Il mondo epico e cavalleresco nella narrativa del Novecento Lavoro di approfondimento tematico a cura della prof.ssa AMODIO SILVANA
Premessa Nell’età contemporanea le storie e le leggende del mondo epico e cavalleresco hanno goduto di un’ eccezionale diffusione, dando vita non solo ad una vasta letteratura con rivisitazioni di vario genere, ma anche ad una consistente produzione cinematografica e di giochi elettronici. Ciò a testimonianza della grande capacità di coinvolgere l’immaginario collettivo da parte di questo affascinante mondo.
Tra gli scrittori italiani più sensibili al fascino del Medioevo si distingue Italo Calvino, che ne IL CAVALIERE INESISTENTE (1959) ha ripreso situazioni e atmosfere tipiche delle chansons de geste, trasformandole in allegorie della condizione dell’uomo moderno. Anche lo scrittore francese Raymond Queneau opera un recupero attualizzante della tradizione medievale e ne I FIORI BLU (1965) proietta il repertorio cavalleresco in un complesso gioco di piani temporali. Il Medioevo è anche fonte di ispirazione di un genere di notevole successo, la fantasy, fondato dallo scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien, autore della trilogia de IL SIGNORE DEGLI ANELLI (1955)
Indice Calvino e il mondo cavalleresco Il Medioevo surrealista di Queneau Il Medioevo di Tolkien Clicca sui titoli
Calvino e il mondo cavalleresco Nel romanzo Il cavaliere inesistente (1959) Italo Calvino tratta con stile legante e garbatamente ironico l’epopea dei paladini di Carlo Magno, smitizzando personaggi e situazioni tipiche del mondo celebrato nelle chansons de geste. Fin dalle pagine d’apertura è evidente che il recupero dei topoi del filone epico-cavalleresco avviene attraverso una sovrastruttura allegorica, che consente di unire all’intento ricreativo una funzione riflessiva.
IL CAVALIERE INESISTENTE Ambientato ai tempi delle guerre condotte dall’imperatore franco contro gli infedeli, il breve romanzo, narrato dalla voce della monaca Teodora (che nel finale a sorpresa svela di essere Bradamante, la protagonista femminile dell’opera) racconta le vicende di Agilulfo, un cavaliere senza corpo che solo per forza di volontà e di fede dà vita ad un’armatura e combatte nell’esercito cristiano di Carlo Magno.
IL PERSONAGGIO DI AGILULFO Le ragioni di vita del personaggio di Agilulfo si fondano sull’esercizio di una lucida razionalità, sulla composizione ordinata degli elementi del reale: egli, infatti, è costretto ad esercitare incessantemente le proprie capacità di riflessione, perché solo la coscienza di sé ( garantita dall’azione della mente, non sussistendo quella del corpo) gli permette di esistere e di superare l’angoscia interiore che lo assale in certi momenti.
La dimensione intertestuale Alla dimensione intertestuale del romanzo rimandano i costanti riferimenti al ciclo carolingio, a quello arturiano ( Torrismondo è figlio del Sacro Ordine dei Cavalieri del San Gral), al motivo medievale dell’amor cortese ( talvolta raffigurato in irriverenti immagini di sensuale fisicità) e all’Orlando Furioso di Ariosto (per il personaggio di Bradamante) e nel complesso, la nitidezza dello stile, il taglio razionale della narrazione, il distacco ironico.
Il Medioevo surrealista di Queneau Nel 1965 viene pubblicato il romanzo Les fleurs bleues (I fiori blu) di Raymond Queneau, che, pur recuperando anch’esso il mondo cavalleresco, lo inserisce in un complesso gioco di piani temporali diversi. Filosofo e studioso di matematica, scrittore surrealista di successo, Queneau ha coltivato nella sua ricerca artistica la tendenza all’invenzione fantastica e all’avventura, la coscienza del carattere relativo dei segni linguistici e, quindi, della possibilità di combinare le parole in paradossali giochi linguistici.
I fiori blu Il romanzo, nelle prime pagine, è ambientato nel Medioevo, ma subito il lettore si accorge della situazione surreale, sia per i salti temporali all’indietro, presentati come “normali”, sia perché gradualmente comprende che la vicenda è riferita alla Parigi del dopoguerra. A questo si aggiunge che subito entra in scena un cavallo filosofo, dotato di parola, che interloquisce con il protagonista, il Duca D’Auge. In tutto il libro, i personaggi sono due, Cidrolin e il Duca d'Auge per l'appunto, e la loro duplicità è sottolineata anche dal fatto che per un lungo tratto convivono e interagiscono nella stessa situazione. Ma il lettore è fortemente autorizzato a credere che i due siano, in realtà, uno solo.
Cidrolin vive una sua esistenza pacata e lenta su una chiatta parigina, nella capitale francese in pieno ventesimo secolo. Il Duca corre su e giù per i sette secoli precedenti, a partire dal 25 settembre 1264, con puntate ben distribuite nel tempo. L'uno rappresenta l’avventura, un po’ spregiudicata e guascona, l’altro è l'elogio della quotidianità, imperturbabile e libero da ogni tormento. Li unisce il fatto di essere il primo l'altra faccia della medaglia del secondo. Il tempo si intreccia in questo personaggio uno e bino, novello Giano bifronte che saetta da un'epoca all'altra, da una situazione all'altra, dall’azione alla siesta.
E la macchina del tempo che permette queste navigazioni spazio- temporali è il sogno. Dopo un'abbuffata il Duca d'Auge si assopisce, sogna e diventa Cidrolin, il quale fa la siesta, sogna ed è il Duca d'Auge in un continuo scambio tra i due. E così il tempo si intreccia e, probabilmente, va in tilt riportando, nella chiusa del libro, il Duca d'Auge nella stessa medesima situazione che apriva I fiori blu. Ogni pagina, ogni cambio di scena, ogni scarto temporale fanno percepire che sta per accadere qualcosa di eccezionale, il che si avvera in modo del tutto naturale.
Il Medioevo di Tolkien Nell’Ottocento, in epoca romantica, la letteratura cavalleresca e, più in generale, il Medioevo sono stati proposti in una visione molto idealizzata, caratterizzata da ricostruzioni fantastiche e folcloristiche. Ciò ha contribuito a creare un immaginario collettivo popolato di dame e cavalieri, protagonisti di appassionanti storie d’amore e imprese eroiche, di creature fiabesche ( maghi, elfi, streghe, draghi, gnomi, …), di complesse avventure nelle quali domina l’elemento magico.
La FANTASY Su questo mondo della fantasia è nato, intorno agli anni trenta del XX sec., un genere letterario che, soprattutto nella letteratura anglosassone, gode tuttora di notevole successo, grazie anche alle numerose riproduzioni cinematografiche: si tratta del genere fantasy. L’ iniziatore di questo genere è stato lo scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien, autore di famose opere, come la trilogia de Il Signore degli anelli, ambientate in un Medioevo fantastico, con intrecci complessi e ricchezza di elementi magici e meravigliosi, desunti dalle leggende medievali sassoni e celtiche.
Il Signore degli anelli Al centro dei romanzi è il conflitto tra il Bene e il Male, inserito all’interno di un mondo immaginario medievale ricostruito con tale cura da apparire verosimile. Durante la ricerca dell’anello che dona la forza assoluta, i protagonisti positivi, lo stregone Gandalf, Frodo e i loro compagni si trovano a combattere contro le forze del Male.
FINE