La ricerca bibliografica e gli Opac

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Transcript della presentazione:

La ricerca bibliografica e gli Opac Annalisa Bardelli

Il servizio di reference Il servizio di informazioni bibliografiche (detto anche servizio di reference) è quel servizio che aiuta l’utente a reperire informazioni su un dato argomento.Può essere svolto a diversi livelli a seconda del tipo di biblioteca. E’ relativamente nuovo per le biblioteche italiane, anche se nel mondo anglosassone è diffuso da molto più tempo. Può essere organizzato con diverse modalità, svolto di persona oppure per telefono o attraverso la posta elettronica (reference a distanza o reference virtuale).

Il servizio di reference Questo tipo di servizio può essere svolto a diversi livelli a seconda del tipo di biblioteca. Si può limitare a dare informazioni minime sul posseduto della biblioteca o arrivare a preparare delle vere e proprie bibliografie, dipende dalle possibilità della biblioteca e dalle decisioni di chi la gestisce.

Ricerca di un documento noto A volte l’utente richiede di localizzare un documento di cui conosce già gli estremi bibliografici: per soddisfare domande di questo tipo si utilizzano i cataloghi: se il documento cercato non si trova nella propria biblioteca il bibliotecario può ora ricorrere ai cataloghi online di altre biblioteche, fino a localizzare il documento desiderato. A questo punto può avviare una procedura di prestito interbibliotecario o di document delivery per procurare all’utente quanto desidera.

Ricerca di informazioni precise In altri casi l’utente richiede informazioni precise: per rispondere a domande di questo tipo il bibliotecario ha diversi strumenti a disposizione: tradizionalmente dizionari, enciclopedie, manuali; oggi anche i siti web e le basi dati su CD-ROM. Il livello di approfondimento della risposta dipende dalle esigenze dell’utente e dal tipo di biblioteca.

Ricerca di riferimenti bibliografici Può capitare invece che l’utente richieda di sapere cosa è stato scritto su un argomento: si tratta in genere di ricerche più lunghe e complesse, tipiche delle biblioteche di università o delle biblioteche speciali. Gli strumenti per rispondere a questo tipo di domande sono le bibliografie. Un tempo si trattava di repertori bibliografici in carta, oggi per la maggior parte di basi di dati, che possono essere su CD-ROM oppure online.

I cataloghi Un tempo la biblioteca poteva offrire l’accesso in genere solo al proprio catalogo cartaceo, o in seguito elettronico ma accessibile solo dai computer della biblioteca stessa. Alcune biblioteche pubblicavano il proprio catalogo sotto forma di volume e lo distribuivano o vendevano ad altre biblioteche. Questi cataloghi dovevano però essere periodicamente aggiornati con le nuove accessioni. Tutto cambia con la diffusione dei cataloghi accessibili tramite internet.

Dal catalogo tradizionale al catalogo elettronico Cosa è cambiato? Non più differenti cataloghi ma un’unica base dati con diverse possibilità di accesso ai dati Cade la distinzione tra scheda principale e scheda secondaria, si usa un unico record per ogni documento Possibilità di navigazione tra i record Possibilità di ricerca postcoordinata con operatori booleani

OPAC (Online public access catalogue) Gli OPAC sono cataloghi in linea accessibili al pubblico. Alle caratteristiche elencate sopra, che si ritrovano anche in una base dati accessibile solo dai computer della biblioteca, uniscono quella di essere accessibili da qualunque computer connesso in rete. Un opac è l’interfaccia pubblica della base dati che forma il catalogo della biblioteca. Normalmente ora sono disponibili via web, anche se alcuni si possono ancora consultare con altre modalità (es. telnet).

Cosa si trova in un opac? In un catalogo online si trova quella parte del patrimonio di una biblioteca che è stata inserita nella base dati. A volte non si tratta di tutto il patrimonio della biblioteca, perché non tutte le biblioteche sono riuscite a ricatalogare tutto il materiale precedentemente catalogato su carta (recupero del pregresso). In genere in questo tipo di cataloghi vengono inseriti monografie e periodici cartacei, ultimamente a volte anche i periodici elettronici. Pochissime biblioteche riescono a costruire cataloghi con spogli di periodici.

CATALOGHI COLLETTIVI Sono cataloghi nei quali è possibile trovare il patrimonio di più biblioteche che condividono una stessa base dati. Es. il catalogo collettivo delle università di Milano-Bicocca e Insubria, consultabile all’indirizzo <http://martina.cilea.it>

Catalogazione derivata e partecipata Tramite l’uso di standard come il MARC sono possibili la catalogazione partecipata e quella derivata. Catalogazione partecipata: diverse biblioteche concorrono alla formazione di una base dati comune (catalogo collettivo). Catalogazione derivata: una biblioteca fornisce (dietro accordi o pagamento) registrazioni catalografiche ad altre, che le importano nella loro base dati aggiungendo solo i dati gestionali.

SERVIZIO BIBLIOTECARIO NAZIONALE (SBN) Un esempio di catalogazione partecipata è offerto dal catalogo del Servizio bibliotecario nazionale. Il progetto SBN nasce nel 1979 per iniziativa dell’allora Ministero per i beni culturali e ambientali e ha come scopo il miglioramento dei servizi che le biblioteche possono offrire tramite il coordinamento e la cooperazione. Viene creato un catalogo collettivo basato sulla catalogazione partecipata che riunisce il posseduto delle maggiori biblioteche italiane. Ad oggi aderiscono al Servizio più di 2000 biblioteche e il catalogo comprende più di 7 milioni di titoli.

L’OPAC DEL SERVIZIO BIBLIOTECARIO NAZIONALE (SBN) La pagina web http://www.internetculturale.it/ offre l’accesso all’opac SBN. Da questa pagina è possibile cercare nella base dati SBN nonché nei cataloghi storici delle biblioteche del Ministero per i beni e le Attività culturali e in diversi cataloghi speciali predisposti dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU).

METAOPAC Sono strumenti che permettono di interrogare più opac contemporaneamente. A differenza dei cataloghi collettivi, i metaopac interrogano diverse basi dati, dunque non permettono ricerche particolarmente raffinate e mostrano i dati in formati diversi. Un esempio è il Metaopac Azalai Italiano (MAI), disponibile all’url http://www.aib.it/aib/opac/mai2.htm

Le banche dati Normalmente i cataloghi delle biblioteche non contengono spogli di periodici ma si limitano a catalogare il periodico nella sua totalità. Per avere gli spogli ci si rivolge ad agenzie specializzate che producono banche dati, in genere tematiche, nelle quali catalogano la produzione editoriale di un certo settore disciplinare, senza limitarsi alle monografie ma comprendendo anche articoli pubblicati sui periodici e a volte anche atti di convegni.

Le banche dati in biblioteca Esistono due tipi di banche dati: 1) banche dati che offrono soltanto i riferimenti bibliografici dei documenti 2) banche dati che permettono l’accesso al testo pieno (full text) dei documenti (banche dati fattuali) In una biblioteca si possono trovare entrambi i tipi, oltre ad alcune banche dati miste, che offrono il full text solo di alcuni dei documenti che segnalano.

La ricerca nelle banche dati Quando si usa per la prima volta una banca dati (opac, banca dati bibliografia o banca dati fattuale) è sempre consigliabile informarsi sulle modalità di ricerca disponibili e il tipo di sintassi da utilizzare. Riporto però una serie di concetti di base sulla ricerca nelle banche dati che sono validi in genere per qualsiasi tipo di banca dati.

Richiamo, pertinenza, rumore, silenzio Definiamo RICHIAMO la quantità di documenti che vengono recuperati con una ricerca, sia quelli pertinenti (utili cioè per lo scopo della ricerca), sia quelli non pertinenti (dunque inutili). Definiamo PERTINENZA o PRECISIONE la quantità di documenti utili tra quelli richiamati. Il RUMORE è dato dalla quantità di documenti non pertinenti tra quelli trovati. Viceversa il SILENZIO è dato dai documenti che sarebbero stati utili ma non sono stati trovati con la ricerca (e dunque sono persi).

La ricerca postcoordinata In un opac è possibile ricercare combinando tra loro diversi termini fino ad ottenere il grado di richiamo e di precisione voluti. Non è più necessario conoscere l’esatta forma dell’intestazione per recuperare il documento. Per combinare tra loro i termini della ricerca si possono usare gli operatori booleani AND, OR e NOT.

Gli operatori booleani AND = indica che i risultati della ricerca devono contenere ENTRAMBI i termini cercati OR = indica che i risultati della ricerca devono contenere UNO O L’ALTRO dei termini cercati NOT = indica che i risultati della ricerca devono contenere UNO MA NON L’ALTRO dei termini cercati

Gli operatori booleani L’operatore AND aumenta la precisione ma diminuisce il richiamo: è da utilizzare quando si pensa di trovare troppi documenti usando un certo termine di ricerca. L’operatore OR aumenta il richiamo ma diminuisce la precisione: è da utilizzare quando si teme di perdere qualche documento pertinente. L’operatore NOT è da utilizzare con cautela quando si è sicuri su cosa si vuole cercare.

Operatori di adiacenza Oltre ad AND, OR e NOT molti opac permettono anche l’uso di operatori di adiacenza, che indicano a quale distanza tra loro si devono trovare i termini cercati. Es: beni ADJ culturali troverà solo documenti in cui le due parole sono vicine tra loro

Wildcards Le wildcards sono caratteri jolly che si possono usare quando non si conosca l’esatta forma di un termine. In alcuni casi sostituiscono un solo carattere, in altri qualsiasi numero di caratteri. Es. : geolog* trova geology, geologist, geological Colo%r trova color e colour ATTENZIONE! Le wildcards non sono indicate in ogni banca dati con gli stessi caratteri; i più usati sono * ? $ % ma se ne possono trovare altri.

I campi di un record Negli opac i record bibliografici sono in genere realizzati utilizzando i formati standard per la catalogazione bibliografica (Unimarc, Marc21 o altri tipi di Marc). In altri tipi di banche dati i record sono realizzati in altri formati e hanno altri campi: conoscendo bene da quali campi è formato un record è possibile raffinare le ricerche limitandole solo ai campi che ci servono e impostare ricerche anche molto complesse.

Esempi [gli esempi che seguono sono realizzati utilizzando BIB-WEB: bibliografia italiana delle biblioteche del libro e dell’informazione, a cura di Alberto Petrucciani e Giulia Visintin, disponibile all’URL http://biblioteche.provincia.vicenza.it/bib/home_ita.htm (ultima consultazione 15/10/2005)]

Un record BIB…

E i campi che lo compongono Numero identificativo: in un database ogni record ha un numero (o un codice) che lo identifica univocamente

La ricerca in BIB E’ possibile impostare le ricerche combinando la scelta dei campi con gli operatori booleani

Per saperne di più Una guida rapida all’uso degli opac è: Gnoli, Claudio, Gli opac : una guida per il pubblico all'utilizzo dei cataloghi in linea, 1999, in AIB WEB. Contributi http://www.aib.it/aib/contr/gnoli1.htm. Informazioni più dettagliate si trovano invece in: Metitieri, Fabio e Ridi, Riccardo, Biblioteche in rete : istruzioni per l’uso, 4. Ed. aggiornata, 2005, http://www.laterza.it/bibliotecheinrete/default.asp. Su SBN si vedano: l’home page del Servizio sul sito dell’ICCU e il portale Internetculturale http://www.internetculturale.it/ . (ultima consultazione dei siti: 15/10/2005)

Per saperne di più Sulla ricerca bibliografica in genere: Della Porta, Carola, La ricerca bibliografica e informativa, in: Arrigoni Paola, Della Porta Carola, Selva Cristina, Manuale di biblioteconomia, Milano: Alpha test, 2004, p. 151-167 Metitieri, Fabio e Ridi, Riccardo, Biblioteche in rete : istruzioni per l’uso, 4. Ed. aggiornata, 2005, http://www.laterza.it/bibliotecheinrete/default.asp.