EUTANASIA tra Italia&Europa On. Prof. A. MUSSA
COSA INTENDIAMO PER «EUTANASIA»? «Eutanasia» in greco antico «buona morte». Oggi con questo termine si identifica un’azione volta ad abbreviare l'agonia di un malato terminale.
EUTANASIA: UN PONTE TRA MEDICO E PAZIENTE «eutanasia passiva» quando il medico si astiene dal praticare cure volte a tenere ancora in vita il malato, «eutanasia attiva» quando il medico causa, direttamente, la morte del malato, «eutanasia attiva volontaria» quando il medico agisce su richiesta esplicita del malato.
LA REALTA’ IN ITALIA L’EUTANASIA E’ ILLEGALE E ASSIMILATA DAL CODICE CIVILE AL REATO DI OMICIDIO. IL CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI LA VIETA.
La condanna della Chiesa “Anche se non motivata dal rifiuto egoistico di farsi carico dell'esistenza di chi soffre, l'eutanasia deve dirsi una falsa pietà, anzi una preoccupante "perversione" di essa: la vera "compassione", infatti, rende solidale col dolore altrui, non sopprime colui del quale non si può sopportare la sofferenza...nessun dottore, nessun infermiere, nessun essere umano in modo assoluto è l'arbitro della vita umana, della propria, di quella di un'altra persona.“ (GiovanniPaoloII)
Exit Italia, aiutare a morire Exit è una associazione che opera in tutto il mondo, si batte per il diritto ad una morte dignitosa. Exit Italia, nata a Torino il 7 settembre 1996, si è mossa per favorire la nascita di un progetto di legge atto a definire una normativa pro eutanasia. Exit ha predisposto una proposta di legge sulla "morte dolce" che è stata presentata in Parlamento.
LA REALTA’ IN EUROPA OLANDA: primo Paese a legalizzare l’eutanasia. La legge è in vigore da aprile 2002. La volontà del paziente di mettere fine alla vita per la sofferenza causata da una malattia incurabile è un atto legale. La scelta può essere fatta dai 16 anni di età. BELGIO: il 23 settembre 2002 in Belgio, è entrata in vigore una legge sulla «dolce morte» e sulle cure palliative. Il paziente deve essere maggiorenne e capace di intendere. La richiesta deve essere scritta. SVEZIA: l’assistenza al suicidio praticata da un medico è un «delitto non punibile». In casi estremi il medico può spegnere le macchine che aiutano a respirare. GERMANIA: La strada è stata aperta da un tribunale di Francoforte nel 1998: l’eutanasia può essere autorizzata per le persone in corna irreversibile solo se corrisponde alla volontà del paziente. Deve essere approvata da un tribunale tutore. SVIZZERA: ammesso il suicidio assistito. Il medico deve limitarsi a fornire i farmaci al malato.
L’UNIONE EUROPEA Al punto 8 :"Mancando qualsiasi terapia curativa e dopo il fallimento delle cure palliative correttamente impartite sul piano tanto psicologico quanto medico e ogni qualvolta un malato pienamente cosciente chieda, in modo insistente e continuo che sia fatta cessare un'esistenza priva per lui di qualsiasi dignità e un collegio di medici, costituito all''uopo, constati l'impossibilità di dispensare nuove cure specifiche, detta richiesta deve essere soddisfatta senza che, in tal modo, sia pregiudicato il rispetto della vita umana".
EUTANASIA SENZA NORMATIVA “…tanto posso andare a morire all'estero..“ ROMPERE IL SILENZIO Si rischiano soluzioni alternative: CLANDESTINITÀ, FUGHE ALL’ESTERO
EUROPA:sondaggio Dicembre 2002 Eutanasia e "diritto a morire". Secondo voi quando l'eutanasia può considerarsi lecita? In ogni caso 10,05% Mai 36,36% Solo in caso di eutanasia "volontaria" (quando la decisione non è esterna, ma del paziente stesso) 53,59%
Eutanasia, cosa succede all’Estero BELGIO: Il 16 maggio 2002 anche la Camera ha dato il suo consenso, con 86 voti favorevoli, 51 contrari e 10 astensioni... DANIMARCA: le direttive anticipate hanno valore legale. I parenti del malato possono autorizzare l'interruzione delle cure. GERMANIA: il suicidio assistito non è reato, purché il malato sia cosciente delle proprie azioni. PAESI BASSI: forse il caso più famoso. Dal 1994 l'eutanasia è stata depenalizzata: rimaneva un reato, tuttavia era possibile non procedere penalmente nei confronti del medico che dimostrava di aver agito su richiesta del paziente. Il 28 novembre 2000 il Parlamento ha approvato la legalizzazione vera e propria dell'eutanasia A partire dall'1 aprile 2002 la legge è entrata effettivamente in vigore. SVIZZERA: ammesso il suicidio assistito. Il medico deve limitarsi a fornire i farmaci al malato. SVEZIA: l'eutanasia è depenalizzata. AUSTRALIA:I Territori del Nord avevano nel 1996 legalizzato l'eutanasia attiva volontaria, provvedimento annullato due anni dopo dal parlamento federale. CANADA: negli stati di Manitoba e Ontario le direttive anticipate hanno valore legale. CINA: una legge del '98 autorizza gli ospedali a praticare l'eutanasia ai malati terminali. COLOMBIA: la pratica è consentita in seguito ad un pronunciamento della Corte Costituzionale, ma una legge non è stata mai varata STATI UNITI: la normativa varia da stato a stato. Le direttive anticipate hanno generalmente valore legale. Nello stato dell'Oregon il malato può richiedere dei farmaci letali, ma la relativa legge è bloccata per l'opposizione di un tribunale federale.
Eutanasia legale in Olanda Dal primo aprile 2002 l'Olanda è l'unico paese al mondo dove l'eutanasia è legale. La nuova normativa era stata approvata il 10 aprile dell'anno precedente dal senato con 46 voti a favore e 28 contrari. La legge riconosce l'eutanasia come 'atto legale', seppure a certe condizioni, fin dall'età di 12 anni. In altri paesi come Belgio, Australia e Francia ci sono forti movimenti di opinione impegnati verso un riconoscimento dell'eutanasia. Il 22 marzo 2002 la corte suprema britannica ha concesso il diritto di morire a miss B., una donna paralizzata legata a un respiratore. Nello stesso periodo in Australia Nancy Creck, 70 anni, malata terminale, ha preannunciato il suo 'suicidio' - non vietato dalle leggi locali - e tiene un sito web per informare il mondo sul suo caso
Il Belgio dice sì all'eutanasia il Belgio è il secondo paese al mondo ad aver legalizzato l'eutanasia. La nuova normativa prevede che Il medico si assicurarsi che il paziente in grado di intendere e di volere. La richiesta, in forma scritta, deve essere "volontaria, riflettuta e reiterata" Spetterà sempre al medico curante verificare che la malattia sia incurabile e provochi una "sofferenza fisica o psichica costante ed insopportabile". In ogni caso, nessun medico potrà essere costretto ad eseguire la richiesta.
UN BILANCIO… Fortemente condannata dalla Chiesa "...la vita e dono di Dio..." "Solo Dio puo' darci e toglierci la vita". Condannata legalmente perché considerata omicidio volontario. Condannata moralmente perché non si può "sopprimere" un uomo come si fa con gli animali. Nella carta dei diritti fondamentali dell'uomo c'è scritto: "La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata". si può parlare di due essenziali condizioni: "testamento di vita" o "dichiarazione anticipata di volontà": uno strumento giuridico che consenta alla persona – anche nel caso della perdita delle facoltà mentali - di disporre anticipatamente in merito ai trattamenti sanitari da accettare o da rifiutare e per evitare anche accanimento terapeutico Di affrontare il discorso di eventuali terapie contro il dolore.
Oggi, anche nelle istituzioni più avanzate, CONSIDERAZIONE Oggi, anche nelle istituzioni più avanzate, il dolore continua a essere una dimensione cui non viene riservata adeguata attenzione, nonostante sia stato scientificamente dimostrato quanto la sua presenza sia invalidante dal punto di vista fisico, sociale ed emozionale
LA PROPOSTA ALTERNATIVA Progetto Ospedale senza dolore Il Ministero della Sanità ha istituito una Commissione di studio, per "approfondire la conoscenza, degli interventi che possono essere introdotti nell'ambito dei servizi e della pratica assistenziale al fine di contrastare il dolore e le sofferenze evitabili, causati dalle malattie e in particolare dalle malattie oncologiche”
HOSPICE Cliniche il cui obiettivo primario è: l’umanizzazione, l’assistenza ai pazienti in fin di vita, il trattamento del dolore —attraverso le cure "palliative"— mette in dubbio l’ apparentemente ovvia correlazione fra sofferenza e desiderio di morire.
Che cosa sono le cure palliative? Le cure palliative si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e la cui diretta conseguenza è la morte. Il controllo del dolore, degli aspetti psicologici, sociali e spirituali è di fondamentale importanza. Lo scopo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e le loro famiglie.
Le cure palliative si caratterizzano per: globalità dell’intervento terapeutico che, avendo per obiettivo la qualità della vita residua, non si limita al controllo dei sintomi fisici ma si estende al sostegno psicologico, relazionale, sociale e spirituale; valorizzazione delle risorse del malato e della sua famiglia oltre che del tessuto sociale in cui sono inseriti; molteplicità delle figure professionali e non professionali che sono coinvolte nel piano di cura; pieno rispetto dell’autonomia e dei valori della persona malata; forte integrazione e il pieno inserimento nella rete dei servizi sanitari e sociali; intensità delle cure che devono essere in grado di dare risposte pronte ed efficaci al mutare dei bisogni del malato; continuità della cura fino all’ultimo istante; qualità delle prestazioni erogate.
… solo la sofferenza senza speranza di cura, di palliazione rappresenta per l’uomo il vero scacco, perché tutto, allora, appare ingiustificato ed irrimediabile.