LE RIVOLUZIONI AGRICOLE

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Transcript della presentazione:

LE RIVOLUZIONI AGRICOLE By montello <3

La prima Rivoluzione L'agricoltura basata sulla rotazione biennale e sul maggese rimase predominante fino al XVII secolo. Il progressivo sviluppo dei commerci, tuttavia, stimolò gradualmente l'adozione di nuove tecniche produttive. In particolare, nelle Fiandre e nel Brabante il terreno era poco fertile, ma il notevole sviluppo del commercio marittimo fece aumentare notevolmente la domanda di prodotti quali il lino per le tele, i coloranti per il panno, l'orzo e il luppolo per la birra, la canapa per le funi, il tabacco ecc. La densità della popolazione, inoltre, favoriva lo sviluppo dell'orticoltura e della frutticoltura.

Il Sistema di Norfolk Si adottarono quindi nuove tecniche basate sulla rotazione pluriennale e sulla sostituzione del maggese con pascoli per il bestiame, anche per ottenerne concime naturale. Tali innovazioni vennero studiate da esperti europei ed americani. I nuovi metodi dettero origine al cosiddetto sistema di Norfolk, generalmente considerato il prototipo di una nuova agricoltura che, grazie alla rotazione e ad altri aspetti (recinzioni, grandi aziende, lunghe affittanze, aratro in metallo tirato da cavalli ecc.), consentì all'Inghilterra di esportare grandi quantità di grano e farine nel periodo 1700-1770.

La valutazione di Paul Bairoch Secondo Paul Bairoch, il notevole sviluppo dell'agricoltura stimolò la successiva rivoluzione industriale grazie alla domanda di aratri e altri attrezzi in metallo. Altri paesi seguirono l'esempio dell'Inghilterra. Ad esempio, in Francia, in cui le tecniche agricole medioevali dominarono fino al 1750, la scuola fisiocratica di François Quesnay propose espressamente fin dall'adozione del modello inglese.

Il ruolo dell’Inghilterra L’ Inghilterra, dove l'agricoltura scientifica era più efficiente, aveva subito una radicale riorganizzazione della proprietà fondiaria. In epoca vittoriana, il modello agricolo si è basato sul rapporto tra il proprietario terriero, il contadino affittuario, produttore di colture, e l'operaio senza terra, il "mercenario" della tradizione agricola americana.

Enclosures e rotazione Le enclosures sono state notevolmente aumentate nel 18 secolo, e i singoli proprietari avrebbero potuto determinare la disposizione delle terre e dei pascoli, in precedenza oggetto di uso comune. La rotazione delle colture, alternando legumi con cereali, è stato praticato più facilmente al di fuori del sistema a cerchi concentrici del paese ereditato dal periodo feudale.

Nuovi strumenti fra ‘600 e ‘800 Fra Seicento e Ottocento furono molte le innovazioni tecniche : dalla metà del 1600 furono fatti miglioramenti meccanici del tradizionale aratro in legno con piccole punte di ferro fissate con strisce di cuoio. 1700  l’agronomo inglese Jethro Tull inventò la seminatrice 1797  Charles Newbold (un fabbro a Burlington, New Jersey) ha introdotto l’aratro versoio in ghisa.

1831 Cyrus McCormick inventò il mietitore 1830  John Deere (un fabbro americano) ha ulteriormente migliorato l'aratro e l’ha prodotto in acciaio. 1831 Cyrus McCormick inventò il mietitore Furono inventate macchine come: trebbie, coltivatori, frese di grano e di erba , rastrelli e sgranatoi di mais. Tutte queste macchine erano trainate da cavalli. Entro la fine del 1800, cominciò ad essere utilizzato il vapore per sostituire la forza animale

La Seconda Rivoluzione Agricola La rivoluzione industriale chiamò a sé dalle campagne numerosi braccianti che si riversarono verso altri continenti e nelle grandi città. In Italia la migrazione fu dal sud verso il nord e per contrastarla furono previsti dei piani governativi ossia piani di bonifica delle terre governative che venivano destinate all'agricoltura.

Nuove macchine agricole Nel corso del XIX secolo migliori strumenti aratori e sistemi di semina, acquisizione sul mercato di nuove sementi e di nuove piante con elevata produttività mais, la comparsa delle macchine agricole e dei concimi chimici, attuarono una profonda ristrutturazione rurale che stimolò ancora la costruzione di nuove attrezzature e macchine per tutte le esigenze lavorative agrarie. L'attività agricola divenne ben presto di tipo industriale nei Paesi economicamente avvantaggiati, mentre nell'Europa dell'Est, Sud America, Asia e Africa rimasero grandi terreni non coltivati, anche se coltivabili.

La macchina a vapore La prima forza motrice di tipo meccanico fu la macchina a vapore, utilizzata per far funzionare le prime trebbiatrici per cereali e le presse per paglia e fieno. Negli Stati Uniti si costruì il primo trattore, la macchina motrice per eccellenza. Erano però macchine pesantissime e difficili da maneggiare. Dopo vent'anni di prove, le industrie Ford fornirono agli agricoltori americani trattori più leggeri, facili da riparare, semplici nella manutenzione, a prezzi accessibili

nel 1930, le industrie Landini costruirono il primo trattore con motore testa calda, ben utilizzato nelle grandi opere di bonifica e dissodamento.

Il contributo degli italiani Anche se la meccanizzazione ha uno stampo anglosassone, le primissime macchine agricole del XVII secolo, sono il frutto dell'ingegno italiano: Giuseppe Locatelli, costruì la prima semplice seminatrice, composta da un cassetto contenente i semi applicato all'aratro. Procedendo, l'aratro faceva ruotare un distributore a cucchiaio inserito nel cassetto ed il seme cadeva a terra. Giovanni Cavallina, costruì la prima macchina seminatrice meccanica, con un sistema di ripiani a fori e dei piccoli tubi, deponeva i semi nei solchi appena tracciati dall'aratro. Nel XIX secolo Lambruschini e i fratelli Ridolfi, costruirono un rovesciatore di tipo elicoidale per sminuzzare le zolle più grosse.