Allegorie nella Divina Commedia

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Allegorie nella Divina Commedia Canti trattati: Inferno 1-2; Purgatorio 1-3-30; Paradiso 11-17. A cura di : Biagio & Gionny

PURGATORIO CANTO I Tempo: 10 aprile 1300, domenica di Pasqua. Prima dell’alba (verso le 5). Luogo: Antipurgatorio, spiaggia. Custode: Catone (di tutto il Purgatorio). Riferimenti a: Muse, Calliope, Piche, Marzia.

Purgatorio Canto I Diversità del Purgatorio dall’Inferno sottolineata da Dante già nei primi versi. Dante diventa partecipe della scalata del Purgatorio (purificazione). Eternità dell’Inferno contrapposta al passare del tempo nel Purgatorio. La ricerca della libertà accomuna Dante e Catone (vv.71-72). Catone, anche se suicida, è il guardiano del Purgatorio poiché si è sacrificato per la libertà.

Purgatorio canto III Tempo: 10 aprile 1300, domenica di pasqua. Dalle 7 alle 9. Luogo: antipurgatorio, spiaggia. Custode: Catone (di tutto il Purgatorio). Peccato: negligenza: in particolare la colpa causa della scumunica. Pena: devono attendere trenta volte il numero di anni passati fuori dalla chiesa. Contrapasso: durata dell’attesa. Incontri: Manfredi di Svevia. Riferimenti: Maria, Aristotele, Platone, Costanza d’Altavilla, Costanza di Aragona, Bartolomeo Pignatelli, Clemente IV.

Purgatorio canto III All’uomo non è dovuto sapere tutto, infatti molti dei misteri divini devono essere accettati per fede nei confronti di Cristo, venuto sulla Terra per farceli comprendere (vv. 1-45). In questo canto Virgilio viene meno, per certi aspetti, al ruolo di guida affidatogli da Dante poiché avvicinandosi a Dio per comprenderlo non basta la sola ragione, infatti bisogna integrarla con la fede (vv. 46-102). Clemenza di Dio verso i peccatori (vv. 103-145).

Purgatorio canto XXX Tempo: 13 Aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua. Mattino. Luogo: Paradiso terrestre Personaggi: Beatrice Avvenimenti: comparsa di Beatrice, sparizione di Virgilio, rimproveri di Beatrice a Dante.

Purgatorio canto xxx Innalzamento dello stile della Commedia che prelude il Paradiso. Nome di Dante (apax vv. 55 , prima parola detta da Beatrice) figura della forte connotazione autobiografica del canto. Beatrice è figura dell’amore puro, di guida e di madre, in quanto rimprovera dante varie volte.

Inferno canto I Tempo: notte fra il 7 e l’8 Aprile 1300 e tutto il giorno 8, Venerdì Santo. Luogo: Selva Oscura fuori dall’Inferno. Vicino c’è colle. Incontri: Virgilio Riferimenti: Cesare, Augusto, Enea, Anchise, Camilla, Turno, Eurialo, Niso, S. Pietro.

Inferno canto I Selva Oscura come allegoria della perdizione e del peccato. Raggi del sole come allegoria della presenza di Dio (i raggi svegliano Dante). Dante pone l’accento su come la sua esperienza sia collettiva usando l’aggettivo Nostra ( vuol dare un insegnamento) invece che Mia (in riferimento alla vita). Con il termine “cammin” Dante introduce il tema del viaggio. La morte come allegoria della dannazione. Il colle è la via di salvezza, infatti è illuminato dai raggi del sole, che rappresentano la grazia divina. “… che non lasciò giammai persona viva…” con questi versi dante spiega che nessuno è immune dal peccato e che nessuno può uscirne senza la luce della grazia divina. (VV.22 – 27) Primo paragone presente nella Commedia, dedicato ad un senso di sollievo (come un marinaio scampato ad una tempesta). La lonza rappresenta la lussuria (indica Firenze); il leone rappresenta la fame rabbiosa e la superbia (indica l’impero); la lupa rappresenta la bramosia, la magrezza e l’avidità (indica la chiesa). (vv. 37-43) allegoria della costellazione dell’Ariete che rimanda al tempo della creazione divina. Virgilio : ragione a lungo sopita (vv.63 “chi per lungo silenzio parea fioco”). Profezia del veltro, cane da caccia (vv. 100-111) : egli ricaccerà nell’inferno la lupa dell’avidità liberata da Lucifero (rimando ad un nuovo messia).

Inferno canto II Tempo: 8 Aprile 1300, venerdì santo, tramonto. Luogo: selva oscura fuori dall’Inferno. Riferimenti a: Muse, Enea, S. Pietro e Paolo, Beatrice, Maria, S. Lucia.

Inferno canto II Tutta la Commedia è vista da Dante come un viaggio, quindi un cammino, che presuppone uno sforzo fisico, ma visto allegoricamente come un percorso di conversione, quindi come una fatica anche a livello spirituale La Divina Commedia è vista come espiazione graduale del peccato nell’inferno, purificazione nel Purgatorio e beatificazione nel Paradiso. Il viaggio, essendo voluto da Dio, non è solo conquista personale, ma si configura come il viaggio dell’intera umanità per ritrovare pace e giustizia. Dante è rinfrancato dalle parole di conforto di Virgilio che gli riporta l’appoggio morale nei suoi confronti da parte di S. Lucia, Beatrice e la Madonna (vv. 127-132).

Paradiso Canto XI Luogo: cielo del Sole Potenza motrice: Potestà Beati: anime dei sapienti Incontro più importante: Tommaso D’Aquino Riferimento a: S. Francesco d’Assisi.

Paradiso Canto XI Concezione provvidenzialistica della storia. Gli uomini nell’Antico Testamento profetizzavano la futura venuta di Cristo, mentre gli uomini dei secoli successivi imitano e non profetizzano. Dante paragona Francesco al Sole che nasce ad Oriente e la sua città all’est. Le approvazioni di Innocenzo III e Onorio III sono figure dell’approvazione definitiva di Cristo (riguardo il francescanesimo).

Paradiso Canto XVII Luogo: Cielo di Marte. Potenza motrice: virtù. Beati: combattenti per la fede. Incontri: Cacciaguida. Riferimenti a : Cangrande della Scala, Clemente V, Enrico VII.

Paradiso Canto XVII Discorso sulla prescienza divina: cioè sulla conoscenza da parte di Dio di tutte le azioni e gli eventi futuri, e quindi la predestinazione o il libero arbitrio dell’uomo. Dante vuole una parola definitiva sul futuro che lo attende. Ruolo del poeta: urlare ad alta voce e proclamare pubblicamente i delitti compiuti contro l’edificazione di una società politicamente ed eticamente corretta. Dante è certo che per l’umanità sviata è possibile il ravvedimento.