Scuola Biblica diocesana anno pastorale

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Transcript della presentazione:

Scuola Biblica diocesana anno pastorale 2007-2008 diretta da don Giovanni Trolio Editing in Power Point a cura di Gianluigi Coppola Maurizio Stoppelli Samanta Benevento

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia “Se fossi stato prete, avrei studiato a fondo l’ebraico e il greco per conoscere il pensiero divino così come Dio si è degnato di esprimerlo nel nostro linguaggio umano” (S. Teresa di Lisieux)

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Come ogni libro, la Bibbia ha un titolo: Bibbia. In greco biblìa vuol dire "libri", anzi "libretti", scritti in diverse lingue: ebraico, aramaico o greco, in epoche , luoghi e autori diversi. Dal greco biblìa si è passati in latino a bìblia: un termine femminile singolare, con cui si vuole denominare l'intera collezione. Da bìblia è derivato l'italiano Bibbia. Con questa parola indichiamo il libro della nostra fede, perché in esso sappiamo essere contenuta la parola di Dio.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Nella Bibbia cattolica si contano 73 libri: 46 libri per l'Antico Testamento e 27 per il Nuovo Testamento. La Bibbia è suddivisa in due parti, di ampiezza differente: 1. La prima, più estesa, è detta Antico Testamento (2 Cor 3,14-15); 2. La seconda Nuovo Testamento (Ger 31,31).

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Anche queste sono denominazioni cristiane. Il termine "testamento" non va preso nel senso più comune di volontà ultime di una persona. Dietro, infatti, c'è la parola ebraica berît, che significa “Alleanza”, cioè promessa di un qualche dono da parte di Dio e, al tempo stesso, impegno di osservare la sua legge da parte dell'uomo. Dio e l'uomo s'impegnano reciprocamente e affermano di appartenersi l'un l'altro, diventano amici e intimi. Fanno alleanza. Ecco perché noi parliamo di antica e nuova "alleanza" come di antico e nuovo "testamento". I due termini in pratica si equivalgono.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia L'antica alleanza riguarda quel rapporto religioso che Dio stabilì con un popolo, Israele; la nuova invece è lo stesso rapporto esteso, in Gesù, a tutti i popoli, di cui la Chiesa è segno. Si può quindi anche dire che l'unica alleanza è stata resa nuova in Gesù. I cristiani vedono una profonda unità tra le due alleanze, in quanto la prima è annuncio, promessa e preparazione della seconda.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia L'insieme dei libri contenuti nella Bibbia, è l'opera lenta e progressiva di un intero millennio. Capita infatti, all'individuo come ad un popolo o a una comunità, di vivere prima e poi di scrivere, ricordando e ripensando quello che si è vissuto. I libri biblici sono la "memoria" dell'Israele antico e della Chiesa del primo secolo. Per un ebreo non esiste la parola "Bibbia" né, com'è ovvio, l'Antico Testamento, ma semplicemente la Tanâk. Questa parola è una sigla, composta dalla prima lettera di tre parole: Toràh, Neviìm, Ketuvìm, con l'aggiunta di una doppia "a".

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia La Toràh è ciò che noi chiamiamo Pentateuco e comprende i libri: - Genesi (All'inizio) - Esodo (Questi sono i nomi) - Levitico (E JHWH chiamò Mosè) - Numeri (Nel deserto) - Deuteronomio (Queste sono le parole). Toràh può essere tradotto con più termini: "Legge", ma anche "ammaestramento", "insegnamento", "istruzione", ecc.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia A fianco della Toràh, ma con un valore minore, gli Ebrei pongono i Neviìm ("profeti", gli uomini dello Spirito e i portatori di una parola). - “Profeti anteriori”: Giosuè, i Giudici, i libri di Samuele (1 e 2 uniti), i libri dei Re (1 e 2 uniti).(=libri storici) - "Profeti posteriori" : Isaia, Geremia, Ezechiele, I dodici profeti (Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia) che siamo soliti designare semplicemente come "libri profetici“.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia I Ketuvìm, cioè "scritti“, comprendono testi di diversa natura: Salmi (o Inni), Giobbe, Proverbi, Cantico dei cantici, Qoèlet; Rut, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra-Neemia (uniti), Cronache (1 e 2 uniti). Dalle tre collezioni sono esclusi sette libri: Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruc. La tradizione ebraica, risalente al primo secolo d.C., non ritiene di poterli annoverare nella Tanàk. La tradizione cattolica li includerà.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia L’Antico Testamento nel suo insieme è scritto in ebraico e qualche raro passaggio in aramaico. Queste due lingue si scrivevano con le sole consonanti; il lettore aggiungeva le vocali durante la lettura. Alcuni saggi giudei , chiamati “masoreti”, a partire dal VII sec d.C.,inventarono i segni vocalici consistenti in puntini, sopra , a fianco o sotto le consonanti. Per questo motivo il testo ebraico si può chiamare anche TESTO MASORETICO.(testo biblico vocalizzato)

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia L’Antico Testamento fu tradotto in greco a partire dal III sec. a.C., ad Alessandria d’Egitto. Secondo la leggenda , 70 scribi che lavoravano separatamente giunsero esattamente alla stessa traduzione. Il significato di questa leggenda è importante: una tale traduzione non può che essere ispirata da Dio. A causa di ciò, questa viene chiamata la traduzione dei SETTANTA (o la SETTANTA), abbreviato LXX. Ci furono altre traduzioni greche antiche: quelle di Aquila, di Simmaco e di Teodozione La Bibbia fu poi tradotta anche in latino da San Girolamo (Vulgata-IV sec. D.C.) e in altre lingue antiche.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia I LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO Dei Verbum 19 : “ Gli apostoli poi, dopo l'Ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza delle cose, di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dallo Spirito di verità, godevano. E gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o già per iscritto, redigendo un riassunto di altre, o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere. Essi infatti, attingendo sia ai propri ricordi sia alla testimonianza di coloro i quali «fin dal principio furono testimoni oculari e ministri della parola», scrissero con l'intenzione di farci conoscere la «verità» (cfr. Lc 1,2-4) degli insegnamenti che abbiamo ricevuto.”

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Possiamo raggruppare i 27 libri del NT in base al contenuto e al genere letterario. Abbiamo così: I Vangeli e gli Atti "Vangelo" viene dal greco “euangélion” che significa "buona (lieta) notizia“. I quattro libretti sono stati attribuiti dalla più antica tradizione ecclesiale a Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Essi propongono lo stesso lieto annunzio che è Gesù. Più che biografie o storie del Maestro, sono una testimonianza di fede di quel che Gesù ha detto e fatto.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Dei quattro Vangeli tre sono detti "sinottici” (dal greco “syn”-con- e “ópsis”-visione-= visione d’insieme): Matteo, Marco e Luca; essi infatti impiegano uno schema sostanzialmente identico, al punto che li si può leggere su colonne parallele "con un solo colpo d'occhio". Lo schema riguarda l'attività di Gesù e prevede: - predicazione di Giovanni il Battista; - battesimo di Gesù e sua tentazione nel deserto; - ministero di Gesù in Galilea; - viaggio dalla Galilea verso la Giudea; - ministero breve a Gerusalemme, durante il quale è messo a morte, risorge, appare ai suoi, è assunto in cielo.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Solo Matteo e Luca hanno premesso a questo schema un'introduzione riguardante il cosiddetto "vangelo dell'infanzia" di Gesù. Pur impiegando uno schema comune, ogni evangelista ha caratteristiche e contenuti propri: tradizioni diverse a cui ha attinto, destinatari mirati cui indirizza il suo scritto, quindi prospettive teologiche ed ecclesiali specifiche. Secondo la critica letteraria: Marco e la fonte Q(quelle= raccolta di detti o racconti vari) sono la duplice fonte a cui hanno attinto gli evangelisti sinottici.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia MARCO E' considerato in genere il racconto evangelico più antico (intorno al 70 d.C.), si rivolge a cristiani di origine pagana. Il testo è attraversato da una domanda: Chi è Gesù? Ad essa risponde fin dall'inizio con un'affermazione perentoria: Gesù è il Cristo (Messia) atteso dagli Ebrei e il Figlio di Dio (cf. Mc 1,1). Marco è il Vangelo della sequela, del cammino del discepolo dietro e con il Maestro. Marco è discepolo di Pietro e compagno di viaggio di Paolo. Secondo la tradizione il vangelo di Marco contiene la predicazione di Pietro.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia MATTEO E' opera di un autore palestinese che scrive per cristiani di origine ebraica intorno all'anno 80 d.C. Egli dà molto spazio alle parole di Gesù, raccogliendole in 5 grandi discorsi: 1)della montagna (cf. Mt 5-7) 2)apostolico (cf. Mt 10) 3)in parabole (cf. Mt 13) 4)comunitario (cf. Mt 18) 5)escatologico (cf. Mt 24-25).

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Il Cristo di Matteo è il nuovo Mosè che consegna la nuova Legge (cinque discorsi) al nuovo popolo. Il suo è per eccellenza il Vangelo della Chiesa. Più degli altri, insiste sul compimento nella persona di Gesù delle profezie dell'Antico Testamento perchè si rivolge ad una comunità giudeo-cristiana.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia LUCA Cristiano di provenienza pagana, compagno nei viaggi missionari di Paolo e Barnaba,un colto ellenista che si rivolge ad ambienti cristiani di cultura greca. Luca testimonia soprattutto, con delicata finezza, la misericordia di Dio che si fa uomo per comunicare agli uomini la sua grazia, (parabola del buon samaritano) il suo perdono : ( le parabole della misericordia---Lc 15): parabola della pecorella smarrita della dracma perduta del padre misericordioso(solo Lc)

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia L'altra opera di Luca è gli Atti degli Apostoli. È la testimonianza di come l'annuncio della salvezza cristiana, partito da Gerusalemme con il dono dello Spirito ai Dodici e agli altri discepoli, raggiunge progressivamente la Samaria, la Siria (Antiochia), l'Asia Minore, la Grecia e infine Roma, centro dell'impero. Attraverso Pietro e Paolo, il mondo giudaico e quello pagano sentono annunziare Cristo e il suo regno. Il Vangelo e gli Atti furono scritti da Luca probabilmente intorno all'anno 80 d.C.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Le lettere paoline Le lettere paoline nascono e si sviluppano in genere per il bisogno di completare la predicazione orale che Paolo aveva tenuto nelle varie comunità cristiane e come mezzo per risolvere interrogativi e illuminare situazioni nuove determinatesi in esse. Lo stile è immediato. Nella nostra Bibbia si presentano con quest’ ordine: Romani; 1 e 2 Corinzi; Galati; Efesini; Filippesi; Colossesi; 1 e 2 Tessalonicesi; 1 e 2 Timoteo; Tito; Filemone.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Le altre lettere Le altre lettere neotestamentarie differiscono da quelle paoline almeno per tre motivi: a) sono indirizzate a più comunità contemporaneamente, b) non presuppongono problematiche particolari, ma generali; c) sono discorsi scritti o trattati piuttosto che lettere. Le lettere di Giacomo, Giuda e Pietro, insieme alle tre lettere di Giovanni, sono dette tradizionalmente "lettere cattoliche", cioè non dirette ad una singola comunità, ma a tutti i cristiani, come accade per la maggioranza di questi scritti. La lettera agli Ebrei è una predica dotta, messa per iscritto e inviata a cristiani di origine ebraica, che si lasciavano prendere dalla nostalgia per il culto fastoso del tempio di Gerusalemme ed erano tentati di disertare le assemblee cristiane per ritornare all'ebraismo.

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia La letteratura giovannea Vangelo(90-100 d.c.)(spirituale e simbolico): "prologo" sulla preesistenza di Cristo come Verbo di Dio e sulla sua incarnazione, con cui diviene rivelazione piena del Padre (cf. Gv 1,1-18) "libro dei segni" (cf. Gv 1,19-12,50): ministero di Gesù “Libro dell’ora“(o della gloria) o passione di Gesù e la Pasqua dell'agnello di Dio (cf. Gv 13-20) “Epilogo” (cf Gv 21) : apparizioni Cristo risorto

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia Le tre lettere di Giovanni sono la traduzione della fede in Cristo nella vita della comunità. 1 Giovanni è un discorso scritto, una fervida esortazione alla vita cristiana: camminare nella luce attraverso la rottura con il peccato, la pratica dell'amore cristiano e la rottura con il mondo e gli anticristi (cf. 1 Gv 1,5-2,29); vivere da figli di Dio attraverso le stesse condizioni (cf. 1 Gv 3,1-4,6); lasciarsi inondare dall'amore di Dio e vivere nella sua fede (cf. 1 Gv 4,7-5,13).

La Bibbia degli ebrei e dei cristiani. Come è nata la Bibbia 2 e 3 Giovanni sono brevi biglietti, indirizzati il primo a una Chiesa locale e il secondo a un responsabile di un'altra comunità, per metterli in guardia contro l'insorgere di eresie e il separatismo di alcuni responsabili locali. All'ambito della letteratura giovannea viene ricondotto anche il libro dell'Apocalisse. Seppure scritto in circoli vicini all'apostolo e penetrato del suo insegnamento, il testo per lingua, stile e prospettive teologiche deve attribuirsi ad un diverso autore, che si presenta a noi con il nome di Giovanni. L'Apocalisse è un libro scritto durante una persecuzione dei cristiani (probabilmente sotto l'imperatore Domiziano, cioè verso il 95 d.C.) e serve a dar loro coraggio con la prospettiva della vittoria finale del bene sul male, di Cristo e dei suoi sui nemici della fede.

La Bibbia è Parola di Dio perchè ispirata. Il canone biblico “Se la Buona Novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda nell’autorità di questo libro: le vostre opere, le vostre azioni dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia, perché voi stessi dovreste costituire la Bibbia nuova” (Nietzsche)

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico Secondo il cristianesimo la Bibbia è libro canonico, cioè normativo, punto di riferimento per la fede e vita dei credenti. Nei primi secoli dell’era cristiana canone (dal greco cànon) significava “norma”, “regola”. A partire dal IV secolo “canone” si identifica con l’ elenco dei libri biblici. Col sinodo di Laodicea (360) i libri biblici vengono detti “canonici” perché la Chiesa li riconosce “normativi”. Quindi il canone è atto di riconoscimento della Chiesa per il bene della Chiesa stessa La Chiesa cattolica riconosce nella Bibbia 73 libri di cui 46 dell’AT e 27 del NT.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico IL CANONE GIUDAICO Il canone giudaico non contempla sette libri dell’AT: Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Sapienza, Siracide , Baruch e omette alcune sezioni dei libri di Daniele (13-14) e di Ester (14,4-16,24)(libri deuterocanonici). Per gli Ebrei il canone contiene 22 o 24 scritti. Le comunità protestanti seguono il canone ebraico per l’AT mentre per il NT concordano con i cattolici. I cattolici distinguono fra scritti canonici e scritti deuterocanonici, indicando con questi ultimi i libri non accolti da Ebrei e protestanti, mentre i protestanti a loro volta chiamano questi stessi con il nome di “apocrifi”.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico IL CANONE CRISTIANO Anche per i cristiani la fissazione del canone dei libri biblici è alquanto complessa. Il Concilio di Firenze (1441) canone lungo(con I deuterocanonici) Il Concilio di Trento (1546) riconferma il canone di Firenze; Il Concilio Vaticano I (1870) rimanda a Trento Il Concilio Vaticano II (1965) conferma Trento

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico Canone di Muratori (fine II secolo): più antica lista di libri biblici(uso romano) Le incertezze che si registrano nei primi cinque secoli hanno cause diverse: 1. Alcuni scritti del NT erano in origine destinati a comunità locali travagliate da particolari problemi; 2. Difficoltà di comunicazione fra comunità 3. Dubbi su origine apostolica di alcuni scritti (Apocalisse, Ebrei, 2 Pietro).

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico Con quali criteri la Chiesa stabilì il canone dei libri sacri? La Chiesa è cosciente che la Tradizione precede la Scrittura. La decisione sul Canone è processo ecclesiale, processo della Tradizione.I libri dell’A.T. erano già stati accolti dalla tradizione ecclesiale perchè già ben definiti. I criteri utilizzati dalla tradizione della Chiesa per discernere i libri ispirati,in particolare quelli del N.T., sono: 1. Uso liturgico del libro sacro (cattolicità). 2. Fedeltà all’ortodossia (il Credo; regula fidei). 3. Origine apostolica.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico I LIBRI APOCRIFI Apòkryphos è un vocabolo greco che significa "nascosto". Attualmente con l'espressione "libri apocrifi" si intende classificare una serie di libri(AT e NT) non entrati a far parte del "canone" delle Scritture. Differenza tra cattolici e protestanti sul significato di apocrifo. I Vangeli apocrifi, per limitarci ad essi, sembrano avere soprattutto interesse a colmare le lacune di informazione sui momenti principali della vita di Gesù.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico I LIBRI APOCRIFI Gli apocrifi contengono in ogni caso preziose testimonianze di pietà popolare e di tendenze teologiche diverse e, se non ci forniscono nuove informazioni credibili su Gesù né dati dottrinali inediti, ci informano indirettamente sull'ambiente spirituale delle comunità in cui vennero scritti.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico L’ISPIRAZIONE I libri biblici sono canonici perché “ispirati”. Lo stesso magistero offrì dei suggerimenti sul modo di intendere l’ispirazione. Nel 1893 con l’enciclica Provvidentissimus Deus di Leone XIII, precisò DOVE e COME l’AZIONE DI DIO si fosse inserita nell’attività degli autori umani. Per il Papa l’attività degli uomini si suddivideva in tre punti: 1. concezione mentale dell’opera 2. decisione di scrivere 3. composizione del testo.

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico L’ISPIRAZIONE “ Dio, con forza soprannaturale, li ha eccitati e mossi a scrivere, li ha assisititi nello scrivere in modo tale che concepissero rettamente con la mente e decidessero fedelmente di scrivere, ed esprimessero adeguatamente con infallibile verità tutte quelle cose e quello solo che egli comandava, altrimenti non sarebbe lui stesso l’autore dell’intera Sacra Scrittura”.(Provvidentissimus Deus-Leone XIII)

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico L’ISPIRAZIONE Divino Afflante Spiritu (Pio XII) 1943 Scrive il Papa :“ delle maniere di parlare, di cui presso gli antichi, specialmente orientali, si serviva il linguaggio umano, per esprimere il pensiero della mente, nessuna va esclusa dai Libri sacri, a condizione però che il genere di parlare adottato non ripugni affatto alla santità di Dio né alla verità delle cose”. CONCILIO VATICANO I (1870-DEI FILIUS) “La Chiesa non considera questi libri sacri e canonici perché , dopo essere stati composti con mezzi puramente umani, sarebbero poi stati approvati dalla sua autorità, né perché conterrebbero la rivelazione senza errore, ma perché SCRITTI SOTTO L’ISPIRAZIONE DELLO SPIRITO SANTO, hanno Dio per autore e come tali sono affidati alla Chiesa”

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico L’ISPIRAZIONE CONCILIO VATICANO II (1965) Dei Verbum 11: “Le cose divinamente rivelate, che nei libri della Scrittura sono contenute e presentate, furono consegnate per ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti perché, scritti per ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore ecome tali sono stati consegnati alla Chiesa. Per la composizione dei libri sacri, Dio scelse degli uomini di cui si servì nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo Egli in essi e per mezzo di loro, scrivessero come veri autori tutte e soltanto quelle cose che Egli voleva”

La Bibbia è Parola di Dio perché ispirata. Il canone biblico LA VERITA’ BIBLICA “Bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza,volle fosse consegnata nelle sacre Scritture” (DV11) Quindi la Bibbia non ci dice la verità storica di ogni singolo evento, non ci dice la correttezza scientifica di ogni sua affermazione, ma la “verità salvifica”.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare “Non basta raccomandare agli studiosi di Bibbia di conoscere bene i generi letterari della Scrittura, ma anche – ed è la cosa più importante e necessaria - di pregare per poter capire” (S.Agostino) “La Bibbia è un libro che respira” (Blaise Pascal)

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare DEI VERBUM 12 “…per capir bene ciò che Dio ha voluto comunicarci, l’INTERPRETE deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta , per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede”. Per raggiungere tale obiettivo dobbiamo fare amicizia con due parole difficili (ESEGESI ED ERMENEUTICA).

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare ESEGESI Cominciamo con l’ESEGESI. Il vocabolo “esegesi”, (dal greco EXEGESIS e EXEGEISTAI,composto di egèisthai : guidare, condurre, o di ex – ago , condurre fuori, estrarre) significa “spiegazione” o “esposizione” di un testo sacro o giuridico.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare ESEGESI Esegesi risponde alla domanda : che cosa l’autore sacro ha voluto dire ai suoi contemporanei? E' importante farsi contemporanei del testo, del brano, acquistare familiarità con quel mondo di rappresentazioni che lo rendeva comprensibile per l’antico lettore. Cioè, dobbiamo mettere tra parentesi la nostra cultura, l'essere uomo moderno, per unirci all’uomo antico che ascoltava Isaia o Giovanni mentre si rivolgevano ai destinatari del loro tempo. Il senso del testo non è sempre chiaro e evidente.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare APPROCCIO DIACRONICO (dià= attraverso; krònos= tempo) Per comprendere un testo biblico ci poniamo queste domande(proprie del metodo storico-critico): Quando è stato scritto? (Situazione) Perché è stato scritto ? (Intenzione) Come si è formato( Redazione) Di che tratta il libro nel suo contesto? (Contesto) A quale genere letterario appartiene? (Forma) Il metodo storico-critico è una finestra sulla storia ,è attento ai condizionamenti sociali,culturali e storici sul testo.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare APPROCCIO DIACRONICO I limiti del metodo storico critico: 1° limite:difficoltà a stabilire un rapporto oggettivo tra metodo storico-critico ed altri risultati validi raggiunti con altri metodi di esegesi 2° limite: incapacità di farci attingere alcune verità di fede e di salvezza che la Scrittura vuole trasmetterci, poiché non è presupposto necessario la fede.Positivismo. 3° limite: incapacità di aprirsi ad una interpretazione attuale del testo superando il rapporto di distanza da colui che legge oggi. 4° limite : incapacità di cogliere l’unità di senso nel testo. Esempio: orologio smontato

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare Nuovi metodi di esegesi APPROCCIO SINCRONICO (syn =con-; krónos=tempo) Nessun metodo scientifico per lo studio della Bibbia è in grado di far emergere tutta la ricchezza dei testi biblici. Qualunque sia la sua validità, il metodo storico-critico non può avere la pretesa di essere sufficiente per tutto. Esistono altri metodi: - Retorico - Narrativo - Semiotico etc… Non annullano o vanificano l’approccio storico-critico ma lo completano e accettano il testo così come è stato tramandato dalla tradizione manoscritta senza porsi domande sulla sua genesi.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare. ERMENEUTICA Per una giusta interpretazione, la sola esegesi non basta, perchè ci lascerebbe ancora al passato: ci farebbe sapere che cosa l’autore nel tal secolo disse ma nulla di più. E’ indispensabile fare un passo avanti : l’ermeneutica . La parola “Ermeneutica “, dal greco hermeneutiké (sottinteso techne) ,dal verbo hermenéuo , “interpretare”, vuol dire “interpretazione “ di testi e documenti. In altre parole l’ermeneutica risponderebbe alla domanda: che cosa l’autore sacro vuole dire oggi a noi? L’ermeneutica è lo sforzo di “ri-comprendere”, di “ re-interpretare” il messaggio oggi, in questo momento storico, per noi con un linguaggio comprensibile all’uomo di oggi. La sola esegesi non è sufficiente , perché il messaggio della Bibbia è destinato a tutti gli uomini di tutti i tempi, dato che tutti gli uomini hanno bisogno di salvezza.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare DUE MODI DI INTERPRETARE MALE 1. FONDAMENTALISMO - Prendere alla lettera il testo biblico, come se le parole fossero immutabili e non prodotti storici dell’uomo. - affermare come fondamento di tutto l’ispirazione e l’infallibilità della Bibbia(“La Bibbia dice…”) - In questo modo non si tiene conto del processo di formazione del testo.La Bibbia viene intesa come parola piovuta dal cielo, senza mediazioni culturali .

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare DUE MODI DI INTERPRETARE MALE 2. SOGGETTIVISMO INDIVIDUALISTICO Andare al di là della lettera per trovare un senso che non è frutto di interpretazione ma di invenzione. Questo soggettivismo è rischioso: è un cogliere quanto è più vicino al sentire,ai problemi e alle esperienze attuali personali E’ uno scegliere brani che ci risultino comodi , che favoriscano il nostro modo di pensare, che siano come noi vorremmo e che comprovino il nostro bisogno di risposta.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare DUE MODI DI INTERPRETARE BENE 1. ERMENEUTICA CULTURALE (=portare il testo al contesto di oggi) Ciò che interessa è soprattutto il vissuto. Non tanto le verità o gli enunciati in se stessi ma la ripercussione che essi hanno in chi li ascolta. In questo modo la rivelazione diventa incontro fra Dio e l’uomo, un incontro che diventa salvezza. Se i contenuti della Scrittura non arrivano a farsi vita e cultura nostra, se si fermano solo al livello del “capire”, la Parola non diventa salvezza, non provoca la domanda: “ che cosa mi dice , che cosa mi annuncia Dio, oggi?” Questa domanda si prefigge di situare il testo biblico nel suo contesto culturale e relazionarlo con quello dell’”oggi”.

La Bibbia: Parola di Dio e dell’uomo da interpretare DUE MODI DI INTERPRETARE BENE 2. ERMENEUTICA ESISTENZIALE (= portare il testo alla nostra vita) Risponde a queste domande : che cosa ci chiede , in che cosa ci interpella Dio, oggi? Come può la Parola di Dio trasformare il nostro mondo? L’omelia, la lectio divina, la meditazione etc…sono delle forme di ermeneutica culturale ed esistenziale.

La Bibbia nella vita della Chiesa (nota pastorale CEI 1995) “Non basta possedere una Bibbia,bisogna leggerla e studiarla; non basta leggere e studiare la Bibbia, bisogna crederla; non basta credere la Bibbia, bisogna viverla” (Motto delle Società Bibliche Internazionali)

La Bibbia nella vita della Chiesa Per lungo tempo la lettura personale della Bibbia restò limitata ad alcuni ambienti. E’ soprattutto con il Concilio Vaticano II che le nostre comunità ecclesiali sono state spinte a riscoprire decisamente la centralità dell'incontro comunitario e personale con la sacra Scrittura per la loro vita e per la loro missione. La Bibbia è così : a) divenuta elemento determinante del rinnovamento della catechesi e della liturgia; b) fondamento del progetto pastorale della Chiesa italiana, espresso nei diversi documenti programmatici c) all'origine e nel cuore della vita di associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali contemporeanei; d) mezzo indispensabile per il dialogo ecumenico. In tale prospettiva, si avverte oggi più fortemente il bisogno di attuare a fondo il dettato della Dei Verbum: «È necessario che i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla sacra Scrittura», promuovendo un contatto diretto con essa.

La Bibbia nella vita della Chiesa Frutti positivi Il frutto più evidente di questo rinnovamento è l'importanza che ha assunto la Bibbia nei seguenti ambiti : a) anzitutto la liturgia della Parola nella celebrazione eucaristica; b) la proclamazione della parola di Dio nella celebrazione di tutti i sacramenti; c) la preghiera dei salmi nelle comunità; uno stile biblico nella predicazione. d) l’istituzione del lettorato e) Il repertorio dei canti liturgici si ispira fondamentalmente alla Parola di Dio f) la pratica della lectio divina ,le “scuole della Parola” e le esperienze di preghiera incentrate sulla Scrittura, con peculiare e significativa partecipazione di giovani. g) nello studio della teologia, nei cammini formativi della catechesi e nell'insegnamento religioso nella scuola. h) anche i mezzi di comunicazione sociale (TV, radio, stampa...) cominciano a farsi carico di una trasmissione della Bibbia più ampia e genuina. (Frontiere dello Spirito di Ravasi)

La Bibbia nella vita della Chiesa Aspetti carenti La Bibbia è tra i libri più diffusi nel nostro paese, ma è anche forse tra i meno letti. I fedeli sono ancora poco stimolati a incontrare la Bibbia e poco aiutati a leggerla come parola di Dio. Ci sono persone che vogliono conoscere la Bibbia, ma spesso non c'è chi spezza loro il pane della Parola. L'incontro diretto è ancora di pochi, così che l'accostamento alla Scrittura pare riservato ad alcune élites, a movimenti e associazioni dotati di particolari risorse. Anche i presbìteri e i diaconi, ministri della predicazione della Parola, non sempre si mostrano adeguati al compito. Né si può dire che i nostri catechisti e animatori pastorali siano sufficientemente preparati per una buona comunicazione della Bibbia.

La Bibbia nella vita della Chiesa Indicazioni operative La pastorale biblica deve tendere a questi obiettivi principali: a) aiutare i fedeli a conoscere e leggere personalmente e in gruppo la Bibbia, nel rispetto della sua identità teologica e storica; b) favorire l'incontro diretto dei fedeli con la parola di Dio scritta, in modo da saper ascoltare, pregare, attualizzare e attuare la Parola nella vita quotidiana; c) abilitare ad alcune forme di condivisione biblica, come avviene nei gruppi biblici; d) rendere idonei i ministri della Parola e altri animatori a sapere iniziare i fedeli alla Bibbia.

La Bibbia nella vita della Chiesa Forme di incontro con la Bibbia nell'azione pastorale della Chiesa a) Nella celebrazione liturgica Il contatto che molti cristiani hanno con la Scrittura si realizza ancora oggi soprattutto, quando non esclusivamente, mediante la liturgia, in particolare nelle letture che se ne offrono nella celebrazione eucaristica domenicale. b) Nel cammino di iniziazione Il cristiano deve essere reso capace di leggere e capire la Parola di Dio c) Nella catechesi La catechesi è certamente una delle vie più eminenti di contatto con la Bibbia.

La Bibbia nella vita della Chiesa d) Nell'insegnamento della religione nella scuola * Esso, come è noto, considera la Bibbia quale fonte primaria e principale documento di riferimento. * Rispetto alla catechesi, ha come proprio obiettivo di realizzare una alfabetizzazione culturale circa la Bibbia, sempre più intensa e bene programmata. * Più specificamente, esso mira a far conoscere l'identità storica, letteraria e teologica del libro sacro, il suo contributo per la comprensione della religione ebraica e di quella cristiana * Agli insegnanti di religione cattolica è affidato il compito di elaborare una programmazione capace di far incontrare l'oggettiva presentazione del testo sacro con le attese più vive dei loro alunni, così che tutti possano rintracciare gli effetti di una Parola capace di illuminare e orientare l'esistenza.

La Bibbia nella vita della Chiesa Modi e ambiti di incontro diretto con la Bibbia a) La lectio divina - Nella sostanza la lectio divina è una lettura, individuale o comunitaria, di un passo più o meno lungo della Scrittura accolta come parola di Dio e che si sviluppa sotto lo stimolo dello Spirito in meditazione, preghiera e contemplazione - Lo scopo inteso è quello di suscitare e alimentare un amore effettivo e costante per la sacra Scrittura, fonte di vita interiore e di fecondità apostolica,. - Praticata originariamente nell'ambiente monastico, oggi la lectio divina, seguendo l'invito del Concilio Vaticano II, viene sempre più aperta a tutti i fedeli in Cristo e rappresenta una vera grazia di Dio, cui iniziare con cura ogni cristiano.

La Bibbia nella vita della Chiesa b) La diffusione della Bibbia E’ pastoralmente necessario per la nostra gente la diffusione del testo stesso della Bibbia, la costituzione di gruppi biblici, l'attuazione di settimane bibliche, la pubblicazione di sussidi e naturalmente l'indispensabile momento di formazione biblica di base (es. la scuola biblica)

La Bibbia nella vita della Chiesa c) La Bibbia nella famiglia Un luogo nel quale oggi si deve promuovere il contatto diretto con la sacra Scrittura è la famiglia. La famiglia è il primo nucleo vitale per l'esistenza del cristiano ed è anche l'ambito primario di educazione religiosa dei piccoli. La presenza della Bibbia nella famiglia richiede di abilitare anzitutto i genitori a conoscere la Bibbia, a raccontarla come storia sacra, a valorizzarne i segni e i simboli, a pregare i Salmi, a ricordare i principali avvenimenti salvifici e a familiarizzarsi profondamente con la figura di Gesù nei Vangeli. Un eccellente aiuto per l'incontro con la Bibbia nella famiglia viene prestato dal Catechismo dei bambini Lasciate che i bambini vengano a me e dal manuale della Conferenza Episcopale Italiana La famiglia in preghiera.