Diritto all’acqua.

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Transcript della presentazione:

Diritto all’acqua

Il diritto all'acqua risulta quale estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esso riflette l'imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana.

A causa della crescita delle attività umane, la disponibilità di acqua potabile per persona sta diminuendo. All’inizio del terzo millennio si calcolava che: il 40% della popolazione mondiale non potesse permettersi il lusso dell'acqua dolce per una minima igiene un miliardo di persone non avesse accesso all’acqua potabile oltre 2 milioni e duecentomila persone sono morte nel 2000 per malattie legate alla scarsità di acqua pulita un bambino ogni 15 secondi moriva a causa di malattie dovute alla scarsità di acqua pulita trentamila persone morte ogni giorno per cause riconducibili alla mancanza d'acqua pulita

Il World Water Development Report (che è una periodica revisione globale che da un quadro dello stato del mondo riguardo le risorse di acqua dolce, e che mira a dare consigli e prendere decisioni per un uso sostenibile delle nostre acque) indica che nei prossimi vent'anni la quantità d'acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30%

Nel 1998 il "Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua" si è riunito a Lisbona e ha proclamato il Manifesto dell'acqua che si conclude con l'affermazione: "L’acqua è patrimonio dell’umanità."

Nel 2006 il Forum mondiale dell'acqua, afferma che "l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana“ e stabilisce il livello minimo di 20 litri di acqua al giorno come diritto non commerciabile.

Nel 2025 la Terra ospiterà circa 8 miliardi di persone Nel 2025 la Terra ospiterà circa 8 miliardi di persone. Avranno bisogno di molta acqua, almeno il 20 per cento in più rispetto al consumo attuale, soprattutto per soddisfare la richiesta di cibo L'acqua è abbondante sul pianeta, ma già oggi con 6,5 miliardi di uomini, soprattutto là dove vi è la maggiore concentrazione di popolazione, inizia a scarseggiare

Alcune stime indicano che nei prossimi anni l'acqua avrà un giro d'affari del valore di centinaia di miliardi di euro. Questa tendenza è legata soprattutto alla privatizzazione della distribuzione dell'acqua che, in particolare in Europa, sta diventando normalità e questo può portare a trasformare un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti, in un prodotto che potrebbe diventare un importante elemento di trattative economiche del futuro molto vicino. Se le guerre del ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del ventunesimo avranno come oggetto del contendere l’acqua

Sempre di più dunque, l'acqua assumerà un valore politico ben superiore a quello del petrolio (petrolizzazione). Molte nazioni già oggi condividono fiumi e laghi, spesso sul confine di Stato, che sono le uniche risorse per il loro approvvigionamento idrico. Molti trattati sono stati firmati negli ultimi anni per il giusto uso di queste acque, ma molte sono ancora le situazioni aperte: Israele e Libano si scontrano per il controllo delle acque della sorgente del Giordano. Turchia, Iraq e Siria combattono per i bacini del Tigre e dell'Eufrate. Etiopia, Sudan ed Egitto sono in guerra per il controllo del Nilo.

Guerra Israelo-Libanese Israele ha sempre avuto problemi di natura idrica. Oggi, nel 2006, convive con una crescente carenza idrica ed un rapido decremento delle scorte di acqua sorgente. A causa dell’enorme quantità di acqua utilizzata dalla popolazione residente nelle zone circostanti, il fiume Giordano potrebbe prosciugarsi entro i prossimi due anni. Attualmente Israele occupa il sud del Libano: parte del Litani, affluente del Giordano, è situata proprio in questa regione. Quasi la metà dell’acqua attualmente utilizzata in Israele è acquistata, incanalata o anche depredata dai suoi vicini. Apparentemente Israele è tentata dall’attraversare i propri confini ed avere accesso alla tanto ambita acqua.. ciò diventa comprensibile nel momento in cui la fornitura di acqua allo stato di Israele viene dipinta come la sua “fragile e vulnerabile sorgente di vita”

Le sorgenti d’acqua di un certo rilevo in Israele sono attualmente esaurite, e l’unica restante è appunto il Litani che, per essere sfruttato, dovrebbe essere in completo possesso di Israele, il che potrebbe verificarsi solo attraverso la sua conquista. D’altra parte la sola altra fonte alternativa di acqua sarebbe quella ottenuta dal processo di riciclaggio. Se avesse un accesso costante al Litani attraverso un'occupazione permanente e continuata del Libano del sud, Israele potrebbe incrementare la sua fornitura annuale di acqua fino a 800 MMC (approssimativamente il 40% del consumo annuale del 1993 Un ulteriore motivo per cui Israele vuole il Litani è costituito dal fatto che, specialmente lungo la costa israeliana, le falde acquifere sono sovra-sfruttate e le loro acque stanno assumendo sempre più un sapore salmastro

Guerra per il Tigri e l’Eufrate Dopo la costruzione della diga di Tabqa in territorio siriano, il corso dell'Eufrate arrivava in Iraq con una portata d'acqua di 197 metri cubi al secondo, invece dei normali 920. Il governo di Baghdad aveva considerato "intollerabile" questa riduzione che metteva in pericolo non solo la sua agricoltura, ma lo stesso approvvigionamento idrico della capitale e delle principali città. Ci sono volute innumerevoli riunioni dei governi di Ankara, di Damasco e di Baghdad per giungere al compromesso del 1987: stabiliva che il flusso del fiume in territorio iracheno dovesse essere di 500 metri cubi al secondo. Anni dopo L'Iraq sostenne che 500 metri cubi al secondo non fossero più sufficienti. E chiese che l'Eufrate arrivasse in territorio iracheno con una portata di almeno 700 metri cubi.

Proprio quell'accordo mise in luce che Siria e Iraq potevano essere sottoposte al ricatto dell'acqua da parte della Turchia per qualsiasi ragione: politica, strategica, economica. Lo si vide nel '90, quando Ankara decise di mettere in azione le chiuse della grande diga Atatürk, sull'Eufrate, per 30 giorni, al fine di creare un lago di invaso: Siria e Iraq vennero privati dell'acqua del grande fiume.

Dopo circa vent'anni, Turchia, Siria e Iraq sono tornati a dialogare attorno un tavolo comune per la ripartizione dello sfruttamento idrico del Tigri e dell'Eufrate, a pochi giorni dalla diffusione di un allarmante rapporto dell'Onu secondo il quale entro il 2030 “centinaia di milioni di persone rimarranno senza acqua”. I tre rappresentanti hanno firmato un protocollo d'intesa per ripristinare le commissioni tecniche ministeriali incaricate di ridefinire la spartizione delle acque del Tigri e dell'Eufrate e dei loro affluenti.

Guerra del Nilo Il Nilo, il fiume sacro che rese possibile lo sviluppo della civiltà faraonica, è la vena giugulare dell'economia e dell'agricoltura egiziane, l'indispensabile sorgente di vita per milioni di contadini, l'insostituibile fonte di energia per le industrie del paese: dai deserti della Nubia alle coste del Mediterraneo.

Ma l'Egitto non è solo ad abbeverarsi al grande bacino idrico Ma l'Egitto non è solo ad abbeverarsi al grande bacino idrico. Duecentocinquanta milioni di africani in dieci nazioni affacciate sul Nilo Bianco e sul Nilo Azzurro si contendono il prezioso liquido. Sudan ed Etiopia, in particolare, contestano l'attuale sistema di quote, fissato da un trattato del 1959, giudicato iniquo e superato. E premono sul Cairo per una radicale revisione degli accordi. La guerra dell'acqua ha avvelenato per decenni la politica della regione. Negli anni Settanta e Ottanta i tre paesi si sono aspramente combattuti per interposto esercito.

Finora l'Egitto ha avuto accesso libero, e di fatto illimitato, alle risorse idriche del Nilo. Non sarà sempre così. L'Etiopia ha pianificato l'irrigazione di 3 milioni di ettari di terreni agricoli e questo porterà ad un abbassamento della portata del Nilo che avrà serie conseguenze sull'economia egiziana, che dipende dalla capacità di produzione di energia idroelettrica proveniente dall’uso della diga di Assuan. Per trovare un accordo i paesi africani che condividono le acque del Nilo hanno deciso di istituire una commissione per la sua gestione. La commissione, che inizierà a lavorare tra pochi mesi, dovrà regolare l’utilizzo dell’immenso corso d’acqua in comune tra dieci Stati: Egitto e Sudan da un parte, ed Etiopia, Eritrea, Repubblica democratica del Congo, Rwanda, Burundi, Uganda, Tanzania e Kenya dall’altra. Il nuovo organismo servirà nel caso in cui uno di questi paesi decida di realizzare un importante progetto sul Nilo. Esso informerà gli altri e, se qualcuno avrà da ridire, potrà sollevare il problema davanti alla commissione per risolvere la questione in modo pacifico.

Abbiamo parlato del mondo...... Ma com'è la situazione in Italia???

Come nel mondo, anche in Italia, il problema dell'acqua è una realtà molto attuale. Molto si è detto sulle perdite della nostra rete di distribuzione, che raggiungono il 40% dell'acqua immessa. Infatti 5000 litri l’anno vengono sprecati con un rubinetto che perde una goccia al secondo

Tuttavia il vero problema, anche per il nostro Paese, è l'uso non corretto che se ne fa per l'agricoltura. Oggi si irrigano 5 milioni di ettari di terreno, con i quali si potrebbero sfamare oltre 150 milioni di persone. Ma poi a causa della scarsa redditività alcuni prodotti si buttano e con essi tutta l'acqua utilizzata per produrli.

Inoltre l'Italia è tra le maggiori consumatrici di acqua in bottiglia nel mondo. Negli ultimi anni gli Italiani hanno preferito l'acqua minerale a quella del rubinetto anche a scapito del portafoglio.

L'acqua minerale costa in media 0,70€ ( da un massimo di 1,00€ ad un minimo di 0,20€ ), 3000 volte in più dell'acqua del rubinetto ( 0,0004€ / 0,0008€ )‏

QUALI RIMEDI POSSIAMO ATTUARE?....

Incentivare nuovi sistemi di irrigazione, come quello "goccia a goccia", dove anziché far scorrere l'acqua la si fornisce in quantità precise alle singole piante. Il sistema, oltre a limitare l'uso di acqua impedisce che si lavi il terreno dalle sostanze nutritive e i raccolti potrebbero aumentare anche del 50% Riciclo dell'acqua potabile per usi agricoli Applicare il riduttore di flusso a rubinetti e doccia Verificare le guarnizioni e il funzionamento del galleggiante del water e scegliere le cassette dell'acqua con lo scarico diffeenziato

Fare la doccia anzichè il bagno comporta un risparmio d'acqua pari al 75% Radendosi, lavandosi i denti o insaponandosi il viso la mattina non lasciare il rubinetto aperto Gli elettrodomestici di classe A+ sono più attenti ai consumi, usateli sempre a pieno carico Lavando l'automobile a getto continuo si usano circa 500 litri d'acqua. Usando invece secchio e spugna se ne consumano molto meno

L'acqua non è infinita... e solo una questione di tempo............. NON SPRECHIAMOLA!