre, per mezzo della parola e dell'esempio del beato padre nostro Francesco, generò nella sua santa Chiesa, proprio per imitare la povertà e l'umiltà del suo diletto Figlio e della sua gloriosa Madre vergine (FF 2841)

seguire vestigia Christi Nel suo Testamento Francesco aveva ricordato che Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo vangelo seguire vestigia Christi Alla luce della prima lettera di Pietro Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme (1Pt 2, 21) Ma Francesco rivela che quelle orme sono state calcate da Maria

Nella Lettera introduttiva alla leggenda di Chiara si esorta: Seguano dunque gli uomini i nuovi seguaci del Verbo Incarnato: imitino le donne Chiara, impronta della Madre di Dio, nuova guida delle donne (FF 3153). Questa conformità tra Chiara e la Madre di Gesù è testimoniata nel Processo di canonizzazione nella Testimonianza 11: Da poi la Vergine delle vergini, la quale era maggiore, inchinava la faccia sua sopra la faccia della preditta vergine santa Chiara, ovvero sopra el petto suo, però che essa testimonia non podde bene discernere l’uno da l’altro ... (FF 3082-3084)   I due volti sono così simili da confondersi.

Chiara ricorda che Francesco scrisse per noi la forma di vita in questo modo: «Poiché per divina ispirazione vi siete fatte figlie e ancelle dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito Santo, scegliendo di vivere secondo la perfezione del santo Vangelo, voglio e prometto, da parte mia e dei miei frati, di avere sempre di voi, come di loro, attenta cura e sollecitudine speciale (Regula VI) Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, tra le donne, figlia e ancella dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo, prega per noi, con S. Michele arcangelo e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e maestro. Officium passionis Domini, Antifona, 2.

figlia ancella madre sposa signora regina Francesco ci ricorda anche che Maria è stata eletta dal santissimo Padre celeste e da Lui, col santissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito, consacrata. Maria è stata scelta e consacrata con Cristo con lo Spirito per diventare figlia ancella madre sposa signora regina

Questi titoli Chiara li attribuisce ad Agnese di Praga: Alla figlia del Re dei re, all’ancella del Signore dei signori, alla sposa degnissima di Gesù Cristo, e perciò alla regina nobilissima signora Agnese, saluti… E ancora: A colei che è la metà dell’anima sua e santuario di un singolare e cordialissimo amore, all’illustre regina, sposa dell’Agnello e Re eterno, a Donna Agnese, … Chiara, serva indegna di Cristo ed ancella inutile delle serve del Signore dimoranti nel monastero di San Damiano in Assisi, invia il suo saluto... O madre e figlia, sposa del Re di tutti i secoli Tutti questi titoli indicano una “relazione” che si instaura con Cristo È quella che ha instaurato Maria

Ma Luca ci attesta che Maria vi ha partecipato con umile assenso nell’annunciazione inizia un nuovo modo di relazionarsi con Dio In quel momento Maria è la donna che interagisce con Dio: 1. Dio, attraverso l’angelo, ha chiesto a lei un consapevole consenso. 2. Dopo il consenso, Maria poteva diventare madre nella «pura fede», cioè biologicamente e spiritualmente, senza prendervi parte con tutta la sua psicologia o personalità, senza fare una particolare «esperienza». Ma Luca ci attesta che Maria vi ha partecipato con umile assenso con fede con totale dedizione (1, 38. 45). La risposta all’angelo, «avvenga secondo la tua parola» (1, 38) nel greco il verbo è coniugato all’ottativo, esprime un augurio ed un intenso desiderio rivelatore: il cuore della Vergine è tutto aperto ad accogliere il «Figlio di Dio», con grande e gioioso amore. Nell’Incarnazione Maria ebbe una sublime «esperienza», causata dal sopraggiungere dello Spirito Santo.

Lo Spirito agisce in Maria grazie al suo assenso per la sua generosa e pronta disponibilità in vista e proporzione della sua missione di Madre di Dio provoca una «pienezza» interiore rende capace di generare Dio

«Perciò quello che nascerà da te sarà chiamato Santo». Nell’Incarnazione, Il corpo e l’anima della Vergine vengono investiti dalla grazia e resi «idonei» per l’eccezionale compito: «Perciò quello che nascerà da te sarà chiamato Santo». Lo Spirito Santo unendo Maria a sé per comunicare la vita al «Santo» «santifica» ancor più Colei, che già dal primo istante aveva resa «tutta santa» Nella maternità umana, la sposa è trasportata da un duplice amore: verso lo sposo che la rende madre verso il figlio che genera

Il duplice amore di Maria verso lo Sposo che la rende madre verso il Figlio che con lo sposo genera

Esprimendo il suo si all’angelo Maria si dona allo Spirito Santo, consacrandosi all’Amore. In quell’intimità forte la Vergine Madre ha goduto una «esperienza» unica. Lei non ha amato un «uomo», restando prigioniera entro le barriere del «finito». Lei ama Dio! Corrispondendo pienamente all’Amore, Maria si congiungeva con il suo Principio, con il suo Fine, con la sua Felicità. Tutto il suo essere raggiungeva la sua pienezza e la sua unità, perdendosi nella Fonte stessa della pienezza e dell’unità.

Lo Spirito santo rende madre la Vergine in maniera perfetta. Non solo eleva la sua potenza generatrice per concepire verginalmente un uomo, ma nello stesso istante le comunica un amore materno degno del Figlio di Dio Padre. Nel cuore di Maria vi è una effusione di quella carità eterna, che circola dal Padre al Figlio in seno alla Trinità. È attraverso il cuore verginale di Maria, che il Padre circonda di carità «materna» il Figlio.

ispirata dallo Spirito Spinta dall’Amore ispirata dallo Spirito attinge direttamente nel loro stesso Principio fontale la dedizione e la tenerezza che riverserà sul Bimbo palpitante nel suo seno. Maria è totalmente Conformata a Dio per poter generare il Figlio di Dio

nell’ordine soprannaturale La missione della Vergine vuole che la stessa persona svolga contemporaneamente la funzione di Socia Madre nell’ordine soprannaturale sul piano della natura «tende» alla glorificazione del Padre e alla salvezza degli uomini Quando il Verbo scende nel grembo verginale di Maria, l’assume altresì come «compagna» indivisibile di tutta la sua esistenza.

che inizia dal momento stesso dell’Incarnazione. L’associazione della Madre alla missione del Figlio comporta tra loro due: - una fusione degli animi, un’identità d’intenti, una «comune esperienza», che inizia dal momento stesso dell’Incarnazione. Ma in questa associazione è solo Maria a beneficiare.

in quanto «madre» Riceve un amore consacrante, che la rende atta a rappresentare il Padre presso il Figlio fatto uomo. come «socia» prende un orientamento interiore che la trasforma: lei «tende» a identificarsi con Cristo, a collaborare con lui in maniera sempre più cosciente e generosa.

L’essere Madre: è una relazione vivente posta in essere dal Creatore Nella Bibbia, la parola madre designa l’origine. Secondo Gn 3,20 Eva è la «madre di tutti i viventi». Ciò pone in risalto il sentimento della vita, tipico della devozione veterotestamentaria, espresso in molte parole e preghiere: Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno (Sal 70,6). Tu mi hai tessuto nel seno di mia madre (Sal 138,13).

Ma anche Dio si manifesta con un volto materno Il credente prova l’esperienza dell’amore materno di Dio: Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò (Is 66,13). L’uomo che si trova presso Dio è sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre (Sal 130).

Si dimentica forse una donna del suo bambino? Il modello divino è però sempre più grande della copia terrena: Si dimentica forse una donna del suo bambino? … e se anche lei si dimenticasse del suo, io invece non ti dimenticherò mai (Is 49,15). La tenerezza dell’amore materno non vuol dire che si debba considerare Dio in un senso troppo umano e familiare, ma è uno strumento per conoscerlo, quale Dio maternamente amorevole e allo stesso tempo Signore. Ma noi dobbiamo essere perfetti come è perfetto il Padre nostro nei cieli, e lo dobbiamo essere con i nostri fratelli e sorelle.

Anche la Gerusalemme celeste viene vista e chiamata Così il modello materno si ritrova nei grandi Apostoli come San Paolo. Quando scrive ai Galati dice (Gal 4,19): figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! Ai Tessalonicesi: siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature (1Ts 2,7). Anche la Gerusalemme celeste viene vista e chiamata «la nostra madre».

Epistola ad fideles (Recensio posterior), 48-53. Così Francesco invita tutti coloro che faranno tali cose e persevereranno fino alla fine riposerà su di essi lo Spirito del Signore (Is 11,2), ed Egli ne farà la sua dimora, e saranno figli del Padre celeste di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo (Cfr Gv 14,23; Mt 5,45). Siamo sposi, quando per lo Spirito Santo l’anima fedele si unisce a Gesù Cristo. Siamo fratelli suoi, quando facciamo la volontà del Padre suo che è in cielo (Mt 12,50). Siamo madri sue, quando lo portiamo nel cuore e nel nostro corpo con l’amore e con la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso sante opere che devono risplendere agli altri in esempio Epistola ad fideles (Recensio posterior), 48-53.