Dimensioni del progetto (dettagli)

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Dimensioni del progetto (dettagli) La coltivazione della discarica avverrà in più fasi articolate come segue. Il Progetto prevede due sottofasi inziali denominate 1a e 1b. La sottofase 1a è propedeutica alla realizzazione del nuovo fondo, richiesto in sede di conferenza dei servizi, e che sarà realizzato nella sottofase 1b. Nella sottofase 1a saranno dunque unicamente innalzati gli argini di monte fino a quota 26 s.l.m. ed abbancati i rifiuti in discarica mantenendo una distanza di rispetto dal piazzale di ingresso. A seguito della realizzazione del nuovo fondo a quota 26 m s.l.m. (sottofase 1b) si completerà la fase 1 del progetto fino al raggiungimento di quota 43 m s.l.m. (conferimento complessivo di 850.000 mc ca.). Si raggiungerà quindi quota 68 m s.l.m. (conferimento di 850.000 mc ca.) al termine della fase 2 ed il completamento si avrà con la fase 3 con il raggiungimento di quota 98 m s.l.m. ca (conferimento di 330.000 mc ca.). Contestualmente a tutte queste fasi saranno avviati gli interventi di rinaturazione previsti con un ritardo di un gradone rispetto alla quota di coltivazione, tenuto anche conto delle condizioni stagionali. Del rifiuto identificato dal codice CER 17.06.05, rifiuti contenenti amianto, ne è previsto il conferimento per ca. 12.000 mc alla fase attualmente in esercizio (lotto A1), volume che diventerà di ca. 56.000 mc alla chiusura della cella. Una seconda cella per rifiuti contenenti amianto è prevista nell’area della Provincia di Lucca (lotto A1bis) per mc 100.000.

Rifiuti Richiesti Rifiuti autorizzati

Elenco degli interventi connessi Come richiesto in sede di conferenza dei servizi, nella sottofase 1B sarà realizzato un nuovo fondo alla quota di 25-26 m costituito da uno strato strato minerale compattato (argilla o limo argilloso) di spessore minimo 1.2 m, sormontato dal telo in HDPE di spessore 2 mm e dal tessuto non tessuto. Lo strato di fondo sarà successivamente sormontato da uno strato di 50-70 cm di marmettola e da uno strato drenante compreso tra due stese di tessuto non tessuto. La permeabilità del nuovo fondo rispetterà di gran lunga i valori limite imposti dalla normativa vigente. Infatti già la permeabilità del nuovo fondo in sè rispetterà i limiti minimi di normativa, ma ai fini della permeabilità complessiva rispetto al fondo roccioso bisogna tenere conto della permeabilità del fondo sottostante e dei ca. 10 m di marmettola compresa tra i due i due fondi (vedasi dati di campagna del Dott. Carlo Alberto Turba). Dopo la riorganizzazione della discarica anche la barriera costituente gli argini interni di contatto con la barriera geologica naturale risulta conforme alle norme tecniche ed ampiamente collaudata nel procedere dell’attuale esercizio. In particolare la barriera di confinamento delle pareti interne del sito, chiamata argine interno, sarà proseguita secondo l’attuale e collaudato schema: - Geomembrana drenante a contatto con la roccia - Strato minerale compattato (argilla o limo argilloso) di spessore minimo 1.2 m - Telo HDPE di spessore 2 mm - Tessuto non tessuto

Sezione tipo barriera di confinamento – Argine interno

La sezione progettuale complessiva è stata modellata eliminando l’opera di piede, come richiesto espressamente in sede di conferenza dei servizi, e chiudendo pertanto la scarpata contro il rilevato che verrà costituito per raccordare la strada di ingresso alle quote superiori. La zona interna verrà quindi modificata creando un’ampia curva in pendenza uniforme che consentirà l’accesso ai primi gradoni. Il rilevato stradale sarà delimitato da geoblock che separeranno di fatto tale materiale dal paramento esterno di rinaturazione. Conseguentemente sarà realizzata anche la prima porzione del paramento esterno e al suo coronamento sarà realizzato il sistema di collettamento delle acque meteoriche che defluiranno nel tempo sulla superficie esterna rinaturata. Conformemente alle norme tecniche vigenti, ai pareri espressi in sede di conferenza dei servizi, a riguardo di altezza e pendenza del corpo di discarica, e non ultimo, sulle base delle prove citate in precedenza sui rifiuti già conferiti e sulle miscele tipo dei rifiuti di cui si chiede il conferimento, è stato quindi sviluppata una sezione progettuale costituente il paramento esterno articolata sia in funzione della rinaturazione finale che per ottenere una sezione con buona stabilità di forma a garanzia totale di sicurezza nel tempo.

Sezione tipo conferimento di progetto Riempimento fase 3 Nuovo fondo Riempimento fase 2 Riempimento sottofase 1B Riempimento fase 1 Riempimento sottofase 1A Riempimento autorizzato in esercizio

Sezione tipo paramento esterno

Stabilità globale corpo di discarica La stabilità globale del corpo di discarica è stata eseguita conformemente alle norme tecniche vigenti, ai pareri espressi in sede di conferenza dei servizi a riguardo di altezza e pendenza del corpo di discarica. E’ stata quindi sviluppata una sezione progettuale costituente il paramento esterno articolata sia in funzione della rinaturazione finale che per ottenere una sezione con buona stabilità di forma a garanzia totale di sicurezza nel tempo. A tale scopo sono state eseguite una serie di prove, citate in precedenza, sui rifiuti già conferiti e sulle miscele tipo dei rifiuti di cui si chiede il conferimento. Sono successivamente state eseguite una serie di analisi volte alla ricerca delle sezioni progettuali massime (altezza e pendenza), che una volta determinate hanno consentito la definizione del progetto.

Le verifiche sono state eseguite lungo le sezioni di massima pendenza nelle condizioni drenate, nelle condizioni non drenate ed in condizioni sismiche utilizzando, in quest’ultimo caso, un valore dell’accelerazione orizzontale ag = 0.25 g ai sensi della recente normativa di cui all’Ord. P.C.M. n° 3274 del 2003 e D.M. 14.01.2008. L’analisi è stata compiuta nelle tre fasi progettuali così da verificare che per ognuna di esse nelle condizioni più gravose previste dalle norme fosse sempre verificato un coefficiente di sicurezza > 1,3. Verifica sezione tipo:

POTENZIALI IMPATTI DEL PROGETTO I potenziali impatti del progetto sono distinguibili in: Impatti di tipo transitorio (a cura del Dott. Ing. Giordano Bertoni) Impatti sul sistema del paesaggio e naturalistico (contributo Dott. Francesco Lunardini) Impatti sul sistema geologico ed idrogeologico (contributto Geol. Carlo Alberto Turba)

Impatti transitori Sono individuabili in: Emissioni in atmosfera (polveri) Emissioni acustiche Al fine della valutazione degli impatti transitori è risultato di fondamentale importanza avere i dati di monitoraggio delle condizioni meteorologiche, sia in presenza che in assenza di attività lavorativa, acquisendo i dati relativi alle caratteristiche fisiche dell’aria, velocità e direzione del vento. All’interno della discarica sono state installate quindi due stazioni di rilevamento:una centralina meteo all’interno del sito di discarica ed una stazione anemometria posizionata sui fronti alti ove è maggiore l’esposizione ai venti. La stazione meteorologica è funzionante dall’ottobre 2007 e rileva parametri riferiti a: velocità e direzione del vento temperatura ed umidità dell’aria pressione atmosferica radiazione solare globale e netta pluviometria

Stazione meteo interna Anemometro

Regime dei venti Tipico andamento del regime dei venti in un mese: I venti, come facilmente prevedibile, tendono a soffiare prevalentemente dal mare e quindi a sospingere eventuali emissioni verso il versante.

Caratterizzazione del livello di emissione di polveri La ditta ha fatto eseguire, come richiesto in sede di conferenza dei servizi dei campionamenti ambientali sia all’interno del sito che in ambiente esterno limitrofo, per la ricerca delle polveri sottili (PM10). Dall’esame dei risultati l’ing. Giordano Bertoni, tecnico specializzato ambientale, ha desunto le seguenti osservazioni: 1 – I limiti previsti dalla normativa sono superati dai valori medi ponderati misurati sia in abiente esterno (lungo la viabilità aurelia) che lungo la viabilità interna alla discarica. I valore medio ponderato delle misurazioni in ambiente interno è inferiore a quello medio misurato in ambiente esterno. I picchi di misura dell’ambiente interno alla discarica sono sicuramente quelli più alti attendibili, tra l’altro inferiori ai picchi di misura dell’ambiente esterno, e sono da attribuire al sollevamento delle polveri ottenuto dal transito dei mezzi. 2 – i valori medi misurati nella strada di accesso alla discarica, e dunque ambiente esterno prossimo alla stessa, si mantengono invece nella quasi totalità all’interno dei valori limite consentiti e comunque molto prossimi ad essi.

Interventi di mitigazione posti in essere Dall’analisi delle misurazioni si evince come le alti pareti rocciose divisorie tra il sito interno della discarica e le zone limitrofe funge da barriera contro la diffusione delle polveri. Inoltre la forma ad imbuto della discarica permette di affermare ragionevolmente che gli effetti delle polveri tendono a rimanere confinati all’interno del sito. Gli interventi di mitigazione ambientale suggeriti sono i seguenti: Bagnatura frequente di piazzali e percorsi per limitare il sollevamento polveri al transito dei mezzi - Esecuzione di ulteriori campagne di misure in diversi punti dove vengono svolte le lavorazioni di messa a dimora, nonché di campionamenti di tipo personale per gli addetti ai lavori al fine di valutare l’esposizione in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Rilievi fonometrici e valutazione dell’impatto acustico Sono stati eseguiti una serie di rilievi fonometrici sia in presenza di attività lavorativa (Rumore Ambientale), sia in assenza (Rumore Residuo). I rilievi fonometrici sono stati effettuati nei modi previsti dalle norme vigenti nell’arco della giornata lavorativa tipica. I valori di rumorosità più elevati si sono ottenuti all’interno dell’area della discarica. Mentre già alla sommità della ex cava, le operazioni svolte in basso nella discarica non determinano sensibili variazioni rispetto al rumore residuo (valori ambientali misurati 54 – 57 dB; rumore residuo 54 dB). Si può pertanto affermare che le emissioni sonore in ambiente esterno limitrofo alla discarica e connesse con il normale svolgimento della attività non modificano in modo sostanziale il clima acustico caratteristico della zona e rientrano ampiamente nei limiti massimi sia di emissione che di immissione previsti dai vari PCCA per tali aree.

Valutazione previsionale dei valori acustici alla cava nelle zone limitrofe Per effettuare la valutazione previsionale, in area limitrofa, dei valori acustici prodotti dalle sorgenti interne alla cava si è fatto uso di un software contenente un modello di calcolo completo basato sulla norma ISO 9613 dal titolo “Attenuation of sound during propagation outdoors”. Il modello matematico completo integrato nel software calcola il campo del livello di pressione sonora equivalente ponderata in curva A generato da sorgenti fisse o mobili (civili o industriali) su un reticolo di calcolo bidimensionale. Per valutare gli effetti delle emissioni acustiche prodotte dalle lavorazioni sono state prese in considerazione, vista la tipologia di lavorazione e le maestranze impiegate, tre sorgenti sonore distribuite all’interno del sito tali da emettere un livello acustico globale uguale a quello misurato con i rilievi fonometrici. Per quanto concerne il rumore residuo, è stato impostato sul software il valore di rumore residuo diurno rilevato durante i campionamenti.

Dai dati ottenuti si evince come: sul versante del Comune di Montignoso (Zona IV), non risulta superato né il valore massimo di immissione previsto dalla zonizzazione (65 dBA) né il limite massimo di emissione (60 dBA); sull’altro versante, all’interno del territorio comunale di Pietrasanta (Zona III), date le ipotesi effettuati si evince il sostanziale rispetto del limite massimo di emissione (60 dBA) e del limite massimo di emissione (55 dBA) imposti dalla normativa per tale zona in periodo diurno; I punti sensibili più vicini ad uso abitativo si trovano a circa 250 metri dal sito e pertanto è rispettato anche il criterio del limite differenziale; l’analisi previsionale della diffusione in ambiente esterno del rumore generato all’interno del sito di discarica, mostra che l’attività non determina modifiche sostanziali al clima acustico attuale presente nella zona limitrofa esterna all’area della discarica. Le previsioni non muteranno sino almeno oltre la quota 45 circa. A quel punto sarà comunque necessario aggiornare le previsioni di impatto acustico sulla base di nuovi rilievi sulle attività e sui mezzi impiegati a quel momento.

ANALISI DELLE ALTERNATIVE Alternative strategiche Alternative di localizzazione Alternative di processo o strutturali Alternative di mitigazione Alternativa zero

ALTERNATIVE STRATEGICHE In tempi recenti hanno avuto grande sviluppo tutte le attività di recupero dei rifiuti e materiali inerti. Resta però un consistente quantitativo di materiali non riciclabili con sicurezza che devono essere collocati in discarica. Proprio l’assenza di un tale servizio ha favorito l’uso improprio o illegittimo di materiali (fanghi, scavi, demolizioni) per riempimenti con presenza di sostanze nocive o pericolose (metalli, idrocarburi, amianto,ecc.). Per consentire un ciclo di riciclaggio sicuro occorre offrire un servizio di discarica per i materiali non recuperabili, ed altresì un costo di smaltimento dei prodotti favorisce la ricerca e l’utilizzo di soluzioni alternative. Una discarica ben costruita e con un alto costo di conferimento è il primo passo per avviare alternative strategiche di prevenzione della domanda e politiche d risanamento ambientale. ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE L’individuazione del sito di cava Viti è avvenuta già negli anni 80’. Oltre venti anni dopo nessuna altra alternativa valida è stata individuata in provincia di Massa/Carrara e una sola in territorio di Lucca che è chiusa. Data la complessità geomorfologica, ambientale ed urbanistica delle due province non è proponibile un altro sito che unisca i pregi di facilità di accesso e infrastrutture, capienza e isolamento dall’ambiente come cava Viti, riducendo al minimo i problemi ambientali e facilmente controllabili.

ALTERNATIVE DI PROCESSO O STRUTTURALI La discarica è realizzata secondo le regole dell’arte e, comunque, secondo le norme vigenti e pertanto non appare ipotizzabile la valutazione di alternative nel processo costruttivo della discarica, per altro già autorizzata. Non esistono nemmeno alternative di recupero per le categorie di rifiuti da conferire in questa specifica discarica. ALTERNATIVE DI MITIGAZIONE La mitigazione o annullamento degli effetti negativi avviene attraverso la realizzazione di: 1. sistema di impermeabilizzazione. 2. una prevalenza di rifiuti a bassa umidità da scaricare in modo da ridurre il rischio percolato. 3. un sistema di monitoraggio frequente sul percolato e le acque sotterranee. 4. la presenza di un sistema esterno di regimazione delle acque che può escludere il lago dal recepimento delle acque e loro deviazione in mare. In considerazione del livello di conoscenza degli impatti e della assenza di rischio per la contaminazione delle acque, non appaiono possibili realistiche alternative di mitigazione.

ALTERNATIVA ZERO Il momento zero è inteso come condizione temporale di partenza dei sistemi ambientali economico e sociali sulla quale si innestano i successivi eventi di trasformazione e gli effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera. In tal senso la situazione preesistente all’intervento deve essere puntualmente analizzata in quanto la stessa costituisce la base conoscitiva in riferimento alla quale possono essere definiti gli impatti derivanti da una trasformazione. Pertanto, solo partendo da una razionale acquisizione ed interpretazione delle condizioni temporali di partenza risulta possibile procedere con effettiva attendibilità di giudizio all’individuazione dell’alternativa zero rappresentata dall’evoluzione possibile dei sistemi ambientali in assenza dell’intervento. Pertanto a partire da quanto detto non pare che il contesto del progetto della discarica permetta, ancorchè accademicamente, di prefigurare scenari alternativi ed opzioni zero senza cadere nel paradossale. Infatti la discarica nasce nel lontano 1997 per smaltimento dei residui di lavorazioni lapidee sino ad arrivare ad oggi ad operare come discarica per rifiuti non pericolosi. Pertanto alla luce delle situazioni ad oggi preesistenti e consolidatesi nel tempo, il completamento della discarica non può che costituire l’unica e sostenibile alternativa all’utilizzazione di quel territorio in quanto coniuga al meglio le esigenze produttive/socio economiche del territorio e la minimizzazione degli impatti sull’ambiente rispetto all’ipotesi di non attività.

OPZIONE ZERO IN PRATICA La discarica è una ex cava esistente ed autorizzata come discarica di rifiuti speciali non pericolosi dalla Provincia di Massa e Carrara con provvedimento A.I.A. Det. Dir. n° 8691 del 16.07.2007 ed è altresì autorizzata all’esercizio dalla Provincia di Lucca con provvedimento A.I.A. Det. Dir. n° 108 del 13.08.2008 La variante prevede l’introduzione di nuovi codici per la coltivazione delle fasi successive a quella già in esercizio con il miglioramento tecnico rispetto agli standard normativi e tecnici L’unica alternativa è quella di proseguire con gli attuali codici, ma penalizza il tessuto socio economico locale I costi dell’alternativa zero sono di obbligare le aziende del territorio vasto a rivolgersi altrove con costi energetici ed economici superiori