Il Popolo degli Animali

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Transcript della presentazione:

Il Popolo degli Animali Avanza con un clic Il Popolo degli Animali 1

Ben pochi lo sanno, ma esiste una carta dei diritti degli animali Ben pochi lo sanno, ma esiste una carta dei diritti degli animali. Sebbene, purtroppo, essa resti in realtà inapplicata, è utile riprodurla in queste pagine, giacché rappresenta, malgrado tutto, un passo fondamentale verso una presa di coscienza di primaria importanza. Starà a noi farla valere, non imponendo le "nostre" verità sul mondo animale e le "nostre" proprie scoperte, ma suggerendo agli altri di rifletterci sopra.

Non ci si può opporre all' aggressione e al disprezzo usando un altro tipo di aggressione e di disprezzo. Dalla riflessione nascerà il rispetto... Allora, nel cuore stesso di quel rispetto, finalmente potrà nascere l'Amore.

Dichiarazione universale per i diritti degli animali Lega Internazionale dei Diritti dell' animale (Gennaio 1978)

Considerato che ogni animale ha diritti, Considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l'uomo a commettere crimini contro la Natura e contro gli animali, Considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo,

Considerato che genocidi sono perpetrati dall'uomo e altri ancora se ne minacciano, Considerato che il rispetto degli animali da parte dell'uomo è legato al rispetto degli uomini fra loro, Considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia ad osservare, comprendere, rispettare ed amare gli animali, Si proclama:

Articolo 1 Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita ed hanno gli stessi diritti all'esistenza.

Articolo 2 1 - Ogni animale ha diritto al rispetto. 2 - L'uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali, o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali. 3 - Ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure ed alla protezione dell'uomo. 8

Articolo 3 1 - Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli. 2 - Se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, né angoscia. 9

Articolo 4 1 - Ogni animale che appartiene ad una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale, terrestre, aereo o acquatico ed il diritto di riprodursi. 2 - Ogni privazione della libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto.

Articolo 5 1 - Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha il diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie. 2 - Ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.

Articolo 6 1 - Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità. 2 - L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.

Articolo 7 1 - Ogni animale che lavora ha diritto a limiti ragionevoli della durata e dell'integrità del lavoro, ad un'alimentazione adeguata ed al riposo.

Articolo 8 1 - La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica e psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale sia di ogni altra forma di sperimentazione. 2 - Le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate.

Articolo 9 1 - Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione, deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà o dolore. Nota personale: Quest’articolo è un paradosso! Sembra proteggere l’animale, ma in realtà è un maggior sfruttamento a beneficio dell’uomo.

Articolo 10 1 - Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'uomo. 2 - Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano animali sono incompatibili con la dignità dell'animale.

Articolo 11 1 - Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è biocidio, cioè un delitto contro la vita. Nota Personale: E … la caccia? Gli spray per uccidere gli insetti? E i topi? E quant’altro! Questi, non hanno diritto alla vita?

Articolo 12 1 - Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie. 2 - L'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano al genocidio.

Articolo 13 1 - L'animale morto deve essere trattato con rispetto. 2 - Le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.

Articolo 14 1 - Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono essere rappresentate a livello governativo. 2 - I diritti dell'animale devono essere difesi dalla Legge come i diritti dell'uomo.

Prodotti non testati sugli animali.

Presso la L. A. V. (Lega Anti Vivisezione, via Santa-maura 72, 00192 Roma) è disponibile una lista delle marche che definiscono non testati su animali i loro prodotti.

A ben analizzare la situazione, però, l'etichetta si riferisce al prodotto finito, mentre spesso le aziende si approvvigionano altrove per i prodotti di base, a loro volta spesso testati su animali.

A titolo di documentazione riporto qui di seguito un articolo di Carmen Somaschi, responsabile di una ricerca promossa dall'AVI (Associazione Vegetariana Italiana, via Bazzini 4, Milano)

«È obbligatorio testare le materie prime sugli animali «È obbligatorio testare le materie prime sugli animali? A questo proposito esiste la "positive list", ovvero un elenco che indica il grado di sicurezza o di tossicità degli ingredienti dei prodotti cosmetici. Questa lista venne redatta in base alla normativa CEE 76/768 del 27/9/1976, la quale si prefiggeva di determinare la sicurezza dei prodotti di composizione impiegati nella cosmesi. I prodotti non tossici contenuti nella "positive list" sono stati a loro tempo testati su animali, ma a partire dal '76 vengono considerati ormai sicuri e di conseguenza da non testare più.

Con le direttive CEE scompare la pratica della sperimentazione Con le direttive CEE scompare la pratica della sperimentazione? Per coloro che si battono per la definitiva scomparsa della vivisezione e dei test sugli animali, la legge di cui sopra (CEE 76/768) ha fornito una soluzione solo apparente. In pratica, infatti, bisogna considerare che tutti i prodotti non inseriti in questa lista vengono sistematicamente testati sugli animali. La vivisezione quindi non è stata né fermata né abolita, ma continua ancora. Non ha senso definire non testato un prodotto, i cui componenti sono stati inseriti nella "positive list" dopo il 1976.

Rischiamo così di ritrovarci con un prodotto finito "non testato", ma in realtà testatissimo nella composizione. Per essere più precisi bisogna sottolineare il fatto che spesso i prodotti testati sia prima che dopo il '76 potrebbero essere benissimo di origine animale e quindi, che la scritta "non testato" non esclude a priori l'utilizzo di componenti che comportano l'uccisione di animali.

É doveroso ricordare anche che dopo il 1976 sul mercato sono apparsi numerosi prodotti vegetali che dovrebbero sostituire vantaggiosamente i prodotti di origine animale testati prima del '76. Per questo motivo un gruppo di associazioni animaliste raccolte sotto la denominazione di "Associazioni riunite per i diritti degli animali" ha organizzato un incontro con alcune aziende e con tecnici del settore seriamente interessati all'argomento,

per trovare quale sia il male minore ampliando eventualmente la lista di prima del '76 con prodotti scoperti (ancorché testati, purtroppo) dopo quella data che potrebbero però rendersi utili per la sostituzione di prodotti scadenti e soprattutto di origine animale. Attualmente prendiamo in considerazione prodotti non testati realizzati con componenti di base inseriti nella "positive list" del '76. Incoraggiamo però le aziende a sforzarsi di raggiungere una soluzione nell'ottica animalista.

Nela spiritualità quotidiana, interagiamo con questi nostri fratelli “minori” che precediamo sulla scala evolutiva. Impariamo ad amarli e rispettarli al di là delle legislature.

ha una coscienza individualizzata. Pertanto, è un essere spirituale, L’uomo, a differenza dell’animale, ha una coscienza individualizzata. Pertanto, è un essere spirituale, di luce, dentro un corpo fisico.

Gli esseri umani hanno perso l’autenticità da qualche parte della loro storia, e di conseguenza la possibilità di essere felici. Spesso, viviamo una vita solo per far piacere agli altri e che non vorremmo. Assumiamo mille volti, fino a dimenticare la nostra vera natura! Dimenticandoci dei nostri sogni e ideali tradendo i nostri principi e i valori più profondi.

del nostro cuore, delle nostre intuizioni. Rinascerà la libertà vitale, quando seguiremo incondizionatamente i dettati del nostro cuore, delle nostre intuizioni. Quando considereremo i nostri simili come fratelli, rispettandoli ed amandoli. Nondimeno, gli animali e tutte le forme di vita

Decidiamo quindi, di vivere pienamente in pace e in armonia con la natura: con il Pianeta. Accettiamo liberamente, di vivere in ogni momento e ovunque, senza eccezioni, la nostra spiritualità. Pronti a dare senza ricevere. Iniziamo a crescere interiormente e a trascendere l’intimo sentire.

è vivere coerentemente ogni momento, La spiritualità, è vivere coerentemente ogni momento, in accordo coi nostri principi e capacità. E ancora …, è “Sentire”, è cercare le nostre proprie mete, è crescere, è attività creativa, è camminare al nostro proprio ritmo.

Professiamo l'atto di benedire, perché è anche una forma di riconoscenza per apprezzare quello che riceviamo. Non è ricco colui che ha tutto ciò che vuole! Bensì, è ricco colui che ha risvegliato in se, la gratitudine. A poco a poco, diminuirà la sua esigenza di possedere ed aumenterà quella di godere per ciò che ha. Si trasformerà in una persona generosa e disinteressata.

All'opposto, perfeziona la nostra capacità La spiritualità vissuta, esclude qualsiasi forma di giudizio e pregiudizio. All'opposto, perfeziona la nostra capacità di saper discernere e analizzare attraverso il “Sentire d’Amore” senza discriminare. Fa rinunciare alle critiche che facciamo agli altri, e che probabilmente quello che diciamo, rivela più i limiti di noi stessi che quelli degli altri.

Per ricevere l'ispirazione e il nutrimento spirituale, abbiamo bisogno di tranquillità e di pace interiore. E’ il “Sentire Interiore” dove è possibile sperimentare la meravigliosa quiete che purifica le aure della percezione. Rinnova la nostra capacità creativa per rivalutare le piccole cose e riordinare le priorità dei valori spirituali.

La spiritualità deve essere presente e operante, in ogni atto! Nei risultati, nei fallimenti, nella gioia, nella tristezze, nei sogni, in noi, in ciò che facciamo, in quello che doniamo, nelle mani operative, nell’amore. Nel seguire l’infinito sentiero di gioia e pienezza.

Anche gli animali seguono un iter spirituale. Un andamento proporzionato alla loro coscienza collettiva. Forse che mamma gatta non si prende cura dei propri cuccioli? E il cane che vive con noi in casa, non sente forse affetto per il proprio padrone?

Tutto E' Uno! è un atto d’amore! Pertanto: Tutto è Sacro. La Creazione è un atto d’amore! Pertanto: Tutto è Sacro. Ecco un’equazione spirituale: Gli animali stanno a noi, così come noi, stiamo agli angeli. Tutto E' Uno!

tra le più freguenti domande, in merito al Popolo degli Anima-li Riporto alcune, tra le più freguenti domande, in merito al Popolo degli Anima-li

Che pensare del vegetarianesimo? Semplicemente che si tratta di una fase logica, necessaria ed inevitabile nello sviluppo della coscienza. In sé non è uno scopo perché anche il vegetale è una manifestazione di vita rispettabile quando quella animale, anche se più lontana dalla nostra. Il vegetarianesimo è un segno di rispetto verso gli esseri che, a giusto titolo, possiamo considerare non soltanto come fratelli più giovani, ma anche come creature intelligenti che sanno cosa significa soffrire.

É dunque un segno puro e semplice d'umanità e compassione. Cosa proveremmo noi, se creature dotate di una forma di vita più elaborata della nostra, lasciandoci ben poche possibilità di dialogare con loro, trovassero normale e appetitoso includerci nel loro menù? L'abitudine di mangiar carne è solo un'abitudine culturale, e non risponde in alcun modo ad una necessità dettata dal corpo umano che può trovare altrove ed altrimenti le proteine di cui ha bisogno.

Fin d'ora e nei decenni a venire, constateremo un netto progresso del vegetarianesimo, perché le nuove generazioni sono state istruite in questo senso, prima ancora d'incarnarsi. Questo testimonierà l'inizio di un affinamento della coscienza umana che si appresta a rimettere in causa il suo rapporto, il suo situarsi nei confronti di ciò che globalmente chiamiamo la Vita. Dal punto di vista della salute, un gran numero di disturbi e di malattie possono essere considerevolmente alleviati dalla pratica del vegetarianesimo.

Bisogna parlarne, suggerirlo, spiegarlo. Naturalmente, dobbiamo guardarci da giudizi affrettati e sconsiderati: in effetti, la semplice osservazione delle nostre società permette di comprendere che il vegetarianesimo purtroppo non è un segno di spiritualità e che, d'altro canto, l'essere carnivori non sottintende una coscienza poco evoluta. Stranamente, alcuni maestri spirituali non sono mai stati vegetariani, mentre ci sono grandi criminali che non hanno mai voluto consumare carne...

In ogni individuo, quale che sia, c'è una parte di ombra e una di luce che si manifestano diversamente in funzione di un'infinità di criteri, che vanno dall'ereditarietà genetica a prese di posizione diverse rispetto alle scelte sociali. Nessuno può permettersi di giudicare! Bisogna semplicemente avere la lucidità di riconoscere che la nostra epoca, che viene definita moderna ed evoluta, in realtà è soltanto un' altra manifestazione della preistoria della coscienza umana terrestre, alla quale ben pochi sfuggono.

Nei milioni di anni a venire, l'uomo sarà chiamato ad oltrepassare lo stesso vegetarianesimo per nutrirsi di prana, o, per meglio dire, farà circolare più pienamente, più coscientemente questo prana in se stesso. Verrà il tempo in cui il fatto di mangiare un animale sembrerà ripugnante e primitivo quanto il fatto di mangiare un essere umano, e poi un tempo in cui il fatto di consumare un vegetale sarà anch'esso percepito come un atto di crudeltà. La finalità della Vita non è certo di perpetuarsi nella sofferenza e nella morte, anche se questa è compresa in quanto trasformazione.

Il ( vegetalianesimo: forma di vegetarianesimo che esclude anche le uova e i prodotti lattiero-caseari), per il tempo attuale, davvero non ha molto senso in sé, nella misura in cui si presenta come una radicalizzazione, spesso troppo rigida, di un'etica lodevole. I prodotti derivati dal latte e le uova, sono di fatto come dei frutti che il mondo animale ci offre; è bene soltanto consumarli con moderazione, in modo da non generare un eccesso di produzione che, a sua volta, causa uno sfruttamento del mondo animale come conseguenza.

Molti animali sono anch'essi carnivori; cosa dobbiamo pensare? E perché dunque dovremmo esigere dagli animali un comportamento che noi stessi, in larga misura, siamo incapaci di avere? L'universo animale, come ogni altro universo, è in costante evoluzione, e non rappresenta la perfezione con la scusa di restare vicino alla natura.

Gli animali sono nati da un'ondata di Vita più recente, più giovane della nostra, ed in questo senso il loro comportamento rispetto al cibo a base di carne è più comprensibile del nostro. Il sangue porta con sé le pulsioni primarie di una forma di vita incarnata, è una memoria; e il fatto di ingerire carne, quindi generalmente sangue, crea un ponte con l'aspetto iper-incarnato e istintivo della vita. Questo radica la coscienza nella materia e consente all'ego di esprimersi meglio sotto molte forme, il che è a volte necessario agli animali in una fase della loro evoluzione.

Come dobbiamo intendere l'atteggiamento di un gatto col topo, ad esempio? Nel suo modo di essere cacciatore, ci sembra a volte di vedere una manifestazione di perversione, persino di sadismo. I gatti possono essere considerati come i "medium" del mondo animale, nel senso più vasto del termine. Costantemente in contatto con gli universi immateriali, possono dunque manifestarne gli aspetti più opposti: se sono capaci di tradurne, in certi momenti, tutta la saggezza, mediante una chiaroveggenza ed una padronanza stupefacenti, è anche possibile il contrario.

Il gatto stesso non è direttamente responsabile di questo fatto. In altri termini, certi gatti (ma non sono gli unici nel mondo animale) possono essere momentaneamente abitati da entità primitive dell'universo eterico. Queste, animate da una coscienza giovanissima, rudimentale, e quindi priva di qualsiasi etica, in questo modo giocano con la materia usando i gatti come intermediari. Il gatto stesso non è direttamente responsabile di questo fatto. Uno dei compiti della sua specie è di controllare su questa Terra i suoi doni di "canale", e di meglio polarizzarli in una direzione luminosa.

Che pensare del suicidio collettivo di certi animali, come i lemmings? In realtà non si tratta di suicidio, ma di un dono alla Terra quale organismo vivente equilibrato e cosciente. Lo spirito-gruppo di certe specie animali sa di essere al servizio di questo equilibrio, e percepisce se stesso come une parte di questo tutto. E soprattutto, sa che l'offerta biologica di migliaia o milioni di corpi attraverso i quali esso stesso si manifesta, può costituire un apporto nutritivo determinante per

Si parla di suicidio di certi delfini in cattività. È esatto? l'equilibrio ecologico di un elemento della natura come l'acqua o la terra, in un certo momento ed in un certo luogo. Non si tratta dunque affatto di un atto di disperazione, ma di un dono vero e proprio, affinché certi principi chimici che mancano in un luogo determinato vengano riequilibrati. Il rapporto che certi animali hanno con la morte è, ovviamente, del tutto diverso dal nostro. Si parla di suicidio di certi delfini in cattività. È esatto?

È esatto, ma bisogna aggiungere qualche precisazione a questo modo di vedere le cose. Quando un essere umano parla di suicidio, generalmente implica una ribellione, uno stato di disperazione o di spossatezza, e questo può tradursi in un atto di volontà. Per i delfini non c'è alcuna volontà di suicidio; però, per loro, la morte diventa in certi casi inevitabile perché, privi della gioia che è il loro motore, non resta loro altro che appassire e cadere, proprio come le foglie che si staccano da un albero. La loro anima si ritira dal corpo, e non può fare altrimenti, perché la luce che l'abitava non l'alimenta più.

Esiste una sperimentazione animale giustificata? Non è dunque per disgusto, per paura, per rifiuto violento di certe situazioni, che i delfini se ne vanno, ma piuttosto per una stanchezza, una tristezza immensa. Esiste una sperimentazione animale giustificata? No, in nessun caso. La sperimentazione animale deve essere considerata come un atto di pura barbarie; è l'espressione della bestialità insoddisfatta di alcuni esseri che tuttavia si definiscono umani.

Le scoperte dovute a questo tipo di sperimentazione sono ormai così infinitesimali... e a fini di solito così puramente commerciali, che non c'è più nulla che le giustifichi. Esistono ben altri mezzi di studio, perché la ricerca possa progredire: anche qui, come per il vegetarianesimo, bisogna cambiare il modo di pensare e smettere di fare dell'uomo il signore incontrastato della Creazione. Legittimando tutte le sue azioni, lo si conferma nel suo comportamento tirannico. La specie umana, soprattutto in questi ultimi decenni, si è costruita un karma pesante nei confronti del mondo animale.

Il problema non è di modificare il nostro atteggiamento per paura di quel karma, perché non è la paura ad aprire il cuore; il problema è piuttosto di imparare il rispetto degli animali e disinnescare qualsiasi seme di crudeltà nelle coscienze che dicono di essere umane. La nozione di umanità non è certo legata ad una forma né ad un insieme di dati biologici, ma ad un atteggiamento generale della mente, ad un' apertura dell'anima alla Luce ossia, globalmente, a tutto ciò che rende migliori. A questo titolo moltissimi animali sono, da parecchio tempo, più umani di tanti uomini e donne.

Per averne la prova costante, basta osservare il mondo Per averne la prova costante, basta osservare il mondo. Le sofferenze e le torture inflitte all'animale così come le condizioni di detenzione (allevamento in batteria, ad esempio) lasciano un'impronta dolorosissima sull'insieme della sua specie, ed una piaga aperta sulla sua coscienza collettiva. Bisogna prevedere che nei secoli e nei millenni futuri, sempre più umani giunti ad uno stadio evolutivo e di compassione avanzato, vogliano incarnarsi in corpi animali proprio come i Bodhisattva di cui parlano gli Orientali in modo da fare un dono alla specie animale e dà purificare il karma dell'umanità.

L'uomo è spesso meno esigente con se stesso che con gli animali con i quali vive. Così, si potrebbe facilmente riprendere la celebre frase di Beaumarchais: "Con tutte le virtù che si pretendono dagli animali, ben pochi uomini sarebbero degni d'esser tali." A titolo d'informazione, circa otto milioni di animali vengono sacrificati ogni anno in Francia e ottocento milioni nel mondo intero. Dobbiamo in gran parte questa prassi a Claude Bernard, medico, fisiologo del secolo scorso che ha imposto la vivisezione animale come metodo scientifico!

Attualmente un'imponente ondata di ricerca sul DNA spinge gli scienziati a creare razze transgenetiche (soprattutto con topi, ovini, bovini e suini) per far produrre da animali tessuti o proteine umane. Che pensare di tutto questo? Che questa ricerca è frutto della peggior incoscienza. Infatti, essa tiene conto solo di un sapere strettamente materiale e materialista, ed ignora totalmente le realtà sottili che fanno sì che il corpo fisico e le sue leggi siano il prodotto dell'anima e dunque siano la sua controparte densificata.

Generando razze transgenetiche, si mescolano sconsideratamente manifestazioni nate da realtà di ordine vibratorio diverso. Le barriere naturali fra le specie, siano esse fisiche o psichiche, hanno una loro ragion d'essere. Il fatto di violarle e di volerle spostare, provocherà semplicemente grosse lacerazioni nel sistema immunitario degli animali e dell'uomo, con la rapida comparsa di malattie e malformazioni gravi. Queste esperienze sono già state realizzate su questa Terra migliaia di anni fa, da civiltà che si sono autodistrutte.

Oggi, tutto accade come se l'egregora di quelle aberrazioni passate andasse a trovare certi "scienziati" per attizzare ed alimentare il loro bisogno di dominare... mascherato da volontà di servire la Vita. Queste considerazioni non significano affatto che si debba abbandonare la ricerca genetica. La Natura, perfetta in essenza, è tuttavia perfettibile nelle sue manifestazioni ed è compito dell'uomo esplorarla, favorirne lo sviluppo e l'espansione delle leggi che la governano.

Bisogna non perdere mai di vista il fatto che ogni ricerca, se non è permeata di senso del Sacro, altro non è che una manipolazione della Creazione, un gioco dell'ego che si emargina dalla grande Forza Universale che è la Divinità stessa, e che quindi, a brevissimo termine, si avvelena da sé. Che pensare dello sciamanesimo e della comunione psichica dello sciamano con l'anima animale, sia essa individuale o di gruppo?

Lo sciamanesimo è un ricordo del patto che legava gli animali e gli uomini in un passato antichissimo del nostro pianeta. In tal senso, è un mezzo di comunicazione infinitamente rispettabile. Tuttavia, questo ponte necessita che chi lo pratica abbia un grande controllo sul proprio ego, perché lo sviluppo delle capacità psichiche sottintese da questo contatto, mette lo sciamano di fronte alla nozione di potere.

Il vero sciamano non è mai un uomo di potere nel senso egoistico del termine: è davvero al servizio della Vita, in primo luogo, giacché conosce il codice di accesso a certi suoi intimi ingranaggi. Se ben compreso e ben praticato (il che è probabilmente più raro di quanto si creda) lo sciamanesimo è una via che deve condurre ad una presa di coscienza cristica nel senso universale del termine, giacché favorisce la comunicazione fra le specie e rende il Sacro onnipresente.

Come dobbiamo comportarci con gli insetti cosiddetti nocivi, nel contesto quotidiano? Dobbiamo subire le loro invasioni con la scusa che hanno un'anima, per quanto collettiva? Secondo il parere stesso dei deva del mondo animale, a nessuna specie viene mai richiesto di lasciarsi invadere da un'altra. Qualsiasi forma di vita, sia essa minerale, vegetale, animale o umana, ha diritto ad un suo territorio di espressione.

La difficoltà sta dunque nel "matrimonio" armonioso dei vari territori La difficoltà sta dunque nel "matrimonio" armonioso dei vari territori. Se per l'uomo è facile e, spesso, anche un po' troppo facile, determinare quale sia il suo territorio nei confronti degli animali in generale, non è sempre così quando viene a trovarsi di fronte agli insetti: chi, in realtà, non ha mai subito un'invasione di formiche, vespe, zanzare, tarme e, a volte, scarafaggi? Di fronte ad invasioni di questo genere, è bene probabilmente, in un primo tempo, analizzare il nostro comportamento, rinunciando interiormente all'uso del termine "nocivo".

Infatti, non vi è alcuna forma di vita che sia "nociva" nel senso stretto del termine. Tutte hanno una loro funzione, anche l'uomo, sebbene egli sia senza dubbio il più grande predatore di questo mondo. L'atteggiamento di base consiste inizialmente nel rispettare quello che percepiamo come un invasore, giacché esso obbedisce obbligatoriamente a ragioni che ci sfuggono. Quando la nostra mente si ribella alla presenza degli insetti, quando si immischia la nostra emotività, generalmente la nostra aura emette una serie d'onde che non fanno altro che attirare o rendere più aggressivo l'invasore.

C'è una meccanica sottile che genera tutta la faccenda C'è una meccanica sottile che genera tutta la faccenda. La prima cosa da farsi, è dunque prendere coscienza che ci troviamo di fronte ad un'anima-gruppo, quindi ad un essere vivente cosciente, nel pieno senso del termine. Partendo da questa riflessione, che deve andare ben oltre il semplice piano intellettuale, bisogna sapere che è possibile entrare in contatto e dialogare con l'entità che dirige il gruppo. É questo che dobbiamo fare interiormente, con convinzione: possiamo, a questo fine, isolare momentaneamente un insetto dal gruppo, ed incaricarlo di portare un messaggio ai suoi simili, affinché si ritirino.

Se lo si analizza da un punto di vista occidentale, razionale, vi metterete a ridere. Eppure... tutto questo processo obbedisce ad una logica, ad una ragione... che la nostra stessa ragione ha dimenticato da tempo. Affidare un messaggio di quel genere è un'operazione che viene dal cuore, e contemporaneamente deve mostrarsi animata da grande fermezza, anche da una certa intransigenza. A meno che siate dotati di capacità psichiche molto affinate, gli insetti non si lasciano influenzare se non da onde psichiche o immagini mentali molto precise, quasi binarie, del tipo "sì - no", consentito o proibito.

Le anime-gruppo degli insetti (differenti dai deva, che sono invece le entità direttrici molto più evolute che governano tutta una specie) costruiscono progressivamente un ego: ecco perché esse cercano l'espansione e, naturalmente, spesso ne risulta un confronto; dunque, la cosa non va interpretata in termini di pura e semplice aggressione. Si tratta di una fase di ispirazione naturale della specie animale in questione che, inoltre, può valersi di modificazioni di base delle forze prime della Natura, ad esempio il lieve spostarsi di linee di forza telluriche, elettriche, o il mutamento della natura eterica di un luogo.

Un tentativo di conciliazione con la specie animale interessata, deve dunque essere la nostra prima reazione. La cosa richiede, per riassumere, un po' di pazienza (cosa che di solito ci manca), amore e una volontà comunque ben determinata. Tuttavia dobbiamo constatare — ed anche i deva ne convengono — che certe anime-gruppo a volte sono estremamente ribelli a qualsiasi forma di conciliazione con l'uomo: allora, e soltanto in questi casi, possiamo sentirci autorizzati a porre termine all'invasione.

Se dunque dovessimo giungere a tanto, guardiamoci bene, così facendo, dall'emettere pulsioni e debordanti emozioni psichiche negative verso la specie indesiderabile. Una collera può essere giusta e sana se non proviene dalla radice dell'emotività. L'autodifesa non deve in alcun caso seminare aggressività. Esistono ovviamente altri mezzi, più sciamanici, di frenare una invasione animale eccessiva: ma è meglio lasciarli alle persone competenti. Tuttavia, segnaliamo che alcuni di questi mezzi mettono in opera forze contattate per mezzo di pratiche poco luminose, dalle quali è meglio distogliersi.

L'uomo non divida ciò che Dio ha unito. È certo che, nell'attuale stato di cose, il mondo umano è imperfetto, data la complessità dell'anima umana e della libertà di cui essa dispone. Alcuni asseriscono che i mondi vicini alla natura, come quello degli animali, manifestano invece la perfezione. Che ne pensi di quest’affermazione? L'uomo non divida ciò che Dio ha unito.

Ci siamo mai veramente tuffati nello sguardo, negli occhi di un cane, di un animale?

Pace e Amore Armando