CARLO GOLDONI a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
LA VITA
1° fase: la formazione (1707-1736) Goldoni nasce a Venezia il 25 febbraio del 1707 da famiglia benestante Il nonno è appassionato di teatro ed è solito organizzare recite nella propria villa di campagna e questo accende nel piccolo Goldoni il primo entusiasmo per le rappresentazioni sceniche
Studia a Rimini ma poi fugge dal collegio per seguire una compagnia di commedianti professionisti (1721) Dal 1723 studia giurisprudenza a Pavia Nel 1725 viene espulso dall’università a causa di una satira da lui scritta contro le donne di Pavia Nel 1731 si laurea in legge a Padova Nel 1734 inizia l’attività di organizzatore teatrale a Venezia ed esordisce come autore con il Belisario
2° fase: la riforma (1738-1752) Scrive il Momolo cortesan (1738), dove per la prima volta era interamente scritta la parte del protagonista Scrive la prima commedia dove la partitura è completa in tutti i ruoli: La donna di garbo (1743) Collabora con il più famoso capocomico del tempo, Girolamo Medebach, che gli offre di lavorare per il teatro veneziano di Sant’Angelo (1748) Abbandona la carriera di avvocato e si dedica interamente alla scrittura e alla battaglia per la riforma dell’opera comica
In seguito allo strepitoso successo ottenuto all’esordio al teatro Sant’Angelo, promette che scriverà “sedici commedie nuove” per l’anno 1750-1751 Il mantenimento della promessa e il trionfale successo delle commedie lo consacrano definitivamente come il commediografo più amato di Venezia
Tra le più importanti commedie di questo periodo vi sono Il teatro comico (in cui l’autore rappresenta se stesso alle prese con attori poco propensi a cambiare modo di recitare) e La locandiera (1751), considerato il suo capolavoro
3° fase: la consacrazione (1753-1762) Passa al teatro San Luca dei fratelli Vendramin (1753) Cominciano le rivalità e le aspre polemiche letterarie con altri due commediografi veneziani, Carlo Gozzi e Pietro Chiari
Scrive La trilogia della villeggiatura (1761) e Le baruffe chiozzotte (1762) Finisce il contratto con il teatro San Luca (1762)
4° fase: l’involuzione (1762-1793) Nel 1762 lascia Venezia (che non vedrà mai più) per debiti Si trasferisce a Parigi dove diviene direttore della Comédie italienne Nel 1765 diviene maestro d’italiano delle figlie di Luigi XV
Scrive in francese il suo ultimo capolavoro: Il burbero benefico (1771) Scrive in francese e pubblica la sua autobiografia, Mémoires (1784-1787) Scoppiata la rivoluzione, gli viene tolta la pensione francese Muore povero e ammalato (febbraio 1793)
IL TEATRO A VENEZIA NEL 1700
Nel Settecento il teatro era la forma di intrattenimento più diffusa Venezia (insieme a Parigi) era una delle piazze teatrali più importanti Erano attivi ben sette teatri cittadini, di cui tre esclusivamente dedicati alle commedie Si andava a teatro per incontrarsi e spesso le rappresentazioni venivano interrotte da urla, lancio di oggetti, commenti ingiuriosi
La stagione teatrale veneziana si apriva il primo lunedì di ottobre e terminava con il martedì grasso Il culmine della stagione teatrale era il Carnevale In primavera ed estate le compagnie veneziane andavano in tournée fino a Mantova, Milano e Genova Cambiando pubblico, molte commedie cambiavano anche lingua perché a Venezia venivano rappresentate in veneziano, fuori da Venezia in italiano (nella variante del toscano).
LA COMMEDIA DELL’ARTE Prima di Goldoni era in voga la Commedia dell’arte, recitata da attori professionisti, che faceva a meno del copione scritto, basandosi soltanto su un’esile trama (il “canovaccio”) continuamente variata dall’improvvisazione degli attori.
In queste commedie le vicende erano ricche di intrighi, avventure e colpi di scena che sfociavano in un obbligatorio lieto fine. Inoltre il carattere dei personaggi era fortemente stereotipato (= standardizzato, scontato) tanto che molti di essi erano diventati “maschere” regionali (Arlecchino, Pulcinella, Balanzone, Colombina, etc).
Quando Goldoni comincia a scrivere commedie, la Commedia dell’arte è in crisi tanto che per mantenere vivo l’interesse del pubblico si ricorre sempre più a una comicità pesante, basata su scherzi osceni che incontrano la censura della Chiesa.
LA RIFORMA DI GOLDONI
Quando nel 1738 Goldoni scrive Momolo cortesan produce per la prima volta una commedia in cui le battute del primo attore sono interamente scritte Egli costringe l’attore principale ad abbandonare l’improvvisazione per adeguarsi a un copione scritto e imparato a memoria
Nel 1743 Goldoni scrive La donna di garbo, la prima commedia interamente scritta, e in questo modo restituisce dignità letteraria alle opere teatrali che d’ora in poi non solo verranno recitate ma anche fissate in forma compiuta nell’edizione a stampa
Anche altre novità introduce Goldoni nella commedia con la sua riforma: a) il carattere dei personaggi non è più stereotipato (= fisso, impersonale) ma va definendosi progressivamente con l’avanzare dell’azione davanti agli occhi degli spettatori; b) le trame sono meno complesse, ma l’interesse è tutto rivolto allo scavo psicologico dei singoli individui;
c) viene abbandonata la maschera perché dietro di essa è impossibile per l’attore dare spessore psicologico al personaggio; d) per quanto riguarda le scelte linguistiche, Goldoni ricorre a quella forma di italiano che poteva essere compreso senza sforzo dalla gente comune dell’Italia settentrionale e centrale, utilizza una “lingua di conversazione” costruita su una base mista di toscano e lombardo, ma sfrutta anche il dialetto veneziano
La definitiva riforma goldoniana avviene con le “sedici commedie nuove” del 1750 e coincidono con l’intento di rivolgersi al pubblico teatrale borghese, ritenuto il più propenso ad accogliere la riforma Goldoni avvia una moderata critica del ruolo sociale dell’aristocrazia (che con la Commedia dell’arte era esclusa dalla satira)
Secondo Goldoni (influenzato dal razionalismo illuminista) la commedia deve essere immagine della gente comune, pertanto essa deve mostrare i difetti per poterli correggere E poiché la società è composta da diverse classi sociali, tale correzione dei difetti deve riguardare tutti gli individui senza distinzioni di ceto Goldoni afferma che alla base del suo teatro sta l’osservazione del mondo, della vita reale La commedia goldoniana (detta anche “commedia di carattere”) si configura come piena espressione della classe borghese
Con il passaggio nel 1753 al teatro di San Luca, però, Goldoni si mostra sempre più critico anche nei confronti del ceto borghese che aveva esaltato nelle precedenti commedie e di cui ora mette in luce il disinteresse civile e i valori evanescenti (La trilogia della villeggiatura del 1761 ne è l’esempio). Aumenta invece l’interesse dello scrittore per l’universo popolare, infatti con Le baruffe chiozzotte del 1762 rivela un sincero apprezzamento per la vitalità del popolo.
LE OPERE
Un continuo lavoro di revisione Per evitare che le sue opere venissero modificate dalle compagnie teatrali, Goldoni procede alla pubblicazione delle sue commedie La prima edizione va in stampa a Venezia nel 1750-52 ad opera dello stampatore Giuseppe Bettinelli, ma Goldoni non è soddisfatto del risultato, perciò intraprende una nuova edizione a Firenze con lo stampatore Bernardo Paperini (1753-58) direttamente controllata da lui
A quest’edizione interrotta al decimo volume, ne segue un’altra con lo stampatore Francesco Pitteri di Venezia (1757-63) che contiene quaranta nuove commedie. L’edizione integrale, tuttora quella di riferimento, è approntata dall’editore Giambattista Pasquali (1761-78).
IL CATALOGO DELLE OPERE GOLDONIANE Le opere teatrali di Goldoni sono complessivamente circa 300 di cui: - 125 commedie (per la maggior parte in prosa, alcune scritte in dialetto veneziano) suddivise in quattro fasi:
1734-47 (teatro San Samuele) = Momolo cortesan (1738), La donna di garbo (1743), Il servitore di due padroni (1745) 1748-53 (teatro Sant’Angelo) = La vedova scaltra; le 16 commedie per la stagione 1750-51; La locandiera (1753) 1753-62 (teatro San Luca) = I rusteghi, La trilogia della villeggiatura, Le baruffe chiozzotte 1762-76 (in Francia) = Il burbero benefico (1771)
LE ALTRE OPERE TEATRALI varie tragicommedie (= opere a lieto fine ma non commedie) 2 intermezzi recitati 55 libretti per l’opera comica musicati da Vivaldi, Mozart, Haydn e altri
“La locandiera” La locandiera è la commedia più famosa di Goldoni Venne rappresentata per la prima volta la sera di Santo Stefano del 1752 È una “commedia di carattere”, dove sono assenti le maschere e dove viene rappresentata Mirandolina, una locandiera toscana che ama circondarsi di spasimanti, servendosi del suo fascino per ingannare gli uomini con lo scopo di fare un buon matrimonio
Goldoni afferma che la commedia ha un’utilità morale perché con il personaggio di Mirandolina egli ha voluto mettere in guardia gli uomini contro la “barbara crudeltà” e “l’ingiurioso disprezzo” con cui alcune donne si prendono gioco dei loro innamorati.