"Grandi sportivi Torinesi del passato e del presente"

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Transcript della presentazione:

"Grandi sportivi Torinesi del passato e del presente" Istituto Superiore "Europa Unita" di Chivasso anno scolastico 2007/2008 Torino città d'arte cultura e sport "Grandi sportivi Torinesi del passato e del presente" Docente: Carla Tozzi Bincoletto Giulia 1G sportivo

ELEONORA LO BIANCO Nome: Eleonora Cognome: Lo Bianco Soprannome: Leo BIOGRAFIA Nome: Eleonora Cognome: Lo Bianco Soprannome: Leo Nata il: 22/12/1979 a Borgomanero Cittadinanza: Italiana Ruolo pallavolistico: Palleggiatrice N° maglia: 14 Prima società: Omegna Pallavolo Schiacciata: 2,87 m Muro: 2,73 m Hobby: Foto e scrivere diari Altri sport seguiti: Sci e tennis Segni particolari: Campionessa Mondiale a Berlino nel 2002

venuti uno dietro l’altro. LA CARRIERA Ha incominciato per curiosità, tirando un filo in giardino per fare una rete finta, poi gli avvenimenti sono venuti uno dietro l’altro.

Leo gioca nel ruolo di palleggiatrice nella Foppapedretti Bergamo. Debutta in nazionale il 21 giugno 1998 (Italia - Brasile 3-0). La sua continuità di rendimento le consente di mantenere costantemente il posto da titolare in nazionale nonostante la presenza, in Italia, di palleggiatrici di grande livello. In maglia azzurra ha giocato 389 partite.

1) Hai mai rischiato di farla finita con la pallavolo? INTERVISTA 1) Hai mai rischiato di farla finita con la pallavolo? «Sì, quando ad Omegna è arrivato Luciano Pedullà. Lui voleva che in campo ci fosse un solo palleggiatore, e io invece pretendevo anche di schiacciare. Me lo ricordo come se fosse ieri, noi fino ad allora avevamo sempre giocato con il doppio alzatore. In quei giorni l’ho odiato, ora non posso far altro che ringraziarlo». 2) Ti è mai capitato una seconda volta? «Era il 1997, con la Juniores. Quella era la mia prima esperienza lontano dalla famiglia. Con i miei ho un rapporto molto forte, soffrivo la lontananza e così continuavo a chiedere di venirmi a prendere e riportarmi a casa. Non l’hanno mai fatto. Loro sono stati i miei primi tifosi, parlavamo molto e quello che c’era l’abbiamo sempre diviso. Oggi è lo stesso».

ELEONORA LO BIANCO

Istituto istruzione superiore “Europa unita”- Chivasso TORINO CITTA’ di CULTURA ARTE e SPORT GRANDI SPORTIVI PIEMONTESI DEL PRESENTE E DEL PASSATO FERRANDINO STEFANO & NERVO MATTEO – CLASSE 1 G-SPORT – A.S. 2007 2008

Campione dell’inter Sandro Mazzola Sandro Mazzola, Figlio di Valentino Mazzola, campione del Torino, per alcuni il più grande calciatore italiano di sempre, per tutti uno dei cinque migliori affianco a Meazza, Piola, Rivera e Riva, Sandro giocò come mezzala offensiva nell‘Inter allenata da Elenio Herrera e qui su calcio di rigore. Con i neroazzurri vinse quattro scudetti (1963, 1965, 1966 e 1971), due Coppe dei Campioni (1964 e 1965) e due Intercontinentali (1964 e 1965). Capocannoniere del campionato nel 1965, giocò in serie A 417 gare segnando 116 goal. In totale trascorse l'intera carriera. Il suo esordio nella serie A fu curioso perché avvenne il 10 giugno 1961 contro la Juventus: in questa occasione il presidente Angelo Moratti fece mettere in campo per protesta la squadra Primavera, che perse 9-1, con gol proprio di Mazzola, invece, vestì la maglia dell'Inter in 564 incontri segnando 160 reti.

Egli ne ricorda particolarmente una segnata al Real Madrid nel 1965, che permise all'Inter di battere le "merengues" 3-1. Il leggendario capitano e interno sinistro del grande Torino e della nazionale, padre di Sandro appunto e Ferruccio, è stato un "grandissimo". Un mix perfetto di classe e temperamento, che con il compagno di fascia destra Ezio Loik avrebbe formato una coppia che ha fatto epoca, tragicamente scomparso nel 1949 durante la tragedia di Superga. Giuseppe Meazza, ritiratosi nel 1948, ha avuto un ruolo importante nella carriera di Mazzola. Infatti, nel 1949, commosso dalla storia personale di Sandro, giovane di talento ma orfano di padre, lo convince a firmare un contratto con l'Inter, coltivandolo e facendone di fatto il suo erede naturale.

Caratteristiche di Sandro Mazzola A innate doti tecniche (velocità, palleggio, astuzia) Vanta in totale 70 presenze in nazionale e 22 goal, dove fece parte della selezione che vinse nel 1968 il Campionato europeo. Contrapposto più dalla critica giornalistica che da sostanziali antipatie personali a Gianni Rivera, fu vicecampione del mondo nel 1970, torneo nel quale divenne famosa la "staffetta" tra i due campioni, espediente escogitato dall'allenatore azzurro Ferruccio Valcareggi che schierava inizialmente l'interista per poi fargli subentrare nel secondo tempo il milanista. Successivamente ha svolto incarichi dirigenziali prima nel Torino e poi ancora nell'Inter di cui è stato dal 1995 al 2003 il direttore sportivo ed il principale responsabile del mercato, prima di essere sostituito dagli ex calciatori Gabriele Oriali e Marco Branca. Attualmente commenta per la Rai le partite della Nazionale di calcio. Un grande della nostra storia, dalle giovanili alla dirigenza. Protagonista indiscusso, negli anni dei grandi successi. Ricco di tecnica e dotato di una straordinaria rapidità

Breve intervista a Sandro Mazzola Quanto ha influito nella sua carriera il fatto di chiamarsi Mazzola? E’ stato molto difficile quando ero ragazzo, perché tutti venivano a vedermi giocare pensando di vedere uno bravo come mio padre e io non ero così dotato! Quindi sentivo poi i commenti che non erano positivi e allora se anche solo una persona diceva ”ma dove vuole andare questo qui?” io pensavo che la pensassero tutti così! Ad un certo punto avevo deciso di smettere col calcio e siccome giocavo benino a basket ero andato a provare alla squadra di Milano che allora era la Borletti, poi invece dopo un paio di mesi in cui facevo tutte e due le cose ho scelto il calcio. Quando ho sfondato invece ho avuto molta più popolarità e molti più tifosi perché tanti tifosi di mio padre facevano il tifo per anche per me.

Cosa ha provato ad entrare con suo padre per la prima volta nel Filadelfia? Non so dire molto perché la vita che io ricordo è iniziata a sei anni e mezzo. La mia mente ha cancellato tutto ciò che era capitato prima, forse per il dolore. Anche se poi guardando le foto mi accorsi che mio padre non era molto alto, io lo vedevo alto due metri e la sua mano grande mi prendeva e mi proteggeva. Del resto non ricordo niente. Le strade col Toro avrebbero potuto ricongiungersi già da calciatore o non ci sono mai state opportunità?

Ci sono state quando avevo diciannove anni e giocavo nelle riserve dell’Inter. L’Inter stava facendo una trattativa per cui io potevo essere ceduto al Toro, ma poi fui bocciato da chi allora era il direttore sportivo del Torino. Per mia fortuna, però dopo tre mesi debuttai con l’Inter e mi andò bene. Quel direttore sportivo del Toro che l’ha bocciata avrebbe sicuramente cambiato idea adesso. Non lo so! Ne abbiamo parlato come battuta: lui mi disse che era colpa sua che non mi avevano voluto, che il presidente l’aveva mandato a vedermi, lui mi aveva visto due o tre volte e non gli sembravo un gran che!

istituto Istruzione Superiore "Europa Unita" di Chivasso Chiotto Federico - 1g sportivo istituto Istruzione Superiore "Europa Unita" di Chivasso torino citta d'arte cultura e sport Prof. Ssa Carla Tozzi A.s. 2007 - 2008

ai Mondiali di Calcio del 2006. Alberto Gilardino Alberto Gilardino (Biella, 5 luglio 1982) è un calciatore italiano, attaccante del Milan. Con la Nazionale italiana è diventato campione del mondo ai Mondiali di Calcio del 2006.

Alberto Gilardino CARATTERISTICHE TECNICHE Giocatore dotato di una buona tecnica, ha come punto di forza la capacità di posizionamento e il grande fiuto del gol che gli consentono di trovarsi al posto giusto nel momento giusto e mettere la palla in rete. È inoltre molto bravo nel gioco aereo, grazie alle sue doti di agilità e coordinazione, che gli permettono di segnare spesso sia in acrobazia, sia, soprattutto, di testa. Abile a partecipare alla manovra offensiva della sua squadra, è apprezzato anche per la capacità di mantenere il possesso del pallone, conquistando falli e difendendo la palla per far risalire i compagni.

Alberto Gilardino CARRIERA Inizia a giocare da giovane con la Cossatese squadra dei campionati minori segna molto e viene adocchiato dal Piacenza con il quale esordisce a 17 anni in serie A viene poi acquistato dal Parma con il quale esplode segnando in due anni, circa 55 reti. Diventa cosi un pezzo pregiato sul mercato italiano e viene successivamente acquistato dal Milan con il quale gioca ancora adesso.

NAZIONALE In Nazionale ha vinto l'Europeo Under - 21 nel 2004, disputando nell'agosto successivo anche le Olimpiadi di Atene, dove l'Italia ha conquistato la medaglia di bronzo con suo gol decisivo nella finale per il terzo posto. In tutto con gli azzurrini conta 30 partite con 19 gol realizzati (recordman di gol segnati). Attualmente è uno dei centravanti della Nazionale maggiore, in cui ha esordito il 4 settembre 2004 nel 2-1 alla Norvegia, gara valida per le qualificazioni ai Mondiali 2006, e con cui si è laureato campione del mondo in Germania 2006. Nel maggio 2006 è tra i 23 giocatori convocati dal commissario tecnico italiano Marcello Lippi per i Mondiali di Germania e diventa subito uno dei punti fermi dell'attacco italiano, spesso in coppia con Luca Toni. Il 17 giugno 2006, in Italia-Stati Uniti 1-1 mette a segno un gol di testa su punizione di Pirlo. Protagonista di prestazioni altalenanti, Gilardino riesce a farsi notare in occasione della semifinale del 4 luglio 2006 contro la Germania quando, nei primi minuti del primo tempo supplementare, colpisce il palo dopo una discesa dalla fascia e poi serve l'assist che porta Alessandro Del Piero al secondo gol all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare. Nella finale del Mondiale contro la Francia non scende in campo, ma alla fine conquista il titolo di campione del mondo. Il 17 ottobre 2007, durante l'amichevole disputata a Siena contro il Sudafrica, entra in campo nel secondo tempo indossando per la prima volta la fascia di capitano della Nazionale, dalla quale mancava dal 15 novembre dell'anno precedente.

A L B E R T O G I L A R D N O

Torino città di sport e cultura Grandi Sportivi piemontesi del presente e del passato Marco Fusto Istituto Istruzione Superiore Europa Unita

Carriera Club Sebastian Giovinco comincia a tirare i primi calci al pallone nel campetto di calcio al quartiere della Riber a Borgo Melano (Beinasco). Inizia poi la propria carriera sportiva con la Juventus, con la quale completa l'intera trafila nelle formazioni giovanili, vincendo anche il campionato con la formazione Primavera nella stagione 2005/06 e ricevendo in premio la statuetta del Guerin Sportivo come miglior giocatore della fase finale. Nella stagione 2006/07 Giovinco continua ad essere un titolare fisso nella formazione giovanile bianconera e conquista con i propri compagni la vittoria della Supercoppa Primavera[5] e della Coppa Italia Primavera[6]. Il 12 maggio 2007, nel corso della partita Juventus-Bologna, l'allenatore della prima squadra Didier Deschamps lo fa esordire in Serie B facendolo subentrare a Palladino al 76', e Giovinco ripaga la scelta confezionando a Trézéguet l'assist per la rete del definitivo 3-1.

Caratteristiche tecniche Sebastian Giovinco Sebastian Giovinco (Torino, 26 gennaio 1987) è un calciatore italiano che gioca come trequartista nell'Empoli e nella Nazionale italiana Under 21. Caratteristiche tecniche Fantasista brevilineo alto 164 cm, può giocare all'occorrenza come esterno sinistro, ricoprendo anche il ruolo di attaccante esterno in una formazione schierata con il 4-3-3. È dotato di ottima agilità e di una tecnica sopraffina, ed altre sue doti importanti sono la rapidità e l'immediata visione di gioco, oltre ad una superba capacità di esecuzione dei calci da fermo

Il 21 giugno 2007 viene ceduto in prestito all'Empoli, nell'ambito dell'operazione che porta Almirón alla Juventus. Il suo esordio in Serie A con la nuova maglia avviene il 26 agosto 2007 nel corso della partita fra Fiorentina ed Empoli, terminata poi con il punteggio di 3-1 in favore dei padroni di casa, quando Cagni gli fa giocare l'ultima mezz'ora al posto di Antonini. La prima rete nella massima serie arriva invece il 30 settembre, quando segna il secondo gol della sua squadra nella vittoria casalinga dell'Empoli sul Palermo per 3-1.

Poche giornate dopo segna,con una magia su punizione,al 92' il gol del 2-2 contro la Roma.Con il cambio dell'allenatore (Malesani sostituisce l'esonerato Cagni)Giovinco diventa titolare e sfodera proprio all'esordio del neo mister una prestazione maiuscola in Coppa Italia contro la "sua" Juve. L'esordio ufficiale in campo europeo arriva il 4 ottobre 2007 a Zurigo al Letzigrund Stadion, in occasione della partita di ritorno del primo turno di Coppa UEFA tra Empoli e Zurigo, conclusasi per 3-0 in favore della formazione elvetica.

Torino città d’arte sport e cultura Istituto istruzione superiore Europa unita Torino città d’arte sport e cultura GRANDI SPORTIVI PIEMONTESI del PRESENTE e DEL PASSATO prof.ssa Carla Tozzi – A.S. 2007/2008 DE PACE - OUBINA

Scheda personale Nome: Omar Milanetto Nato: 30 novembre, 1975 Venaria, TO Paese Nazionalità: Italia Altezza: 176 cm. – Peso: 74 kg. Dati agonistici Disciplina: Calcio Specialità Categoria Record Ranking Ruolo: Centrocampista Squadra: Genoa

carriera Giovanili: Juventus Squadre professionistiche 1994-1995 Fiorenzuola 22 (0) 1995-1996 Fiorenzuola 33 (2) 1996-1997 Monza19 (2) 1996-1997 Fiorenzuola 9 (1) 1997-1998 Como23 (2) 1998-1999 Como 30 (2) 1999-2000 Como28 (1) 2000-2001 Modena 25 (2) 2001-2002 Modena 32 (4) 2002-2003 Modena 32 (5) 2003-2004 Modena 25 (2) 2004-2005 Brescia 31 (1) 2005-2006 Brescia 33 (8) 2006-2007 Genoa 36 (4) 2007-2008 Genoa 19 (0) Nazionale Carriera da allenatore Incontri disputati Palmarès

C U R I O S I T A’ Caratteristiche Milanetto gioca come regista di centrocampo; dotato di buona visione di gioco e di un calcio preciso, fa della gestione della palla, del passaggio e dei calci piazzati dal limite le sue armi migliori. Carriera Milanetto è di scuola Juventus, ma l'esordio tra i professionisti avviene nella stagione 1994/1995 in Serie C1 con la maglia della Fiorenzuola, squadra dell‘ omonimo paese in provincia di Piacenza. Nel 1996/1997 a stagione in corso viene prelevato dal Monza, che lo cede l'anno seguente al Como, sempre in C1. C U R I O S I T A’

Nel 2000/2001 approda al Modena, squadra che sarà protagonista di una strepitosa scalata dalla Serie C1 alla serie A in sole due stagioni. Dopo due stagioni nella massima divisione con la squadra emiliana, in seguito alla retrocessione viene acquistato dal Brescia, squadra condannata alla B dopo 5 stagioni consecutive nella massima serie e di cui si è rivelato è un punto fisso.

Nel 2000/2001 approda al Modena, squadra che sarà protagonista di una strepitosa scalata dalla Serie C1 alla serie A in sole due stagioni. Dopo due stagioni nella massima divisione con la squadra emiliana, in seguito alla retrocessione viene acquistato dal Brescia, squadra condannata alla B dopo 5 stagioni consecutive nella massima serie e di cui si è rivelato è un punto fisso.

torino citta di sport cultura e arte

presentato da: porrati mattia ossola andrea

diego fuser Cresciuto nel Torino, si è messo particolarmente in luce alla sua terza stagione in granata, nel campionato 1988/89, tanto da essere ingaggiato dal Milan. In rossonero è rimasto per tre stagioni, di cui la seconda in prestito alla Fiorentina dove ha molto ben figurato. Con i rossoneri vince lo scudetto nel 1992, la Coppa Campioni e la Coppa Intercontinentale nel 1990. A Milano tuttavia non ha trovato molto spazio, tanto da essere ceduto alla Lazio dalla stagione 1992/93, concludendo il primo campionato con ben 10 reti all'attivo. Per anni è stato una delle colonne della squadra della capitale, fino al 1998 anno in cui vinse la Coppa Italia. Nell'estate 1998 è passato al Parma. Con il Parma di Calisto Tanzi vince Coppa Italia, la Coppa Uefa e la Supercoppa Italiana. Dopo tre buone stagioni a Parma, Fuser si trasferisce alla Roma, dove tuttavia trova poco spazio. Torna nella stagione 2003/2004 a giocare nelle file del Torino in serie B dove terminerà la sua carriera tra le squadre professionistiche. Fuser ha anche vestito la maglia della nazionale per 25 volte e partecipando agli sfortunati Europei del 1996. Dall'estate del 2004 milita nell'Associazione Sportiva Canelli, che ha contribuito a portare in Serie D e dove ancora oggi milita insieme a un'altra ex stella calcistica, Gianluigi Lentini.

istruzione superiore europa unita Prof.ssa Tozzi a.s 2007/2008 1g sportivo TORINO CITTA’ D’ARTE, CULTURA E SPORT GRANDI SPORTIVI TORINESI TORINESI DEL PRESENTE E DEL PASSATO Prof.ssa Tozzi - a.s 2007/2008 - 1g sportivo – SINICO

Andrea Gasbarroni (Torino, 6 agosto 1981) è un calciatore italiano che gioca nel ruolo di centrocampista nel Parma. È alto 175 cm e pesa 70 kg.. Ha caratteristiche offensive, e può giocare come fascia o come fantasista, essendo dotato di una buona tecnica e di una grande capacità di puntare l'uomo e saltarlo.

Carriera Calciatore cresciuto nel vivaio della Juventus, ufficialmente nella Unione Sportiva Vanchiglia (una sottosquadra del Torino). Mandato a maturare a Varese in Serie C/1, dimostra tutte le sue doti risultando il miglior giocatore della categoria. Successivamente viene spedito in prestito alla Sampdoria in Serie B alla corte di Walter Alfredo Novellino, rendendosi protagonista di un grande avvio di stagione e contribuendo in maniera significativa alla promozione in SERIE A

La Juventus dopo la stagione con i blucerchiati decide di permettergli di giocare con continuità ancora tra i cadetti a Palermo, dove nuovamente si rende protagonista contribuendo fortemente alla cavalcata dei rosanero verso la massima serie. Ancora mezza stagione a Palermo in Serie A, dove però nel gennaio 2004 a causa di dissapori con il tecnico Guidolin decide di tornare a Genova, dove disputa un buon girone di ritorno. Partecipa all'Olimpiade di Atene 2004 giocando tre partite. Nella stagione 2005/06 torna a Palermo dove disputa tutto il precampionato, ma all'inizio del campionato fa ritorno per la terza volta alla Sampdoria, pronta a riaccoglierlo a braccia aperte. Alla fine di una stagione altalenante, è stato riscattato dalla Juventus.

A Parma Passa poi al Parma dove avrà l'importante compito di non far sentire troppo la mancanza del partente Marco Marchionni. La stagione 2006/07 non parte bene, e nel girone di andata le sue prestazioni sono abbastanza deludenti. Riesce comunque a realizzare un gol, inutile, nella sconmfitta esterna contro la Reggina (3-2). Nel girone di ritorno arriva Claudio Ranieri in panchina, e Andrea si risolleva con tutto il Parma; le sue prestazioni sono sempre ottime, e trova altri 5 gol (contro Siena, Palermo, Cagliari, Messina e Empoli), alcuni dei quali molto belli. Grazie a questi e alle sue ottime giocate dà un enorme contributo alla miracolosa salvezza del Parma, tanto che al termine della stagione il presidente Ghirardi esercita il diritto di riscatto sul suo cartellino, acquistandolo interamente dalla Juventus per circa 1,5 milioni di euro.

Nella stagione 2007-08 fa fatica all'inizio a trovare continuità, a causa di diversi infortuni e dell'esplosione del talento di Andrea Pisanu, che rischia di compromettere la sua condizione di titolare. Tuttavia riesce a riprendersi e a dimostrare il proprio valore offrendo prestazioni brillanti e che sottolineano la sua importanza per la squadra (ad esempio contro Palermo, Juventus e Reggina), e riesce anche a segnare cinque gol (Parma-Juventus 2-2, su rigore, Inter-Parma 3-2 e prima doppietta con la maglia gialloblu in Torino-Parma 4-4) Ora deve cercare di dare continuità alle sue prestazioni, perché, soprattutto in vista della rottura del Parma con Domenico Morfeo, la sua tecnica, la sua velocità e la sua capacità di saltare l'uomo diventano indispensabili alla squadra.

CARATTERISTICHE TECNICHE Ha caratteristiche offensive e può giocare come esterno di fascia o come fantasista, essendo dotato di una buona tecnica e di una grande capacità saltare l'uomo.

Andrea Gasbarroni

istituto istruzione superiore europa unita Torino città d’arte, cultura e sport Grandi sportivi torinesi del presente e del passato Prof.ssa Tozzi Carla - a.s 2007/2008 - 1g sportivo – Atti Giorgia

Atti Giorgia DATI BIOGRAFICI Nome: Atti Giorgia Data di nascita: 20 Maggio 1993 luogo di nascita: Moncalieri città di resistenza: Settimo torinese (to)

CARRIERA SQUADRA Ruolo: Libero / ala Altezza: 175 centimetri Peso: 66 kg Curriculum società: A.S.D. Lilliput - Pallavolo Settimo Numero maglia: 14 Soprannomi: Truzzy – Kikka - Cleo SQUADRA

VITA L'atleta ha iniziato a giocare a pallavolo prima del tempo. Aveva solo cinque anni quando si iscrisse alla società del Lilliput, a Settimo Torinese dove abitava. Dopo parecchi anni di minivolley decise di cambiare società, e iniziò a giocare nella UNDER 12 della Pallavolo Settimo. Lì rimase per circa tre anni, poi nel 2006 decise di tornare di nuovo al Lilliput perchè la società era meglio strutturata e e con il tempo gli avrebbe potuto offrire delle buone occasioni sia a livello sportivo che economico. Infine nel 2008 l’atleta è finalmente riuscita a giocare in una squadra di categoria più alta. Lei è molto contenta e gratificata di aver in breve tempo raggiunto questo risultato sportivo. Per ora il suo sogno la porta a giocare fino in serie D, sapendo che lei è ancora molto giovane; però crescerà ancora sia fisicamente che tecnicamente nella speranza che i suoi sogni possano diventare realtà. Nel campionato di Under 16, sono arrivate alle semifinali e sperano di vincere il titolo di miglior squadra della regione.

Ecco l'atleta numero 14 in ricezione, nel ruolo di libero (con la maglia gialla)