Scienza Politica (M-Z) A.A

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Scienza Politica (M-Z) A.A
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Scienza Politica (M-Z) A.A. 2015-2016 Filippo Tronconi Il rendimento delle democrazie

Modelli di democrazia ed efficacia decisionale Secondo una visione convenzionale c'è un trade-off necessario fra rappresentatività ed efficacia decisionale Istituzioni basate su una logica maggioritaria sono in grado di decidere più velocemente e in maniera più efficiente Maggiore rappresentatività (consensualismo) comporta processi negoziali più complessi e mediazioni al ribasso

Controargomentazioni Non sempre le decisioni rapide si dimostrano migliori di quelle lungamente negoziate (es: la poll tax inglese, 1990) L'alternanza tipica dei sistemi maggioritari porta a cambiamenti di rotta repentini: decisioni “forti” ma instabili nel tempo (ICI, IMU, …) Evitare il problema dei permanent losers nelle società plurali: la convivenza pacifica è più probabile se tutti (molti) sono coinvolti nella gestione del potere

Come si controllano le ipotesi? (I) Fino ad ora l’approccio di Lijphart è stato teorico (quali modelli di democrazia esistono in astratto?) e descrittivo (come si collocano i paesi relativamente ad una serie di caratteristiche? Come si collocano relativamente a due tipi ideali di democrazia?) Adesso passiamo ad un approccio esplicativo (e potenzialmente prescrittivo): appartenere ad un modello o a un altro fa differenza? Possiamo spiegare performance diverse a partire da tipi di democrazia diversi?

Come si controllano le ipotesi? (II) Formalmente un’ipotesi è un nesso causale fra due variabili: all’aumentare di x aumenta (o diminuisce) y Qui stiamo ipotizzando che all’aumentare del grado di consensualismo aumenti la performance di uno stato relativamente ad una serie di ambiti La regressione è la tecnica statistica appropriata per il controllo delle ipotesi: permette di valutare l’effetto della variabile x sulla variabile y tenendo sotto controllo le eventuali variabili di disturbo

Come si controllano le ipotesi? (III) Riassumendo Variabile indipendente (causa): grado di consensualismo (su ciascuna dimensione) Variabili dipendenti (effetto): numerosi aspetti del rendimento di uno stato Variabili di controllo (altre possibili cause): livello di sviluppo economico, dimensioni della popolazione, livello delle divisioni sociali Periodo considerato: 1981-2010 Casi considerati: quelli su cui abbiamo informazioni, rimossi alcuni outliers

Indicatori di “efficacia” Efficacia del governo Qualità della regolazione Certezza del diritto (rule of law) Controllo della corruzione (percepita) Rendimento economico Crescita. Inflazione. Disoccupazione. Indebitamento Libertà civili e politiche Indicatori basati su “giudizi di esperti”, indici macroeconomici, dataset internazionali relativi al controllo della violenza e alla corruzione percepita http://info.worldbank.org/governance/wgi/index.aspx#home

Indicatori di controllo della violenza Quale effetto del modello di democrazia adottato su... Percezione di stabilità politica (rischio di colpi di stato e di violenza politica) Eventi conflittuali interni (guerriglia, rivolte, assassini) Morti causati da atti di terrorismo interno Stesse variabili di controllo (sviluppo economico, pluralismo, popolazione)

Prime conclusioni La prima dimensione (esecutivo partiti) ha effetti significativi su quasi tutti gli indicatori di efficacia, di rendimento economico e di controllo della violenza La seconda dimensione (federale-unitaria) ha effetti trascurabili e contraddittori Sicuramente le democrazie maggioritarie non hanno rendimenti migliori, sotto questi punti di vista, delle democrazie consensuali; probabilmente hanno rendimenti peggiori

La qualità della democrazia Valutiamo anche il rendimento su una serie di indicatori relativi alla qualità democratica inclusione, partecipazione, uguaglianza economica, soddisfazione per il funzionamento della democrazia Capacità di promuovere politiche più tolleranti e generose (la democrazia «mite e serena») Politiche sociali, protezione dell’ambiente, azione verso il crimine, aiuti allo sviluppo

La seconda conclusione: il modello di democrazia fa differenza Su tutti gli indicatori di qualità democratica le democrazie consensuali presentano rendimenti migliori Anche sulle politiche sociali, ambientali, anti-crimine e di aiuto internazionale le democrazie consensuali hanno performance migliori Anche in questo caso a fare la differenza è la prima dimensione, la dimensione federale-unitaria non comporta effetti statisticamente rilevanti

Buone e cattive notizie per concludere Abbiamo un modello di democrazia che funziona e quindi un punto di riferimento per costruire «buone» istituzioni Una migliore «qualità democratica» non comporta minore efficacia decisionale Gli assetti federali e/o decentrati non hanno effetti apprezzabili, la loro adozione non presenta svantaggi sul piano del rendimento Le democrazie consensuali non si fabbricano a tavolino. Serve, accanto al disegno istituzionale, una cultura politica orientata al compromesso, all'ascolto reciproco, alla condivisione delle decisioni

Addendum: quanto è solida la spiegazione di Lijphart?