Dispositivi di Protezione Individuale CORSO DI FORMAZIONE R.S.P.P. D.Lgs. 195/2003 e Accordo Stato Regioni 26.01.2006 Modulo B Specializzazione per R.S.P.P. E A.S.P.P. Dispositivi di Protezione Individuale A.S. Lorenza Gandolfi SPSAL Modena Ottobre 2007
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) ASPETTI NORMATIVI CRITERI DI SCELTA TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE MODALITA’ D’IMPIEGO
Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori ASPETTI NORMATIVI D.Lgs. 19 settembre 1994 n. 626/94 e s.m.i Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. Titolo IV Attuazione della direttiva 89/656/CEE relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e salute per l’uso da parte dei lavoratori di attrezzature di protezione individuale durante il lavoro Lavoratore: persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro, soci lavoratori di cooperative o di società di fatto, allievi…
ASPETTI NORMATIVI D.Lgs. 14 agosto 1996 n. 494 Attuazione della direttiva 92/57 CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei e mobili Art. 7 Obblighi dei lavoratori autonomi I lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nei cantieri: a)………………………….. b) utilizzano i DPI conformemente a quanto previsto dal titolo IV del D.Lgs. 626/94; c)……………………………
Art. 40 D.Lgs. 626/94 Definizioni DPI è qualunque attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o piu’ rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro nonché ogni componente o accessorio destinato a tale scopo.
Art. 40 D.Lgs. 626/94 Definizioni Insieme di DPI diversi destinati a proteggere da uno o più rischi simultanei DPI collegato a un prodotto non destinato alla protezione Componenti intercambiabili di un DPI, indispensabili per il suo corretto funzionamento
Non sono dispositivi di protezione individuale: Art. 40 D.Lgs. 626/94 Esclusioni Non sono dispositivi di protezione individuale: gli indumenti e le uniformi di lavoro quando non proteggono da rischi dpi per uso privato contro le condizioni atmosferiche, umidità, acqua e calore caschi e visiere per veicoli e materiali sportivi….
Art. 41 D.Lgs. 626/94 Obbligo d’uso RISCHI vanno evitati o ridotti con misure tecniche di prevenzione mezzi di protezione collettiva riorganizzazione del lavoro RISCHI RESIDUI USO DPI
Art. 42 D.Lgs. 626/94 Requisiti dei DPI ….. devono: - essere adeguati ai rischi senza comportare un rischio maggiore; - essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; - tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore; - poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità Compatibili tra loro in caso di rischi multipli
D.Lgs. 626/94 art. 42 2. I DPI….. non devono comportare un rischio maggiore; I guanti con alta resistenza allo strappo non devono essere utilizzati vicino a macchinari in movimento
Art. 42 D.Lgs. 626/94 Requisiti dei DPI I DPI devono essere conformi alle norme di cui al D.Lgs. 475/92 e s. m. i.
ASPETTI NORMATIVI D.Lgs. 4 dicembre 1992 n. 475 Attuazione della direttiva 89/686 CEE in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai DPI. modificato dal D.Lgs. 2 gennaio 1997 n.10 Attuazione delle direttive 93/68 CEE, 93/95 CEE, 96/58 CEE relative ai Dispositivi di Protezione Individuale. Soggetti coinvolti: fabbricante o suo rappresentante Normativa di prodotto
STABILISCE D.Lgs. 4 dicembre 1992 n.475 Requisiti essenziali di salute e sicurezza Procedure di certificazione CE Adempimenti a carico del fabbricante
Art.3 D.Lgs.475/92 Requisiti essenziali di salute e sicurezza I DPI non possono essere immessi sul mercato e in servizio se non rispondono ai requisiti essenziali di salute e sicurezza specificati nell’allegato II REQUISITI DI CARATTERE GENERALE PRINCIPI DI PROGETTAZIONE Livelli di protezione FATTORI DI COMFORT E DI EFFICACIA NOTA INFORMATIVA INNOCUITA’ DEI DPI REQUISITI SUPPLEMENTARI COMUNI A DIVERSE CATEGORIE DI DPI REQUISITI SUPPLEMENTARI SPECIFICI PER I RISCHI DA PREVENIRE
Norme armonizzate e norme nazionali Art. 2 D.Lgs. 475/92 modificato dall’art. 2 del D.Lgs. 10/97 Norme armonizzate e norme nazionali Ai sensi del presente decreto si intendono per norme armonizzate le disposizioni di carattere tecnico adottate da organismi di normazione europei su incarico della commissione CE. ………………………………………………………….. I dpi che rispondono ai requisiti previsti dalle norme armonizzate si presumono conformi ai requisiti essenziali di salute e sicurezza”. L’applicazione delle norme armonizzate è a carattere volontario
di una norma armonizzata Caratteristiche di una norma armonizzata avere una direttiva di riferimento essere elaborata su mandato della commissione CE essere pubblicata nella G.U. della CE essere trasposta in norma nazionale con i riferimenti pubblicati nella G.U. degli stati membri
PROCEDURA PER L’ELABORAZIONE DELLE NORME ARMONIZZATE APPROVAZIONE DELLA NORMA (G.U. CE) COMMISSIONE CE MANDATO AL COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE (CEN) Membro italiano del CEN per l’Italia e’ L’Ente Nazionale di Unificazione (UNI) TRASPOSIZIONE IN NORMA NAZIONALE (G.U. STATI MEMBRI) COMPITO DI ELABORAZIONE AD UN COMITATO TECNICO (TC) PROGETTO DI NORMA
I REQUISITI ESSENZIALI NORME ARMONIZZATE TRADUCONO I REQUISITI ESSENZIALI DI SALUTE E SICUREZZA (D.Lgs. 475/92) DISPOSIZIONI DI CARATTERE TECNICO
D. M. 13 Febbraio 2003 Terzo elenco riepilogativo di norma armonizzate concernente l‘attuazione della direttiva n. 89/686 CEE relativa ai Dispositivi di Protezione individuale. Art.1 Ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs 475/92 è pubblicato il terzo elenco………….di norme nazionali che traspongono le norme armonizzate europee in materia di DPI.
Art. 45 D.Lgs. 626/94 Criteri per l’individuazione e l’uso …..il Ministero delle Attività Produttive …….tenendo conto della natura, dell’attività e dei fattori specifici di rischio, indica: i criteri per l’individuazione e l’uso dei DPI le circostanze e le situazioni in cui, si rende necessario l’impiego dei DPI
D.M. 2 maggio 2001 Criteri per l’individuazione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). ALLEGATO 1 Protettori auricolari. Raccomandazioni per la selezione, l’uso, la cura e la manutenzione. Norma UNI EN 458/95 ALLEGATO 2 Guida alla scelta e all’uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie Norma UNI 10720/98 ALLEGATO 3 Protezione personale degli occhi: filtri per saldatura Filtri per la protezione da radiazioni ultraviolette Filtri per la protezione da radiazioni infrarosse appendici norme UNI EN 169/93, UNI EN 170 e UNI EN 171/93 ALLEGATO 4 Indumenti protettivi da agenti chimici solidi, liquidi e gassosi pericolosi. Raccomandazioni per la selezione, l’uso e la manutenzione
LINEE GUIDA ISPESL www.ispesl.it DOCUMENTAZIONE LINEE GUIDA TECNICHE
D.Lgs. 475/92 CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI PRIMA CATEGORIA DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità. Dichiarazione di conformità CE
PRIMA CATEGORIA Solo per rischi minori Lesioni superficiali prodotte da strumenti meccanici Lesioni facilmente reversibili causate da prodotti per la pulizia Contatto o urto con oggetti caldi < 50° C Ordinari fenomeni atmosferici Urti e vibrazioni lievi Azione lesiva dei raggi solari
D.Lgs. 475/92 CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI SECONDA CATEGORIA Per esclusione tutti quelli che non rientrano nella I° nella II° categoria. La maggior parte dei DPI è di II° categoria Attestato di certificazione CE Dichiarazione di conformità CE
D.Lgs. 475/92 CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI TERZA CATEGORIA DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Attestato di certificazione CE Verifica periodica Dichiarazione di conformità CE 00331
TERZA CATEGORIA Protezione delle vie respiratorie contro aerosol solidi, liquidi o contro i gas Respiratori isolanti isolanti DPI contro le aggressioni chimiche e le radiazioni ionizzanti (guanti e indumenti) DPI per attività in ambienti con temperatura d’aria > 100° oppure < - 50° C DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall’alto DPI destinati per attività che espongano a tensioni elettriche pericolose
D.Lgs. 475/92 art. 5 Procedure di Certificazione DPI I CATEGORIA DPI II CATEGORIA DPI III CATEGORIA Il fabbricante sottopone il DPI alla certificzione CE (esame documentazione e modello) L’organismo di controllo autorizzato redige l’attestato di certificazione CE Sistemi di controllo della produzione Controllo prodotto finito Controllo sistema di qualità Il fabbricante redige la dichiarazione CE di conformità Il fabbricante redige la dichiarazione CE di conformità Il fabbricante redige la dichiarazione CE di conformità Il fabbricante appone la marcatura CE
ADEMPIMENTI A CARICO DEL FABBRICATE MARCATURA CE NOTA INFORMATIVA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE (PER SECONDA E TERZA CATEGORIA)
MARCATURA CE DPI I e II CATEGORIA DPI III CATEGORIA 0022 Art. 12 D.Lgs. 475/92 modificato dal D.Lgs. 10/97 DPI I e II CATEGORIA DPI III CATEGORIA 0022 0022 Numero identificativo dell’organismo di controllo
NOTA INFORMATIVA La nota informativa rilasciata obbligatoriamente dal fabbricante deve contenere oltre al nome e all’indirizzo del fabbricante: istruzioni per il deposito, l’impiego, la pulizia, la manutenzione,la revisione, la disinfezione, ecc; le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione dei DPI; gli accessori utilizzabili con i DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati; le classi di protezione adeguate ai diversi livelli di rischio ed i corrispondenti limiti di utilizzazione la data o il termine di scadenza dei DPI o dei loro componenti tipo di imballaggio appropriato per il trasporto il significato della marcatura se questa esiste La nota informativa deve essere redatta in modo preciso, comprensibile e almeno nella lingua dello stato membro destinatario
DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’
Art. 42 D.Lgs. 626/94 Requisiti dei DPI I DPI devono essere conformi alle norme di cui al D.Lgs. 475/92 e s. m. i. MARCATURA CE NOTA INFORMATIVA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ (a richiesta) ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE per DPI di SECONDA e TERZA CATEGORIA (a richiesta)
art. 4 D.Lgs 626/94 obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto 5. Il datore di lavoro adotta le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori e in particolare … d) fornisce ai lavoratori i necessari e idonei DPI f) richiede l’osservanza da parte dei singoli lavoratori …. delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei DPI messi a loro disposizione Esige l’uso!!!
art. 43 D.Lgs. 626/94 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO effettua l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere eliminabili con altri mezzi; valuta sulla base delle informazioni fornite dal fabbricante e delle norme d’uso di cui all’art. 45 le caratteristiche dei DPI disponibili; fornisce a tutti i lavoratori i DPI necessari e conformi ai requisiti art. 42 e art. 45 mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni di igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie; destina ogni DPI ad uso personale, qualora le circostanze richiedano l’uso di uno stesso DPI da parte di piu’ persone, prende misure adeguate; informa il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge; assicura una formazione adeguata e se necessario, uno specifico addestramento l’addestramento è indispensabile per i DPI di terza categoria e i DPI dell’udito vigilare affinchè i DPI vengano effettivamente utilizzati (sanzioni fino a 1.032 €)
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO art. 43 D.Lgs. 626/94 valutare tutti i rischi che non possono essere eliminati con altri mezzi individuare le condizioni d’uso e la durata dello stesso in funzione dell’entità del rischio, della frequenza dell’esposizione al rischio stesso e alle caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore fornire DPI idonei ed adeguati ai rischi presenti nell’impresa informare, formare e se necessario, addestrare vigilare affinchè i DPI vengano effettivamente utilizzati Esige l’uso!!!
INFORMAZIONE E FORMAZIONE EFFICACI CORRETTE ESAUSTIVE
INFORMAZIONE E FORMAZIONE COMPRENSIBILI
ADDESTRAMENTO addestramento e i DPI dell’udito assicura una formazione adeguata e se necessario, uno specifico addestramento l’addestramento è indispensabile per i DPI di terza categoria e i DPI dell’udito
art. 44 D.Lgs. 626/94 OBBLIGHI DEI LAVORATORI si sottopongono ai programmi di formazione e addestramento sull’uso corretto dei DPI; utilizzano i DPI messi a loro disposizione; hanno cura dei DPI messi a loro disposizione; non vi apportano modifiche di propria iniziativa; al termine dell’utilizzo seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna; segnalano immediatamente al datore di lavoro qualsiasi difetto o inconveniente. (sanzione di 154 €)
SCELTA DEI DPI SOGGETTI COINVOLTI DATORE DI LAVORO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE MEDICO COMPETENTE RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI LAVORATORI
Riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi Art. 11 D.Lgs. 626/94 Riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi Nel corso della riunione il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti: ……l’idoneità dei mezzi di protezione individuale
CRITERI DI SCELTA dei DPI ANALISI DEL RISCHIO RESIDUO Modalità, durata ed entità dell’esposizione CARATTERISTICHE DEL LAVORO DA SVOLGERE LAVORATORE VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI PROTEZIONE VALUTAZIONE DELLE PROPRIETA’ E DELLA BIOCOMPATIBILITA’ IDENTIFICAZIONE DEL DISPOSITIVO DI PROTEZIONE ADEGUATO = DPI UTILIZZATO
Tipologia del lavoro da svolgere Precisione destrezza Protezione rinforzata
PERCORSO PER LA SCELTA Analisi del rischio Adozione di tutte le misure per la sua eliminazione Permanenza di un rischio residuo Identificazione dei DPI necessari Approfondimento tecnico sulle loro possibili prestazioni Identificazione delle caratteristiche a noi necessarie Ricerca dei DPI disponibili sul mercato Scelta ed acquisto di alcuni DPI Sperimentazione Scelta definitiva Dotazione a tutti i lavoratori esposti al rischio Gestione continua nel tempo
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE ADEGUATO MIGLIOR COMPROMESSO TRA IL PU’ ALTO LIVELLO DI SICUREZZA RGGIUNGIBILE E IL COMFORT INDISPENSABILE DA ASSICURARE
TIPOLOGIE DI DISPOSITIVI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE DEL CORPO PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO PROTEZIONE DELL’UDITO PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI PROTEZIONE DALLE CADUTE DALL’ALTO
Dispositivi di Protezione delle vie respiratorie
APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) CRITERI DI SCELTA D.M. 2 maggio 2001 Criteri per l’individuazione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). ALLEGATO 2 Guida alla scelta e all’uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie Norma UNI 10720/98
APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) CRITERI DI SCELTA valutazione del rischio valori limite di esposizione protezione fornita dai respiratori libertà di movimento campo visivo condizioni climatiche utilizzo di altri DPI necessità di decontaminazione dell’APVR
VALUTAZIONE DEI RISCHI NATURA DEI CONTAMINANTI CONCENTRAZIONE DEI CONTAMINANTI
VALORI LIMITE VALORI LIMITE CONSENTITI TLV – TWA VALORE LIMITE DI SOGLIA ………….
CLASSIFICAZIONE DEGLI APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) O RESPIRATORI Dipendenti dalla atmosfera ambiente RESPIRATORI A FILTRO Indipendenti dall’atmosfera ambiente RESPIRATORI ISOLANTI
UTILIZZO DEI RESPIRATORI ISOLANTI solo quando: la percentuale di ossigeno è inferiore al 17%; non si conosce la natura e/o la concentrazione dei contaminanti; la concentrazione dei contaminanti è superiore ai limiti di utilizzo dei respiratori a filtro; nell’ambiente sono presenti gas/vapori con scarse proprietà di avvertimento (sostanza inodore con soglia olfattiva maggiore del TLV).
RESPIRATORI A FILTRO NON ASSISTITI
RESPIRATORI A FILTRO ASSISTITI ventilazione assistita ventilazione forzata
CLASSIFICAZIONE DEI RESPIRATORI A FILTRO CONTRO PARTICELLE CONTRO GAS E VAPORI CONTRO PARTICELLE, GAS E VAPORI Filtro antipolvere + facciale Facciale filtrante antipolvere Filtro antigas + facciale Facciale filtrante antigas Filtro combinato + facciale Facciale filtrante combinato
P A B E K AX TIPOLOGIE DI FILTRI Particelle in sospensione nell’aria Polveri, fumi, nebbie e fibre Gas e vapori organici con punto di ebollizione superiore a 65°C Xilene,Toluene, Stirene Secondo le indicazioni del fabbricante A Gas e vapori inorganici Cloro, candeggina Secondo le indicazioni del fabbricante B E Gas acidi anidride solforosa, acido cloridrico Secondo le indicazioni del fabbricante K Ammoniaca e derivati Secondo le indicazioni del fabbricante AX Gas e vapori organici a basso punto di ebollizione inferiore a 65°C etere, acetone Secondo le indicazioni del fabbricante
Filtri antipolvere EN 143/02 CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI O RESPIRATORI A FILTRO P P1 Bassa efficienza 80% CLASSE DI EFFICIENZA FILTRANTE P2 Media efficienza 94% Alta efficienza 99,95% P3 Le particelle vengono trattenute dal filtro mediante un’azione meccanica ed elettrostatica, maggiori strati del materiale filtrante, maggiore è la protezione
RESPIRATORI ANTIGAS I filtri per gas e vapori sono realizzati con carbone attivo trattato, in grado di trattenere specifiche famiglie di composti chimici per assorbimento La selezione del filtro è molto importante poiché ogni filtro è idoneo solo per la protezione da una determinata classe di sostanze, per questo motivo è importante avere le indicazioni del fabbricante circa l’idoneità del filtro nei confronti di una specifica sostanza
CLASSI DEI FILTRI ANTIGAS CLASSE DEL FILTRO CAPACITA’ 1 Es. A1 B1 Bassa capacità 2 2 Es. A2 B2 Media capacità 3 Es. A3 B3 Alta capacità A differenza dei filtri antipolvere, per i filtri antigas la suddivisione in classi è associata alla loro capacità, cioè alla loro durata (e non all’efficienza filtrante che è del 100%)
PERDITA TOTALE VERSO L’INTERNO All’interno di un respiratore a filtro, nell’aria respirata dall’utilizzatore sono sempre presenti concentrazioni basse/molto basse di inquinanti ambientali Perdita attraverso altri componenti Pressione interna Perdita attraverso il bordo di tenuta Perdita attraverso il filtro (solo per filtri antipolvere) Perdita attraverso le valvole di espirazione
CARATTERISTICHE DEI FACCIALI Maggiore è la copertura facciale del respiratore, maggiore è la protezione. protezione Maggiore è la pressione interna del facciale, maggiore è la protezione. protezione
VALORI MASSIMI DI PERDITA VERSO L’INTERNO DELL’APPARECCHIO (IL) 2 semimaschera IL max (%) FACCIALE PENETRAZIONE (P) ATTRAVERSO IL FILTR0 ANTIPOLVERE 20 Classe P1 % PENETRAZIONE MASSIMA (P max) CLASSE DI EFFICIENZA FILTRANTE
QUARTO DI MASCHERA O SEMIMASCHERA O MASCHERA INTERA MASSIMI VALORI AMMESSI PER LA PERDITA TOTALE VERSO L’INTERNO NELLE CONDIZIONI DI PROVA IN LABORATORIO STABILITI DALLE NORME SPECIFICHE RESPIRATORI CON FILTRO ANTIPOLVERE D.M.. 2 MAGGIO 2001 ACCESO SPENTO 5 10 1 10 0,05 5 TMP1 TMP2 TMP3 ELETTRORESPIRATORE + QUARTO DI MASCHERA O SEMIMASCHERA O MASCHERA INTERA 10 5 0,2 THP1 THP2 THP3 ELMETTO O CAPPUCCIO 20 6 0,1 P1 P2 P3 FILTRO + MASCHERA INTERA 22 8 2 SEMIMASCHERA O QUARTO DI MASCHERA FFP1 FFP2 FFP3 FACCIALE FILTRANTE PERDITA TOTALE VERSO L’INTERNO MASSIMI VALORI AMMESSI (%) MARCATURA APPARECCHI DI PROTEZIONE
FATTORE DI PROTEZIONE NOMINALE Decreto Ministeriale 20 agosto 1999 art. 3 allegato 3 CRITERI DI SCELTA DEI DPI PER LE VIE RESPIRATORIE FATTORE DI PROTEZIONE Rapporto fra la concentrazione dell’inquinante nell’aria ambiente e quella presente all’interno del facciale. FATTORE DI PROTEZIONE NOMINALE Valore del fattore di protezione quando la penetrazione attraverso i filtri e le perdite verso l’interno assumono i massimi valori consentiti dalle norme. Il FPN rappresenta la massima protezione garantita, secondo le norme tecniche di riferimento, da una specifica combinazione facciale-filtro
Decreto Ministeriale 20 agosto 1999 art Decreto Ministeriale 20 agosto 1999 art. 3 allegato 3 CRITERI DI SCELTA DEI DPI PER LE VIE RESPIRATORIE Esempio semimaschera + filtro P1 perdita totale verso l’interno 22% Cest 100 FPN = _____ = ______________ Cint 22 (%) 100 FPN di una semimaschera + filtro P1 ________ = 4,5 22 All’interno del facciale la concentrazione dell’inquinante è 4,5 volte inferiore rispetto alla sua concentrazione nell’ambiente Tramite il FPN si calcola la massima concentrazione alla quale ci si può esporre con il respiratore. Esempio semimaschera + P1 FPN 4,5 la massima concentrazione esterna ammessa sarà 4,5 X VLE
D.M. 2 maggio 2001 CRITERI DI SCELTA DEI DPI PER LE VIE RESPIRATORIE FATTORE DI PROTEZIONE OPERATIVO (FPO) “….è il valore del fattore di protezione da utilizzare nella pratica operativa dell’ambiente di lavoro, ha lo scopo di tenere prudentemente in considerazione le problematiche derivanti dalle specifiche diversità riguardanti i vari ambienti di lavoro, dalle esigenze di mobilità dell’operatore, dall’accuratezza con cui è indossato il respiratore …”.
DEVE ESSERE UTILIZZATO IL FATTORE DI PROTEZIONE OPERATIVO (FPO) D.M. 2 maggio 2001 PER LA SCELTA DELL’ APVR IDONEO A SPECIFICHE CONDIZIONI D’IMPIEGO DEVE ESSERE UTILIZZATO IL FATTORE DI PROTEZIONE OPERATIVO (FPO)
D.M. 2 maggio 2001 CRITERI DI SCELTA VALORI DI FPO e FPN DEI DIVERSI TIPI DI APVR 10 100 400 20 2000 ELETTRORESPIRATORE MASCHERA TMP1 ELETTRORESPIRATORE MASCHERA TMP2 ELETTRORESPIRATORE MASCHERA TMP3 5 500 ELETTRORESPIRATORE ELMETTO THP1 ELETTRORESPIRATORE ELMETTO THP2 ELETTRORESPIRATORE ELMETTO THP3 4 15 1000 MASCHERA INTERA CON FILTRO P1 MASCHERA INTERA CON FILTRO P2 MASCHERA INTERA CON FILTRO P3 30 12 50 SEMIMASCHERA CON FILTRO P1 SEMIMASCHERA CON FILTRO P2 SEMIMASCHERA CON FILTRO P3 FACCIALE FILTRANTE FFP1 FACCIALE FILTRANTE FFP2 FACCIALE FILTRANTE FFP3 FPO FPN TIPO
Decreto 2 maggio 2001 PER LA SCELTA DEL TIPO DI APVR E’ NECESSARIO CONOSCERE: CONCENTRAZIONE DELL’INQUINANTE NELL’AMBIENTE; MASSIMA ESPOSIZIONE A VALLE DELLA PROTEZIONE; FATTORE DI PROTEZIONE OPERATIVO DELL’APVR.
FPO = Concentrazione esterna/VLE CALCOLO DEL FATTORE DI PROTEZIONE NECESSARIO PARTICELLE (polveri,..) FPO = Concentrazione esterna/VLE VLE X FPO = Concentrazione ambientale esempio: rimozione di amianto friabile concentrazione media ponderata 2.000 ff/l valore limite di esposizione D.Lgs 257/06 100 ff/l 2.000 : 100 = 20 Infatti 100 x 20 = 2000 è quindi necessario utilizzare un APVR con FPO superiore o uguale a 20
100 30 3 2000 400 5 20 FPO TIPO DI RIMOZIONE ff/l MEDIA TIPOLOGIA DI PLAUSIBILI RANGE DI ESPOSIZIONE FPO ff/l MEDIA con uso di DPI TIPOLOGIA DI RESPIRATORE COPERTURE IN CEMENTO AMIANTO 100 30 3 Semimaschera P3 Facciale filtrante FFP3 RIMOZIONE AMIANTO FRIABILE IN EDIFICI O IMPIANTI 2000 400 5 Elettrorespiratore Con maschera pieno facciale TMP3 20 casco/cappuccio THP3
CALCOLO DEL FATTORE DI PROTEZIONE nel caso eccezionale e temporaneo in cui non si conosca la concentrazione del contaminante è possibile valutare il livello di protezione in funzione della tossicità della sostanza FFP1/P1 Per contaminanti con TLV = 10 mg/mc FFP2/P2 Per contaminanti con TLV > 0,1 mg/mc FFP3/P3 Per contaminanti con TLV < 0,1 mg/mc Esempi: fumi di saldatura FFP2/P2 silice FFP3/P3 polvere di legno FFP2/P2
FATTORE DI PROTEZIONE GAS/VAPORI DISPOSITIVO DI PROTEZIONE FPN FPO SEMIMASCHERA 50 30 MASCHERA PIENO FACCIALE 2000 400 SCELTA DEL TIPO DI MASCHERA FPO = Concentrazione esterna/TLV La classe del filtro si seleziona in base alla concentrazione
ESEMPI DI SCELTA RAPIDA DEL FILTRO ADEGUATO Tipo di filtro o respiratore Tipo di contaminante FFP1/P1 Cemento,gesso,marmo FFP2/P2 Polvere di legno, fumi di saldatura, fibre di vetro FFP3/P3 Amianto, piombo, silice, cromo, cobalto A1/P2 semimaschera Verniciatura Fumi di bitume ISOLANTE Anidride carbonica, monossido di carbonio
APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE CARATTERISTICHE MODALITA’ D’IMPIEGO
FACCIALI FILTRANTI FFP3 CRITERI DI SCELTA Modelli con piu’ taglie Doppia bardatura con elastici regolabili Bordo di tenuta Valvola di espirazione MODALITA’ DI IMPIEGO Controllare l’integrità Sostituire: ogni turno di lavoro se provvisto di bordo di tenuta seguire le istruzioni (generalmente ogni tre turni) in ogni caso se l’intasamento provoca un aumento della resistenza respiratoria o non è garantita la tenuta ai bordi 30 50 2 FPO FPN TIL%
Marcatura identificativa del tipo LLCC2 B663 EN 149/2001 FFP3 CE0026 Norma Europea di Riferimento EN 149/2003 Nome o marchio di identificazione del fabbricante Classe di efficienza Marcatura CE di III CATEGORIA
COME INDOSSARE LA SEMIMASCHERA FILTRANTE Verifiacare la tenuta del facciale prima di entrare nell’area di lavoro Per allentare la tensione premere sull’interno delle fibbie dentate . Usando ambedue le mani modellare lo stringinaso Regolare la tensione della bardatura tirando all’indietro i lembi degli elastici . facciale sotto al mento; elastico inferiore dietro la nuca sotto le orecchie; elastico superiore dietro la testa e sopra le orecchie. NON ATTORCIGLIARE Inserire gli elastici nelle fibbie, tenete il facciale in mano, stringinaso verso le dita elastici in basso
PROVE DI TENUTA PRESSIONE POSITIVA Appoggiare le mani sul facciale Espirare rapidamente Si deve avvertire una pressione positiva (sovrapressione) all’interno del facciale e l’aria non deve sfuggire dai bordi PRESSIONE NEGATIVA Coprire con le mani il respiratore Inspirare rapidamente Se il facciale si piega leggermente verso l’interno significa che il respiratore è indossato correttamente.
SEMIMASCHERA FILTRO P3 MODALITA’ D’IMPIEGO Ispezionare i componenti prima dell’uso Sostituire le parti danneggiate Sostituire i filtri quando il loro intasamento provoca fatica a respirare Pulizia dopo l’uso Conservare in contenitore pulito lontano da aree contaminate, a temperatura ambiente e in zone non umide 30 50 2 FPO FPN TIL%
COME INDOSSARE LA SEMIMASCHERA Posizionare il respiratore davanti alla bocca e al naso Tirare la bardatura sopra la testa Agganciare gli elastici inferiori dietro al collo Regolare la pressione sul viso tirando prima gli elastici inferiori poi quelli superiori Effettuare la prova di tenuta a pressione negativa Mettere il palmo delle mani sopra i filtri, inspirare piano e trattenere il respiro. Se il facciale si piega leggermente verso l’interno significa che il respiratore è indossato correttamente. Se si avvertono perdite d’aria occorre riposizionare sul viso e/o modificare la tensione degli elastici
MASCHERA INTERA FILTRO P3 Ispezionare i componenti prima dell’uso Sostituire le parti danneggiate Sostituire i filtri quando il loro intasamento provoca fatica a respirare Pulizia dopo l’uso Conservare in contenitore pulito lontano da aree contaminate, a temperatura ambiente e in zone non umide Non utilizzare con occhiali a stanghetta Poco confortevole a causa della resistenza inspiratoria 400 1000 0,1 FPO FPN TIL%
COME INDOSSARE LA MASCHERA INTERA Stringere le cinghiette della parte inferiore poi quelle della parte superiore poi quella della sommità. Posizionare il centro del sistema di cinghie il piu’ possibile vicino alla nuca. Collocare il mento in fondo alla maschera e tirare il sistema di cinghie sopra la testa. Per indossare la maschera riunire le cinghiette laterali, due in ogni mano.
PROVA DI TENUTA PRESSIONE NEGATIVA Chiudere con il palmo della mano la bocca di entrata dell’aria, inspirare e trattenere il respiro. La maschera dovrà ripiegarsi leggermente verso l’interno e rimanere così per tutto il tempo che si trattiene il respiro.
PER SEMIMASCHERA E MASCHERA INTERA Marcatura identificativa FILTRI ANTIPOLVERE PER SEMIMASCHERA E MASCHERA INTERA MARCATURA EN P3 143/02 VVERV G25 CE0012 Nome o marchio di identificazione del fabbricante TIPO Classe Marcatura CE di III CATEGORIA Marcatura identificativa del tipo Norma europea di Riferimento EN 143/2002 anno di scadenza
ELETTRORESPIRATORE CON MASCHERA INTERA (TMP3) UNI EN 12942/2000 Superfici facilmente lavabili senza punti di raccolta Peso ridotto 1,5 - 2 Kg. Portata minima del flusso d’aria 110 l/min Autonomia della batteria minimo 4 ore Preferire quelli senza tubo flessibile Possibilità di inserire telai speciali per lenti Marcatura in funzione della massima perdita verso l’interno TM3 P ISPEZIONARE TUTTI I COMPONENTI PRIMA DELL’USO 400 2000 0,05 5 FPO FPN TIL% TIL% Acceso Spento
COME INDOSSARE L’ELETTRORESPIRATORE (TMP3) Collocare il mento in fondo alla maschera e tirare il sistema di cinghie sopra la testa. Spegnere la batteria. Per indossare la maschera riunire le cinghiette laterali, due in ogni mano. Controllare che la pallina sia a livello oppure al di sopra del livello minimo di flusso segnato Verificare l’entità del flusso,inserire l’indicatore nella bocca d’uscita del turbo
COME INDOSSARE L’ELETTRORESPIRATORE (TMP3) Collocare il palmo della mano sulla bocca di entrata del filtro, inspirare e trattenere il fiato. Controllare che la maschera aderisca al viso e che rimanga aderente finchè si trattiene il fiato. Stringere le cinghiette della parte inferiore poi quelle della parte superiore poi quella della sommità. Posizionare il centro del sistema di cinghie il piu’ possibile vicino alla nuca.
ELETTRORESPIRATORE CON MASCHERA INTERA Marcatura identificativa FILTRI ANTIPOLVERE ELETTRORESPIRATORE CON MASCHERA INTERA MARCATURA EN TM3 P 12942 VVERV G25 CE0012 Nome o marchio di identificazione del fabbricante Classe TIPO Marcatura CE di III CATEGORIA Marcatura identificativa del tipo Norma europea di Riferimento EN 12942 Anno e mese di scadenza
ELETTRORESPIRATORE CON CAPPUCCIO O ELMETTO THP3 UNI EN 12941/2000 Superfici facilmente lavabili senza punti di raccolta Peso ridotto 1,3 – 1,6 Kg. Portata minima del flusso d’aria prevista dal fabbricante non inferiore a 120 l/min Autonomia della batteria minimo 4 ore Marcatura in funzione della massima perdita verso l’interno TH3 P L’elmetto fornisce anche la protezione del capo Deve essere dotato di dispositivo di allarme Prima dell’uso verificare l’entità del flusso e il funzionamento del dispositivo di allarme ISPEZIONARE TUTTI I COMPONENTI PRIMA DELL’USO 100 500 0,2 FPO FPN TIL % Non fornisce protezione con l’elettrorespiratore spento
ELETTRORESPIRATORI CON CAPPUCCIO/ELMETTO Marcatura identificativa FILTRI ANTIPOLVERE ELETTRORESPIRATORI CON CAPPUCCIO/ELMETTO MARCATURA EN TH3 P 12941 ERV G25 CE0012 Nome o marchio di identificazione del fabbricante CLASSE E TIPO Marcatura CE di III CATEGORIA Marcatura identificativa del tipo Norma europea di Riferimento EN 12941 Anno e mese di scadenza
NELL’UTILIZZO DI RESPIRATORI A FILTRO LA PROTEZIONE NON E’ GARANTITA IN CASO DI: Presenza di barba Basette lunghe Capelli nella zona di adesione del facciale Uso di occhiali (per le maschere intere)
TELAIO PER LENTI PER MASCHERA INTERA
PITTOGRAMMI FILTRI - CONFEZIONI Vedere informazioni Gamma di temperatura per la conservazione Umidità massima per la conservazione Data di scadenza
FATTORI CHE DETERMINANO LA DURATA DEI FILTRI ANTIPOLVERE INTASAMENTO DEL FILTRO PERDITA DI TENUTA AL VOLTO Il filtro va sostituito quando l’utilizzatore avverte un aumento della resistenza respiratoria
FATTORI CHE DETERMINANO LA DURATA DEI FILTRI ANTIGAS LA DURATA DEI FILTRI ANTIGAS DIPENDE: Natura e concentrazione del contaminante Umidità e temperatura ambientale Ritmo respiratorio e capacità polmonare del lavoratore Il filtro va sostituito quando l’utilizzatore avverte l’odore o il sapore della sostanza, ciò avviene quando il carbone attivo è saturo e ha quindi esaurito la sua capacità di assorbimento
ricevere un’informazione ed una formazione D.M. 2 maggio 2001 prima di utilizzare gli APVR i lavoratori devono ricevere un’informazione ed una formazione sia teorica che pratica (addestramento); è opportuno ripetere l’informazione e la formazione annualmente; la formazione e il suo aggiornamento devono essere affidati a persone competenti.
INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO D.M. 2 maggio 2001 CONTENUTI DELLA FORMAZIONE TEORICA effetti delle sostanze pericolose; funzionamento degli APVR che si intende utilizzare; limiti dell’effetto protettivo; durata di impiego, sostituzione dei filtri; valutazione dello stato di efficienza; indossamento dell’apparecchio filtrante; pulizia, conservazione e manutenzione.
INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO D.M. 2 maggio 2001 ALL’INDOSSAMENTO DEL DISPOSITIVO ALLA VERIFICA DELLA TENUTA DEL FACCIALE PROVE A PRESSIONE NEGATIVA PROVA A PRESSIONE POSITIVA
(indossandolo e simulando le effettive condizioni di impiego). ADDESTRAMENTO Deve essere effettuato mediante esercitazioni pratiche sui DPI in dotazione. Non può essere considerato addestramento se il lavoratore non viene messo in grado di utilizzare personalmente il DPI (indossandolo e simulando le effettive condizioni di impiego).
VERIFICA DELL’ADDESTRAMENTO CON IL FIT TEST
PROTEZIONE DEL CORPO
INDUMENTI PROTETTIVI indumento che copre o sostituisce gli indumenti personali, progettato per proteggere contro uno o piu’ pericoli Evitare la contaminazione del corpo e degli abiti civili Assorbimento cutaneo Inalazione secondaria Contamianzione di ambienti non inquinati Proteggere da alte/temperature Proteggere da rischi meccanici
Manipolazione di prodotti chimici pericolosi INDUMENTI PROTETTIVI Manipolazione di prodotti chimici pericolosi Rimozione di materiali contenenti amianto Lavori di sabbiatura Lavori in impianti frigoriferi
MARCATURA Identificazione del fabbricante Tipo di prodotto, nome commerciale o codice Taglia Norma specifica di riferimento Pittogramma e livello delle prestazioni Etichettatura di manutenzione
INDUMENTI DI PROTEZIONE PITTOGRAMMI DI RAPPRESENTAZIONE DEI RISCHI
TIPI DI PROTEZIONE CHIMICA Tipo 1 tenuta stagna di gas Tipo 2 tenuta non stagna ai gas Tipo 3 tenuta di liquidi con pressione (getti) Tipo 4 tenuta spruzzi (aerosol) Tipo 5 tenuta di polvere Tipo 6 tenuta limitata di schizzi di liquidi Suddivisione in base alla condizione fisica degli agenti chimici, della loro quantità e della loro pressione
TIPI DI PROTEZIONE TIPO 4 Protezione chimica a prova di spruzzi o aerosol di liquidi. Le cuciture devono essere eseguite in modo da non permettere la penetrazione degli spruzzi attraverso i fori delle cuciture. Giunture saldate/sigillate TIPO 5 Resistenza alla penetrazione delle particelle solide offre quindi protezione contro fibre e polveri. Giunture cucite TIPO 6 protezione limitata contro liquidi chimici (schizzi) Giunture cucite.
INDUMENTI DI PROTEZIONE ETICHETTE
INDUMENTI DI PROTEZIONE CHIMICA LA TUTA DEVE ESSERE: INTERA CON CAPPUCCIO INTEGRATO PRIVA DI TASCHE CHIUDIBILE AI POLSI, ALLE CAVIGLIE E LUNGO IL CAPPUCCIO DI TESSUTO IN GRADO DI GARANTIRE UN’IDONEA BARRIERA RESISTENTE ALL’ABRASIONE E ALLO STRAPPO
INDUMENTI DI PROTEZIONE TUTE IMPERMEABILI RIUTILIZZABILI consentono una maggior traspirazione consentono il lavaggio sotto la doccia necessitano periodicamente di accurata pulizia a cura dell’impresa o in lavanderia autorizzata resistenti agli strappi e alle abrasioni
TUTE IMPERMEABILI RIUTILIZZABILI
INDUMENTI DI PROTEZIONE TUTE MONO USO poco traspiranti poco resistenti agli strappi e alle abrasioni ottima gestione
TUTE MONO USO
SI NO
INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA’
INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA’ Art. 37 codice della strada … obbligo per coloro che operano in prossimità della delimitazione di un cantiere o comunque sono esposti al traffico dei veicoli nello svolgimento dell’attività lavorativa di essere visibili sia di giorno che di notte mediante l’utilizzo di indumenti da lavoro FLUORESCENTI E RIFRANGENTI ALLEGATO V D.Lgs 626/94 Attività per le quali è necessario mettere a disposizione DPI 8. INDUMENTI FOSFORESCENTI Lavori in cui è necessario percepire in tempo la presenza dei lavoratori.
INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA’ UNI EN 471 COLORI Arancione Giallo Rosso Hanno la funzione di rendere piu’ visibile l’operatore sia di giorno (colori altamente visibili) sia di notte (bande retroriflettenti), prevenendo investimenti accidentali da parte di veicoli, macchine operatrici o altro.
INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA’ CLASSIFICAZIONE Sono previste 3 classi in funzione della superficie minima del materiale di fondo (luminescente) e delle bande retroriflettenti Classe 3 GRADO DI VISIBILITA’ PIU’ ELEVATO giaccone manica lunga, giacca e pantalone Classe 2 GRADO DI VISIBILITA’ INTERMEDIO gilet,casacche, pantaloni Classe 1 GRADO DI VISIBILITA’ PIU’ DEBOLE bretelle
PROTEZIONE DELLA TESTA Elmetti di protezione per l’industria EN 397/2001 L’elmetto è un dispositivo destinato a proteggere la parte superiore della testa contro lesioni: da oggetti in caduta da cadute accidentali da urto o contatto con elementi taglienti da contatto con parti calde o fredde
PROTEZIONE DELLA TESTA Copricapo di protezione per l’industria EN 812 Protezione parte superiore della testa contro lesioni: da piccoli oggetti in caduta da cadute accidentali da urto o contatto con elementi taglienti Il copricapo non può sostituire l’elmetto
PROTEZIONE DELLA TESTA OBBLIGO D’USO Art. 381 D.P.R. 547/55 “i lavoratori esposti a specifici pericoli di offesa al capo per caduta di materiali dall’alto o per contatto con elementi comunque pericolosi devono essere provvisti di copricapo appropriato. Esempi di necessità di utilizzo: lavori sopra, sotto o in prossimità di impalcature montaggio e smontaggio di impalcature lavori in trincee, fossati, pozzi… demolizioni durante l’uso di sistemi di arresto caduta (con sottogola) macelli, fonderie, altiforni lavori in prossimità di apparecchi di sollevamento
PROTEZIONE DELLA TESTA elmetto e copricapo resistenza all’urto: massa di 5 Kg lasciata cadere da 1 m. sull’elmetto (per copricapo 5 Kg da 25 cm) resistenza alla penetrazione: cuneo di 3 Kg lasciato cadere da 1 m. sull’elmetto (per il copricapo 500 gr. da 50 cm)
ACCESSORI PROTEZIONE DELLA TESTA l’elmetto deve essere sostituito dopo un urto violento ACCESSORI devono essere utilizzati solo quelli previsti dal fabbricante, non sono ammessi adattamenti
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO Art. 382 D.P.R. 547/55 I lavoratori esposti al pericolo di offesa agli occhi per proiezione di schegge o di materiali roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi, devono essere muniti di occhiali, visiere o schermi appropriati. RISCHI meccanici proiezione di corpi estranei fisici esposizione a radiazioni infrarosse e ultraviolette chimici esposizione a polveri, fumi, gas, liquidi….
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO DANNI ULTRAVIOLETTI congiuntiviti, cheratiti INFRAROSSI congiuntiviti, cheratiti, retinopatie CORPI ESTRANEI lesioni superficiali, lesioni permanenti
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO REQUISITI DI COMFORTEVOLEZZA I D.P.I. degli occhi e del viso devono: adattarsi alla conformazione del viso garantire aderenza e stabilità devono essere realizzati con materiali leggeri, resistenti, compatibili e di buona qualità ottica avere ripari laterali assicurare ampio campo visivo essere compatibili con l’uso di occhiali da vista e altri DPI
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO I dpi degli occhi disponibili sul mercato sono innumerevoli e studiati in funzione del tipo di protezione che devono offrire. La marcatura di questi tipi di dispositivi è abbastanza complessa considerando le minime superfici disponibili e si avvale di codici alfanumerici il cui significato è contenuto nelle norme armonizzate e nella nota informativa.
TIPOLOGIE DI PROTEZIONI occhiali a stanghetta occhiali a mascherina visiera maschera per saldatura
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO MARCATURA OCULARI N appanname K abrasione 3 F 1 S 3 - 2,5 POSIZIONE I tipo di protezione da Radiazioni (filtro) – graduazione nessun numero filto per saldatura 2 filtro per ultravioletti 3 filtro per ultravioletti senza alterazione dei colori 4 filtro per infrarossi 5 filtro solare 6 filtro solare con protezione infrarosso POSIZIONE II codice di identificazione del fabbricante POSIZIONE III classe ottica 1 – 2 – 3 POSIZIONE IV resistenza meccanica S – F – B - A POSIZIONE V campo di utilizzo eventuale protezione da 3 liquidi (gocce e spruzzi) 8 archi elettrici 4 particelle grossolane 9 metalli fusi 5 gas
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO RESISTENZA MECCANICA IMPATTO MARCATURA ROBUSTEZZA INCREMENTATA 5,1 m/s S IMPATTO A BASSA ENERGIA 45 m/s F IMPATTO A MEDIA ENERGIA 120 m/s B IMPATTO AD ALTA ENERGIA 190 m/s A
NUMERI DI GRADUAZIONE PER SALDATURA AD ARCO
NUMERI DI GRADUAZIONE PER SALDATURA A GAS
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO Vetro non temperato solo per lavorazioni senza proiezione di materiale solido (es. verniciatura) Lenti in vetro temperato per lavorazioni con agenti chimici o rischio di graffi o urti con una forza di impatto limitata (es. saldatura, soffiatura) Policarbonato, per lavorazioni in cui le particelle possono essere proiettate contro le lenti con notevole forza (es. fresatura, molatura); Acetato se è necessaria una certa resistenza all’aggressione degli agenti chimici.
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO Classe ottica 1 migliore, per classi inferiori, 2 o 3, l’occhiale deve essere indossato per un tempo inferiore, in particolare se di classe 3 I normali occhiali da vista non sono occhiali protettivi Per lavori di breve durata sopra gli occhiali da vista è possibile utilizzare occhiali di protezione Per lavori continuativi è necessario utilizzare occhiali di sicurezza con lenti graduate Quando esiste il rischio di proiezione di particelle è necessario utilizzare occhiali dotati di protezioni laterali
PROTEZIONE DELL’UDITO art. 49 septies D.Lgs. 626/94 Il datore di lavoro qualora i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con le misure di prevenzione e protezione …. fornisce DPI dell’udito a tutti i lavoratori la cui esposizione quotidiana superi 80 dB(A). fa il possibile per assicurare che vengano indossati i DPI se l’esposizione è uguale o superiore a 85 dB(A)
PRINCIPALI TIPI INSERTI AURICOLARI CON ARCHETTO CUFFIE
PROTEZIONE DELL’UDITO CRITERI DI SCELTA livello di esposizione giornaliera/settimanale al rumore requisiti di attenuazione sonora del DPI soglia uditiva del lavoratore (disturbi/patologie) ambiente di lavoro e attività lavorativa (temperatura e umidità segnali di avvertimento, presenza di polvere) comfortevolezza, praticità compatibilità con altri DPI
ATTENUAZIONE SONORA I DPI sono in grado di fornire valori di attenuazione sonora diversi che il fabbricante deve indicare nella nota informativa che accompagna il protettore. SNR esprime con un solo valore, in dB, l’attenuazione sonora semplificata Il protettore auricolare per risultare idoneo deve abbattere il rumore fino ad arrivare ad un’esposizione residua di 70 – 80 dB(A) > a 80 insufficiente < a 65 iperprotezione
PROTEZIONE DELL’UDITO Guida alla scelta Tipo di lavoro/ambiente Caratteristiche del lavoratore Dispositivo consigliato Ambienti con alte temp. Umidità, lavoro fisico intenso inserti Ambienti polverosi cuffie Contemporaneità con altri DPI Infezioni/irritazioni del condotto uditivo
PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI RISCHI fisici (freddo, calore…) meccanici (schiacciamento,tagli, perforazioni, scivolamento…) chimici (polveri, liquidi…)
PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI PUNTALE DI PROTEZIONE CALZATURA DI SICUREZZA marcatura S Resistenza fino a 200 joule di energia di impatto (20 Kg. da 1 m.) CALZATURA DI PROTEZIONE marcatura P Resistenza fino a 100 joule di energia di impatto (10 Kg. da 1 m.) CALZATURA DA LAVORO marcatura O Nessuna protezione dal rischio di schiacciamento Nuove tipologie di puntali: non metallici, forati, in alluminio
PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI I scarpe in pelle o altri materiali con eccezione della gomma II scarpe completamente in gomma
RESISTENZA ALLO SCIVOLAMENTO PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI RESISTENZA ALLO SCIVOLAMENTO EN 13287 Coefficiente dinamico di attrito Minimo 0,15 In edilizia deve essere almeno superiore a 0,20
PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI MARCATURA TAGLIA FABBRICANTE Xxxxxx T 44 Abcd CE EN 345 S3 05 – 03 MARCATURA DI CONFORMITA’ ARTICOLO MESE ED ANNO DI FABBRICAZIONE NORMA TECNICA DI RIFERIMENTO CATEGORIA
PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI RISCHI fisici esposizione a basse/alte temperature meccanici manipolazione di materiali abrasivi,taglienti…. chimici esposizione a polveri e sostanze chimiche biologici microrganismi
Tipologia del lavoro da svolgere Precisione destrezza Protezione rinforzata
PRESA
NOTA INFORMATIVA INFORMAZIONI FORNITE DAL FABBRICANTE EN 420 “lista delle sostanze contenute nel guanto delle quali sia nota la proprietà di provocare allergie”
RADIAZIONI IONIZZANTI PITTOGRAMMI EN 420 PERICOLI MECCANICI TAGLI DA URTO FREDDO CALORE e FUOCO PERICOLI CHIMICI PERICOLI DA MICRORGANISMI PERICOLI CHIMICI (penetrazione) RADIAZIONI IONIZZANTI
GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO RISCHI MECCANICI EN 388 4 4 3 3 ABRASIONE ( 1 – 4 ) TAGLIO ( 1 – 5 ) STRAPPO ( 1 – 4 ) PERFORAZIONE ( 1 – 4 )
PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI GUANTI Devono essere robusti, garantire una buona presa e proteggere le mani da tagli ed abrasioni e perforazioni. Pelle/crosta o cotone supportato in nitrile o PVC
GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO RISCHI MECCANICI MATERIALI CUOIO/PELLE Bassa resistenza al taglio Permeabilità ai liquidi Presenza di cromo VI Buona resistenza all’abrasione e allo strappo LIMITAZIONI INDICAZIONI
GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO RISCHI MECCANICI MATERIALI SUPPORTATI/SPALMATI Cotone con supporto in nitrile, neoprene, PVC, poliuretano Buona resistenza meccanica e alle polveri Ottima presa/flessibilità Buona traspirazione (dorso areato) INDICAZIONI
GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO RISCHI TERMICI (CALORE/FUOCO) EN 407 2 3 1 2 3 4 GRANDI PROIEZIONI DI METALLO FUSO ( 1 – 4 ) PICCOLI SPRUZZI DI METALLO FUSO ( 1 – 4 ) CALORE RADIANTE ( 1 – 4 ) CALORE CONVETTIVO ( 1 – 4 ) CALORE PER CONTATTO ( 1 – 4 ) COMPORTAMENTO AL FUOCO ( 1 – 4 ) ALLUMINIZZATI, CROSTA FODERATA CON FELTRO, FIBRE ARAMIDICHE
GUANTI DI PROTEZIONE CONTRO IL FREDDO EN 511 2 3 1 Impermeabilità all’acqua ( 0 – 1 ) Freddo di contatto ( 1 – 4 ) Freddo convettivo ( 1 - 4 ) COTONE, COTONE BLOUCLÈ, PELLE FODERATA, COTONE RIVESTITO IN PVC
RESISTENZE CHIMICHE DEI MATERIALI
PRODOTTI CHIMICI E MICRORGANISMI EN 347 PENETRAZIONE diffusione, di un prodotto chimico e/o di un microrganismo, attraverso porosità, linee di saldatura o altre imperfezioni del materiale del guanto di protezione. I guanti che resistono alla penetrazione costituiscono un’efficace barriera contro i microrganismi
RESISTENZA ALLA PERMEAZIONE DEI PRODOTTI CHIMICI EN 374 Processo con il quale un prodotto chimico si diffonde attraverso il materiale del guanto di protezione
RESISTENZA ALLA PERMEAZIONE DEI PRODOTTI CHIMICI EN 374 Classe 6 > 480 min Classe 5 > 240 min Classe 4 > 120 min Classe 3 > 60 min Classe 2 > 30 min Classe 1 > 10 min INDICE DI PROTEZIONE TEMPO
RESISTENZA ALLA PERMEAZIONE DITTA NNVVVVC FORMALDEIDE 6 480 JJJ NITRILE 4 180 GGG LATICE 1 23 VVV LATICE E NEOPRENE MISCELATO 3 95 XXV LATICE RIVESTITO DI NEOPRENE INDICE DI PROTEZIONE TEMPO DI PERMEAZIONE (in minuti) CODICE PRODOTTO PRODOTTO
armonizzata di riferimento GUANTO DI PROTEZIONE PER RISCHI CHIMICI/MECCANICI/MICRORGANISMI MARCATURA Numero identificativo Organismo di Controllo Marchio o nome del fabbricante modello taglia Marcatura D.Lgs. 475/92 Pittogrammi Rischi meccanici, chimici e biologici Livelli prestazionali Rischi meccanici Norma europea armonizzata di riferimento