CONOSCIAMO MEGLIO LA SIGNORA BRUNA

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Transcript della presentazione:

CONOSCIAMO MEGLIO LA SIGNORA BRUNA Quadro clinico essenziale

PROBLEMI

QUALE DI QUESTI PROBLEMI HA PORTATO A CHIEDERE AIUTO? Il primo problema che ha portato i familiari di Bruna a chiedere aiuto è stato un crollo vertebrale osteoporotico nel 1998 (dopo aver aiutato il figlio a spostare tegole) Il problema è posto al MMG per la gestione del dolore Tutto resta nell’ambito sanitario con consulenza ortopedica che dà l’indicazione all’uso di un corsetto ortopedico e fisiatrica per la riabilitazione motoria

IL PROBLEMA PRINCIPALE NEGATO Gli anni passano e si va delineando sempre più un problema di demenza che soprattutto il figlio nega. Possibili ragioni: Paura della malattia che non si conosce e non si sa gestire Difficoltà ad accettare che la madre (che ha sempre avuto un ruolo di guida e gestione della famiglia – rimasta vedova giovane con un figlio da allevare- ) non sia più quella di prima Cosa fare?

STRATEGIE POSSIBILI Per i familiari è sempre difficile accettare la demenza e la prima reazione è negare la malattia sia facendo appello alla decadenza “normale” dovuta all’età, sia cercando a tutti i costi una “terapia farmacologica” Ma dall’altra parte esistono i diritti dell’anziano ad essere assistito e il pericolo per la famiglia di non reggere il peso dell’assistenza

STRATEGIE POSSIBILI Nella comunicazione con i familiari occorre tenere presente allora alcune cose essenziali: Comunicare esattamente la natura della “malattia demenza” Ma nello stesso tempo comunicare le possibilità assistenziali che ci sono nel territorio Accogliere le domande e le perplessità del familiare sottolineando che sono comunque normali e proprio per questo ci sono possibilità di aiuto (GRUPPI DI AUTOAIUTO)

OPERA PAZIENTE DI AFFIANCAMENTO DELLA FAMIGLIA La prima vistita geriatrica per la valutazione dello stato cognitivo è del 2006. Il geriatra nell’anamnesi scrive: da circa due anni comparsa di segni di deterioramento cognitivo lentamente ingravescente con deficit mnesici, di orientamento temporo-spaziale e nelle funzioni esecutive, rilevando un MMSA = 17/30,corretto 19.2,deficit di orientamento temporale e in misura lieve spaziale,deficit di calcolo e di memoria di richiamo,difficoltà esecutive Il problema che aveva portato alla visita era un disturbo del sonno e comportamentale per cui viene prescritto TRAZODONE a basso dosaggio

OPERA PAZIENTE DI AFFIANCAMENTO DELLA FAMIGLIA Vengono fatti gli accertamenti per escludere forme secondarie e la diagnosi è di demenza degenerativa, viene fatto un tentativo con RIVOSTIGMINA per rallentare la progressione, Ma soprattutto geriatra, psicologa del Centro Disturbi Cognitivi e MMG cercano di fare opera di supporto della famiglia in modo che si arrivi ad accettare la realtà della malattia

FATTO NUOVO CHE COMPLICA LA SITUAZIONE La nuora all’inizio del 2008 deve essere operata di artroprotesi bilaterale dell’anca per una coxartrosi secondaria ad una displasia congenita. Le soluzioni possibili sono: Ricovero di sollievo presso Casa Protetta temporanea Assistente domiciliare (Badante) in casa Il figlio non vuole sentir parlare di Casa Protetta e si opta per l’assunzione di una badante

RETE ASSISTENZIALE / BADANTE: COLLABORAZIONE O SCONTRO Ovviamente questa soluzione ha dei punti di forza e dei punti critici: L’anziano è in casa sua, il familiare ha un controllo diretto e questo lo mette nella situazione psicologica di dire: ho fatto tutto il possibile da solo Ma esistono problemi di risorse che la badante può avere o non avere nel gestire soprattutto un anziano demente L’anziano si trova a dover interagire con una estranea con spesso barriere linguistiche e culturali, avendo comunque poche risorse per effetto della demenza

RETE ASSISTENZIALE / BADANTE: COLLABORAZIONE O SCONTRO Per ogni problema ovviamente il primo interlocutore è il MMG, ma è essenziale che la rete assistenziale sia presente e attenta per cogliere tutti i possibili spiragli per poter venire in contatto e offrire consulenza, sostegno e aiuto Esperienza molto importante del Corso di Formazione per le Badanti fatto dall’Equipe multiprofessionale di Bibbiano che ha contribuito a superare la diffidenza delle badanti e a far sì che il Centro Diurno diventi per loro un punto di riferimento

INTERVIENE L’EQUIPE TERRITORIALE Nel maggio 2008, le condizioni ulteriormente peggiorano dal punto di vista comportamentale e motorio, si rifà il punto della situazione: Mantenimento delle abilità motorie Socializzazione come possibilità per rallentare il peggioramento cognitivo Sostegno dei familiari e della badante per far fronte ai disturbi comportamentali che la terapia non sempre contiene

INTERVIENE L’EQUIPE TERRITORIALE Viene proposto il CENTRO DIURNO dapprima nei giorni di riposo della badante (mercoledì e sabato) poi via via diventa quotidiano con la badante che la assiste nelle ore serali e notturne, aiutando la nuora nelle ore in cui Bruna è al Centro Diurno nella cura della casa Questa soluzione ovviamente dispendiosa per la famiglia, ma permette una gestione ottimale e ha permesso anche alla badante di frequentare il Corso di Formazione e quindi di perfezionare molto la sua preparazione

PIANO ASSISTENZIALE INDIVIDUALE