«Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»

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«Effatà, cioè, apriti!» (Marco 7,31-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale
Preghiera a Dio.
Transcript della presentazione:

«Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (Marco 7,24-30) Anno Pastorale 2015-2016

Strumenti per capire Questo episodio dà una soluzione autorevole a un problema scottante: la posizione dei pagani nella storia della salvezza.

Esso è parallelo a quello della guarigione del servo del centurione (Mt 8,5-13; Lc 7,1-10; Gv 4,46-54): Gesù opera una guarigione in favore di un pagano, ma a distanza (non era permesso entrare in casa di un paga­no = impuro/immondo), mediante la potenza della sua parola.

È il terzo esorcismo in Mc (1,23-26; 5,1-20; 9,14-29).

Le «escursioni» in terra pagana sono per Gesù occasioni per guarire, non per insegnare.

Questo sarà compito dei discepoli, dopo la risurrezione (Mt 15,24 - Mt 28,19-20; Mc 16,15).

v. 24 regione di Tiro e Sidone v. 24 regione di Tiro e Sidone. A nord-ovest della Galilea, a popolazio­ne mista, soprattutto pagana.

- Gesù va in terra pagana in incognito. «Ma non poté restare nascosto - Gesù va in terra pagana in incognito. «Ma non poté restare nascosto. Subito una donna... »

v. 27 Gesù risponde duramente alla donna: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini [animali impuri = i pagani sono impuri! ]».

Torna la metafora del pane (siamo nella sezione dei pani) già attualizzata nella prima moltiplicazione. Nella seconda moltiplica­zione (Mc 8,1-10) vi parteciperanno anche i pagani della Decàpoli.

Nelle briciole si possono intravedere le ceste di avanzi delle moltiplicazioni (dodici in Mc 6,43; sette in Mc 8,8).

v. 28 Signore. Unica volta, in Marco, in cui il titolo Kyrios viene rivol­to a Gesù in un contesto narrativo (usato ancora una volta, in Mc 11,3, per la ricerca del puledro d’asina per l’ingresso in Gerusalemme).

Piste di riflessione Il razzismo, quello religioso per primo, ci chiude l’accesso alla misericordia di Dio.

Il pane è l’amore gratuito del Padre: chi, come Israele, pensa che gli spetti di diritto, non lo incontrerà. Il pagano invece, che si ri­tiene escluso, è in grado di capire che è un dono.

Il pane è il segno dell’eucaristia: noi credenti rischiamo di tra­sformarla in abitudine, indifferenza, privilegio.

Notevole l’insistenza della donna: «I giudei siedono alla tavola di Dio, ma se Dio provvede a tutti, provvederà anche a noi pagani».

Esiste un diritto di Israele di mangiare il pane per primo (Rm 1,16), ma se avanza qualcosa non è negabile ai pagani. La donna dunque sa che Dio è misericordioso e buono e ha fede in lui, la sua fede supera ogni limite. Il miracolo è strappato a Gesù da questa parola della donna che fa un vero annuncio della salvezza ai pagani.

Suggerimenti per pregare Chiedere con umiltà e fiducia, senza scoraggiarsi, le disposizioni per «gustare» il pane: la fede insieme alla conoscenza della no­stra indegnità e della gratuità del dono;

- la determinazione di eliminare dai nostri gesti e dalle nostre parole ogni forma di disprezzo per chi non è «dei nostri» o non la pensa come noi;

- la consapevolezza del nostro bisogno di essere nutriti da Dio.

Ringraziare perché la fede - sorgente della salvezza - è offerta a tutti gli uomini di qualunque cultura e credo religioso.

Apri i miei occhi, Signore, perché, riconoscendo la mia indegnità, mi ac­costi alla tua mensa con la gratitudine di chi si sente accolto senza suo merito, e possa mangiare con fede il pane dei figli. Amen.