Il Piemonte è (stato?) terra di eccellenza

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Come sta cambiando l’assistenza agli anziani non autosufficienti in Piemonte il costo del risparmio

Il Piemonte è (stato?) terra di eccellenza la nostra Regione è stata protagonista in questo decennio di importanti atti in tema di integrazione socio sanitaria e di assistenza ad anziani non autosufficienti: DGR 51-11389 del 2003: Regione e comuni si accordano sulle cure domiciliari nella lungo assistenza DGR 17-15226 del 2005: Viene definito il modello di presa in carico residenziale, con impegno della Regione a corrispondere quote ulteriori rispetto ai LEA nazionali L.R. 10/2010: disciplina la presa in carico domiciliare Così come in generale sull’impostazione delle politiche sociali L.R. 1/2004, applicativa della 328/2000 DGR 79-2953 del 2006 sui rapporti tra enti pubblici e terzo settore Non a caso il Piemonte è stato individuato come regione capofila sul tema dell’integrazione socio sanitaria nell’ambito dei lavori per la redazione del nuovo patto per la salute

Ma negli ultimi tempi le cose stanno cambiando Accanto ad ipotesi di riduzione dell’impegno sulla domiciliarità e di diminuzione degli impegni di finanziamento del fondo regionale per le politiche sociali, vengono approvati alcuni atti che contengono disposizioni penalizzanti per i cittadini sul tema delle residenze socio sanitarie per non autosufficienti: D.G.R. 45-4248 del 30 luglio 2012: revisione del modello di assistenza residenziale e semiresidenziale socio-sanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti; comprendeva anche l’onerosità per il cittadino dei percorsi di continuità assistenziale oltre il 60° giorno D.G.R. 14-5999 del 25 giugno 2013, modifica la valutazione sociale e sanitaria restringendo le condizioni di accesso ai servizi residenziali; D.G.R. 85-6287 del 2-8-2013, piano tariffario delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti, con minori spese per le ASL e maggiori oneri per i cittadini Sotto la spinta delle ristrettezze economiche si sta ponendo pesantemente mano al modello di integrazione socio sanitaria e, in termini striscianti, alle politiche di welfare

Assistenza residenziale: cosa accade Valutazioni Diminuzione dei casi in cui è previsto l’inserimento residenziale Abbassamento dei punteggi Creazione della fascia di intensità medio alta Gli anziani sono considerati d’ufficio “meno gravi” Diminuzione dei minuti di assistenza previsti Contenimento dei costi N.B.: manca un protocollo che garantisca uniformità alle valutazioni UVG => possibili disparità di trattamento Compartecipazione La quota a carico delle ASL passa per i casi gravi dal 54% o 57.70% al 50% Tariffe Lieve diminuzione dell’importo totale Uniformazione a livello regionale: chi paga di più diminuisce subito, chi paga meno si adegua gradualmente Assistenza residenziale non autosufficienti Servizi accessori Definita la possibilità dei gestori di chiedere il pagamento dei servizi non compresi L’effetto complessivo è quello di un aumento del costo per le famiglie per i casi di maggiore gravità con importi che, considerando anche le quote per servizi accessori vanno da alcune decine di euro mensili agli oltre 600 per i nuclei Alzheimer

L’effetto sulle tariffe N.B.: le tariffe di partenza possono essere differenti da quelle indicate (tratte dalle DGR previgenti, di fatto non applicate in modo uniforme sul territorio regionale)

Alzheimer: una questione nella questione I LEA nazionali del 2001 non dedicano un’attenzione specifica al tema dell’Alzheimer e delle demenze La Regione Piemonte sino ad oggi aveva considerato la rilevanza dell’aspetto sanitario e previsto quote sanitarie maggiorate Nella DGR del 2 agosto il malato di Alzheimer viene invece equiparato alla condizione di non autosufficiente senza ulteriori specificità Ne deriva un aumento spropositato delle tariffe (vedi slide successiva) A fronte delle proteste e considerando che sono ad oggi in corso dei tavoli di lavoro nazionali circa l’inquadramento delle demenze nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria, la Giunta sospende sino al 31 dicembre gli incrementi tariffari In assenza di ulteriori provvedimenti gli aumenti scatteranno però dal 1 gennaio 2014

Alzheimer: la situazione a Cuneo N.A.T. da 10 posti letto al Mater Amabilis presso il Cottolengo Centro Diurno Alzheimer situato vicino al N.A.T. Si passa da una tariffa giornaliera a carico dell’utente pari a 45,54 (D.G.R. n. 38-11189 del 2009), ad una tariffa di € 66,31 con un incremento di € 20,77/gg, corrispondenti a circa € 623,00 mensili (€ 20,77/gg x 30 gg ). 10 posti accreditati e 9 attualmente coperti Si tratta di una struttura pensata come “sostegno dei familiari e/o altre persone di riferimento che li assistono al domicilio”. La quota giornaliera relativa all’utente avrà un incremento minimo di € 200,00/250,00 mensili su un costo retta € 800,00 circa mensile: (€ 35,00/gg x 22 gg). La conseguenza è che molte famiglie non potranno più permettersi la frequenza del congiunto nel Centro Diurno, alcune di loro non riusciranno più a sostenere il carico dell’assistenza (anche perché l’ADI viene concesso con il contagocce perché è un costo) e vi sarà quindi un incremento di ricoveri in ospedale.

Cuneo e dintorni: le strutture Intorno a Cuneo Impatto stimato sui cittadini, escluse eventuali cifre ulteriori richieste per servizi accessori NAT: + 8.100 euro all’anno CDAI: + 2340 euro all’anno Fascia alta incrementata: + 2.440 euro all’anno Fascia alta: + 850 euro all’anno

Le reazioni e i fatti successivi la D.G.R. 85-6287 ha suscitato forti proteste da parte dei cittadini, in particolare dei familiari di persone con Alzheimer, rispetto ai quali l’applicazione della D.G.R. in questione avrebbe determinato un aumento di spesa in alcuni casi superiori a 600 euro mensili a seguito delle suddette rimostranze la Giunta ha sospeso con D.G.R. 10-6357 del 17/9/2013 l’applicazione della D.G.R. 85-6287 limitatamente agli aspetti tariffari per i servizi rivolti a malati di Alzheimer sino al 31 dicembre 2013; decine di sindaci piemontesi hanno chiesto alla Giunta di estendere la sospensiva all’intero provvedimento o quantomeno a quanto previsto per le situazioni di maggiore gravità, come rimarcato anche da una nota dell’ANCI del 18 settembre Il Consiglio Regionale straordinario del 1 ottobre, convocato su richiesta del PD, ha registrato una diffusa convergenza sull’ipotesi di sospensione, poi il giorno successivo in Commissione l’intervento della Giunta ha stroncato ogni ipotesi di sospensione o revisione della delibera Tra gli aspetti positivi va segnalato come la DGR 85-6287 abbia rimosso l’onerosità per il cittadino dei percorsi di continuità assistenziale oltre il 60° giorno

Le motivazioni della Giunta Il Piemonte è sottoposto ad una procedura di verifica del Piano di Rientro dal deficit sanitario In questi anni sono emerse numerose criticità, a fronte delle quali il “Tavolo Massicci” 23 luglio 2013 ha verbalizzato che “In riferimento all’erogazione dei livelli aggiuntivi rispetto ai LEA non è possibile per la Regione utilizzare risorse aggiuntive da bilancio regionale per l’erogazione di prestazioni non ricomprese nei LEA”; il 2 agosto viene adottata la deliberazione della Giunta relativa alle tariffe In sostanza la Giunta sostiene che, stanti le prescrizioni del tavolo nazionale, non è possibile destinare risorse ulteriori a quelle previste dai LEA (come le quote superiori al 50% della spesa per le rette residenziali) Rispetto all’Alzheimer, questa condizione è (riduttivamente) assimilata a quella della non autosufficienza, anche se sono in corso tavoli di lavoro nazionali per riconsiderare questo aspetto (di qui la sospensione della delibera sulle tariffe)

Alcuni dati L’assistenza residenziale costa alla Regione 265 milioni Non è noto l’impatto atteso della deliberazione in questione; sulla base delle ipotesi della Giunta di incrementare del 15% i posti letto potrebbe essere stimato in 40 milioni Vi sono in Piemonte circa 15 mila posti letto convenzionati e 12 mila persone in lista di attesa La spesa sanitaria piemontese è pari a circa 8.4 miliardi; le risorse che la Regione trasferisce agli enti gestori delle funzioni socio assistenziali sono pari a poco più di 110 milioni Le conseguenze su anziani e famiglie qui documentate sono connesse ad uno 0.4% - 0.5% del bilancio sanitario regionale

Considerazioni Sempre che i risparmi che la Giunta intende perseguire siano reali: Vi è consapevolezza dell’impatto sui cittadini (aumento tariffa + prestazioni extra)? Sono stati previste le “tentazioni di inappropriatezza” (maggiore accesso delle persone in condizioni di cronicità alle strutture ospedaliere)? Sono state valutate le strade alternative per conseguire risparmi significativi sulla sanità regionale (fallimento federazioni, inadempienze al piano di rientro, ecc.)? In termini più generali, è ancora ragionevole la sproporzione risorse tra la tutela della salute e la presa in carico assistenziale?