Dalla Carità alla CARITAS

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Nel contesto della realtà attuale. Iª Parte La carità in rapporto a quale contesto e a quali bisogni? IIª Parte L’animazione pastorale, stile progettuale.
Transcript della presentazione:

Dalla Carità alla CARITAS Caritas Diocesana Agrigento Dalla Carità alla CARITAS

Con l’incontro di oggi proveremo a … … ripercorrere le tappe più salienti della storia della carità nella nostra Chiesa, partendo dal mistero dell’Eucaristia, a cui la carità è intimamente connessa, fino ad arrivare all’istituzione della Caritas come organismo pastorale.

testimonianza della carità all'interno della comunità cristiana. La Caritas è … l’ organismo pastorale della CEI voluto da Paolo VI al fine di promuovere la testimonianza della carità all'interno della comunità cristiana.

La Caritas dunque: 1 non sempre è esistita è il frutto di un percorso storico risponde a delle esigenze “nuove”, rilevate dal Concilio Vaticano II

La Caritas dunque: 2 ha una precisa identità … (si distingue dalle singole forme di esercizio della carità) uno stile suo proprio … (progettuale, di rete, la pedagogia dei fatti) una precisa metodologia di azione. (Ascoltare/osservare/discernere)

La Caritas nasce … il 2 luglio 1971 Ma prima?

Eucaristia: fonte della Carità La storia della Chiesa che celebra l’Eucaristia inizia la sera del giovedì Santo, con la Lavanda dei piedi e l’istituzione dell’Eucaristia, segni intimamente connessi ed espressione del medesimo mistero d’Amore

L’Eucaristia fa la Chiesa “L’eucaristia è forza che plasma la comunità e ne accresce il potenziale d’amore: la rende casa accogliente per tutti, la fontana del villaggio che offre a tutti la sua acqua sorgiva … In essa ogni diversità si compone nell’armonia, ogni voce implorante riceve ascolto, ogni bisogno trova qualcuno che si curva su di esso con amore” (Eucaristia, comunione e comunità, n.28)

l’unico pane, la Chiesa cresce e si edifica come carità “Attorno all’unica mensa eucaristica e condividendo l’unico pane, la Chiesa cresce e si edifica come carità ed è chiamata a mostrarsi al mondo come segno e strumento dell’unità in Cristo di tutto il genere umano. Dall’eucaristia scaturisce quindi un impegno preciso per la comunità cristiana che la celebra: TESTIMONIARE VISIBILMENTE E NELLE OPERE IL MISTERO D’AMORE CHE ACCOGLIE NELLA FEDE ”. (Evangelizzazione e Testimonianza della Carità, n.17)

Da allora … un annuncio mai interrotto 1 In epoca apostolica: “Ogni cosa era fra loro in comune” “Nessuno era tra loro bisognoso”

Da allora … un annuncio mai interrotto 2 In epoca apostolica: La prima comunità cristiana si apre allo straniero, mettendosi anche in ascolto dei poveri di un altro popolo che chiedono aiuto (le vedove e gli orfani degli ellenisti), e in ascolto di chi li perseguita. Il luogo dell’ascolto per eccellenza è l’assemblea, l’incontro, l’ecclesia.

Da allora … un annuncio mai interrotto 3 Con il monachesimo il povero diventa segno di benedizione, luogo della presenza di Dio che in Cristo si è fatto povero Nel 300 l’incontro e l’ascolto del povero caratterizza una nuova spiritualità francescana e la riforma della Chiesa.

Da allora … un annuncio mai interrotto 4 il ‘600 è la grande stagione dell’incontro della Chiesa nel mondo, anche attraverso le missioni. Si aprono i problemi dell’inculturazione, ma scoppiano anche i problemi del colonialismo che chiedono l’attenzione alla dignità della persona, giustizia sociale, libertà. il ‘700 pone nuovi problemi sul rapporto cultura e fede, che investono anche un particolare modo di fare carità. Si apre il tema dei diritti e di una carità organizzata.

Da allora … un annuncio mai interrotto 5 l’800 vede, alla luce della rivoluzione industriale, una Chiesa riassettarsi sull’incontro e l’ascolto delle nuove masse lavoratrici, ma anche dei poveri: se da una parte le opere rispondono ai problemi (asili, ospedali, banche, mutue, scuole), dall’altra nasce l’esigenza di sportelli di ascolto (i patronati). Carità = Opere di misericordia

Da allora … un annuncio mai interrotto 6 Nel 1891 Leone XIII pubblica la Rerum novarum che inaugura la dottrina sociale affrontando i temi: Diritti umani Mercato: luogo di incontro Dimensione comunitaria della Carità

Da allora … un annuncio mai interrotto 7 - Dalla DELEGA alla RESPONSABILITÀ di tutti i fedeli.  Non più ESPERTI, ma ANIMATORI della Carità. Dalla RESPONSABILITÀ alla CONDIVISIONE  Non solo dare, ma condividere Dalla CONDIVISIONE alla CONSACRAZIONE  Conformare la propria vita alla Carità  LA PEDAGOGIA DEI FATTI

Da allora … un annuncio mai interrotto 8 nel ‘900 le due guerre mondiali fanno emergere il problema della solitudine, della distanza, dell’abbandono, della povertà. Nel 1944 nascono la POA (Pontificia Opera di Assistenza) e le ODA (Opere Diocesane di Assistenza) per la distribuzione dei beni inviati dagli USA. Oltre che servizi, le ODA sul territorio sapevano incontrare la gente, raccogliere i bisogni, nella quotidianità e nell’emergenza, anche con nuovi strumenti di mobilità (centro di comunità mobile, lo sportello mobile…).

La Carità secondo il Concilio Vaticano II Il Concilio Vaticano II propone una Chiesa che si rapporta al mondo, sentendo la necessità di accogliere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce della gente come punto di partenza dell’agire pastorale. “è compito della Chiesa far emergere il bene presente nel mondo e nella storia come segno della continua azione di Dio salvatore e liberatore” (Lo riconobbero nello spezzare il pane, n.25)

Terminata l’emergenza della guerra, la struttura, le finalità e gli stili della P.O.A. non rispondevano più alle concrete esigenze della Chiesa e della società. Nel 1970 vengono sciolte. Il Vaticano II, celebrato dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI, aveva portato ad una ridefinizione di Chiesa. Due sono i documenti sui quali, più degli altri, si fonda l’idea della Caritas: la Gaudium et Spes e la Lumen Gentium.

Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo La Chiesa che viene fuori dal Concilio è, dunque, una Chiesa: - profondamente radicata nella storia degli uomini, - pronta a condividerne con passione gioie e dolori per testimoniare con forza la speranza cristiana.

Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo La centralità della persona La “Storia” intesa come “luogo teologico” Il segno della Carità e i segni dei tempi La Chiesa in dialogo con il mondo Il laicato: il gigante addormentato L’impegno educativo della famiglia e del mondo della cultura L’economia La Politica, come segno più alto di servizio La Pace e la nonviolenza come alternativa alla guerra La mondialità e la Cooperazione internazionale

Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Al n.90 della GS leggiamo: “Il Concilio … ritiene assai opportuna la creazione di un organismo della Chiesa universale, al fine di suscitare dovunque la giustizia e l’amore di Cristo verso i poveri. Tale organismo avrà per scopo di stimolare la comunità cattolica a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale delle nazioni”. Con queste parole il Concilio dà il suo placet a Caritas Internationalis (nata nel 1954) e pone le basi per la nascita del Pontificio Consiglio “Iustitia et Pax” (che nascerà nel 1967), di “Cor Unum” e di Caritas Italiana (entrambe nel 1971).

Cristo e nel mistero della Chiesa. Lumen Gentium La Chiesa è il Popolo di Dio, in cui i Laici hanno un precisa missione ecclesiale. La scelta per i poveri è una chiamata che non trova tanto una giustificazione nella realtà storico-sociale, quanto nel mistero stesso dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù Cristo e nel mistero della Chiesa.

Populorum Progressio prima enciclica sociale del dopo-concilio “L’enciclica della resurrezione” sosteneva una teologia che univa preghiera e azione dentro un forte cattolicesimo sociale, inaugurando la “teologia della speranza”. Riapre la discussione Fondamentale sulla “Chiesa dei poveri”, proponendo un’attenzione particolare ai poveri anche attraverso un uso diverso dei beni.

Populorum Progressio prima enciclica sociale del dopo-concilio La PP dà concretezza al grido dei poveri, aprendosi al dialogo con il mondo a partire proprio dai poveri. La fraternità viene letta dentro il concetto di comunità universale e in una rilettura dell’economia. L’enciclica affronta i temi del dovere della solidarietà fra i popoli, della giustizia sociale e della carità universale.

nell’ambito della comunità ecclesiale italiana. Nasce la Caritas “… senza sostituirsi alle istituzioni già esistenti in questo campo nelle varie Diocesi … questo nuovo organismo si presenta come l’unico strumento ufficialmente riconosciuto a disposizione dell’Episcopato italiano per promuovere, coordinare e potenziare le attività assistenziali nell’ambito della comunità ecclesiale italiana. La vostra funzione non può esaurire i suoi compiti nella pura distribuzione di aiuto ai fratelli bisognosi […] al di sopra di questo aspetto emerge la sua prevalente funzione pedagogica … che si misura con la sua capacità di sensibilizzare le chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi”. Dal Discorso di Paolo VI alle Caritas Diocesane in occasione del I Convegno Nazionale (1972)

Il sogno di Mons. Nervo Prevalente funzione pedagogica Animazione della carità in tutta la comunità cristiana Promuovere la scelta preferenziale per i poveri Stabilire rapporti con l’autorità civile: una fede incarnata nel territorio Educare alla sobrietà e alla condivisione Coordinare le iniziative di carità cristiana Promuovere il volontariato Sin da subito si afferma con uno specifico stile: la pedagogia dei fatti, la progettualità, il lavoro di rete … Il metodo Caritas: Ascoltare, Osservare e Discernere

Perché dunque il servizio in Caritas? La Carità è il mistero stesso di Dio e il dono della sua vita agli uomini. Di conseguenza, la carità è la natura profonda della Chiesa, la vocazione e l’autentica realizzazione dell’uomo. Non è possibile né concepire la Chiesa senza la carità, né sganciare la carità dall’Annuncio della Parola di Dio e dalla Liturgia, né pensare di delegare ad un gruppo l’esercizio della carità: ogni cristiano è chiamato a vivere nella e per la carità, perché solo allora sarà immagine del Cristo a cui ha scelto di conformarsi. Non si tratta di far parte di un gruppo caritas, ma di vivere il proprio servizio civile ed ecclesiale portando nel cuore e nella mente una costante e vivace apertura alla carità.

Caritas trasversale Gruppo famiglie: le famiglie rivedano il proprio stile di vita ed educativo, improntandolo alla sobrietà, all’apertura agli ultimi, alla condivisione con chi non ha, all’amore per la giustizia, all’attenzione alla mondialità e al creato … Gruppo giovani: valorizzi la dimensione del servizio, del volontariato, della mondialità, dell’analisi critica degli stili sociali, della sobrietà (abiti di marca, uso morigerato del telefonino, uso di sostanze da sballo …), della condivisione con i giovani meno fortunati … Gruppo liturgico: valorizzi la dimensione caritativa della liturgia, preoccupandosi che anche i disabili possano agevolmente partecipare, ricordandosi dei bisogni dell’umanità (attenzione a quello che succede nel mondo) nelle preghiere dei fedeli e nelle varie liturgie …

Caritas trasversale Gruppo catechesi: se la catechesi è l’incontro con Dio e la sua Parola, non può non avere risvolti caritativi. È la stessa parola di Dio che ci rimanda continuamente al comandamento della carità. Gruppi di preghiera: siano attenti a ciò che accade nel mondo, ai bisogni degli uomini per metterli al centro della propria preghiera..

Lasciamoci interrogare Non potremo “fare Caritas”, non potremo lavorare per una Chiesa che abbia il volto della Carità del Padre verso ogni creatura, se non coltiveremo una spiritualità della povertà e dell’essenzialità evangelica, della condivisione e dell’accoglienza. (Lo riconobbero nello spezzare il pane, n.42)