La “Destra Storica” e i problemi postunitari (1861-1876) Fatta l’Italia occorre fare gli italiani (d’Azeglio) L’Italia nuova formata dagli stessi elementi.

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Transcript della presentazione:

La “Destra Storica” e i problemi postunitari (1861-1876) Fatta l’Italia occorre fare gli italiani (d’Azeglio) L’Italia nuova formata dagli stessi elementi di cui era composta l’Italia vecchia, solo in ordine e proporzione diversi (Villari)

La “Destra Storica” Dal 1861 al 1876 l’Italia fu governata dai liberali moderati di ispirazione cavouriana. Rappresentavano gli interessi aristocratici e altoborghesi; espressione di stati sociali molto più limitati di quelli che avevano partecipato al movimento nazionale (vedi legge elettorale) Non un partito ma un insieme eterogeneo – erede del connubio cavouriano erano, in economia, di tendenze liberiste; manifestavano un forte senso dello stato e una notevole prudenza nell’attuare riforme, soprattutto sul piano sociale; non disdegnavano i metodi autoritari.

I problemi postunitari La Destra Storica si trovò ad affrontare i principali problemi successivi all’unità: La questione istituzionale La questione meridionale: il brigantaggio La questione finanziaria ed economica Il completamento dell’unità (Venezia - Roma) La questione romana (rapporto con la Chiesa)

Piemontesizzazione La nascita del nuovo stato viene ridotta ad un allargamento del Piemonte: Lo Statuto e le leggi del Regno di Sardegna vengono estese a tutto il territorio nazionale. Persino il sovrano rimane Vittorio Emanuele II, mantenendo il numero dinastico anche come Re d’Italia. Ogni progetto di decentramento amministrativo viene presto abbandonato

Questione istituzionale: Distanza tra paese reale e paese legale Il Parlamento respinge un progetto di decentramento regionale (avanzato dal bolognese Minghetti) il Regno diviso il 59 provincie a capo delle quali il Prefetto, circondari (sottoprefetto) e Sindaco: tutti di nomina del Ministro dell’Interno – legge Rattazzi: accentramento amministrativo Unificazione legislativa

Questione istituzionale Unificazione doganale – per superare i particolarismi e separatismo Unificazione monetaria Formazione di un esercito nazionale Creazione di infrastrutture – stradali e ferroviarie Approntamento di un efficiente sistema scolastico: Legge Casati 1859 (istruzione elementare obbligatoria a carico dei comuni)

La questione meridionale di difficile comprensione per la classe dirigente piemontese – (nel 1863 relazione Massari, che fornisce base per legislazione eccezionale; solo nel 1877 viene commissionata e pubblicata l’Inchiesta in Sicilia dei parlamentari Sidney Sonnino e Leopoldo Franchetti) Le speranze di trasformazione sociale sono deluse sin dalla conquista garibaldina: all’antico malessere delle masse contadine si somma l’ostilità verso il nuovo ordine politico; L’unificazione dei mercati e la scelta liberista danneggia l’economia del Sud Il Piemonte impone il suo pesante sistema fiscale e il servizio militare a regioni che non avevano mai conosciuto la leva.

Brigantaggio La ribellione delle masse popolari del Sud si espresse nella formazione di bande di briganti che i borbonici tentarono con scarso successo di strumentalizzare Il governo difese l’ordine mobilitando metà dell’esercito e imponendo al Sud lo stato d’assedio (legge Pica, 1863, legge marziale) Il fenomeno fu duramente represso (1863-65) senza che si intervenisse sulle cause

Questione finanziaria ed economica Il Regno d’Italia eredita il debito degli stati precedenti: grande debito pubblico + spese di guerra + spese di lavori pubblici: il raggiungimento del pareggio di bilancio sarà un cruccio della Destra Storica, che riuscirà ad ottenerlo solo nel 1875: Debito pubblico nel 1861: L. 2.400.000 (€ 1.239,50) Debito pubblico nel settembre 2013: € 2.068.565.000.000 Politica fiscale molto dura che grava soprattutto sulle classi meno abbienti: tassa sul macinato 1868

Questione finanziaria ed economica Necessità di una riforma agraria (inchiesta Jacini sull’agricoltura): arretrata, residui feudali e latifondo al sud Industria debole e accentrata in Piemonte e Lombardia, penalizzata dalla concorrenza internazionale, poco avanzata tecnologicamente (seta) La classe politica italiana era convinta che la crescita economica dell’Italia avrebbe dovuto avere nell’agricoltura la sua base

Il completamento dell’Unità Completamento unità: riunire quei territori abitati da popolazioni italiane rimasti fuori dai confini del Regno d’Italia: Veneto, Trentino, Roma, Lazio. Il fallimento dei tentativi diplomatici per ottenere Roma fa ripartire l’iniziativa Garibaldina (1862) Anche sovrano e Rattazzi sembrano d’accordo, ma poi Napoleone III si mostra deciso a impedire l’avanzata di Garibaldi: esercito regio contro i volontari Garibaldini in Aspromonte

Il completamento dell’Unità Per ristabilire buoni rapporti con la Francia: Convenzione di Settembre: si rispetteranno i confini dello Stato della Chiesa (le truppe francesi si ritirano dal Lazio); capitale a Firenze (1865)

Il completamento dell’Unità La cosiddetta Terza guerra di indipendenza (1866) è in realtà un capitolo del conflitto con il quale la Prussia sconfisse l’Austria, unificando la Germania (1866) La Prussia – Bismark – chiede aiuto all’Italia solo sconfitte (Custoza e Lissa – mare – unici successi con i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi) – anche se tenendo impegnato l’esercito austriaco rende possibile la sconfitta dell’Austria per mano prussiana a Sadowa

Il completamento dell’Unità Pace di Vienna – 3 ottobre 1866 – l’Italia ottiene solo il Veneto (senza Venezia Giulia e Trentino) per mano francese Crisi morale dell’opinione pubblica italiana Nuovo slancio ai gruppi democratici e al Partito d’Azione – Garibaldi si prepara a prendere Roma a sorpresa Mentana 1867 garibaldini fermati dall’esercito pontificio + truppe francesi

Il completamento dell’Unità Solo dopo la caduta del II Impero francese (guerra franco-prussiana Sedan, 1870) venuta meno la difesa francese il governo italiano non si sente più vincolato con la Convenzione di Settembre (1865) Invia corpo di spedizione nel Lazio e avvia negoziato con Papa Pio IX rifiuta ogni accordo i bersaglieri entrano a Roma 20 settembre 1870: breccia di Porta Pia Plebiscito per sancire l’annessione

La “breccia” di Porta Pia

La questione romana 1871 definitivo trasferimento capitale a Roma L’unificazione comportò una rottura tra la Chiesa cattolica e il nuovo stato italiano. Pio IX (1846-1878) non accettò la perdita del potere temporale che considerava garanzia dell’autonomia del papa. Il governo italiano mette a punto una serie di garanzie per l’indipendenza del pontefice: Legge delle Guarentige, approvata dal Parlamento nel 1871

La questione romana La legge garantiva: Sacra e inviolabile la persona del Papa Riservava lui onori di sovrano Godimento perpetuo dei palazzi vaticani e Castelgandolfo Libertà di comunicazione Immunità diplomatica per ambasciatori presso la Santa Sede Assegno dello stato di 3 milioni di lire all’anno Né Pio IX né i suoi successori riconobbero validità alla legge: atto unilaterale di uno Stato usurpatore

La questione romana Scomunica (1860) dei responsabili dell’usurpazione dei territori pontifici. Sillabo (1864): condanna degli errori della modernità e del liberalismo. “Non expedit” (1874): invito ai cattolici italiani all’astensione nelle elezioni politiche, né eletti né elettori (questo non vale per le elezioni amministrative). Dimensione sociale del cattolicesimo italiano. Mentre politicamente l’Italia si completava // ampliamento delle fratture della società italiana.