Una gerarchia di valori, una utopía, un lavoro offerto...

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Transcript della presentazione:

Una gerarchia di valori, una utopía, un lavoro offerto... una nuova etica, migliore, più esigente, più appassionante? Forse. E’ questo, ma è più e meglio di questo. Il Regno è “ricevuto”, è opera di Dio, è l’azione del Vento di Dio, dello Spirito: a noi non spetta tanto “obbedire” quanto “accogliere”, non spetta “raggiungere con sforzo” quanto “riconoscere con gioia”. Il Regno è GRAZIA, il Regno è dono gratuito. E’ un regalo, è la presenza in noi del “Vento dello Spirito”. A noi spetta solo lasciarci portare dal Vento; Nostro compito è spiegare le vele, ascoltare con attenzione. José Enrique Galarreta Zumaia Matteo, 4, 12-23 // 3 Tempo Ordinario .A. Autrice: Asun Gutiérrez. Musica: Sei giunto alla spiaggia.

Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea. E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, Lago di Galilea Gesù sceglie la Galilea, terra di gente straniera, poco praticante, per niente clericale, poco pia per tradizione e disprezzata dalle autorità giudee, per iniziare la sua predicazione. La Galilea sarà la sua terra. Matteo dice che la salvezza viene da questa terra disprezzata e interdetta, secondo gli interpreti ufficiali della Legge. Dio si serve di ciò che non conta ufficialmente, o è visto con disprezzo, per portare avanti i suoi piani. Questa scelta fa capire che quanto Gesù porta “è per tutti”.

affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia: «Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, di là dal Giordano, la Galilea dei pagani,  il popolo che stava nelle tenebre, ha visto una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte una luce si è levata». I seguaci di Gesù devono comportarsi come Lui si è comportato. Diffondere il suo messaggio di abbondanza di pace, di libertà profonda, di fraternità, di felicità, di luce... Ho la tendenza a trovare oscurità nella mia vita e in quella degli altri? La mia vita è “gioia e luce” per me e per gli altri?

Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù inizia invitandoci a cambiare, a incontrarci con Qualcuno che ci vuole rendere uomini nuovi, migliori, più capaci di comunione. E’ sempre il momento buono per convertirsi, perché sempre è il momento buono per amare, per gustare la gioia, per accogliere, per lasciarsi trasformare dall’accoglienza, per la “vicinanza”, per la compagnia e l’amore di Dio. Dio è vicino. Non arriva con suono di trombe, viene come una brezza, come un sussurro, lo si sente nel cuore, infatti il Regno di Dio non è fuori, è dentro di noi. “Qualcosa di nuovo germoglia” non lo senti? Gesù è l’inizio di questo “nuovo”, diverso da quanto vissuto fino ad ora, è gia cominciato e non finirà.

Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini».   Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Lago di Galilea Gesù chiama persone semplici che stanno svolgendo il loro lavoro. Come Pietro, Andrea... Ci chiama proprio per nome. Né la chiamata né la risposta avvengono una volta per sempre. La chiamata non è per minoranze, è per tutti, si realizza ogni giorno attorno a noi, nel nostro lavoro, nelle azioni quotidiane; la risposta personale, libera e responsabele, va data ogni giorno. La via della sequela si rinnova ogni giorno nella nostra vita. Gesù ci invia a partare libertà a tutti, portando la Nuova, la Buona, la più Bella Notizia.

Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono. Gesù continua a ripeterci l’invito a lasciare le nostre abitudini, le nostre comodità mentali ed esistenziali e a convertirci al suo messaggio,  dando priorità nel nostro quotidiano a quanto ha a che vedere con il progetto del Regno di Dio: la verità, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza di tutti gli uomini, specialmente i più poveri, quelli che non sono consolati, non hanno luce, mancano di orizzonte e speranza.

Gesù accompagna le sue parole con fatti. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo. Galilea Gesù accompagna le sue parole con fatti. Vede uomini asserviti, angustiati, oppressi, pieni di paure e scrupoli nelle loro relazioni con Dio. E dà loro la Grande Notizia, il messaggio più rivoluzionario e liberante: Dio è Padre! Con le sue nuove azioni consola, risana, libera, insegna, accoglie... cura le anime e i corpi, ci fa conoscere com’è Dio.

PRENDIMI PER MANO Dio mio, prendimi per mano! Ti seguirò volentieri, senza troppa resistenza. Non mi sottrarrò alle tormente che si scateneranno su di me in questa vita. Sopporterò l’impatto con tutte le mie forze. Dammi però, ogni tanto, un breve spazio di pace. Non crederò, nella mia innocenza, che la pace in quel caso sia eterna. Accetterò la solitudine e la lotta che la seguirà. Mi piace tenermi al caldo e al sicuro, ma non mi ribellerò se dovrò affrontare il freddo. Se tu mi prendi per mano. Ti seguirò ovunque e cercherò di non aver paura. Sia dove sia, cercherò di diffondere un po’ di amore, del vero amore che poni in me per il prossimo. (Etty Hillesum. Diario durante la persecuzione nazista).