Cause e conseguenze del crollo della borsa di New York

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Transcript della presentazione:

Cause e conseguenze del crollo della borsa di New York La crisi del ‘29 Cause e conseguenze del crollo della borsa di New York 1

Giovedì 24 Ottobre 1929: crollo della Borsa di New York Provoca crisi economica mondiale Segna “trauma epocale” che destabilizzerà le società e le istituzioni politiche mondiali Metterà in crisi gli equilibri internazionali stabiliti a Versailles 2

L’economia mondiale nel I dopoguera I guerra mondiale aveva provocato: Interventismo statale in economia Situazione economica precaria di vincitori e vinti in Europa FRANCIA E INGHILTERRA : perdita 30% ricchezza nazionale Germania: perdite anche maggiori + riparazioni di guerra + inflazione altissima ( 1923: + 100.000.000% rispetto al 1914) 1kg burro = 5600 miliardi di marchi 3

L’isolazionismo di Harding Warren Harding, repubblicano, eletto presidente nel 1920 Impone distacco da affari europei Abbraccia politica economica che prevede: Rientro prestiti concessi agli alleati Alte tariffe doganali Ampia libertà d’azione ai privati Provvedimenti anti - immigrazione 4

… e le sue conseguenze Saturazione del mercato interno Necessità di individuare nuovi mercati Sostegno finanziario alle economie europee (in primis Germania) per riavviare ripresa e quindi domanda di beni Piano Dawes (1924) Ripristino del gold standard saltato durante la guerra 5

La grande crescita degli “anni ruggenti” Stati Uniti perdono solo 9% ricchezza nazionale Tra il 1923 e il 1929 l’economia americana era cresciuta in modo considerevole (4% annuo con una crescita complessiva del 72%) Sviluppo processi di razionalizzazione del lavoro e introduzione di nuove tecnologie riducevano il fabbisogno di manodopera industriale, mentre cresceva quello nei servizi negli anni ‘30 il numero di occupati nel terziario superò quello dell’industria 6

Settori trainanti Beni di consumo durevoli legati alla nuova industria massificata (produzione in serie legata ai principi del taylorismo) e Beni di consumo di massa (automobili, elettrodomestici, radio grammofoni, apparecchi radio) l’edilizia i consumi di lusso. 7

Cause del boom dei consumi Non dovuto ad un aumento dei salari in questo periodo rimasero sostanzialmente stabili mentre i profitti crebbero in maniera considerevole ma, all’utilizzazione dei risparmi accumulati nel periodo della guerra, e alle agevolazioni creditizie che grazie a basso il costo del denaro favorivano, ad esempio, i sistemi di vendita rateale 8

La crisi Ristagno del mercato internazionale Adozione di politiche protezionistiche La politica di deflazione degli stati europei Crisi di sovrapproduzione in U.S.A. Corsa alla speculazione Aziende preferiscono investire in borsa piuttosto che nella produzione (più profitti) Rialzo prezzi delle azioni non corrisponde al valore reale società che le emettono Corsa all’acquisto titoli azionari da parte di piccoli risparmiatori (spesso via debiti) 9

Deflazione Via sottrazione di moneta dalla circolazione: Politica fiscale (aumento imposte) Aumentando il costo del denaro (diminuzione prestiti) Provoca: depressione domanda di merci e produzione e disoccupazione 10

Il crollo di Wall Street Estate 1929, Borsa di New York: rialzi altissimi 24 ottobre 1929, “giovedì nero”: corsa alle vendite; crollo del valore dei titoli; rassicurazioni del presidente Hoover sull’economia U.S.A. 29 ottobre, “martedì nero”: crollo di Wall street; caduta a picco titoli azionari; chiusura di molte fabriche; fallimenti bancari in serie; intere fortune bruciate; disoccupazione di massa 11

Il crollo di Wall Street e le sue ripercussioni La caduta della borsa colpiva media borghesia (1,5 milioni di famiglie) che aveva sostenuto la crescita negli anni ‘20 con il consumo di beni durevoli questo venne a creare una spirale degenerativa: il crollo dei consumi comportò una politica di ridimensionamento delle industrie con licenziamenti a catena che ridussero ulteriormente la domanda anche in altri settori già deboli come quello agricolo e nelle industrie produttrici di generi di consumo 12

alla crisi nel settore produttivo e finanziario si collegò anche quella nel settore bancario molte banche avevano investito risparmi vincolati a breve termine nel finanziamento a lungo termine o peggio in operazioni speculative il crollo della borsa comportò un’ondata di panico, una corsa al ritiro dei capitali e ad una crisi di liquidità di molte banche che furono costrette a fallire trascinando nella loro rovina oltre che i risparmiatori le imprese che avevano appoggiato 13

Gli elementi di crisi latente nell’analisi di Galbraith L’apparente situazione di floridezza nascondeva elementi di crisi che l’economista J.K.Galbraith così descriveva: una cattiva distribuzione del reddito che concentrava in un 5% di privilegiati 1/3 del reddito globale una cattiva struttura delle aziende finanziarie e industriali che favoriva la speculazione una cattiva struttura del sistema bancario eccessivamente frammentato e con i diversi istituti troppo collegati fra loro 14

un eccesso di prestiti a carattere speculativo verso l’estero e nel complesso una politica doganale che accentuando le misure protezionistiche, spingeva gli stati europei, per cercare di pareggiare la bilancia commerciale nei confronti degli USA a ridurre l’importazioni dall’America, togliendo mercati soprattutto ai prodotti agricoli americani un “cattivo stato della scienza economica” che favoriva politiche di pareggio del bilancio e di non intervento dello stato nell’economia 15

Le cause della crisi Un mercato basato sulla domanda di beni di consumo durevoli, soprattutto in presenza di una ridotta crescita della base di consumo, è destinato però a saturarsi come tende ad accadere verso la fine degli anni ‘20 questo fenomeno è in parte compensato, in un primo momento, dal persistere dei consumi di lusso, la cui base è però ridotta, e dalle esportazioni verso l’Europa. La ripresa economica europea e la necessità dei governi europei di equilibrare la bilancia dei pagamenti con gli USA riduce la possibilità di queste esportazioni a questo si connette una progressiva crisi nel settore agricolo, colpito dalla concorrenza internazionale e afflitto da una costante caduta dei prezzi 16

questi segnali di crisi sono però nascosti alla fine degli anni ‘20 dalla straordinaria crescita dei titoli azionari. La crescita sostenuta di quegli anni aveva creato una corsa agli investimenti in borsa che in un primo momento avevano sostenuto l’espansione produttiva, ma in un secondo momento avevano assunto caratteri puramente speculativi favoriti dal basso costo del denaro e attirando capitali anche dall’Europa. questo processo gonfiava sempre di più il valore delle azioni, allontanandolo dal valore reale, in un momento in cui l’economia stava rallentando, esponendo la borsa al rischio del tracollo 17

La recessione diviene internazionale Già a partire dal 1928 l’eccessiva crescita della borsa americana aveva drenato investimenti dall’Europa causando il rallentamento della crescita tedesca la recessione americana produce amplissime conseguenze negative soprattutto in quei paesi come la Germania più legate agli investimenti USA. La crisi della della Germania, stato centrale nel sistema di flusso dei capitali ed investimenti in Europa si ripercuote su tutto il sistema 18

all’arresto del flusso di capitali si collegò la riduzione delle importazioni con l’ulteriore rafforzarsi delle barriere protezionistiche negli USA con una contrazione del mercato mondiale che nel 1932 era sceso del 60%. in tutti i paesi industrializzati, con l’eccezione dell’URSS, la crisi si presentò con caratteristiche analoghe agli USA: crollo della domanda, riduzione della produzione, licenziamenti, ulteriore contrazione del mercato, ripercussioni gravissime per l’agricoltura che non trova più sbocchi per i suoi prodotti 19

Le prime risposte alla crisi: dalla presidenza Hoover al New Deal Il governo del repubblicano Hoover affrontò la crisi in modo tradizionale mantenne una posizione di non-intervento dello stato nell’economia difese la parità del dollaro sull’oro danneggiando ulteriormente le esportazioni USA limitò ogni spesa dello stato a sostegno delle masse disoccupate in quanto queste avrebbero aggravato il deficit pubblico. 20

rilanciare l’economia, combattere la disoccupazione e Il New Deal 1 Alle elezioni del 1932 viene eletto un nuovo presidente, F. Delano Roosevelt, che mantenne la carica per tre mandati consecutivi L’amministrazione Roosevelt diede via fin dai primi mesi di governo ad un radicale programma di riforme che si prefiggeva di rilanciare l’economia, combattere la disoccupazione e giungere in aiuto ai ceti più colpiti dalla crisi per stabilire nuova fiducia e consenso nei confronti del sistema democratico americano ed evitare pericolose derive eversive. 21

Intervento dello stato Le teorie di Keynes Grandi lavori pubblici Deficit del bilancio dello stato Intervento dello stato Stato Sociale Distribuzioni di sussidi disoccupazione Aumento entrate fiscali Equilibrio bilancio Aumento redditi famiglie, diminuzione disoccupazione assunzioni Incremento produzione Incremento consumo 22

Il New Deal I provvedimenti più importanti furono Industrial Recovery Act  attuava un codice di regolamentazione della concorrenza industriale per stabilizzare il valore dei prezzi. Si concedevano inoltre nuovi diritti e funzioni alle organizzazioni sindacali: il diritto di organizzarsi, di eleggere propri rappresentanti, di concludere contratti collettivi di lavoro. Si prevedeva inoltre la riduzione della settimana lavorativa, la creazione di minimi salariali, le pensioni di anzianità e il sussidio di disoccupazione. 23

Tali interventi, integrati nel 1935 dal Wagner Act garantiva la piena libertà sindacale e sanzionava legalmente i comportamenti antisindacali delle aziende, Provvedimenti avevano la finalità aumentare il consenso, far sì che i lavoratori, grazie al nuovo potere contrattuale, potessero ottenere nuovi aumenti salariali che avrebbero favorito un allargamento della base del mercato 24

Reconstruction Finance Corporation Il New Deal 2 Reconstruction Finance Corporation attuava una completa ricostruzione del sistema creditizio dando nuovi poteri di controllo e di intervento alla Federal Reserve Bank. Si sganciava inoltre il $ dall’oro operando una svalutazione della moneta del 60% per favorire la competitività delle merci americane e sostenere con l’inflazione i rialzo dei prezzi. 25

Agricultural Adjustement Act attuava una completa riorganizzazione del settore agricolo per una diminuzione della produzione sostenuta da indennità versate dallo stato agli agricoltori. un sostegno dei prezzi (anche mediante la distruzione di produzioni eccessive). 26

Si avviavano inoltre enormi imprese di lavori pubblici per combattere la disoccupazione e rilanciare, grazie la costruzione di grandi infrastrutture la ripresa economica. Esempio di questa politica la creazione del Tennessee Valley Authority  ente proposto alla organizzazione di giganteschi lavoro per la sistemazione idraulica e la produzione di energia elettrica per rilanciare aree depresse nel sud del paese integrando il settore agricolo con quello industriale 27

Gli effetti del New Deal Dal punto di vista economico le riforme del New Deal ebbero effetti solo parzialmente positivi dopo una prima fase di ripresa che portò l’economia americana a raggiungere nel 1936 i livelli del 1929, si registrò una nuova recessione tra il 1937 e il’38, il livello della disoccupazione industriale rimase sempre attorno ad 1/5 della forza lavoro. 28

Il successo parziale delle iniziative di Roosevelt è da attribuire alle resistenze fortissime incontrate nel potere economico tradizionale e negli ambienti conservatori che trovavano sul piano istituzionale il loro centro nella Corte Suprema (che arrivò a abolire per incostituzionalità p.e. l’AAA) nella estemporaneità di molti provvedimenti dettati più dall’urgenza del momento che da una panificazione di lungo periodo e dalla difficoltà della situazione economica internazionale 29

Dati statistici 1 L’andamento di Wall Street 30

Dati statistici 2. La recessione mondiale 31

Dati statistici 3. La recessione mondiale: la disoccupazione 32

Dati statistici 4. La recessione mondiale: la ripresa 33

Dati statistici 5. La situazione americana 34