Educazione alle Pari Opportunità Un secolo di emancipazione femminile: il lungo percorso verso la “parità” tra uomo e donna ed alla “differenza di genere” Educazione alle Pari Opportunità Referente: Ins. Gianna Mariotto 22° C.D. “A. MARIO” – NAPOLI Anno Scolastico 2007-08 Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Così parlavano alla fine del secolo scorso “La donna è un uomo arretrato nel suo sviluppo. E’ tanto infantile mentalmente quanto lo è fisicamente: le manca la barba, è microcefala, stupida e pigra. Sa disporre i fiori, s’intende di cucina, ma i grandi cuochi e i grandi maestri dell’arte sono uomini.”(Teorie scientifiche di Lombroso e Ferrero) “Il cinese è preistorico, la donna extra storica; l’uno è escluso dalla storia a causa della tradizione, l’altra del sesso” (Lezioni di Storia di Giovanni Bovio) “La donna, pena grossi guai, non deve essere distolta dalla sua naturale missione, ossia quella di allevare figli” (Rivista di Filosofia Scientifica) “La donna è inferiore all’uomo perché il suo cervello pesa cento grammi in meno di quello dell’uomo” (Prof. Mingazzini – Giornale d’Italia del 7/11/1911) Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Gli inizi del XX secolo Alcuni personaggi femminili cominciano a distinguersi in campo scientifico, letterario, artistico. Ad esempio: Marie Curie (1867-1934), non fu soltanto una grande scienziata, ma seppe rappresentare anche un nuovo modo di essere donna in famiglia; infatti, collaborando con il marito nelle stesse ricerche scoprì, con lui, il radio. Maria Montessori (1896-1952), l’educatrice che rivoluziona i criteri della pedagogia. I bambini sono sollecitati all’apprendimento creativo e all’auto educazione in un clima di libertà che non si era mai visto nelle scuole. Gertrud Stein (1874-1946), esercitò negli anni ’20 e ’30 una grande influenza sul mondo artistico. Sibilla Aleramo (1876-1960), Virginia Woolf (1882-1941), Grazia Deledda (1871-1936) premio Nobel per la Letteratura nel 1926: sono solo alcuni nomi tra le tante grandi scrittrici. ……… ma per milioni di altre donne è ancora pieno medioevo!!!!!!!!!!! Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Momenti di storia La Rivoluzione industriale, in Inghilterra, comincia a chiamare in fabbrica le donne, insieme ai fanciulli, costringendole a lavori massacranti di giorno e di notte. E, proprio, sul luogo dove donne ed uomini dividono la stessa fatica, appaiono assurde le discriminazioni. In Inghilterra, le donne incalzano con la loro richiesta di “suffragio universale”, da qui la definizione di “suffragette”. Arringano la folla, organizzano cortei, provocano scontri. Messe in carcere, attuano lo sciopero della fame, della sete, del sonno. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Cortei di donne sfilano anche in America. In Germania, il movimento femminista ha un’impostazione più pacifista. Agitazioni percorrono anche la Francia e l’Italia di Giolitti. In Italia, nascono le prime associazioni femminili che, ben presto, escono dal chiuso dei salotti e dei circoli di signore della buona società e diventano fatto di massa. In Parlamento, vengono presentati e respinti numerosi progetti di legge per la parità salariale e per il voto alle donne. Giolitti, nel 1912, concede il suffragio universale, ma lo riserva ai soli uomini, anche analfabeti, e lo nega alle donne. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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E’ con la I Guerra Mondiale che le cose cominciano a cambiare E’ con la I Guerra Mondiale che le cose cominciano a cambiare. Infatti, le donne prendono il posto degli uomini partiti per la guerra, diventando manovali, telegrafiste, postine, operaie, maestre, infermiere… ed è sulle spalle delle donne che si scarica anche una delle più pesanti responsabilità: trovare il modo di sfamare la famiglia! Una circolare ministeriale del 1916 stabilisce che la manodopera femminile impiegata nell’industria bellica fosse dell’80% del personale. Ma le operaie vengono pagate, a parità di lavoro, metà degli uomini. Inoltre, il loro lavoro è temporaneo: infatti, finita la guerra, sono licenziate per dare lavoro ai reduci. Le donne danno vita a numerosi scioperi contro la guerra, i prezzi quintuplicati, la mancanza del pane sul mercato, gli aumenti salariali, la giornata lavorativa “da sole a sole”. Finita la guerra, si riporta tutto come prima e le donne sono di nuovo relegate al solo ruolo di mogli e madri. Infatti, esse continuarono ancora per molti anni a non avere diritti politici, a non poter entrare negli uffici dello Stato, a non poter partecipare al governo. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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…………….. Ma la strada dell’emancipazione è ancora lunga!!!!!!!!!!!!!! Nella seconda metà del ventennio, viene esercitata una massiccia offensiva contro tutta l’occupazione femminile e, durante il fascismo, lo slogan scritto sui quaderni delle Piccole Italiane era: ”la maternità sta alle donne come la guerra sta all’uomo”. Dopo la caduta del Fascismo, nel 1943, durante la Resistenza, nascono i primi “gruppi di difesa della donna” che compiranno azioni partigiane, agitazioni per il pane, per la casa, stamperanno un loro giornale “Noi donne”. Nel gennaio 1945, la legge De Gasperi-Togliatti ottiene l’approvazione sul suffragio universale e finalmente, in Italia, le donne possono votare ma non essere elette (cosa che verrà riconosciuta solo l’anno dopo, 10 marzo 1946). Restano, però, in vigore tutte le discriminazioni legali tra uomo e donna, in particolare quelle contenute nel Codice di Famiglia e nel Codice Penale. Il 2 giugno 1946, oltre dodici milioni di donne votano per la prima volta, per il Referendum istituzionale che porta all’abrogazione della Monarchia e alla costituzione della Repubblica e partecipano alle elezioni dell’Assemblea costituente. …………….. Ma la strada dell’emancipazione è ancora lunga!!!!!!!!!!!!!! Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Dal punto di vista dell’istruzione Nel 1874, in Italia, viene permesso l’accesso delle donne nei licei e nelle università, anche se saranno più le iscrizioni respinte che quelle accettate. Ventisei anni dopo, nel 1900, risultano iscritte all’università 250 donne, 287 ai licei, 267 alle scuole di magistero superiore, 1178 ai ginnasi e quasi 10.000 alle scuole professionali e commerciali. Nel 1907, Ernestina Prola è la prima donna ad ottenere la patente di guida. Nel 1908, Emma Strada si laurea in Ingegneria. In Campidoglio, si tiene il I Congresso delle Donne Italiane in cui si auspica una rigorosa applicazione dell’obbligo scolastico, la fondazione di casse di assistenza e previdenza per la maternità, la richiesta di poter esercitare gli uffici tutelari. Nel 1912, Teresa Labriola si iscrive all’Albo degli Avvocati e le sindacaliste Argentina Altobelli e Carlotta Chierici vengono elette al Consiglio del Lavoro, presso il Ministero dell’Agricoltura, Industria, Commercio. Nel 1915, sono circa 100.000 le donne iscritte agli istituti di istruzione media inferiore. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Si impedisce che fossero direttrici o presidi di istituto. Nel 1927, durante il Fascismo, le donne vengono escluse dall’insegnamento nei licei per le Cattedre di Lettere e Filosofia, per alcune materie negli istituti tecnici e nelle scuole medie. Si impedisce che fossero direttrici o presidi di istituto. Alle studentesse sono imposte doppie tasse, scoraggiando così le famiglie a farle studiare. Nel 1933, un decreto autorizza le amministrazioni statali ad escludere le donne o a limitare la loro partecipazione negli impieghi pubblici, riservando loro i posti meno qualificati e retribuiti. Il Codice di Famiglia, già abbastanza retrivo, viene ulteriormente inasprito. Gli articoli 131 e 134 così recitano: “il marito è capo della famiglia: la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli creda opportuno di fissare residenza… ; la moglie non può donare beni immobili, sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, né transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti, senza l’autorizzazione del marito. Il marito può con atto pubblico dare alla moglie autorizzazione per tutti o per alcuni di detti generi, salvo a lui il diritto di revocarla”. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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Il primo grande passo dal punto di vista giuridico e politico Il 31 gennaio del 1945 con il Paese diviso ed il nord sottoposto all'occupazione tedesca il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi emana un decreto che riconosce il diritto di voto alle donne (Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23). Il 2 giugno del 1946 le donne votano per il Referendum istituzionale e per le elezioni della Assemblea costituente ma già nelle elezioni amministrative precedenti hanno votato risultando, in numero discreto, elette nei consigli comunali. 21 donne entrano nella Costituente. Da questa Assemblea nascerà la Costituzione Italiana che riconosce: All’art.3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. …” All’art. 29: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.” All’art. 37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.” Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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Ma, nella maggior parte delle realtà, da Nord a Sud, la realtà quotidiana vissuta dalle donne continua ad essere ben diversa da quanto previsto dal dettato costituzionale. Nel 1950, viene approvata in Parlamento, dopo lunghe lotte ed agitazioni, la legge n.860 a firma della deputata Teresa Noce, in difesa della maternità: la donna non può essere licenziata da quando si accorge di essere madre a quando il bambino ha un anno di vita e i datori di lavoro debbono garantire una serie di previdenze per sostenere la salute della donna e di suo figlio. Si cercherà di aggirare tale diritto licenziando le donne al momento del matrimonio. Seguiranno altre lotte contro tale ingiustizia fino alla legge n.7 del gennaio 1962 che vieta i licenziamenti per matrimonio. Nel 1959, nasce il corpo di Polizia femminile, con compiti sulle donne e sui minori. Nel 1961, il Ministero degli Esteri ammette le donne ai suoi concorsi e poi ai suoi uffici, consentendo loro sia la carriera nel corpo diplomatico che in Magistratura. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Nel 1970, la legge n. 898 regolamenta lo scioglimento del matrimonio. Nel 1975, dopo tante manifestazioni, è approvato il nuovo Diritto di famiglia (legge n. 151): non vi sono più capi in famiglia, la donna non perde con il matrimonio, cognome, residenza, ma è responsabile con il marito delle scelte che riguardano la casa e i figli; il suo lavoro, anche se è casalingo, è valutato come quello del marito. Nel 1977, la legge n. 903 afferma la parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Le elezioni scolastiche a cui moltissime donne hanno partecipato, nel quadro della legge dei Decreti Delegati, hanno confermato il loro impegno nella collettività. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Il femminismo moderno La consapevolezza da parte delle donne di valere quanto gli uomini comincia ad esprimersi, in Italia, nel corso degli anni ’70, anche nei movimenti femministi. Il femminismo moderno nasce negli USA, all’inizio degli anni ’60. Il femminismo ottocentesco aveva per scopo la conquista dei diritti civili e l’ingresso delle donne nel mondo degli uomini di cui si accettavano i valori. Il femminismo moderno, invece, mette in discussione proprio i valori di una società maschilista ed afferma la positività della femminilità in ogni sfera della vita pubblica e proclama l’autogestione del proprio corpo. Le richieste più avanzate riguardano l’affermazione della maternità come valore sociale, il controllo delle nascite, la creazione di una rete di consultori dove la donna venga aiutata, la creazione di un numero sufficiente di asili nidi per consentire loro di lavorare con serenità. Insomma, per la coscienza che ha conquistato, la donna non si accontenta più di essere accettata nella società, ma questa società, vuole modificare, con la sua presenza in tutti i tessuti sociali che la costituiscono. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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Altre tappe giuridiche a favore della parità Legge n. 125 del 10 aprile 1991 che definisce azioni positive per la realizzazione delle pari opportunità nel lavoro Legge n. 380 del 20 ottobre 1999 che istituisce il servizio militare volontario femminile Negli ultimi anni, si è aperto il dialogo fra le varie parti politiche per modificare la legge elettorale per consentire una maggiore rappresentanza femminile negli organi istituzionali tale da rendere possibile anche una risposta “rosa” alle problematiche sociali e alle esigenze di rinnovamento provenienti dalla società. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Concetto di Pari Opportunità ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. ARTICOLO 51 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. …………………………………………… La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
COSA VUOL DIRE “PARI OPPORTUNITA’”? Il concetto di PARI OPPORTUNITA’ si basa sulla necessità di garantire una parità giuridica e sociale tra uomini e donne al fine di rivendicare la propria differenza di genere e di stabilire un giusto rapporto fra i sessi. Il principio che sta alla base di tale affermazione è il bisogno di dare alle donne la possibilità di compiere delle scelte, sia relative alla vita privata che professionale, senza che esse diventino un elemento di penalizzazione verso le donne stesse. Lo scopo più generale delle politiche relative alle Pari Opportunità è di dare vita ad un insieme di iniziative e di leggi tendenti al superamento delle condizioni sfavorevoli alla realizzazione di un’effettiva parità uomo-donna, in ambito lavorativo. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
In Italia, il percorso verso il concetto delle Pari Opportunità parte nel 1945, quando, con il diritto al voto esteso a tutti i cittadini italiani senza alcuna distinzione di sesso, la Costituzione della Repubblica Italiana riconosce a uomini e donne la parità. In realtà, trascorrono, da allora, molti anni prima che vengano emanate delle leggi che rendono concretamente possibile quanto previsto dalla Costituzione; sarà infatti necessario modificare lo stato di famiglia e fare nuove leggi in merito, proprio per eliminare, a livello giuridico, la concezione patriarcale della famiglia. Comunque, sino agli anni Settanta la legislazione tende a “tutelare” la figura femminile piuttosto che a “sancirne” la parità nei confronti dell’uomo. Insomma, in quel periodo, gli interventi sono essenzialmente rivolti a salvaguardare i diritti delle donne la cui condizione, però, nell’esercizio della vita reale, continuava ad essere inferiore a quella degli uomini. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
promuovere il raggiungimento della parità nella vita economica; In Europa, il problema relativo alle Pari Opportunità fra uomini e donne è stato affrontato, a partire dagli anni ’60, con la redazione, decennio dopo decennio, di cinque programmi d’azione, i più recenti dei quali riguardano i quinquenni 1991-1995; 1996-2000; 2000-2005. In particolare, dagli anni ’90 fino ad oggi è stata intrapresa un’ampia serie di azioni volte a sostenere il ruolo femminile all’interno della società europea. Con il programma d’azione più recente, 2000-2005, la Strategia Europea per la realizzazione delle Pari Opportunità fra uomini e donne, ha individuato 5 obiettivi essenziali: promuovere il raggiungimento della parità nella vita economica; promuovere il concetto di parità nella partecipazione e nella rappresentanza promuovere la parità dei diritti sociali da parte di uomini e donne; promuovere la parità dei diritti civili da parte di uomini e donne; promuovere il superamento degli stereotipi. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Ci lasciamo con una domanda, o meglio uno spunto di riflessione: vi siete mai chiesti ( e risposti…) perché quando vogliamo indicare il “genere umano” si usa il termine “uomini”, perché quando vogliamo indicare bambine e bambini usiamo il termine “bambini”, per dire alunne ed alunni diciamo “alunni” ….. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Definizione di “genere” e di “differenza di genere” COSA VUOL DIRE GENERE? Tale concetto si riferisce ai ruoli dati ai maschi e alle femmine; spesso basati sulle differenze biologiche, sono continuamente modificati nel tempo a seconda di ogni singola cultura e civiltà. Le questioni di genere, quindi, sono strettamente connesse alle differenze fra ciò che gli uomini e le donne fanno e al modo in cui i ruoli socialmente definiti li avvantaggiano o li danneggiano. COSA VUOL DIRE DIFFERENZA DI GENERE? Si tratta di tutte le disuguaglianze e disparità riscontrabili in qualsiasi ambito tra le donne e gli uomini per quanto concerne i loro livelli di partecipazione, accesso, diritti, retribuzione o prestazione d’altro genere. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Malgrado i progressi compiuti, la parità fra uomini e donne nella vita quotidiana non è ancora una realtà troppo scontata. Persistono ancora forti pregiudizi e disparità sociali, economiche, politiche che affondono le radici in atavici stereotipi presenti nella cultura, nell’educazione, nel mondo del lavoro e della famiglia, nelle strutture della società, nei mezzi di comunicazione. Le distanze tra “cose di maschio” e “cose da femmina” si avvertono, per prime, in ambito familiare. Accade in tante piccole cose, a cominciare dai giochi infantili: quelli per femmine … quelli per maschi. Alle adolescenti femmine si richiede di imparare a gestire una casa, in previsione del matrimonio, invece, i maschi crescono nella convinzione di esserne dispensati. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Il progresso delle donne verso nuove professioni e posizioni istituzionali non è finora rispecchiato neanche nelle strutture lessicali della lingua italiana. Tra gli aspetti definiti “sessisti” della linguistica femminista quello maggiormente sott’accusa è l’uso dei titoli e degli incarichi professionali ed istituzionali. Secondo, Cecilia Robustelli, associata di Linguistica all’Università di Modena, “il mondo cambia quando lo cambiano le parole”. L’eliminazione degli stereotipi sessisti è assolutamente fondamentale per neutralizzare le disuguaglianze fra uomini e donne, “umanizzando” la società, rendendola più accogliente per tutti. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Appendice - Storia della festa della donna L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare. Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che i proprietari dell'azienda bloccarono le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa. Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro. Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità. L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata. Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Nel corso degli anni si è però perduto il vero significato di questa ricorrenza, e, mentre la maggioranza delle donne occidentali, approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", i commercianti ne approfittano per sfruttarne le potenzialità commerciali. Così molte donne, che rifiutano l'immagine della donna proposta dalla società odierna, per anni hanno smesso di riconoscersi in questa giornata. Ma le condizioni che ne fecero una giornata di lotta, non sono state rimosse e ancora la donna è troppo spesso ultima tra gli ultimi. Perciò è necessario riappropriarsi di questa giornata, come momento di riflessione e di confronto, non per superate lotte tra sessi, ma per rinnovare le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la sopraffazione e la violenza e credono nella pace e nella solidarietà umana. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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Più dettagliatamente … 8 marzo 1908 - 8 marzo 2008. Compie 100 anni la 'Giornata internazionale della donna'. Una 'festa' tra miti e verità, che snoda il suo percorso in un secolo di storia che ha visto nascere movimenti politici, guerre, ideologie, ricostruzioni. Un cammino lungo e complesso per le donne di tanti paesi, più volte interrotto, ma ripreso sempre con grande tenacia con l'obiettivo dell'emancipazione e della liberazione delle donne. Celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo, la 'Giornata internazionale della donna', comunemente definita 'festa della donna', originariamente una giornata di lotta, nel corso degli anni ha subito vicende alterne vedendo sfumare a volte il vero significato della ricorrenza in favore di 'motivazioni' più commerciali, ha origini controverse. Circondata da un alone di mistero che la rende in qualche modo leggendaria, la data dell'8 marzo è comunque legata alla centralità del ruolo femminile. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Alcuni storici sostengono che possa risalire all'8 marzo del 1848, giorno in cui il re di Prussia, asserragliato nel suo palazzo e terrorizzato alla vista dei dimostranti inferociti, si affrettò ad elencare una serie di promesse (per altro mai mantenute), come quella di concedere il diritto di voto alle donne. Ma la versione più 'accreditata' è quella che rimanda al 1908 quando, all'inizio di marzo, a New York, le operaie dell'industria tessile 'Cotton' scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero alla 'Cotton' si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle donne di uscire. Nello stabilimento scoppiò un incendio e le 129 operaie, prigioniere all'interno, morirono arse dalle fiamme. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Successivamente, proprio in ricordo della tragedia di New York, questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, teorica della rivoluzione marxista che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista tedesco. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
Secondo un'altra versione la scelta dell'8 marzo avrebbe origini più lontane e risalirebbe all'8 marzo del 1848, quando le lavoratrici dell'industria dell'abbigliamento di New York proclamarono uno sciopero cui parteciparono trentamila donne, la più gigantesca manifestazione femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Le scioperanti reclamavano il rispetto dei loro diritti politici e sociali, alla pari con gli uomini: diritto al voto, riduzione dell'orario di lavoro (da 12 a 8 ore al giorno), un giorno di riposo, un regolare contratto e una retribuzione rispondenti agli accordi sindacali fra padroni e lavoratori. L'imponenza della manifestazione sarebbe stata di per sé sufficiente a motivare la scelta dell'8 marzo per la giornata della donna. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
In Italia, inizia ad essere festeggiata prima dello scoppio della prima guerra mondiale. La celebrazione viene però interrotta durante gli anni del fascismo per poi riprendere durante la lotta di liberazione come giornata di mobilitazione delle donne contro la guerra, l'occupazione tedesca e per le rivendicazioni di diritti femminili. Nascono i gruppi di difesa della donna collegati al Comitato di Liberazione Nazionale che daranno poi origine all'Udi (Unione Donne Italiane). E proprio l'8 marzo del 1945, un gruppo di donne appartenenti all'Udi si riunì a Roma per approvare un ordine del giorno mirante a ''difendere il pane ai nostri figli, alle nostre famiglie e per difenderci dal freddo e dalla miseria''. Ma la 'festa' vera e propria viene organizzata solo l'anno successivo, dopo che a Londra si erano riunite le rappresentanti di 20 nazioni per redigere la 'carta della donna' nella quale si chiedeva, fra l'altro ''il diritto al lavoro in tutte le industrie, la parità salariale, la possibilità di accedere a posti direttivi e di partecipare alla vita politica nazionale ed internazionale''. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
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Nel 1946, l'Udi organizza il primo 8 marzo nell'Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti sociali e politici delle donne. Ed è proprio in quel 1946, il 2 giugno, che la donna italiana, per la prima volta nella storia, può partecipare, in maniera attiva con il proprio voto, alla nascita della Repubblica. Al tempo, si cercava un fiore che potesse contraddistinguere e simboleggiare la giornata. Fu scelta l''acacia dealbata' (mimosa) quale simbolo della giornata: poco costosa e molto reperibile, vista la fioritura dell'albero della mimosa proprio all'inizio di marzo. Il fiore simbolo della festa della donna in Italia non è però adottato internazionalmente; in Bosnia Erzegovina, ad esempio sono i garofani rossi ad essere regalati a tutte le donne. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto
La vera 'esplosione' in termini di popolarità e di partecipazione, l'8 marzo l'avra' negli anni '70. Anni che segnano la collaborazione dei movimenti femminili e femministi che, tra l'altro, operano attivamente anche per la legge di parità, per il diritto al divorzio e all'aborto. La prima manifestazione femminista in Italia risale infatti al 1972, a Roma. Ma il top, la celebrazione dell'8 marzo, lo raggiunge nel 1980, con una grande manifestazione unitaria in cui confluiscono per la prima volta tutti i movimenti femminili e femministi. Solo nel dicembre 1977, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione proclamando l'8 marzo come Festa Internazionale della donna. Educazione alle Pari Opportunità Ins. Gianna Mariotto