Cyberbullismo o bullismo nell’era tecnoliquida postmoderna

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Inquadramento del fenomeno e legislazione
Transcript della presentazione:

Cyberbullismo o bullismo nell’era tecnoliquida postmoderna La tecnologia sta cambiando il mondo sempre più rapidamente, con un impatto innegabile sulla vita di tutti. I più giovani, in particolare, crescono in un mondo che offre loro continui stimoli digitali, attraverso l’accesso ai social network, ai giochi, alla musica, a video di ogni tipo. Attraverso gli strumenti tecnologici i giovani comunicano e, spesso, conoscono nuove persone, acquisiscono informazioni e vanno alla scoperta del mondo, addentrandosi, a volte, anche nella sfera più intima, quella affettiva e sessuale. Sono bisogni universali e che esistono a prescindere dalle tecnologie. Per gli adulti può essere difficile comprendere le implicazioni quotidiane, ma per i ragazzi le interconnessioni tra vita e tecnologia sono la normalità. Nonostante ciò, alcuni rischi che fanno parte del mondo digitale possono non essere percepiti come tali ed è dunque compito degli adulti, inclusi gli insegnanti, affrontarli con l’obiettivo di prevenirli. Dott. Michela Pensavalli Psicologa – Psicoterapeuta Professore invitato presso l’Ateneo Regina Apostolorum di Roma

Le storie di….

Storia di Amanda Amanda Todd, 15 anni, canadese di Vancouver, figlia di Norm e Carol, «visetto carino, sguardo vispo e una vita connessa in Rete come la maggior parte degli adolescenti di oggi». Mercoledì 10 ottobre 2012 s’è ammazzata mandando giù un flacone intero di candeggina. Da tre anni, per via di un cyberbullo, la sua vita era diventata un inferno

Tutto comincia quando, a 12 anni, Amanda conosce in chat un uomo che la convince a farsi fotografare a seno nudo e poi Amanda, diventata lo zimbello della scuola, cade in depressione, inizia a bere, a drogarsi, ecc In tre anni Amanda tenta d’ammazzarsi tre volte. La prima, sempre con la candeggina, dopo la scenata a scuola. Ta i commenti su facebook «Doveva usare un solvente differente»; «Spero che la prossima volta muoia davvero e non sia così stupida». Tutto comincia quando, a 12 anni, Amanda conosce in chat un uomo che la convince a farsi fotografare a seno nudo e poi, siccome la ragazzina si rifiuta di esibirsi in uno spettacolino hard, minaccia di diffondere l’immagine su tutto il web. Per oltre un anno non avviene nulla, lei quasi si dimentica dell’episodio. Poi, improvvisamente, il misterioso individuo si fa vivo creando una pagina su Facebook dove la foto del profilo è proprio quella dei suoi seni. Lei lo viene a sapere dai compagni di classe della scuola Alternate Basic Education di Coquitlam, che frequenta nei pressi di Vancouver, perché ogni suo amico è stato avvertito via Internet dal misterioso individuo, che sembra conoscere tutto di Amanda: l’indirizzo di casa, i nomi dei genitori, gli orari in cui va e torna da scuola. La foto del suo seno è ovunque, la perseguita e a scuola compagni di classe e coetanei iniziano a disprezzarla, offenderla. Quando entra in classe le compagne reagiscono simulando conati di vomito. C’è chi la spinge, chi la insulta. Amanda, diventata lo zimbello della scuola, cade in depressione, inizia a bere, a drogarsi, ecc. I suoi cambiano città e la iscrivono in una nuova scuola ma la ragazzina conosce online un altro uomo, più grande di lei, che la corteggia pur essendo fidanzato. La compagna del fedifrago, scoperta la tresca, un giorno aspetta Amanda fuori dalla scuola e davanti a una cinquantina di adolescenti che la incitano ad andarci giù pesante, a dare una lezione a quella ragazzina, la riempie di parolacce calci e pugni lasciandola a terra, piena di lividi, tra i singhiozzi. In tre anni Amanda tenta d’ammazzarsi tre volte. La prima, sempre con la candeggina, dopo la scenata a scuola. L’autoambulanza arriva in tempo, in ospedale la salvano con una lavanda gastrica ma non fa a tempo a tornare a casa che su Facebook l’anonimo torna a farsi vivo linkando sulla sua pagina la foto del detersivo. Le immagini che la perseguitano sono diventate due e Amanda non può far nulla per distruggerle. Fra i commenti su Facebook: «Doveva usare un solvente differente»; «Spero che la prossima volta muoia davvero e non sia così stupida».

Si sente sola e abbandonata Venerdì 7 settembre Amanda, posta su Youtube un video di dieci minuti in bianco e nero (titolo: My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm) nel quale racconta le violenze subite Si sente sola e abbandonata Venerdì 7 settembre Amanda, posta su Youtube un video di dieci minuti in bianco e nero (titolo: My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm) nel quale racconta le violenze subite con 74 foglietti di carta che mostra a uno a uno, come diapositive, davanti a una webcam. A pennarello ha scritto di aver già provato ad uccidersi perché si sente sola e abbandonata («Piangevo ogni notte, ho perso ogni amico e ogni tipo di rispetto»; «Non ho nessuno. Ho bisogno di qualcuno»; «Ogni giorno penso: perché sono ancora qua?») ma spiega anche di non voler richiamare l’attenzione, solo di voler essere un esempio per altre ragazze e di cercare la forza per superare quel brutto momento

Negli ultimi fotogrammi del video, sulle sue braccia si vedono dei tagli. La madre di Amanda ha chiesto a YouTube di non togliere il video dal web affinché diventi «uno strumento per combattere il “cyber-bullismo”» che, secondo il Canadian Medical Association Journal, è la seconda causa di morte tra i canadesi fra i 10 e i 19 anni. Negli ultimi fotogrammi del video, sulle sue braccia si vedono dei tagli. Non si sa se provocati da altri o da lei stessa, segni arrivati fino alla pelle dall’anima irreparabilmente danneggiata di un’adolescente. Le ferite di Amanda non si chiuderanno più, la sua storia diventerà una cicatrice come altre simili che vedono l’innocenza scontrarsi con la violenza. E quello scorrere di note, cartelli che raccontano il tormento della ragazza dall’inizio alla fine, sono ora il più potente viatico possibile contro l’alienazione umana, presente e agghiacciante anche nella cosiddetta epoca “social”».

Storia di Holly Grogan Marzo 2010- Holly Grogan (15) si è gettata da un ponte, tornando da scuola. Era caduta in depressione da settimane, e non è stato un gesto improvviso. A casa, indirizzata ai suoi genitori, aveva lasciato una lettera di addio. Sui suoi quindici anni pesavano come macigni le continue angherie sofferte nelle reti sociali. Troppo per lei.

definizione Bullismo elettronico (cyberbullying): atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui attraverso varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può difendersi (Smith et al., 2008). Il bullo può agire, ad esempio, pubblicando foto, video o informazioni private della vittima, spargendo maldicenze attraverso sms/mms con il cellulare o con la posta elettronica, oppure mettendo in atto minacce ripetute (dirette alla vittima) tramite il cellulare o gli strumenti elettronici. 8

DISIMPEGNO MORALE (Bandura, 2002) È strettamente connesso alle emozioni morali: la colpa e la vergogna Nel BULLISMO legittima la condotta aggressiva del bullo Fra i meccanismi del disimpegno morale, quello più utilizzato dal bullo è la DEUMANIZZAZIONE ( Menesini, Fonzi, Vannucci, 1997). Consiste nell’ attribuire alle vittime un’assenza di sentimenti umani che frena il nascere e lo svilupparsi del senso di colpa di fronte alla loro sofferenza Nel CYBERBULLISMO L’assenza di un contatto reale tra il bullo e la vittima (lake face to face contact, Scheiner) potrebbe facilitare la deumanizzazione

bullismo vs. cyberbullismo Attori definiti:”bullo”, “gregari”, “vittima”, “osservatori”. Sono coinvolte persone della scuola o compagnia, solitamente conosciute. La conoscenza degli episodi di bullismo circolano all'interno di un territorio ristretto (classe, scuola, compagnia, gruppo sportivo). Qualunque persona (anche con basso potere sociale: “vittime”). Possono essere coinvolte persone di tutto il mondo anche non conosciute. Il materiale può essere diffuso in tutto il mondo.

bullismo vs. cyberbullismo Le azioni del fenomeno bullismo possono accadere in tempi definiti: pausa ricreazione, tragitto casa-scuola, cambio negli spogliatoii, etc. Contenimento del livello di disibinizione del “bullo”, che dipende dalla dinamica di gruppo. Bisogno del bullo di rendersi “visibile” Può vedere gli effetti sulla “vittima”. Il bullo si nasconde dietro una “maschera”. I materiali circolano in qualunque orario: possono permanere sui siti a lungo. Alto livello di disibinizione del “bullo” (si fanno cose che nella vita reale sarebbero più contenute). Il potere del bulllo è accresciuto dall'invisibilità Non vede gli effetti. Creazione di una personalità virtuale del bullo

RIPETITIVITA’ O REITERAZIONE DELL’AGGRESSIONE Un solo episodio, divulgato a migliaia di astanti, ad esempio la pubblicazione di un video su YouTube, può arrecare un potenziale danno alla vittima anche senza la sua ripetizione nel tempo; il video è sempre disponibile, può essere visto da migliaia di persone in tempi diversi. Lo stesso contenuto offensivo divulgato da un bullo può essere diffuso a cascata tra i riceventi, eventualmente anche non implicati nella relazione bullo-vittima. Non è quindi necessario, che l’atto offensivo venga ripetuto dallo stesso aggressore nel tempo. una vasta platea di spettatori potrà comunque amplificare l’effetto dell’aggressione, con risultati devastanti per la vittima (vedi incidenza di suicidi). 12

Poli-vittimizzazione: Concetto usato per definire adolescenti che riportano di aver subito più tipi di vittimizzazione (abuso sessuale, abuso fisico, bullismo, violenza domestica) (Finkelhor, Ormrod, e Turner, 2007). Generalmente chi riporta di aver subito aggressioni online ha subito almeno un tipo di violenza offline (Mitchell et al. 2008). La violenza subita online può quindi aggiungersi ad un insieme di esperienze traumatiche e aggravare in maniera esponenziale il rischio al benessere psicologico dei ragazzi. La loro grande vulnerabilità è un dato estremamente importante di cui si deve tener conto quando si progettano interventi di aiuto (Mitchell et al., ibid). 13

Trasposizione di ruoli ? C’è una trasposizione tra ruoli tra bullismo tradizionale e bullismo elettronico? Lo studio di Ybarra e Mitchell (2004) segnala che chi è stato vittima di bullismo offline può diventare aggressore on-line, invertendo il ruolo nei due contesti, forse spinto dall’anonimato e dal desiderio di vendetta. Un’inversione di ruoli, ma nella direzione opposta, viene riportata anche da Raskauskas e Stoltz (2008). Le vittime di bullismo elettronico sono, con maggiore probabilità, bulli nel contesto tradizionale. 14

Quanto è diffuso? E’ un fenomeno molto recente non è facile da quantificare. Negli Stati Uniti un’indagine condotta su oltre 1400 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, sottolinea come il 41% dei ragazzi siano stati vittima di cyberbullismo almeno una volta nell’ultimo anno. Le forme più frequenti, secondo il campione intervistato, sono gli insulti (66%) e violazione della privacy entrando nelle pagine personali del web (33%).

In Italia i dati sono ancora limitati: secondo il decimo Rapporto nazionale sull’infanzia e l’adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes (www.azzurro.it/index.php?id=225), il 3,2% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di avere inviato o diffuso messaggi offensivi o minacciosi attraverso supporti tecnologici, il 4% ha utilizzato Internet o il telefonino cellulare per diffondere informazioni false sul conto di un compagno, il 7,5% ha intenzionalmente escluso qualcuno da gruppi online.

Tipologie di cyberbullismo Molestie - Harrassment :messaggi e pubblicazioni offensive o volgari, ripetuti nel tempo; spyware – controllare i movimenti on line della vittima -; telefonate mute. Cyberstalking: può nascere quando la molestia è particolarmente insistente e diretta verso coetanei con cui si ha un rapporto conflittuale o con cui si è interrotta una relazione affettiva. Denigrazione - Denigration: azione singola volta a denigrare l'altro (una foto deformata, immagini porno) che può produre effetti indefiniti e a cascata. Fingersi un altro – Impersonation: il bullo, riuscito ad accedere alla password della vittima, invia messaggi ad altre persone o pubblica dati, “spacciandosi” per quella persona, al fine di cambiare o distruggere l'immagine della stessa.

Tipologie di cyberbullismo Manipolazione delle informazioni – Outing: “il bullo” conosce segreti e possiede immagini della “vittima” (prima amica) che diffonde a sua insaputa o contro la sua volontà. Può costringere la “vittima” a pubblicare informazioni e/o immagini di altre persone. Escludere (“bannare”) - Exclution: cancellare/estromettere da una chat, gruppo on line di gioco, lista di amici, una persona. Filmare – Cyberbrashing: videoriprendere un atto di bullismo e publicarlo su internet, chiedendo pareri e di votarlo. Flaming – da fiamma: invio on line di messaggi violenti e volgari Rivelazione : pubblicazione di informazioni o immagini imbarazzanti su qualcuno Cyberpersecuzione: molestie e minacce ripetute per incutere timore o paura

“Direttiva sul cyberbullismo” 2007 - Ministero Pubblica Istruzione dispone che sia trattato con estrema severità l’uso dei telefonini da parte di studenti (ma anche insegnanti) durante l’orario di lezione; propone la redazione di un regolamento interno alla scuola per disciplinare l’utilizzo delle risorse informatiche; introduce il cosiddetto “patto di corresponsabilità” scuola-famiglia.

Rendere operative le indicazioni del ministro Fioroni (marzo 2007), in particolare : l’utente, che deve comunicare nome e password fornitigli dal professore, è costretto così ad identificarsi. utilizzo di credenziali di autenticazione: sottoscrizione all’atto di iscrizione in cui i genitori si impegnano a rispondere dell’operato dei propri figli patto di corresponsabilità fra scuola e famiglia: (canale diretto scuola-famiglie) iniziative rivolte agli studenti per incrementare le abilità per un utilizzo critico degli strumenti di comunicazione di massa e di intrattenimento mezzi di comunicazione e reti informatiche accordo con le principali emittenti televisive e case cinematografiche per un’analisi della programmazione allo scopo di contenere la violenza in TV violenza in TV

LE CAUSE IL BULLISMO E’ UN FENOMENO MULTIFATTORIALE, ALCUNE DELLE POSSIBILI CAUSE SONO : FAMIGLIA stili educativi permissivi autoritari iperprotettivi autorevoli SCUOLA : valorizza principalmente le competenze cognitive, meno quelle emotive-relazionali DIFFUSIONE DELLE NUOVE TECONOLOGIE

LO STRUMENTO E’ anonimo Il reattivo utilizzato è il “Questionario sul Cyberbullismo” (Smith et coll. tradotto ed adattato da Petrone L., Sonnino R.): E’ anonimo Rileva 4 variabili (sesso, età, classe, nazionalità) E’ costituito da 88 item divisi in sette sezioni: sms, immagini o video-clips, telefonate, e-mail, chat-rooms, instant messaging, siti web I primi due item mirano ad una rilevazione quantitativa del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo a scuola negli ultimi due mesi

CAUSE BULLISMO CYBERBULLISMO multifattorialità delle variabili che incidono in maniera diversa a seconda dei contesti e dei soggetti in essi implicati CAUSE BULLISMO facilità di accesso ai mezzi tecnologici competenza nell’uso delle nuove tecnologie esplosione di portali che pubblicizzano senza filtri preventivi analfabetismo informatico dei genitori scarsa sorveglianza dei genitori CYBERBULLISMO C’è difatti poca consapevolezza sulla gravità della cosa e viene talvolta sottovalutata la responsabilità giuridica nei confronti dei minori: la rete è ritenuta spesso un mondo a sé avente scarsa interazione con quello reale.

Come si attacca la vittima? Diverse sono le modalità che i ragazzi raccontano di poter mettere in atto una volta individuata la vittima: si rubano e-mail, profili, o messaggi privati per poi renderli pubblici (48%), si inviano sms/mms/e-mail aggressivi e minacciosi ( 52%, lo fanno soprattutto le femmine preadolescenti, la cui percentuale raggiunge il 61%), vengono appositamente creati gruppi “contro” su un social network per prendere di mira qualcuno (57%), o ancora vengono diffuse foto e immagini denigratorie o intime senza il consenso della vittima (59%, con picchi del 68% nel nord est), o notizie false sull’interessato via sms/mms/mail (58%). La modalità d’attacco preferita dai giovani cyberbulli è la persecuzione della vittima attraverso il suo profilo su un social network (61%).

Come sono percepiti “vittima” e carnefice” dai loro coetanei? In larghissima maggioranza, i ragazzi esprimono “solidarietà” alla persona perseguitata e secondo l’88% il malcapitato non se lo meritava veramente. Gli “innocentisti” hanno chiaro il quadro della classica dinamica di branco (per il 70% degli intervistati, uno comincia e gli altri gli vanno dietro), così come della fragilità del persecutore (per il 58% attaccare fa sentire più forti, il 42% afferma che chi attacca ha problemi suoi , il 41% asserisce che attaccare aiuta a mantenere la leadership – vera o supposta – mentre infine per il 38% chi attacca lo fa soprattutto per attirare l’attenzione). Percentuali residue affermano che si diventa branco per fare una cosa diversa (18%, soprattutto maschi tra i 15 e 17 anni per i quali si arriva al 23%), o perché lo fanno tutti (18%, ma anche qui sono i maschi, stavolta preadolescenti, a toccare quota 22%), o ancora perché è divertente (17%).

Secondo i ragazzi, la connettività aggrava il fenomeno del bullismo? Per la maggior parte dei ragazzi (pari all’83%), gli episodi di bullismo “virtuali” sono molto più dolorosi di quelli reali per chi li subisce perché non ci sarebbero limiti a quello che si può dire e fare (73%), potrebbe avvenire continuamente e in ogni ora del giorno e della notte (57%) o non finire mai (55%). Per il 50% dei ragazzi la rete rende anonimi e quindi apparentemente non perseguibili e consente di falsare i protagonisti. La pericolosità del web inoltre deriva dal fatto che chiunque può avere accesso (32%), e i contenuti o le affermazioni fatte da altri sono più facilmente strumentalizzabili (34%).

Quali le conseguenze delle azioni di cyber bullismo?? rifiuta di andare a scuola o fare sport, ma soprattutto è la dimensione della socialità a risentirne: il 65% afferma che le vittime non vogliono più uscire o vedere gli amici (con picchi de 70% al centro e tra le femmine dai 12 ai 14 anni), il 45% che si chiudono e non si confidano più (anche qui, per le femmine la percentuale sale al 47%). Anche effetti più gravi, che incidono sullo stato di prostrazione psicologica della vittima, sembrano essere ben percepiti dai ragazzi: secondo il 57% degli intervistati le vittime di cyber bullismo vanno in depressione, il 44% ha la percezione che potrebbero decidere di farsi del male o anche peggio (le percentuali diventano rispettivamente del 63 e del 50% secondo le femmine dai 15 ai 17 anni). Sono stati testimoni di atti di cyber bullismo da parte di coetanei almeno 4 ragazzi intervistati su 10, ed il 5% ne parla addirittura come di una esperienza regolare e consueta.

Conseguenze del cyberbullismo? Le conseguenze del cyberbullismo si manifestano nella vita reale delle vittime. Si manifestano in modo psichico cioè, con cambi di umore improvvisi, disturbi emotivi, problemi di salute fisica, dolori addominali e disturbi del sonno, nervosismo, ansia, si chiudono in se stesse e non comunicano con il resto del mondo. Cadono in una specie di depressione e la loro autostima e sicurezza si cala. Nei casi più disperati decidono pure di togliersi la vita. Secondo gli studi più recenti, i danni su cyberbulli e cybervittime sono comunque simili rispetto a quelli di bulli e vittime tradizionali. Le vittime, ad esempio, molto frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei casi più gravi anche pensieri di suicidio. Alcune ricerche hanno dimostrato che, secondo bambini e adolescenti, offese e minacce attuate attraverso e-mail o messaggini telefonici hanno un impatto minore rispetto al bullismo tradizionale. Al contrario le forme di cyberbullismo messe in atto con telefonate hanno effetti simili a quelli del bullismo tradizionale, mentre il diffondere foto o video che danneggiano o umiliano la vittima ha un impatto molto elevato. Anche per il cyberbullismo, così come avviene nei casi di bullismo, bambini e adolescenti difficilmente parlano con gli adulti o con gli amici degli episodi di cui sono vittime.

Internet come un luogo del nostro mondo “La gente mi guarda, mi sembra che rida di me…e se è successo qualcosa su facebook, se hanno scritto qualcosa su di me?”

Per quali motivi agisce il cyberbullo? Il cyberbullo in genere compie azioni di prepotenza per ottenere popolarità all’interno di un gruppo, per divertimento o semplicemente per noia. Per il cyberbullismo, in particolare, sono stati definiti alcuni comportamenti specifici che possono scatenare il fenomeno: un utilizzo eccessivo di Internet un accesso alla rete senza controllo da parte degli adulti partecipazione a gruppi online può offendere: utilizzo di webcam e social network utilizzo molto frequente di videogiochi violenti un utilizzo eccessivo di Internet: in particolare la vittima, utilizza il Web più frequentemente rispetto ai coetanei; un accesso alla rete senza controllo da parte degli adulti: sia il bullo che la vittima navigano su Internet senza un controllo da parte dei genitori o di qualche adulto. partecipazione a gruppi online particolari, e diffusi tra i giovanissimi, nei quali ci sono anche incitazioni esplicite alla violenza; può offendere: insultare utilizzando messaggi elettronici con linguaggio volgare; utilizzo di webcam e social network che possono favorire la diffusione di immagini o informazioni personali; utilizzo molto frequente di videogiochi violenti che rafforzano nel cyberbullo l’idea che minacce o insulti sul Web siano solo virtuali e quindi un gioco.

Informazione e Sensibilizzazione Interventi Informazione e Sensibilizzazione SCUOLA GENITORI INDIVIDUI

inoltre… COSA FARE? sensibilizzazione al linguaggio emotivo (che gli studi hanno trovato carente sia nei bulli che nelle vittime) sarebbe utile inserire nei curricoli ministeriali programmi di: miglioramento delle competenze nelle “social skills” percorsi mirati alla consapevolezza dei messaggi verbali e soprattutto non verbali che si trasmettono agli altri nella comunicazione quotidiana

STRATEGIE DI INTERVENTO NELLA SCUOLA GRUPPO-CLASSE Attività curricolari: stimoli letterari, Role-play, Problem-solving Principali obiettivi: - Sviluppare nei ragazzi una consapevolezza sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo; Potenziare le abilità sociali, in particolare la consapevolezza emotiva e l’empatia (Alfabetizzazione emozionale ); Promuovere il supporto tra pari (Modello dell’operatore amico, Menesini e Benelli, 1999). COOPERAZIONE TRA SCUOLA E FAMIGLIA Corsi di formazione per i genitori e per gli insegnanti

Prevenire il cyberbullismo per i professori Costruire una rete di operatori: individuare un referente e un team a supporto; collegarsi ai servizi del territorio: in particolare Forze dell'Ordine, Servizi di Mediazione dei conflitti, Centri antidiscriminazione e antiviolenza. Formare docenti, genitori e ragazzi sui rischi del cyberbullismo, sui temi della legalità e della gestione delle relazioni e dei conflitti. Regolamento scolastico che definisce chiare regole sull'utilizzo di telefononini a scuola. Somministrare questionari rivolti agli alunni per monitorare l'andamento dei comportamenti di cyberbullismo.

Gestire il cyberbullismo per i professori Conservare e segnalare (alle Forze dell'Ordine) i comportamenti cyberbullistici (video, messaggi offensivi, di cui si viene a conoscenza). Contattare il service provider: se il materiale postato viola i termini e le condizioni d’uso può essere rimosso. Confiscare il telefono che contiene il materiale offensivo e chiedere agli studenti (attraverso ascolti individuali) di indicare a chi e dove lo hanno spedito. Contattare la polizia se si ritiene che il materiale offensivo sia illegale (ad esempio, video pornografici). Cancellare il materiale offensivo dal telefonino, dopo avere provveduto a farne una copia.

Prevenire il cyberbullismo per i genitori Osservare il comportamento dei ragazzi dopo la navigazione in internet o l'uso del telefonino (stati ansiosi, depressivi, etc). Aiutarli a riflettere sul fatto che anche se non vedono la reazione delle persone a cui inviano messaggi o video, esse possono soffrire; Educarlo ad utilizzare il dialogo con te e con i compagni di classe quando nascono conflitti; Controllare e monitorare le amicizie e i siti frequentati dal figlio, condividendo con lui le motivazione di tale controllo.

Segnali ai quali i genitori dovrebbero fare attenzione si rifiuta di parlare di ciò che fa online; utilizza Internet fino a tarda notte; fa un uso eccessivo di Internet; ha un calo dei voti scolastici; è turbato dopo aver utilizzato Internet. Esistono dei segnali ai quali i genitori dovrebbero fare attenzione. Gli indicatori che il proprio figlio potrebbe essere coinvolto in episodi di cyberbullismo, come vittima o come bullo, possono essere riassunti così:

Interventi per i genitori: FARE: tenere il computer in una stanza della casa frequentata da tutti; controllare con regolarità che cosa faccia il proprio figlio, condividendo con lui anche le attività sul computer; cercare di parlargli per capire quale genere di attività online gli piacciono; cercare online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo Se i genitori temono che il proprio figlio sia vittima di cyberbullismo possono mettere in atto alcuni accorgimenti pratici

Interventi per i genitori: INSEGNARE: mai dare informazioni personali, come nome, indirizzo, numero di telefono, età, nome e località della scuola o nome degli amici a chi non si conosce personalmente o a chi si conosce sul web; non condividere le proprie password, neanche con gli amici; non accettare incontri di persona con qualcuno conosciuto online; mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto a un adulto; mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari online. È importante, inoltre, insegnare ai ragazzi alcune regole base per un uso sicuro di Internet:

non rispondere a e-mail o sms molesti e offensivi; Istruire a: non rispondere a e-mail o sms molesti e offensivi; non rispondere a chi insulta o prende in giro; non rispondere a chi offende nelle chat o esclude da una chat; salvare i messaggi offensivi che si ricevono (sms, mms, e-mail), prendendo nota del giorno e dell’ora in cui il messaggio è arrivato; cambiare il proprio nickname; cambiare il proprio numero di cellulare e comunicalo solo agli amici; utilizzare filtri per bloccare le e-mail moleste; non fornire mai dati personali (nome, cognome, indirizzo di residenza) a chi si conosce in chat o sul web; parlane immediatamente con un adulto (genitori o insegnanti); in caso di  minacce fisiche o sessuali, è possibile contattare anche la Polizia. Le dinamiche che provocano episodi di cyberbullismo sono le stesse del bullismo tradizionale. Per prevenirlo ci può quindi attenere agli gli stessi consigli: cercare di comprendere e migliorare i comportamenti e le relazioni tra i ragazzi. Tuttavia, il bullismo elettronico può essere più facile da bloccare. La Commissione europea, ad esempio, è riuscita a fare firmare a diciassette compagnie del web un accordo per introdurre dispositivi che rendano più sicura la partecipazione dei minorenni alle reti sociali online. Un'iniziativa necessaria sia per il numero crescente di utenti dei social network in Europa (41,7 milioni e 107,4 milioni stimati nel 2012) sia per l’alto numero di episodi di abuso che coinvolgono i minorenni. L'accordo prevede, in particolare, che le  compagnie attivino il tasto “segnalazione di abusi”: gli utenti possono quindi cliccare sul bottone per segnalare contatti o comportamenti inappropriati di altri utenti. Non solo: il documento assicura che i profili online e gli elenchi dei contatti di utenti di siti Internet registrati come minorenni siano automaticamente classificati come "privati" e garantisce che non sia possibile compiere ricerche sui loro profili (su siti Internet o con i motori di ricerca). Infine, impedisce di utilizzare i servizi a utenti che non abbiano l'età minima richiesta: se un sito di socializzazione in rete è destinato ad adolescenti con più di 13 anni, dovrebbe essere difficile registrarsi per chi ha meno di quell'età.

Regole per prevenire il cyberbullismo per gli studenti Chiedi il permesso alla persona interessata, prima di pubblicare un'immagine o video su un blog; Se ricevi materiale offensivo non pubblicarlo, conservalo e informa un adulto; Cambia la password periodicamente; Non dare amicizia on line a persone che non conosci realmente; Ogni volta che usi telefonini o navighi in internet lasci impronte che possono essere sempre rintracciate dalle Forze dell'Ordine;

Contattare il service provider (fornitore di servizi internet) SOCIAL NETWORKING SITES MySpace (è una comunità virtuale): è possibile segnalare un abuso da parte di un utente cliccando sul link “contatta MySpace” e accedere a http://www.myspace.com/index.cfm?fuseaction=misc.contact Facebook (comunità virtuale) : è possibile segnalare abusi attraverso il link help@facebook.com

ESTORSIONE Art. 629 Codice Penale - Estorsione: Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni (2) e con la multa da euro 516 a euro 2.065 [c.p. 29, 32] (3).

DIFFAMAZIONE Art. 595 Codice Penale – Diffamazione: chiunque, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito [c.p. 598] con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032 (1) (2). Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico [c.c. 2699] (5), la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516 (6). Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate [c.p. 29, 64] (7) (8).

MINACCE Art. 612 Codice Penale – Minaccia: Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa [c.p. 120; c.p.p. 336], con la multa fino a euro 51 (2). Se la minaccia è grave, o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio (3).

FURTO Art. 624 Codice Penale – Furto: Chiunque s'impossessa della cosa mobile [c.p. 631] altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516 [c.p. 29] (3). Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una o più delle circostanze di cui agli articoli 61, numero 7), e 625 (5) (6).

ATTI PERSECUTORI (STALKING)‏ Art. 612 bis Codice Penale - Atti persecutori. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio (1) (2).