La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano
La Basilica Martyrum Sorse nel 386 per volontà di Sant’ Ambrogio, su un’area cimiteriale che conteneva le spoglie dei martiri Gervasio e Protasio. La chiesa paleocristiana era a tre navate divise da file di tredici colonne. Aveva un’unica abside. L’intenzione di Sant’ Ambrogio era di preparare per sé, sotto l’altare, un loculo vicino a quello dei Santi martiri. Dell’edificio paleocristiano si conservano oggi: tratti di mura, le quattro colonne di porfido rosso del ciborio, qualche base di colonna, frammenti di porta lignea, decorazioni musive e marmoree.
La Basilica Ambrosiana Con Carlo Magno Milano diventa il più importante centro culturale dell’Italia settentrionale. Centro della rinascita è la Basilica Ambrosiana. Nel 784 venne costruito a fianco della basilica un monastero benedettino e in seguito il campanile “dei monaci” (il più piccolo). Si erigono due absidiole nelle navate inferiori e viene sostituita l’abside originaria con una di dimensioni più vaste, preceduta da un ampio presbiterio adatto allo svolgimento delle funzioni liturgiche da parte delle due comunità religiose, dei monaci e dei preti residenti nella vicina canonica (canonici).
Sant’Ambrogio Ambrogio nacque a Treviri, terminati gli studi a Roma, venne mandato dal prefetto a Milano come governatore della Liguria e dell’Emilia. Quando il vescovo della città morì, la popolazione era in discordia sul successore, Ambrogio si recò a sedare il tumulto e parlò così bene al popolo che la folla lo acclamò vescovo. Venne consacrato il 7 dicembre 374. Si impegnò a difendere la Chiesa e a convertire molti ariani ed eretici, Aiutò poveri e prigionieri donando tutto ciò che possedeva. Viene solitamente rappresentato in abiti vescovili, spesso in trono, da solo o insieme agli altri dottori della chiesa dell’epoca. Gli si riferiscono due attributi: lo scudiscio, come fustigatore degli ariani, la cui eresia combatté duramente, e alcune volte un favo, a ricordo delle api che si sarebbero posate sulle sue labbra quando era in culla, a profetizzare la futura straordinaria eloquenza.
Il mosaico dell’abside Il catino absidale è decorato con un grande mosaico che rappresenta il Redentore in trono tra i santi Gervasio e Protasio, con ai lati gli arcangeli Michele e Gabriele, affiancati da due episodi della vita di sant’Ambrogio che dimostrano l’alleanza tra la Chiesa di Milano e quella franca e quindi dell’impero. A destra il Santo si addormenta a Milano mentre dice messa e a sinistra viene trasportato dagli angeli a Tours per celebrare i funerali di San Martino, patrono della Chiesa Franca. Il mosaico è il frutto di successivi rifacimenti e restauri che partono dal periodo paleocristiano e giungono fino ai nostri giorni. Durante i bombardamenti del 1943 infatti il mosaico subì danni nella parte superiore, ricostruita in seguito seguendo le documentazioni fotografiche esistenti.
L’altare d’oro Commissionato dal vescovo Angilberto, venne realizzato da Volvino nel 840 c.a. L’altare, a forma di cassa, è un insieme di lastre metalliche con raffigurazioni a sbalzo, smalti e castoni con gemme, montate su un’anima di legno. All’interno era custodito il sarcofago di porfido in cui Angilberto aveva fatto mettere i corpi di Ambrogio, Gervasio e Protasio. L’altare rappresenta un capolavoro dell’oreficeria carolingia. Sul fronte anteriore troviamo una grande croce con la figura di Cristo (Pantocratore cioè creatore di tutto) in trono circondato dagli evangelisti e dagli apostoli. Sulle formelle laterali le storie del Messia. Il lato posteriore presenta la finestrella da cui si potevano vedere le spoglie dei santi decorata con figure di arcangeli e di Angilberto e Volvino incoronati da S.Ambrogio. I pannelli laterali raccontano le storie di S. Ambrogio.
Il pulpito Si tratta di un insieme di elementi ricomposti nel 1196 in seguito al crollo del precedente pulpito. Troviamo in basso un sarcofago paleocristiano circondato da colonnine che sorreggono un pulpito. I marmi e i materiali che lo compongono hanno provenienze diverse, esotiche o dalla precedente basilica come l’aquila e la figura d’uomo in trono in rame sbalzato.
Il ciborio L’originale ciborio della basilica paleocristiana subì nel corso dei secoli alcuni rifacimenti. Le colonne sono di origine antica probabilmente precedenti al IV sec. I capitelli in marmo e le basi in granito risalgono alla ristrutturazione dell’abside. Sulle quattro colonne di porfido si ergono altrettanti frontoni triangolari che recano una decorazione in stucco databili al periodo ottoniano (972).Sul lato verso la navata vediamo Cristo in trono che consegna un libro e le chiavi a Paolo e Pietro. Verso il coro troviamo S.Ambrogio sormontato da una figura che discende dal cielo mentre Gervasio e Protasio gli presentano un diacono e un vescovo, quest’ultimo con in mano un modello del ciborio. Verso la navata minore sinistra Maria, velata con una corona in mano prega. Sull’altro lato due figure di imperatori si prostrano davanti a un vescovo simbolo della chiesa ambrosiana.
L’edificio romanico Lasciato intatto l’impianto della pianta basilicale a tre navate e le ristrutturazioni altomedioevali,, verso il 1080, ha inizio la ricostruzione romanica della basilica proseguita con l’edificazione del campanile dei canonici, l’innalzamento della nuova facciata e la creazione del quadriportico. All’interno l’elemento che definisce lo spazio è il modulo quadrato della campata, coperta da volta a crociera costolonata e retta agli spigoli da quattro pilastri a fascio. La navata centrale è articolata in quattro campate e le navatelle in otto campate minori sulle quali troviamo i matronei (spazi riservati alle donne).
L’interno Il ritmo della suddivisione strutturale interna è sottolineato dai pilastri a fascio maggiori collocati nei punti di ricaduta dei costoloni che sostengono le volte delle campate centrali e dai pilastri a fascio minore in rapporto con le campate delle navatelle. La luce proveniente dalle monofore dell’abside, dalla facciata e dalla cupola è quasi assente nelle navatelle e nei matronei ma fa risaltare le qualità monumentali della navata centrale
Il Quadriportico All’edificio si lega il quadriportico antistante, luogo dove si raccoglievano i catecumeni (coloro che non avevano ancora ricevuto il battesimo). Un cortile centrale rettangolare è circondato da un portico perimetrale articolato in campate identiche a quelle delle navatelle interne. Ispirato a quelli di epoca paleocristiana, il quadriportico di Sant’Ambrogio, venne utilizzato anche per assemblee cittadine del nuovo comune di Milano.
La facciata La facciata collega il quadriportico alla chiesa. Ha il caratteristico profilo a capanna, ed è forata nella parte superiore da un loggiato composto da cinque arcate, che degradano in altezza e assicurano la massima luce alle finestre retrostanti. Archetti ciechi pensili delimitano lo spiovente della facciata e del quadriportico. I tre archi nella parte inferiore servono da lato di fondo del portico e legano le varie parti del complesso. Sia l’esterno che l’interno della chiesa sono realizzati in mattoni rossi per le superfici e grigio ceppo dell’Adda per gli elementi strutturali. La monumentalità della facciata ricorda l’impianto dell’arco trionfale romano e sottolinea il valore simbolico dell’ingresso della chiesa.
La decorazione scultorea Le decorazioni scultoree sono distribuite sia nel quadriportico, sia all’interno della basilica sugli elementi strutturali (portali, capitelli archivolti, cornici), contribuiscono al gioco chiaroscurale ma anche a sottolineare il valore simbolico dello spazio della chiesa come luogo di salvezza in cui il Bene e il Male si scontrano: i temi affrontati infatti sono oltre ai motivi a fogliami d’imitazione classica e intrecci nastriformi, animali in disposizione di lotta.
La porta lignea La porta attuale è frutto del restauro operato nel 1750, con cui si rilavorarono sei pannelli istoriati e se ne aggiunsero quattro nuovi. Tutte le teste rovinate furono sostituite e per coprire mutilazioni, inferte dalla pietà popolare,le figure vennero riscolpite con un braccio piegato dietro la schiena. Nel museo della basilica è presente un gruppo di disegni che rappresenta la porta prima dei rifacimenti. Il tema iniziale doveva essere tratto da scene di vita di Davide e leggende ebraiche. Creando un parallelo tra la vita di Sant’Ambrogio e l’eroe biblico si celebrano l’autonomia dell’eletto rispetto al potere politico. In un pannello Davide scaccia dall’animo del sovrano il serpente con un canto: Sant’Ambrogio introdusse nella sua Chiesa la lirica degli inni.
Bibliografia Itinerari archeologici E.Arslan. Club del libro Fratelli Melita I luoghi dell’arte, storia opere percorsi. Bora, Fiaccadori, Negri, Nova. Electa Mondadori La basilica di Sant’Ambrogio: il tempio ininterrotto volume secondo C. Bertelli.Vita e pensiero: Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. gli elementi strutturali della navata centrale luce proveniente dalle monofore dalla facciata e dalla cupola fa risaltare gli elementi navata centrale