Le aree di intervento del Capo Gruppo

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
CARDUCCI ALTRE SINGOLE OSSERVAZIONI GENERALI ALTRE OSSERVAZIONI SONO DIPONIBILI RELATIVAMENTE AD OGNI SINGOLA CLASSE.
Advertisements

REVEAL Corso RU&GV Modulo 1 Livello – Base
Giugno Dal pensiero lineare al pensiero complesso: educare “alla” e “attraverso” la complessità Giugno
La ricerca guidata in Internet
Le risorse nel processo daiuto Le risorse come mezzi: - umani; -materiali; -finanziari; -Istituzionali I mezzi di cui sopra sono utilizzati dallAS per.
Incontro di formazione per educatori alla I esperienza
INSEGNAMENTO DELLE ABILITA’ SOCIALI
Contenuto I) LIDENTITA DEL CVS 1) C. V. S. – Un mondo in tre parole 2) Il CVS: carisma e organizzazione 3) La dimensione ecclesiale, testimoniale e progettuale:
Cosa vi portate a casa da queste due giornate? La consapevolezza che lavorare congiuntamente in rete facilita lacquisizione di competenze La crescita nel.
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
Scuola Secondaria di Primo Grado
Il report di progetto Perché scrivere il report del progetto?
EQUIPES SATELLITI Risultati dei lavori di gruppo Incontro Roma 2003.
AC Matera 14 Gennaio 2007 Il nuovo Progetto Formativo Da una idea di formazione ad una idea di Associazione.
Come organizzare l’incontro
Scopriamo la forza che è in noi
Corso di formazione Sorveglianza e Prevenzione
Percorso Equipe Caritas diocesana, Roma, 20/22 novembre 2006 LORGANISMO PASTORALE CARITAS.
La costituzione del gruppo
GIOCO DI RUOLO Attività per il superamento delle difficoltà nella comunicazione e nella relazione Classe 2D.
La formazione degli insegnanti Giuliana Rocca, Dario Signorelli Torino, 23 maggio 2008.
Introduzione.
OSSERVATORIO PERMANENTE SUL SENTIERO
l’evoluzione spirituale dell’adulto”
C’È POSTO PER ME? CORSI DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE PER LE COPPIE ASPIRANTI ALL’ADOZIONE: 4 ANNI DI ESPERIENZA NELLA PROVINCIA DI PARMA Dott.ssa Monica.
PROPOSTA PROGETTO DI ZONA Assemblea di Zona – 08/10/2011.
Riunione con i genitori
Giovedì 17 aprile, i componenti del C.C.R. delle classi 5° si sono incontrati con la Giunta Comunale di Gorla Minore. È stata una lezione interessante.
Lo Scautismo è un movimento mondiale di giovani ed adulti
Progetti di avviamento alla residenzialità VOLTERRA, 19 giugno 2009 Inizio di un processo lungo e differente per ognuno Associazione Italiana Persone Down.
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
La mia autostima.
Dott. Roberto Costanzo SIAN ASL 21
Cosa intendiamo per Abilità (Risorse) Personali
Fabio Cicciò ORATORIO SAVIO MESSINA. Ogni genere di attività che abbia per scopo la ricreazione e lo svago può essere definita attività di gioco; il tempo.
Lorganizzazione non è mai neutra È specchio di unidea specifica di scuola Deve essere funzionale: nessuna organizzazione è valida in assoluto ogni organizzazione.
IL RUOLO DEI GENITORI NELL’ACCOMPAGNARE I FIGLI A CALCIO
LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA
SCUOLA DELL’INFANZIA DI ASSO A.S. 2010/2011
Nicolina Pastena Università Salerno
1 Scuola di dottorato Scienze veterinarie per la salute animale e la sicurezza alimentare 1° anno 1° anno Tecniche per la partecipazione e gestione del.
Differenziare in ambito matematico
Come si sviluppa un team
Il carattere interculturale della mediazione transfrontaliera - Abilità di comunicazione La comunicazione come una fonte di fraintendimento Inka Miškulin.
Le teoriche del nursing
Gruppo del Progetto Coordinatore Referente Prof.ssa Sonia Spagnuolo Docenti Partecipanti Concetta Zecca Giuseppe Ruscelli Elisa Santagada Anna Caterina.
PERCORSO EDUCATIVO E DIDATTICO
1 RETE SCUOLA MEDIA “D’AZEGLIO” AP ISC ACQUASANTA ISC CASTEL DI LAMA CAPOLUOGO ISC ROCCAFLUVIONE I CARE SCUOLA CAPOFILA DIREZIONE DIDATTICA “BORGO SOLESTA’”
La figura dell’Animatore

Un’AC che forma… i formatori Stand C1 Convegno nazionale delle Presidenze diocesane di AC Roma, 30 aprile - 2 maggio 2004.
Il progetto di vita: la funzione del docente
Easybasket e Minibasket.
Indicazioni per ridisegnare un nuovo modo di comunicare la fede oggi
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
IL METODO NELLA CATECHESI.
Comune di Parma Servizio Sport Come parli alla squadra: la comunicazione efficace 1 Roberto Mauri Comune di Parma Servizio Sport Promuovere la pratica.
LE TRE FASI IDEALI 1. PROIETTIVA O DI ESPRESSIONE IL GRUPPO ESPRIME LE PROPRIE PRECOMPRENSIONI DEL TEMA 2. ANALISI O APPROFONDIMENTO STABILIRE DISTANZA.
Il ruolo della Comunità:
LE RIUNIONI E GLI INCONTRI CON LA RETE COMMERCIALE: EFFICACIA E METODI; G 2.
48° C. D. “Madre Claudia Russo”di Napoli “A piccoli passi verso… la qualità “ DS Prof.ssa Rosa SecciaRQ Teresa Pedone.
Progettazione “Conto su di te”.  scoprire l'altro da sé e attribuire progressivamente importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi.
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
LA VERIFICA. La verifica del nostro agire e/o dei nostri comportamenti può e deve caratterizzarsi come uno strumento importante nella propria crescita.
La bellezza e la fatica di essere catechista. DIOCESI DI FORLI’ - BERTINORO.
AGESCI - Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani REGIONE MARCHE Nuovo Iter di Fo.Ca. 22 Novembre 2008 Area Formazione Capi.
Strumenti del mestiere RYS &. Sono strumenti del metodo che servono ad aiutare i rover e le scolte a migliorare la conoscenza di se stessi e del loro.
CODICE DELL’AUTOREGOLAZIONE DELLO SPORT Lavoro di Rebecca Lizzos e di Irene Esposito.
1 INTRODUZIONE AI WORKSHOP DI TREAT.INFO PER FACILITATORI.
«Facciamo il bene, ma facciamolo bene» “Straordinario nell’ordinario" “Che non si perdano" La missione di Leonardo Murialdo Murialdo considera il ragazzo.
Transcript della presentazione:

Le aree di intervento del Capo Gruppo

Il Capo Gruppo è formatore in quanto responsabile della formazione di persone Verso l’interno gestione organizzativa gestione amministrativa del gruppo. Il capo gruppo è quadro Verso l’esterno rapporti fra GRUPPO E AMBIENTE Rapporti tra CAPI e ASSOCIAZIONE il capo gruppo è quadro

Il Gruppo – la Co.Ca. – il Capo Gruppo è l’organismo educativo fondamentale per l’attuazione del metodo (statuto art. 13) e si basa su Il Gruppo La Co.Ca. formata dagli adulti in servizio associativo. Ha per scopo la formazione permanente dei Capi, l’approfondimento dei problemi educativi e la cogestione del P.E. (statuto art. 15). Esprime al suo interno un Capo e una Capo Gruppo che insieme all’A.E. Il Capo Gruppo curano l’animazione della Co.Ca., la gestione del Gruppo ed i rapporti con gli altri gruppi e con l’Associazione. Il Capo Gruppo è quindi il vertice di quella piramide che è il gruppo scout

I compiti del Capo Gruppo Animazione della Co.Ca. Rapporto con l’Associazione Gestione del Gruppo

Animazione della Co.Ca. ANIMARE significa:guidare – stimolare – promuovere -coinvolgere – coordinare CHI:i capi del Gruppo VERSO: la formazione permanente che è revisione e crescita continua in termini di:maturazione, coerenza, impegno politico e sociale,partecipazione associativa, approfondimento metodologico nella testimonianza cristiana e nell’adesione ai valori dello scoutismo. PERCHE’:per qualificare il servizio dei Capi e migliorare l’educazione dei ragazzi secondo il metodo scout COME?: attraverso gli strumenti del metodo come p.es. la costruzione e la gestione del P.E. che coinvolge CAPI e RAGAZZI in un sistema in cui ognuno riceve risposte ai suoi problemi di crescita

Gestione del Gruppo Nella gestione di un gruppo si hanno due compiti specifici che sono: COMPITI DEL CAPO GRUPPO : COMPITI DELLA CO.CA. sotto la responsabilità del capo gruppo

COMPITI DEL CAPO GRUPPO : Creare una comunità Aiutare la Co.Ca. nell’elaborare comunitariamente il P.E. Elaborare il programma di Co.Ca. Realizzare il programma scegliendo: Diverse forme di riunioni La successione delle attività e la loro scansione temporale in accordo con gli impegni delle unità Fissare un calendario delle attività di Co.Ca. e di Gruppo : Predisponendo occasioni di verifica dei programmi di Co.Ca., di unità e del P.E. Conoscere i progetti del Capo dei singoli capi e stimolarli alla realizzazione; Accogliere e seguire i tirocinanti, anche con contatti continui con gli eventuali tutor.

COMPITI DELLA CO.CA. sotto la responsabilità del capo gruppo Elaborare il P.E. di gruppo Avere rapporti con le famiglie per: La presentazione del P.E. Informazione sullo sviluppo del P.E.; Segnalazione di eventuali problemi educativi Eventuali incontri di approfondimento

PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO Al Capo Gruppo spetta la responsabilità primaria di stimolare la C0.Ca. ad esprimere il P.E. come momento unificante delle singole proposte educative delle unità e per dare risposte EDUCATIVE ai bisogni dei ragazzi e dei capi attraverso gli strumenti offerti dal metodo scout. PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO 1^ FASE Analisi interna e esterna al gruppo un uscita di fine settimana(sabato e domenica) 2^ FASE Dalla lettura della realtà del gruppo e riferendosi ai valori scout desumibili dalla Legge-Promessa e P.A. si scelgono gli OBIETTIVI in rapporto alle “urgenze” educative uno o due incontri serali di Co.Ca. 3^ FASE Stesura del P.E. un incontro serale di Co.Ca. 4^ FASE Presentazione dei programmi di unità da uno a tre incontri serali di Co.Ca. 5^ FASE Verifica comunitaria del P.E. uno o più incontri serali di Co.Ca. quando quando quando quando quando

“colui che non fa programmi non fa progressi nella vita” B. P “colui che non fa programmi non fa progressi nella vita” B.P. IL CAPO GRUPPO ELABORA IL PROGRAMMA DI CO.CA. Perché: Il P.E., è indirizzato ai ragazzi ma è anche rivolto ai capi quali soggetti della formazione permanente. Pertanto la Co.Ca. deve tradurre i valori, i contenuti e gli obiettivi del P.E. in un programma operativo che indichi le “cose da fare”. Il Capo Gruppo fissa : Le attività concrete da realizzare (cose da fare) I tempi (quanto e con che durata) I come (modalità di realizzazione) Stabilisce due o tre momenti nel corso dell’anno (es. Natale, Pasqua e prima dei campi estivi) per verificare l’aderenza al P.E. e la modificazione dei comportamenti dei capi rispetto alle scelte di formazione fatte (verifica del Progetto del Capo)

IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI DI C0. CA Come trasformare le riunioni in uno strumento utile di comunicazione interna Come organizzare e gestire una riunione La riunione è uno degli strumenti di comunicazione interna maggiormente utilizzati in tutti gli ambienti e i contesti di lavoro e associativi, ma spesso viene utilizzata in maniera errata e risulta poco produttiva. Le riunioni possono avere scopi differenti: - possono essere realizzate per informare o comunicare qualcosa; - per condividere decisioni prese; - per discutere un argomento al fine di arrivare ad una scelta comune.

Le fasi sono sostanzialmente tre: IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI DI C0.CA. (2) Per rendere efficace una riunione è importante tenere presente le sue diverse fasi e organizzare al meglio e in modo puntuale ognuna di esse. Le fasi sono sostanzialmente tre: Fase di preparazione Fase di gestione Fase di chiusura

IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI DI C0. CA Fase di preparazione Nel momento in cui si decide di convocare una riunione in generale e una di Co.Ca. in particolare è necessario che il capo gruppo:  definisca in maniera chiara quali obiettivi ci si prefigge con quell'incontro e quindi, sulla base di questi, identifichi i partecipanti e i rispettivi ruoli; prepari un elenco degli argomenti da discutere e li ordini, individuando la maniera logica e sequenziale in cui affrontarli in modo da poter stilare l'ordine del giorno; stabilisca i tempi, sia la durata massima, che non dovrebbe comunque mai superare le due ore e mezza, sia i tempi da dedicare ad ogni argomento; predisponga tutto il materiale e le informazioni necessarie; convochi i partecipanti, consegnando loro l'ordine del giorno ed eventuali materiali che è necessario leggere prima dell'incontro.  

IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI DI C0. CA Fase di gestione Anche in questa fase risulta fondamentale il ruolo del capo gruppo: è suo il compito di coordinare e controllare la situazione in maniera complessiva, monitorando i tempi e mantenendo la discussione coerente con l'obiettivo dell'incontro.  A questo proposito è necessario: · iniziare e concludere l'incontro nei tempi prestabiliti; · definire, in fase di apertura, l'obiettivo o gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere e, conseguentemente, illustrare l'ordine del giorno e le persone che, coerentemente con gli scopi dell'incontro, sono state coinvolte; · se la riunione è legata a progetti sviluppati anche nel corso di precedenti riunioni, è utile fare un breve riassunto degli elementi emersi, dai quali eventualmente ripartire; · il capo gruppo ha anche il compito di guidare la discussione e di fare spesso il punto della situazione per non perdere le fila del discorso e mantenere lo scambio verbale centrato sull'obiettivo; · il conduttore deve moderare gli interventi degli altri partecipanti, facendo attenzione a limitare chi interviene troppo o parla troppo a lungo e cercando di stimolare chi invece non partecipa in modo attivo.

IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI DI C0. CA Fase di chiusura Nonostante spesso ne sia sottovalutata l'importanza, la chiusura della riunione è un passaggio fondamentale per non perdere il senso della stessa e delle considerazioni emerse nel corso dell'incontro. E' quindi necessario: · fare una sintesi di quello che è emerso dallo scambio tra i partecipanti; · definire le conclusioni e le soluzioni a cui si è giunti e che sono state condivise, anche se ancora parziali e non definitive; · menzionare e rimandare come elementi di ulteriori approfondimenti futuri eventuali pareri discordanti emersi; · assicurarsi che tutti gli argomenti trattati e le decisioni prese siano chiari per tutti.

SCHEMA DI UNA RIUNIONE TIPO (durata 2-2.30h) Momento di preghiera comunitaria Presentazione dell’O.d.G. e introduzione dei lavori da parte del capo gruppo; Sollecitazione degli interventi di tutti i capi e discussione ordinata; Sintesi chiara del lavoro svolto e/o delle decisioni prese; precisazioni di scadenze, incarichi e responsabilità; Comunicazioni eventuali; Canto o preghiera finale …….. inoltre

IL CAPO GRUPPO INSIEME ALLA CO. CA IL CAPO GRUPPO INSIEME ALLA CO.CA. FISSA IL CALENDARIO DELLE ATTIVITA’ ESEMPIO DI CALENDARIO Agosto/Settembre Verifica dei campi estivi - Uscita di fine settimana e 2/5 incontri per aggiornare o preparare il P.E. e i programmi di unità- Predisposizione dell’organigramma di gruppo – Partecipazione all’Assemblea di Zona. Ottobre Apertura attività con uscita di gruppo Novembre Programmare la preparazione all’Avvento e al Natale (cosa fare, come, quando, incarichi) – incontri coi genitori Dicembre Compilazione dei censimenti - Uscita? Gennaio 1^ verifica dei programmi di Co.Ca. e di unità. Febbraio Programmare:cosa, come, quando, dove e con chi vivere la Quaresima e prepararsi alla Pasqua – Preparazione all’assemblea di zona Marzo Uscita? Aprile “ì verifica dei programmi di Co.Ca. e di unità – S. Giorgio e S. Francesco di Zona o singoli- partecipazione all’assemblea di Zona Maggio Attività di pentecoste Giugno Uscita per la verifica dell’attività dell’anno – presentazione dei programmi dei campi estivi Luglio/Agosto Il capo gruppo fa in modo di essere presente e di vivere con i capi e i ragazzi i momenti più significativi dei campi estivi

IL PROGETTO DEL CAPO cominciamo con un po’ Regolamento di Formazione Capi Art.47

Cominciamo con il porci la seguente domanda: perché un progetto del capo, come si colloca nella realtà attuale, storica, sociale ed associativa. B.-P.: "Lo scout non solo si diverte, vive l'avventura, ma è anche capace di aiutare il suo paese. Lo fa dando una mano a chi ne ha bisogno"; e ancora "Certamente non ci si può aspettare di diventare un perfetto guardaboschi tutto in una volta, senza imparare qualcuna delle difficili arti e far pratica di ciò che il guardaboschi usa“. L'educazione secondo BP è un'azione prima che una teoria. Le esperienze vanno vissute da protagonisti. Insomma sapersela cavare, avere spirito di osservazione, essere indipendenti Il progetto del capo non lo ha inventato B.-P. però' ... dalle dimensioni fondamentali dello scautismo possiamo cogliere il valore del "progetto" a tutti i livelli della proposta educativa

1. PERCHE’ UN PDC TUTTO CIÒ' VA INTERPRETATO ALLA LUCE DELLA SITUAZIONE ATTUALE Viviamo in una società in cui si moltiplicano le esigenze, i desideri con la conseguente difficoltà di discernere il bene dal male, il vero dal falso. In questo tipo di società sempre più protesa al qui ed ora , al tutto e subito l’educazione per progetti è uno degli aspetti più controcorrente ma necessari. In una realtà così caratterizzata non vivono solo i nostri ragazzi, ma noi stessi. Anche per noi aumentano le difficoltà a progettare nei termini in cui BP e la tradizione associativa ci hanno insegnato. Cioè progetti concreti fatti di azioni capaci di incidere veramente sulle persone e sulla realtà. Il progetto del capo si inserisce quindi nella tradizione associativa e risponde all'esigenza del presente

PROGETTARSI SIGNIFICA: LAVORARE, INCAMMINARSI, ALLENARSI A: capacità di esprimere, non solo a parole, giudizi di valore su ciò che accade razionalizzare le forze disponibili, individuali e sociali (per educare con un metodo .. ) tenere sottocchio i principi, i valori di base, avere chiaro un modello di comportamento e ... valutare e verificare la coerenza della nostra azione rispetto a tale modello. SE EDUCAZIONE E': conquista progressiva (la spirale della crescita) IL CAPO ENTRA IN GIOCO IN BASE A progetti precisi (ha una grande visione-speranza con il senso del tempo (è tremendo vivere solo il presente, senza passato e futuro) OFFRENDO occasioni/esperienze (è pur sempre un modello, testimone)

Per portare avanti il lavoro sul Progetto del Capo è necessario che ci sia IL PROMOTORE ( o garante, testimone), una persona su cui convergano lo stima e la fiducia dei componenti della Co.Ca., una figura "super partes" che orienti il lavoro (le caratteristiche corrispondano più o meno a quelle richieste al capo gruppo). E' necessario perché così come è vero che una squadra di calcio ha bisogno di un "mister" così come in una compagnia teatrale c'è bisogno di un "regista", di persone insomma che coordinino il lavoro, che rendano unitario lo sforzo, che cerchino di miscelare gli elementi, la stessa cosa deve essere in CO.Ca. Se i progetti dei vari capi non hanno dei tratti comuni, su che cosa si potranno confrontare? Se la gestione del progetto non è chiara e non ha una chiave di lettura e di interpretazione condivisa a che cosa può servire? E' quindi opportuno che ci sia una persona che assuma la veste del coordinatore o promotore, che sappia rispondere in modo unitario alle richieste dei capi, cha sappia indicare delle percorsi a quei capi meno sicuri, che sappia far rispettare le scelte assunte in comunità e che, infine, tuteli il rispetto di tutti verso tutti. Deve cioè saper infondere alle persone della Co.Ca. la sicurezza di cui tutti hanno bisogno per potersi aprire agli altri senza riserve.

Il promotore dovrebbe saper offrire forme di controllo sui sensi di colpa in modo che eventuali sbandamenti o variazioni di rotta non vengano vissuti drammaticamente e non creino spaccature ed incomprensioni. Deve fare in modo insomma cha la verifica non si trasformi in un processo. Allo stesso modo deve offrire un'immagine di autorevolezza, una persona vicina ai capi della Co.ca., con la quale si può trattare in confidenza, facile da "raggiungere", che non incuta timore. Tutto questo può essere fatto da una persona o da una piccola equipe(capigruppo e A.E.) ,che goda della stima incondizionata di tutti. Se non si creano tutte queste condizioni ci sono serie possibilità che il Progetto del Capo contribuisca a creare solo più confusioni e più conflitti. Il rischio, nel caso non ci sia uniformità di intenti, è che il progetto del capo non sia indirizzato su se stessi ma su gli altri, nel senso che non si pone attenzione a dove noi vogliamo arrivare ma costruiamo un progetto del capo che è vigile a scoprire dove gli altri vogliono arrivare. Produrre dei pezzi di carta "morti", privi di vitalità e di verità è una cosa relativamente facile: ci fa sentire "apposto " nei confronti dell'Associazione e ci permette di aggirare l'ostacolo. Altra cosa è fare in modo che il progetto del capo sia uno strumento vivo e vitale, che possa rendersi tangibile con dei risultati che portino dei miglioramenti nei rapporti educativi.