L’insegnante di sostegno nella dimensione collegiale

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L’insegnante di sostegno nella dimensione collegiale grison roberto – san bonifacio 11 gennaio 2010 L’insegnante di sostegno nella dimensione collegiale il quadro normativo il pei la scelta culturale progetto di vita

obbligo scolastico “L'istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. con legge del 2006 a partire dall’a.s.2007 L'adempimento dell'obbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo di studio conclusivo del primo ciclo, l'acquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricula relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore”. L'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni.

obbligo formativo Vi è l’obbligo alla formazione fino al compimento dei 18 anni con legge del 1999 a partire dall’a.s.1999 E’ possibile espletarlo: nella scuola superiore - istituti professionali, tecnici e licei - (continuando il percorso regolare) nei centri di formazione professionale entrando nel mondo del lavoro con un contratto di apprendistato e continuando i percorsi di formazione per almeno 240 ore annuali

per gli alunni con disabilità i principi legislativi Costituzione Art. 34 – diritto allo studio Art. 3 – pari dignità sociale, uguaglianza; rimozione degli ostacoli Art. 38 diritto all’ed. e all’avviam. professionale dei disabili 1967 Scuola di Barbiana e Don Milani 1977 La 517 : la grande rivoluzione italiana, ovvero la scoperta della diversità (le classi speciali non sono mai state abolite) 1987 La Sentenza 215 della Corte Costituzionale : l’apprendimento come diritto soggettivo in tutti gli ordini e gradi di scuola (dal “facilitare” all’ “assicurare”) 1992 La legge 104 l’integrazione scolastica e sociale : l’annuncio del “progetto di vita” e “la cura educativa”; attenzione all’apprendimento piuttosto che all’insegnamento; il PEI, è il momento in cui si esercita il diritto all’istruzione e all’educazione del soggetto con disabilità 1997 La legge 59 : l’inclusione alla prova dell’autonomia delle istituzioni scolastiche 2007 Comunità e progetto di vita (Legge quadro 328 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali); piano di lavoro integrato

Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 e ratificata in legge italiana n. 18 del 3 marzo 2009. Prevede l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone disabili, “allo scopo di promuovere la piena integrazione delle persone con disabilita', in attuazione dei principi sanciti dalla Convenzione. L’Italia è tra i paesi più avanzati nel campo dell’affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Ma le norme da sole non bastano. Servono politiche ed attività di sensibilizzazione perché la cultura dei diritti va riconquistata ogni giorno. La Convenzione riserva un articolo specifico, il n. 24, all’Educazione. Vi si afferma, che il diritto della persona con handicap è quello di aver garantita la piena, reale inclusione nel sistema di istruzione e di godere di opportunità formative/educative/istruttive per tutto il corso della vita”. Gli Stati Parti devono assicurare l’istruzione inclusiva gratuita libera e obbligatoria alla scuola di base e la possibilità, al pari di tutti, dell’accesso all’istruzione secondaria. Devono essere create le condizioni favorevoli in funzione dei bisogni di ciascuno e fornito un sostegno necessario per agevolare i processi di apprendimento.

L’ ICF “La disabilità non è un problema di un gruppo minoritario all’interno della comunità, quanto piuttosto una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita. Tutti possono trovarsi in una condizione di salute che, in un contesto ambientale sfavorevole, causa disabilità. La parola handicap come come veniva utilizzata finora viene cancellata da questo nuovo modello e viene sostituita dal termine disabilità secondo l’accezione prevista dall’ ICF.”

la scelta culturale POSSIAMO CONTARE SU UN GRANDE PATRIMONIO NORMATIVO E GIURIDICO PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA, IL PIU’ AVANZATO NEL MONDO ABBIAMO SCELTO L’INTEGRAZIONE NON SOLO COME PUNTO DI ARRIVO, MA COME STRUMENTO ABBIAMO DECISO CHE NON CONTANO SOLO LE MAESTRE, CONTA ANCHE IL CORTILE E’ L’ETEROGENEITA’ CHE CI FA CRESCERE, IL DIALOGO FRA DIVERSI, LE RELAZIONI “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali tra disuguali” Don Milani

dalla scelta al quotidiano – lo stato dell’arte l'integrazione dell'handicap nelle scuole è un concetto largamente condiviso e non certo in discussione (una scelta irreversibile) si è fatta strada una cultura didattica capace di rispondere, con responsabilità e competenza adeguate, flessibili ed innovative, alla variegata natura delle richieste di supporto, con sperimentazioni, progetti, programmazioni efficaci (progettualità e non semplice prassi) in generale, l'integrazione delle persone handicappate nella scuola si è articolata in un processo complesso che ha coinvolto competenze e sensibilità di diversi attori, quali: famiglia, aziende sanitarie, enti locali, organi scolastici. Riuscita ed efficacia del processo sono state strettamente correlate all'adeguatezza delle diverse azioni ed alla qualità della loro stretta cooperazione (sistema di rete)

insegnante sostegno come unica risposta per l’handicap se l'integrazione fa ormai parte del patrimonio culturale della scuola, ciò non vuol dire che il problema sia definitivamente né adeguatamente affrontato e neppure risolto; esistono differenze, a volte sostanziali, tra istituto ed istituto il risvolto di questa situazione è il rischio reale che si verifichi un uso distorto delle risorse umane e finanziarie destinate all’handicap è ancora aperto il dibattito nella scuola e nel mondo della ricerca … a volte si risolve in una situazione contraddittoria rispetto alle finalità della integrazione, venendo ad essere, paradossalmente, fattore di emarginazione dell’alunno aumenta la delega all'insegnante di sostegno e, contestualmente, la solitudine della coppia insegnante-alunno con implicazioni negative sul piano della comunicazione, autonomia, socializzazione e della vita relazionale, oltre che dell'apprendimento consente alla classe di procedere nella sua attività senza programmare interventi e situazioni che favoriscono l'integrazione il disabile rimane un soggetto "aggiuntivo" e non viene di fatto incluso

riassumiamo STATICITA’ DELL’IMPIANTO DIDATTICO CON SCARSA FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA MANCANZA DI INDIVIDUALIZZAZIONE, AIUTIAMO POCO L’IPERDOTATO e IL DISABILE POCA CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVA I DISABILI LI VEDIAMO TROPPO DISABILI leggiamo troppo le certificazioni, guardiamo poco l’alunno … i bambini disabili “nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è affidata all'amore e all'intelligenza degli altri". Pontiggia

insegnante di sostegno … per non fallire IL SISTEMA ISTITUZIONALE Rispetto di regole , vincoli e condivisione di un quadro comune di intenzioni Identità stabile ( ISTITUZIONE) IL SISTEMA PROFESSIONALE Rottura delle routines , alterazione degli equilibri , innovazione e ricerca Identità dinamica (PERSONE)

pei CONCORDATO FRA SCUOLA, FAMIGLIA, ULSS E' UN PATTO art.5 comma 1 legge 104 IL PEI E’ IL DOCUMENTO IN CUI VENGONO DESCRITTI GLI INTERVENTI INTEGRATI ED EQUILIBRATI TRA DI LORO […] AI FINI DELLA REALIZZAZIONE DEL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE E ALL’ISTRUZIONE comma 3: […] TENENDO PRESENTI I PROGETTI EDUCATIVI, RIABILITATIVI E DI SOCIALIZZAZIONE INDIVIDUALIZZATI NONCHE’ LE FORME DI INTEGRAZIONE TRA ATTIVITA’ SCOLASTICHE ED EXTRASCOLASTICHE CONCORDATO FRA SCUOLA, FAMIGLIA, ULSS E' UN PATTO no sottoscritto dalla famiglia !!!

pei RIVOLGERE L’ATTENZIONE ALLE DIVERSE AREE DELLA PERSONALITA’ GARANTIRE IL PIENO SUCCESSO FORMATIVO APPRENDIMENTI COMUNICAZIONE RELAZIONI SOCIALIZZAZIONE AUTONOMIA ANCHE CON ATTIVITA’ E VALUTAZIONI DIFFERENZIATE --------- CON RIFERIMENTO AGLI OBIETTIVI DEL PEI

progetto di vita CURARE Risponde alla domanda: CHE COSA ? APPROCCIO CLINICO TRATTAMENTO SPECIALISTICO LETTURE DISAGGREGATE RAPPORTO INDIVIDUALE NON TIENE CONTO DELCONTESTO PRENDERE IN CARICO Risponde alla domanda: CHI FA CHE COSA ? OTTICA ISTITUZIONALE EFFICIENZA DEI SERVIZI PRINCIPI PEDAGOGICI NORMATIVI E ORGANIZZATIVI INTERNI MANCA CORALITA’ DEGLI INTERVENTI. RISCHI DI FRAMMENTARIETA’ PRENDERSI CURA Risponde alla domanda: DI CHI ? APPROCCIO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITA’ IMPLEMENTA I PRECEDENTI APPROCCI INTEGRAZIONE DEGLI INTERVENTI E RESPONSABILITA’ DIRETTA DELLE PERSONE MODELLI CULTURALI – dal “curare” al “prendersi cura”