I RAPPORTI TRA STATO E CHIESA Mastrini Giorgio Classe 5B
La storia dei rapporti tra Stato e Chiesa La presa di Roma I patti Lateranensi L’inserimento nella Costituzione La revisione dei patti Oggi
1870: I Bersaglieri fanno breccia nelle mura di Roma L'Italia il 20 settembre 1870 riesce a conquistare la città eterna, la quale diventerà l’anno seguente la sua capitale, raggiungendo così un antico obiettivo risorgimentale . Hanno così inizio i rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica romana.
1929: I Patti Lateranensi I Patti lateranensi presero il nome del palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi che furono negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano. Furono sottoscritti l'11 febbraio 1929 e stabilirono il reciproco riconoscimento tra il Regno d'Italia e lo Stato della Città del Vaticano. I Patti Lateranensi contenevano due diversi documenti: il Trattato e il Concordato.Il Trattato riconosceva l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano; con diversi allegati, fra cui, importante, la Convenzione Finanziaria.Il Concordato, invece, definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa ed il Governo.
1948: L’inserimento dei Patti nella Costituzione Nel 1948 i Patti furono riconosciuti costituzionalmente nell'articolo 7, con la conseguenza che lo Stato non può denunciarli unilateralmente come nel caso di qualsiasi altro trattato internazionale, senza aver prima modificato la Costituzione. Qualsiasi modifica dei Patti deve inoltre avvenire di mutuo accordo tra lo Stato e la Santa Sede. L'articolo 7 non ha comunque inteso parificare il contenuto dei Patti alle norme costituzionali, ma soltanto costituzionalizzare il principio concordatario, con la conseguenza che essi, per il tramite della legge di esecuzione, avrebbero dovuto ritenersi soggetti al giudizio di compatibilità con i principi supremi dell'ordinamento da parte della Corte costituzionale.
1984: La revisione dei Patti Il Concordato (ma non il Trattato) fu rivisto, dopo lunghissime e difficili trattative, nel 1984, fondamentalmente per rimuovere la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia. La revisione che portò al nuovo Concordato venne firmata a villa Madama, a Roma, il 18 febbraio dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano, e dal cardinale Agostino Casaroli, in rappresentanza della Santa Sede. Il nuovo Concordato stabilì che il clero cattolico venisse finanziato da una frazione del gettito totale IRPEF, attraverso il meccanismo noto come otto per mille e che la nomina dei vescovi non richiedesse più l'approvazione del governo italiano. Inoltre, per quanto riguarda la celebrazione del matrimonio, si stabilirono le clausole da rispettare perché un matrimonio celebrato secondo il rito cattolico possa essere trascritto dall'ufficiale di stato civile e produrre gli effetti riconosciuti dall'ordinamento giuridico italiano oltre a porre delle limitazioni al riconoscimento in Italia delle sentenze di nullità matrimoniale pronunciate dai tribunali della Chiesa che prima avveniva in modo automatico. Fu anche stabilito che l'ora di religione cattolica nelle scuole diventasse da obbligatoria a facoltativa.
2008 Oggi giorno, i rapporti tra Stato e Chiesa sono abbastanza distesi, anche se talvolta il Pontefice non perde occasione per commentare alcune decisioni dello Stato Italiano e i politici di commentare alcune affermazioni della massima carica del Vaticano. Esempi recenti riguardano l’opposizione del Papa all’intenzione del Governo di porre come reato l’immigrazione, oppure l’appoggio di alcuni esponenti politici a quei docenti e studenti che lo scorso Gennaio si opposero alla visita del Papa alla Sapienza di Roma Un altro episodio significativo dell’influenza che la Chiesa esercita sulle decisioni dello Stato fu la questione del referendum riguardo le cellule staminali. In questa occasione la Chiesa scese in campo, con l’appoggio di alcuni politici, per boicottare il referendum.
Le ONLUS e la Caritas Italiana
L’anticlericalismo e Giosuè Carducci
L’anticlericalismo L'anticlericalismo è una corrente di pensiero, sviluppatasi soprattutto in riferimento alla Chiesa cattolica, che si oppone al clericalismo, ossia all'ingerenza degli ecclesiastici e della loro dottrina, nella vita e negli affari dello Stato e della politica in generale. In quanto "tendenza", non convogliata in un manifesto o in qualche movimento principale, l'anticlericalismo ha subito una serie di evoluzioni storiche e si è sviluppato in molteplici sfaccettature, tanto che è difficile darne una definizione condivisa. Per alcuni esso è l'opposizione allo sconfinamento del clero in qualsiasi ambito diverso dalla pura spiritualità (quindi economia, politica, interessi materiali). Questa forma di pensiero si colloca ideologicamente sia nell'ambito del liberalismo, sia delle sinistre radicali ma anche in alcuni partiti socialisti moderati.
Giosuè Carducci: 1835 -1907 Uno dei maggiori esponenti anticlericali fu Giosuè Carducci. Un elemento che contraddistingue la poesia carducciana, è l’atteggiamento politico, che spaziava dal risentimento verso il papato per la sua opposizione all'unità d'Italia, all'influenza esercitata dagli storiografì francesi (Michelet, Proudhon, Quinet) dei quali si informò per sua formazione culturale, all'influenza del Positivismo che dominava la scienza negli anni della maturità del poeta. Tale assemblaggio di letture disparate e di esperienze personali (che tuttavia non giunsero mai a una partecipazione diretta di Carducci ai moti del Risorgimento) determinò in lui un atteggiamento che oscillò tra l'anticlericalismo e l'aperta denigrazione del cristianesimo, irriso come forza costituzionalmente nemica di ogni progresso della civiltà e del pensiero e biasimato come distruttore della civiltà classica. Carducci anticipa curiosamente una direttiva culturale del fascismo, ossia far tabula rasa di tutta l'evoluzione umanistica condizionata dal cristianesimo, e ciò si nota nella rivendicazione antistorica di un integrale recupero della romanità contrapposta alla successiva asserita barbarie.
Le ONLUS Le associazioni, i comitati, le fondazioni, le cooperative sociali e altri enti non-profit privati con o senza personalità giuridica che operano con finalità altruistiche e solidaristiche, se presentano particolari requisiti, possono assumere la qualifica do ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) rilevante per fruire di agevolazioni fiscali. Le ONLUS sono disciplinate dal decreto legislativo numero 460 del 1997.
Paolo VI fondatore della Caritas La Caritas italiana La Caritas Italiana è l'organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. Paolo VI fondatore della Caritas
Aree di maggiore operatività della Caritas