Ipertesto e Internet Sociologia delle comunicazioni 12.4.2011.

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Transcript della presentazione:

Ipertesto e Internet Sociologia delle comunicazioni

Tecnologie dellintelligenza: la mente/cervello come modello del computer/la rete Produzione cognitiva : il computer e la rete come tecnologie della produzione post-fordista

Il passaggio del computer da macchina calcolatrice a macchina comunicativa Lo sviluppo di una nuova modalità di scrittura e lettura nonlineare (ipertesto basato sulle associazioni o iperlink) Grace Hopper

Vannevar Bush ( ); Douglas Engelbart( ); Theodor H. Nelson (1937-) Tim Berners-Lee (1955-)

Vannevar Bush As We May Think (1945) a. il lavoro dello scienziato e del professionista come lavoro che necessità di nuove tecnologie dellinformazione (molte nuove scoperte, necessità di conoscerle etc)

Vannevar Bush As We May Think (1945) …la pubblicazione è stata estesa molto oltre la nostra attuale capacità di utilizzare realmente la documentazione. La somma dellesperienza umana viene estesa a una velocità portentosa, e i mezzi che usiamo per orientarci in questo labirinto per arrivare allinformazione che ci interessa in quel momento sono gli stessi che si usavano al tempo delle navi con attrezzatura a vele quadre. (Bush in Ricciardi, p. 205)

Vannevar Bush As We May Think (1945) b. La mente umana è inadeguata a questo nuovo contesto, ma allo stesso tempo è il modello da usare

Vannevar Bush As We May Think (1945) La mente umana funziona per associazione. Con una sola informazione in suo possesso, essa scatta immediatamente alla prossima che viene suggerita per associazione di idee, conformemente a unintricata rete di percorsi sostenuta dalle cellule del cervello… le informazioni non sono permanenti, la memoria non è stabile. Eppure la rapidità dellazione, la complessità dei percorsi, il dettaglio delle immagini mentali, ispirano meraviglia più di qualsiasi altra cosa in natura. (Bush 1945 As We May Think in Ricciardi p. 198)

Vannevar Bush As We May Think (1945) c. Una nuova macchina immaginaria (il memex) che può aiutare lo scienziato/professionista nel suo lavoro.

Vannevar Bush As We May Think (1945) Considerate una futura apparecchiatura per uso individuale che sia a un tempo una sorta di archivio e biblioteca privati… Un memex è un apparecchio nel quale un individuo registra i propri libri, il proprio archivio e le proprie comunicazioni personali, e che è meccanizzato in modo da poter essere costituito con eccezionali velocità e versalità. E unestensione privata della sua memoria. Un memex è composto da una scrivania e… esso è principalmente il suo posto di lavoro. (Bush 1945 As We May Think in Ricciardi p. 200)

Memex disegno

Douglas Engelbart 1968 Fall Joint Computer Conference (San Francisco): prime interfacce grafiche s H-LAM/T (Human using Language, Artifacts and Methodology, in which he is Trained).

H-LAM/T syste,

Douglas Engelbart Grande importanza viene attribuita allutente ed alla sua interazione con la macchina. Engelbart sostiene, infatti, che utente e computer sono componenti che mutano dinamicamente, sempre in simbiosi, con leffetto di potenziare lintelligenza iniziale dellutente (Ricciardi p. 207)

Douglas Engelbart E un rapporto biunivoco tra uomo e macchina: la macchina impara dalluomo e, a sua volta, addestra luomo (p. 210).

Douglas Engelbart Engelbart afferma che il lavoro intellettuale è strategico per le nuove forme di lavoro industriale e che questo lavoro si valorizza enormemente se è lavoro associato, avviando quel rinnovamento del modello di organizzazione e di lavoro intellettuale che possiamo definire, secondo la formula di Marx nei Grundrisse, general intellect. (Ricciardi p. 213)

Douglas Engelbart La maggior parte del suo tempo…sarebbe probabilmente occupata da lavori intellettuali di tipo più generale: stendere un piano o progettare un documento: dialogare con altri per iscritto o di persona o al telefono; studiare documenti; strutturare idee o altro materiale; formulare procedure per la risoluzione dei problemi; coordinare il lavoro con altri; e riferire sui risultati. (Engelbart, Watson e Norton cit in Ricciardi, p. 214)