IL MOBBING VISTO DALL’INTERNO FERNANDO CECCHINI

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Transcript della presentazione:

IL MOBBING VISTO DALL’INTERNO FERNANDO CECCHINI L’importanza degli sportelli d’orientamento sindacale (la strategia difensiva) IL MOBBING “danno alla persona e all’azienda”   ALBA 27 NOVEMBRE 2004 ORE 8,30 Palazzo Mostre e Congressi Piazza Medford 3

Mi presento Sono un Quadro, ho pagato la mia competenza subendo “violenze morali” per dieci anni, eseguite ad arte, quasi da manuale, sino al licenziamento. Il 24 gennaio 2002 su “imposizione” del giudice del lavoro mi si rendeva giustizia. L’azienda, di cui inequivocabilmente avevo dimostrato la colpevolezza, giungeva ad una composizione delle controversie risolvendo consensualmente il rapporto di lavoro. Si chiudeva così un capitolo della mia vita iniziato il 10 settembre 1993. La sofferenza ha generato in me quella forte solidarietà fondamentale per avere la giusta sensibilità al problema. La mia esperienza, oltre dalle vicissitudini personali è completata dall’aver ascoltato, consigliato, aiutato per quanto possibile, più di un migliaio di lavoratori, dall’aver partecipato a gruppi di autoaiuto, dall’aver stimolato la nascita di strutture dedicate.

In linea con il ruolo del sindacato il nostro impegno è finalizzata a: Tutelare il lavoratori Stimolando la “vittima” a reagire e ad avere fiducia in se stessa Suggerendo soluzioni comportamentali dettate dall’esperienza Fornendo supporto e consigli pratici al fine di orientare ed allertare i lavoratori Prevenire le violenze morali Dimostrando e stimolando l’impegno del sindacato Illustrando alle aziende che “il mobbing non paga” Evidenziando il mobbing quale possibile causa di disservizi ed incidenti sul lavoro Divulgare la conoscenza Descrivendo la negatività del fenomeno Mobbing Stimolando un movimento d’opinione a condannare questo ignobile sistema Facendo distinzione tra solidarietà, business, palcoscenico, improvvisazione Personalmente Sentirmi realizzato nel cercar di evitare che altri subiscano quanto io ho subito LA RETE ORIENTAMENTO MOBBING

Mobbing solidarietà o ………. Dal ’99 l’interesse per il mobbing si è centuplicato per varie ragioni tra cui: Tribuna per politici. Interessi di “parrocchia”. Rilancio di alcune professioni. Ottimo terreno per civilisti e penalisti. Fertile argomento per la scrittura di libercoli. Tema per trasmissioni televisive e carta stampata. Nascita o potenziamento per dozzine di associazioni Palcoscenico di argomentazione per i più disparati professionisti Argomento di base per costosi seminari, convegni, corsi di autodifesa In tutto ciò esiste molta improvvisazione, promesse inconsistenti, poca conoscenza dell’ argomento, assolutamente nessuna sensibilità al problema né voglia di risolverlo, tutto ciò confonde le idee ostacolando gli sforzi di quanti, e non sono pochi, realmente e con alto senso di responsabilità e sacrificio portano avanti una difficile crociata

Il MOBBING non è una malattia ma può esserne la causa Cosa è il MOBBING ? E un atteggiamento persecutorio realizzato tramite una serie di violenze psicologiche perduranti nel tempo, eseguite ad arte al fine di danneggiare il lavoratore (vittima), da un superiore gerarchico (mobber) o/e da colleghi, finalizzato ad estrometterlo dall’ attività lavorativa. Il MOBBING non è una malattia ma può esserne la causa Il termine mobbing (dal verbo inglese to mob = attaccare) è stato usato per la prima volta dall'etologo Konrad Lorenz Il termine è stato poi utilizzato da Heinz Leymann, per indicare tutti quei comportamenti di vero e proprio terrorismo psicologico posti in essere nell'ambiente di lavoro

Danneggia il lavoratore: causando danni alla salute irreversibili, all’ immagine, economici, alla vita di relazione, la perdita di professionalità, il consumo eccessivo di alcool, tabacco, farmaci e ……… Danneggia la famiglia: quanto sopra, assieme a problematiche di natura relazionale e quotidiana ( figli, coniuge, genitori ), nel tempo può condurre alla dissoluzione del nucleo famigliare Danneggia l’azienda: colpisce l’ efficienza, la produttività, diminuisce la motivazione, aumenta l’ assenteismo, la conflittualità, lo scarso interesse, il contenzioso, crea un clima negativo, l’ azienda sostituirà il lavoratore in malattia con ulteriori costi, aumenterà il costo del prodotto diminuirà la qualità. Per altro il lavoratore dequalificato avrà grosse difficoltà a trovare altra occupazione per cui l’ azienda dovrà affrontale costi legali, di risarcimento, d’ immagine. Danneggia lo Stato: il sistema sanitario nazionale sosterrà costi per terapie, ricoveri, medicine, ecc. Per lo Stato aumenteranno oneri sociali, quali sussidi , pensioni anticipate, mobilità, invalidità, ammortizzatori, ecc. Il Mobbing non paga !!

Perché Mobbing? Per ragioni emozionali : contando su connivenze aziendali e cattiva organizzazione del lavoro (cattivi rapporti personali, prepotenze, richieste illegali, molestie sessuali, personalità introverse) Per ragioni strategiche : gestendo gli atteggiamenti persecutori per volere aziendale (riduzione del personale, cambio generazionale o per più convenienti forme contrattuali) Nella realtà è sempre un mix in varie percentuali, il successo conta su: L’ignorante sottovalutazione del problema configurando risultati in tempi brevi. Il terrorismo esemplificativo per piegare altri lavoratori al proprio volere Alla latitanza delle competenze sanitarie di controllo Al rapido cedimento psicofisico della vittima Lo strapotere aziendale economico e di fatto All’insensibilità di taluni riferimenti sociali Lo stato di necessità del lavoratore La lentezza della magistratura

Che cosa è lo stress? più semplicemente: Quali sono le malattie causate dal Mobbing? La conseguenza inevitabile di un lungo periodo di Mobbing è la sindrome da stress, non tutti i soggetti reagiscono allo stesso modo alla medesima quantità di stress, alcuni sono ipersensibili ed entrano subito in crisi mentre altri, più forti, riescono a sopportare per più tempo le vessazioni. Ogni individuo di fronte ad un conflitto professionale lo vivrà secondo la propria attitudine a reagire, alla sua forza, alla sua resistenza, tuttavia più il conflitto si prolunga più la resistenza diminuisce. Per“le vittime”sono comuni i disturbi psicosomatici da stress Che cosa è lo stress? La risposta non specifica dell’organismo davanti a qualsiasi sollecitazione si presenti, innestando una normale reazione di adattamento che può arrivare ad essere patologica in situazioni estreme più semplicemente: Lo stress legato all’attività lavorativa si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di affrontarle (o controllarle)

DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS (DPST) I lavoratori sottoposti a mobbing presentano un alto rischio di sviluppare disturbi con gli effetti tipici del: DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS (DPST) Fenomeni di evitamento, comportamenti cioè tesi ad evitare ogni situazione che ricordi il problema Pensiero concentrato in modo ossessivo sui problemi si lavoro con incubi, flashback... Presenza di fenomeni di iperallerta Disturbi d’ansia e depressivi Possibilità di esiti a lungo termine DISTURBO DELL’ ADATTAMENTO (DDA) Fattori di rischio di intensità e durata inferiori a quelli riscontrati nel DPTS Fenomeni ciclici simili (ansia, depressione etc...) ma di minore gravità Assenza di conseguenze permanenti

Conseguenze E’ dimostrato dalla psicoimmunologia che lo stress generato dal mobbing per un periodo più o meno lungo genera la caduta delle difese immunitarie, gli effetti possono manifestarsi con sintomi di natura fisica o psicosomatica quali: tachicardia, congiuntiviti, attacchi di panico, dolori osteoarticolari, gastropatia, gengiviti, allergie, ansia, disturbi alimentari, del sonno, sessuali, cefalea, vertigini, fobie, agorafobia, depressione (causa di suicidi),ecc. Se poi gli stimoli stressanti che inducono patologia perdurano e si intensificano si possono organizzare in sindromi come malattie autoimmuni (Colite ulcerosa, artride reumatoide, diabete, epatite cronica, sclerosi multipla, anemia emolitica, ecc.) o neoplastiche (trasformazione cancerogena dei tessuti)

A livello di intenzione E’ dimostrato che lo stress, riducendo la capacità di elaborazione mentale, induca ad errori umani di vario tipo : A livello di intenzione A causa di stanchezza non viene eseguita una procedura A livello di controllo Si avrà deficit di memoria nella sequenza delle operazioni da compiere Per improprietà esecutive Mancanza di coordinamento nella priorità tra le azioni

Ma abbiamo mai pensato che un mobbizzato potrebbe essere: Con la nostra solidarietà e tramite leggi dedicate difendiamo i lavoratori vittime del mobbing affinché abbiano la loro tranquillità, si dedichino alla famiglia, all’inserimento sociale ed altro. Siamo comunque ben felici di essere spettatori in quanto il problema non ci tocca Ma abbiamo mai pensato che un mobbizzato potrebbe essere: Il pilota del nostro aereo ? Il manovratore di scambi del nostro treno? L’ autista dell’ autobus scolastico di nostro figlio? L’ operatore sanitario a cui affidiamo la vita?

BREVE RASSEGNA DI LEGGI A PROTEZIONE DEL LAVORATORE Costituzione della Repubblica Italiana Art. 3 ; Art. 32 ; Art. 35 Art. 41 L’ iniziativa economica privata è libera Non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.  Codice Penale  Art. 582 c.p. lesione dolosa - Art. 590 c.p. lesione colposa  - Art. 660 c.p. reca molestie o disturbo - Art. 610 c.p. Violenza privata  - Art. 629 c.p. estorsione - Art. 572 c.p. maltrattamenti Codice Civile Art. cc 2087 Tutela delle condizioni di lavoro "L'imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro” Art. cc 2103 Mansioni del lavoratore  

Statuto dei lavoratori L 300/1970 Art. 9 Tutela della salute e dell’ integrità fisica; Art. 13 Mansioni del lavoratore Art. 15 Atti discriminatori D. Lgs. 626/94 Titolo I Cap.I Disposizioni generali Art. 4 Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto comma 5 lettera c: nell’ affidare i compiti ai lavoratori deve tenere presente le condizioni degli stessi in rapporto alla salute ad alla sicurezza; Art. 17 Il medico competente a) collabora con il datore di lavoro …. alla predisposizione dell'attuazione delle misure per la tutela della salute e dell'integrità psico-fisica dei lavoratori; Art. 52 Obblighi del datore di lavoro analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: b) ai problemi legati alla postura ed all’ affaticamento fisico o mentale Attualmente, pur non esistendo una legge specifica, numerose sentenze sono state emesse a favore dei lavoratori. Su esempi europei una legge dedicata potrebbe frenare il proliferare del fenomeno: infatti sono in discussione in Parlamento diversi disegni. E’ auspicabile che una eventuale legge sia omnicomprensiva di quanto già previsto dalla giurisprudenza, con aggiunte di argomenti sanzionatori specifici, altrimenti potrebbe essere interpretata limitativamente producendo più danni che benefici.

La Rete degli sportelli d’orientamento CISL Sportello Nazionale Mobbing Responsabile: Fernando Cecchini cell. 330967012 c/o CISL: Via Po 21 - 00198 Roma Tel. 06 / 8473329 c/o INAS Viale Regina Margherita 83d - 00198 Roma e-mail: mobbing@inas.it Tel 064385552 Fax 068547856 Numero verde 800 001 303 c/o Associazione Progetto Quadri Cisl Viale Castro Pretorio 116 - 00185 e-mail: mobbing@cisl.it Tel. 0644701884 Fax 0644701885 Dove sono - Cosa fanno

LIGURIA MOBBING CISL UST Via Des Geneys n. 8 - 18100 Imperia Tel LIGURIA MOBBING CISL UST Via Des Geneys n.8 - 18100 Imperia Tel. 0183720100 e mail: cislimperia.626@libero.it Apertoi: mercoledi, giovedi, venerdi 9 alle 19 Resp: Marina Tranchina    PIEMONTE MOBBING CISL FPS Via Volturno 11/e - 10100 Torino Tel.0116608037 e mail: fistpiem@tin.it Telefonare per appuntamento Responsabile: Antonio Romano UST VERBANIA Via Farinelli 6/a - 28921 Verbania Tel. 0323402495 e mail: lucabersi@libero.it Telefonare per appuntamento Responsabile: Luca Bersi LOMBARDIA MOBBING CISL FPS Via Quattro giugno 54 - 20013 Magenta (Mi) Tel. 029729298391 Fax 029793451 e mail: anintroi@tin.it Aperto: venerdi pomeriggio Responsabile: Stefano Settimo  UST MILANO "Centro d'ascolto per la dignità del lavoro" Via Benedetto Marcello 18 - 20124 Milano Tel. 0229412343 e mail: dignitalavoro@cisl.it Responsabile: dott. Anna Paola Jeri   UST BRIANZA Via Dante 17/a - 20052 Monza Tel. 0392399221 Fax 0392300756 e mail: politichesociali_brianza@cisl.it Responsabile: Sergio Venezia VENETO MOBBING UST VENEZIA Via Ca' Marcello - 30172 Mestre (Ve) Tel. 0412905960 Fax 0412905053 e mail: cislvert@tin.it Aperto: martedi-venerdi 9.00-12.00 Responsabile: Donatella Mognato  EMILIA ROMAGNA MOBBING UST Bologna I.SO.LA.(INFORMAZIONI SUL SOCIALE E SUL LAVORO) Via Milazzo 16 - 40121 Bologna Tel. 051256837 Fax 051255896 e mail: Sportello.Mobbing.BO.@cisl.it Aperto: il mercoledi del mese 17.00-19.00 Responsabili: Barbara Barbanti INAS CISL MODENA Via Rainusso 56/58 - 41100 Modena Tel. 059890859 Fax 059890899 e mail - punto626@cislmodena.org - antonelladiiorio@virglio.it Responsabili: Antonella Di Iorio  Punto d'Incontro 626 – RAVENNA Via Francesco Negri, 22 - 48100 Ravenna Tel. 0544 210835 (Centralino 0544 39777) Fax 0544 34160 Cellulare 3392703757 e.mail: 626.ravenna@cisl.it Aperto ogni lunedì pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.30 Responsabile: Giuliano Dal Borgo, Enrico Monti e Roberta Triossi Punto d'Incontro 626 - FAENZA (Ravenna) Piazza XI Febbraio, 12 - 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 670911 Cellulare 3392703757 e.mail: 626.ravenna@cisl.it Aperto ogni venerdì pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.30 Responsabile: Giuliano Dal Borgo, Enrico Monti e Roberta Triossi Punto d'Incontro 626 - LUGO (Ravenna) Via G. 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Via dei Correttori - 89100 Reggio Calabria(20) Tel. 0965331789 Fax 096300952 e mail: pacen@i-2000net.it Aperto: tutti i giorni 9.00-12.00 Responsabili: Alba Sapioli, Antonietta M. Zema SICILIA MOBBING CISL - TRAPANI - SICILIA PIAZZA G.CIACCIO MONTALTO, 27 91100 TRAPANI(23) TEL. 0923/21895 - FAX 0923/21182 e mail: smancuso @tin.it  Giorni e orario di ricevimento: Lunedì  Mercoledi    17.00 - 19.00 Responsabile: Dott. Alessandra Tedesco Operatore Psicologo: Dott. Adriano De Martino CISL - MARSALA - SICILIA VIA ABELE DAMIANI, 85 91025 MARSALA(24) TEL.- FAX  0923/953372 Gioni e orario di ricevimento: Lunedì Mercoledi  17.00 - 19.00 Responsabile: Dott. Alessandra Tedesco Operatore Psiciologo: Dott. Ester Sciacca CISL - CASTELVETRANO - SICILIA VIA ADUA, 5 91022 CASTELVETRANO TEL.- FAX 0923/45487 Giorni ed orario di ricevimento: Lunedì  Mercoledi  17.00 - 19.00 Respinsabile: Dott. Alessandra Tedesco    Operatore Psicologo: Dott. Nicola Corleo Avv.ti Vito Buffa, Pia Fallucca Corrado Azzaro MARCHE MOBBING UST ASCOLI PICENO Corso Vittorio Emanuele 37 - 63100 Ascoli Piceno(14) Tel. 073624951 Fax 0736249526 e mail: cislap@tin.it Aperto: venerdi 15.00-19.00 Responsabile: Paola Casciati   UST PESARO Via Porta Rimini 11 - 61100 Pesaro(15) Tel. 0721380511 Fax 072130212 e mail: cislps@pesaro.com Telefonare per appuntamento Responsabili: PUGLIA MOBBING UST Foggia Via trento 42 - 71100 Foggia(21) Tel. 0881724388 Fax 0881771681 e mail: pasquale.cataneo@cisl.it sito internet: www.cislfg.isnet.it Aperto: martedi, venerdi 17.00-19.00 Responsabile: pasquale Cataneo, Romana Romano SARDEGNA MOBBING INAS Oristano Piazza Roma palazzo Sotico 3° pi. - 09170 Oristano Tel 078373962  - 078378955 Fax 078373962 e mail: m.bozzo@tiscalinet.it sito internet: www.Cisloristano.it Aperto: martedi 17.00-19.00 Responsabile: Alessandra Pistuddi, Michela Bozzo UMBRIA MOBBING Punto 626 mobbing "Centro disturbi dell'essere" Via Larga 10 - 06123 Perugia Tel. 0755722104 Fax 0755717025 e mail: mobbing@centrodisturbiessere.it Telefonare per appuntamento Responsabili: Silvia Meacci TOSCANA MOBBING USR TOSCANA Via B. Dei 2 - 50100 Firenze Tel. 055211582 e mail: domenico_trombino@cisl.it Aperto: mercoledi 15.00-18.00 Responsabile: DomeicoTrombino

http://www. inas.it n. verde 800 001 303 L’ INAS quale patronato della CISL da oltre cinquant’anni tutela gratuitamente i cittadini per i problemi previdenziali, assistenziali e per quanto riguarda l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro, tramite il Dipartimento Politiche Sociali ha impiantato nel 2002 un progetto finalizzato sul Mobbing     Sportello Mobbing   Aiutare le vittime del mobbing. E' questo l'obiettivo dello Sportello di ascolto attivato dall'Inas, in grado di fornire risposte esaurienti ai dubbi dei lavoratori.  fax 06/8547856                     tel. 06/84438364 http://www. inas.it n. verde 800 001 303    mobbing@inas.it

Perché si è sentita la necessità di creare degli sportelli dedicati al Mobbing? Non sono sufficienti gli uffici vertenze sindacali? No! la necessità nasce dalla definizione del mobbing: “azioni di per se legittime ripetute nel tempo in maniera abnorme e volutamente persecutoria al fine di fiaccare e distruggere la vittima predestinata” Da cui possiamo differenziare: gli “uffici vertenze” nei contenziosi per azioni con potenzialità lesiva rilevanti penalmente (es. ingiuria) e/o contrattualmente illegittime ( es. demansionamento, accanimento disciplinare ecc.) gli “sportelli d’orientamento mobbing” nei contenziosi dove il lavoratore è perseguitato tramite azioni contrattualmente legittime o quantomeno al limite, ma poste in essere con modalità lesive tali da danneggiarlo sia nell’integrità fisica che nella personalità morale

Chi si rivolge allo sportello / la nostra esperienza Normalmente è un lavoratore che è e vuole essere parte attiva di un gruppo, che difende il diritto di una specifica autonomia e di una propria professionalità, che pone questa tra i primi posti nella scala dei valori.  Il suo profilo per sommi capi è: -  Ha un buon inquadramento  -  E’ preparato, capace, corretto, brillante, creativo  -  Tiene alla sua professione  -  Non è giovanissimo  Le motivazioni più ricorrenti sono: - Strategie aziendali legate alla riduzione del personale  - Responsabili aziendali con personalità introverse - Gelosie, arrivismo  - Molestie sessuali  - Cattiva organizzazione del lavoro  - Interessi economici privati 

Tipologie di aggressioni ricorrenti Un atteggiamento aziendale difforme da quello ordinariamente riservato ad altri dipendenti Calunnie, diffamazione, ingiurie da superiori e/o colleghi e sistematico discredito Dequalificazione nel lavoro Diniego immotivato di permessi e ferie Provocazioni, pettegolezzi, accuse generiche non supportate da fatti o circostanze Rimproveri e provocazioni immotivate preferibilmente in presenza di testimoni di parte Ruoli ambigui, attribuzione di compiti ordinari con ordini scritti indicanti anche i tempi di produttività. Richiesta frequente di controlli medico-fiscali nello stesso periodo di malattia Asportazione o negazione di strumentazione aziendale ( telefono, computer, scrivania, armadietto ecc.) Isolamento dall’organizzazione del lavoro

Percentuale dei lavoratori vittime di molestie morali sul lavoro (European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions): secondo un’indagine campione compiuta nel 98 nei paesi dell’U.E. ha dato i seguenti risultati: Gran Bretagna 16.3 % Svezia 10.2 % Francia 9.9 % Irlanda 9.4 % Germania 7.3 % Spagna 5.5 % Belgio 4.8 % Grecia 4.7 % Italia 4.2 % (1,5 milioni)  E’ un fatto noto che in Italia la litigiosità nell’ambiente di lavoro è molto elevata, tale situazione fa accettare come normali comportamenti e atteggiamenti che altrove sarebbero immediatamente rifiutati. I NUMERI DEL MOBBING

Alcuni valori statistici dall’esperienza dei “centri di orientamento”

La sindacalizzazione rende più difesi i lavoratori in quanto più coscienti dei loro diritti, perciò meno facilmente aggredibili. una media di circa 400 lavoratori/mese si rivolgono ai 50 sportelli “orientamento mobbing” il 25 % dei casi è un ambiente di lavoro con alta litigiosità il 15 % vengono risolti tramite l’ intervento delle strutture sindacali il 25 % scompaiono, dopo aver denunciato lo stato di malessere il 4 % è convintissimo di essere mobbizzato, sono lavoratori con problemi particolari il 5 % dei casi trova l’ auto soluzione, per circa il 26 %, inizia un contenzioso legale LE NOSTRE STIME

Il primo contatto: Innanzi tutto capire se esiste un vero atteggiamento persecutorio finalizzato o se si tratta di cattiva organizzazione del lavoro. Capire il “cliente” È pignolo, onesto, crede nei suoi principi Ha le idee confuse, spesso è depresso Non sa dove “sbattere” la testa Non si fida di nessuno È convinto di avere ragione Ha sentito parlare di mobbing ma non sa cosa sia Oppure si è “infarinato” con internet, libri, convegni ecc. e pretende di sapere tutto È già stato presso un sindacato, avvocato o centro antimobbing con deludenti risultati Molto probabilmente ha problemi familiari, per cui “isolato” oppure “single” Per lo stress che sta subendo il lavoratore non è nelle migliori condizioni di chiarezza Ha bisogno di aiuto, non conosce i suoi diritti

Spiegare che denunciare azioni di mobbing non è una soluzione al problema, ma è il problema. Che la migliore soluzione è trovare un compromesso con l’azienda cercando contemporaneamente soluzioni alternative. Contattare le strutture sindacali locali ( o aziendali: RSU, RLS ecc.) cercando di risolvere le controversie tramite una mediazione con i vertici aziendali Nel caso di situazioni insanabili, dove esista nel lavoratore la determinazione di procedere per vie legali, spiegare che non è il sindacato che può imporre un corretto comportamento all’azienda ma il giudice ( a volte) a cui si dovranno dimostrare i fatti in maniera chiara ed inequivocabile. Va chiarito che la durata di una causa di lavoro è lunga e che nel frattempo i rapporti con l’azienda peggioreranno in maniera esponenziale.

Possibili danni da “Mobbing” Danno “Morale” evento negativo penalmente rilevante Danno “Patrimoniale” danno a beni quali: retribuzione, carriera, professionalità, ecc. Danno “Esistenziale” danno al valore vita, calpestata la personalità e la dignità del lavoratore Danno “Biologico” lesione all’ integrità psicofisica suscettibile di valutazione medico legale

Il percorso per la tutela giurisdizionale del lavoratore Innanzi tutto dovrà raccogliere le prove dell’illegale ed ingiustificato comportamento aziendale. Se l’atteggiamento persecutorio ha generato danni alla salute raccogliere quante più possibili certificazioni mediche (rilasciate soprattutto da enti pubblici) che documentino e comprovino tali patologie  Tramite centri diagnostici specializzati far comprovare che i disturbi psicosomatici accusati siano probabilmente originati dall’ambiente di lavoro  Far eseguire la valutazione del danno alla salute da un medico legale  Tramite un avvocato specialista nella legislazione del lavoro, che possibilmente abbia seguito e consigliato il lavoratore sin dalle prime fasi, procedere alla preparazione e deposito del ricorso avanti il tribunale del lavoro competente  In parallelo, presentando parte della precedente documentazione tramite il patronato INAS,chiedere il riconoscimento all’INAIL per malattia professionale non tabellata 

Documento: Circolare n Documento: Circolare n. 71 del 17 dicembre 2003 INAIL Oggetto:Disturbi psichici da costrittività organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato e diagnosi di malattia professionale. I FATTORI DI RISCHIO La posizione assunta dall’Istituto sul tema delle patologie psichiche determinate dalle condizioni organizzativo/ambientali di lavoro trova il suo fondamento giuridico nella Sentenza CC n.179/1988 e nel D Lgs n. 38/2000 in base ai quali sono malattie professionali, non solo quelle elencate nelle apposite Tabelle di legge, ma anche tutte le altre di cui sia dimostrata la causa lavorativa. ELENCO DELLE “COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVE” · Marginalizzazione dalla attività lavorativa · Svuotamento delle mansioni · Mancata assegnazione dei compiti lavorativi, con inattività forzata · Esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo. · Impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie · Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro · Ripetuti trasferimenti ingiustificati · Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto · Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici · Inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l’ordinaria attività di lavoro · Esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale Sono invece esclusi dal rischio tutelato: · i fattori organizzativo/gestionali legati al normale svolgimento del rapporto di lavoro (nuova assegnazione, trasferimento, licenziamento) · le situazioni indotte dalle dinamiche psicologico-relazionali comuni sia agli ambienti di lavoro che a quelli di vita (conflittualità interpersonali, difficoltà relazionali o condotte comunque riconducibili a comportamenti puramente soggettivi che, in quanto tali, si prestano inevitabilmente a discrezionalità interpretative).

Da questo momento secondo i casi si procede con una serie di consigli / suggerimenti orientativi …...relativi alla situazione psicofisica ……relativi a situazioni comportamentali ……relativi a possibili azioni legali ……relativi alla vita di relazione ……un ultimo consiglio Abbiate pazienza, sappiate che non siete soli, che tutto quello che vi sta accadendo avrà una via d’uscita, ricordatevi che non esistono “bacchette magiche” per risolvere il vostro problema , rivolgetevi con fiducia alle strutture sindacali, ai patronati, certamente troverete chi si prenderà disinteressatamente cura della vostra situazione

Per prevenire il mobbing sono in corso azioni finalizzate a: Quanto illustrato per situazioni esistenti Per prevenire il mobbing sono in corso azioni finalizzate a: Formare gli RSU e gli RLS per contrastare il fenomeno con azioni mirate Organizzare convegni; fare informazione e formazione, sensibilizzare l’opinione pubblica Analizzare assieme ad altre strutture europee il problema al fine di iniziative comuni Porre nei CCNL la formazione di un comitato paritetico sul fenomeno che preveda precise sanzioni Ma il Goal è :

seguendo per sommi capi il seguente schema: Prevenire o arginare il mobbing formulando clausole contrattuali con il datore di lavoro seguendo per sommi capi il seguente schema: Definire il fenomeno nella maniera più ampia. Elaborare un codice di comportamento aziendale che ponga all’ indice atteggiamenti offensivi, vessatori, persecutori, immorali. Fare formazione ed informazione sul fenomeno. Formare una commissione mista composta da azienda e parti sociali, presieduta da un soggetto esterno. Porre il datore di lavoro in condizione di procedere a sanzioni disciplinari verso chi crea turbamento in azienda

La nostra vittoria sarà quando i punti d’orientamento mobbing non avranno più ragione di esistere