I POETAE NOVI
CATULLO Nei suoi carmi Catullo fa spesso riferimento ad amici poeti, con cui condivide il medesimo culto della poesia. Però, il poeta non accenna mai ad una poetica condivisa da tutti, al di là dell'accettazione di alcuni capisaldi di quella alessandrina, che possono essere riassunti in doctrina e labor limae. La prima si riferisce all'esigenza di una poesia colta e raffinata, ricca di dotti richiami allusivi; la seconda di riferisce alla necessità di curare con estrema attenzione l'aspetto formale delle opere. La novità che troviamo è nella convinzione e maturità con cui la poetica alessandrina era fatta propria sia d Catullo sia dal giovane Cesare.
CICERONE E I POETI NOVI Cicerone, dall'anno 50, si espresse contro poeti chiamati novi, cui rimproverava l'uso di grecismi e soprattutto il rifiuto del poema epico tradizionale. Dal momento che questo rifiuto era condiviso da Catullo, si sostiene che a Roma sarebbe esistito un gruppo di poeti originari della Gallia Cisalpina, tra cui Catullo, animati dalla stessa poetica alessandrina e callimachea, dal rifiuto del poema epico e dalla preferenza della poesia detta “nugatoria”, vissuta come distacco dalla vita politica e dai valori tradizionali Capostipite dei neoterici era Valerio Catone, grammatico originario delle Gallie e di cui si ricordano un epillio mitologico, il Dictynna, e una raccolta di poesie d'amore. Tra i maestri neoterici vanno ricordati Partenio e Elvio Cinna. Di Licinio Calvo oltre al poemetto mitologico intitolato Io e ad epigrammi satirici contro Pompeo e Cesare, compose un'opera in distici in onere della moglie. Varrone Atacino fu uno di quei poetae novi che non condividevano il rifiuti del poema epico.
LA BIOGRAFIA “IMPOSSIBILE” DI CATULLO Gaio Valerio Catullo proveniva dalla Gallia Cisalpina e nacque a Verona. Apparteneva a una famiglia agiata. Pertanto, Catullo ricevette un'eccellente istruzione. Inizialmente si pensava che le sue opere fossero autobiografiche. Ma la poesia e i generi poetici praticati da Catullo comportano che al dato autobiografico si fonda l'elemento letterario. La politica non gli fu del tutto estranea, ma lo indusse al rifiuto e all'invettiva.
CATULLO E LA RELAZIONE CON LESBIA Durante il suo viaggio a Roma ebbe una relazione travagliata con la sorella del tribuno Clodio, tale Clodia. Viene soprannominata nei carmi con lo pseudonimo Lesbia in riferimento alla grandezza della grande poetessa greca d'amore Saffo dell'isola di Lesbo. Lesbia, che aveva una decina d'anni più di Catullo, viene descritta dal suo amante non solo graziosa, ma anche colta, intelligente e spregiudicata. La loro relazione alternava periodi di litigi e di riappacificazioni. Se anche non fu così corrotta come la raffigurò Cicerone, rappresentò un modello di donna ben diverso da quello tradizionale della matrona romana.
Carme V – A Lesbia Vivamus mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum seueriorum omnes unius aestimemus assis! soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit breuis lux, nox est perpetua una dormienda. da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus inuidere possit, cum tantum sciat esse basiorum.
IL LIBER
STRUTTURA DEL LIBER Il Liber Catulliano è suddiviso in 116 componimenti poetici, il primo dei quali contiene una dedica allo storico Cornelio Nepote. Al centro del componimento stanno i cosiddetti carmina docta . Procedono 60 nugae polimetre, li seguono 48 epigrammi in distici elegiaci.
…I modelli… Nell’opera non è difficile rintracciare quali modelli abbia voluto imitare Catullo: Poeti ellenistici Poeti greci antichi, come Saffo e Archilocco Infine i tragici
…I METRI… Per quanto riguarda la metrica, Catullo sperimenta vari schemi metrici. Nella sua opera usa: ESMETRI DISTICI ELEGICI ENDECASILLABI FALECI STROFE SAFFICA TRIMETRI GIAMBICI La varietà di metri usati dimostra il labor limae del poeta, che nel perfezionamento degli esametri e nella sperimentazione di nuove forme metriche aprì la via agli scrittori di età augustea, i quali avrebbero portato la poesia latina alle prove più eccelse.
…IL LESSICO… Il lessico Catulliano è caratterizzato alla varietas: al linguaggio letterario si affiancano le parole impoetiche, addirittura il sermo plebeius; gli arcaismi letterari i neologismi; ai grecismi le forme dialettali di origine celtica. Questa miscellanea lessicale contraddistingue nugae, epigrammi e i carmina docta.
..LE TEMATICHE...… Le tematiche dei carmi Catulliani più brevi sono quelle consuete alla poesia lirica greca: L’amore eterosessuale L’amore per qualche giovinetto Messaggi scherzosi o seri agli amici L’invettiva contro nemici personali o personaggi pubblici Mentre i carmina docta si distinguono dagli altri nn solo per la loro lunghezza, ma anche per un maggior impegno di contenuti e di stile: Narrazioni mitiche Evocazione di riti nuziali, ecc.
IL LIBER COME DIALOGO Gran parte dell’opera appare impostata come un dialogo con l’uno o l’altro dei personaggi evocati: si avverte che Catullo si rivolge a uno o a più destinatari dei carmi e ad un pubblico elitario che si in grado di recepire i suoi messaggi
SENTIMENTI E PASSIONI DELL’OPERA Il culmine dei sentimenti catulliani è rappresentato dalla passione per Lesbia; e nei carmi per Lesbia il poeta si sofferma volutamente per esaminare il lessico amoroso e sulle sue valenze. Anche per gli amici più cari le espressioni di affetto sono quasi smodate. E per l’unico parente nominato, il fratello precocemente morto, i versi trasudano amore. Anche le espressioni di ostilità sono molto intense, eccessive al punto di apparire caricaturali.
I CARMINA DOCTA Questi carmina vengono designati docta perché più degli altri si modellano sui canoni della preziosa poesia ellenistica. In questi carmina, lettori moderni riscontrano degli elementi autobiografici del poeta.
STILE DEI CARMINA DOCTA Anche lo stile dei carmina docta è molteplice: ai preziosismi della poesia colta si mescolano versi più discorsivi che riportano sia al sermo familiaris della classe colta latina, sia agli accenti più intimi e soggettivi dei monologhi e dei dialoghi della produzione teatrale di Pluto e Terenzio, sia addirittura ai modi dei fascennini.
PROGETTO DI: CUCOVAZ JANEY DI PALMA ELEONORA