IL CONTROLLO di QUALITA’ in RELAZIONE ai REATI del DIRITTO INDUTRIALE ALIMENTARE 4 giugno 2010 Avv. Gianclaudio Andreis Studio Avvocato Andreis e Associati Torino – Milano - Bruxelles gianclaudio.andreis@andreiseassociati.it 1 1 1 1
QUALITA’ Caratteristica del prodotto art. 2 D. Lgs. 109/92 Distinzione fra qualità e conformità Differenza di caratteristiche essenziali La differenza deve incidere sul processo decisionale del consumatore
IL CONCETTO DI QUALITA’ Il Libro Verde sulla qualità dei prodotti agricoli: norme di prodotto, requisiti di produzione e sistemi di qualità (Commissione Europea 15.10.2008) “Qualità” vuol dire soddisfare le aspettative dei consumatori. Riferite ai prodotti agricoli, le qualità di cui si parla nel Libro verde sono le caratteristiche del prodotto, quali i metodi di produzione utilizzati o il luogo di produzione, che il produttore desidera far conoscere e che il consumatore vuole conoscere.
QUALITA’ LA QUALITA’ E’ UN OPTIONAL DEL PRODUTTORE E’ QUELLO CHE IL PRODUTTORE DICHIARA CHE IL SUO PRODOTTO HA … OLTRE QUANTO RICHIESTO DALLA NORMA SE SI DICHIARA UNA CERTA “QUALITA’” SI DEVE POTERLA DIMOSTRARE
DIVIETO di IMMISSIONE in COMMERCIO di ALIMENTI a RISCHIO ART. 14 Reg.CE 178/2002 DIVIETO di IMMISSIONE in COMMERCIO di ALIMENTI a RISCHIO ALIMENTI DANNOSI per la SALUTE ALIMENTI INADATTI al CONSUMO UMANO
RESPONSABILITA’ PRIMARIA DELL’O.S.A. OBBLIGHI DELL’O.S.A. RESPONSABILITA’ PRIMARIA DELL’O.S.A. ISTITUTO DELLA DELEGA: Da A.D. a O.S.A. a Responsabile operativo
PRINCIPALI REQUISITI DELLA DELEGA Scritta, documentata e con data certa; valevole solo per gli atti previsti nella delega stessa; deve essere accettata accettazione dal delegato nella consapevolezza degli obblighi che assume; competenza del delegato; attribuzione di poteri autoritativi autonomi e finanziari al delegato; compatibilità con altri compiti in capo al delegato; esclusione di qualsiasi ingerenza da parte del delegante nello svolgimento delle funzioni; sistema di vigilanza organizzato dal delegante. 7
SISTEMI di CONTROLLO QUALITÀ PRATICHE DI BUONA FABBRICAZIONE Contemplano le condizioni e le procedure di lavorazione che, sulla base di una lunga esperienza, si sono dimostrate in grado di offrire qualità e sicurezza costanti. ANALISI DEI RISCHI E PUNTI CRITICI DI CONTROLLO Mentre i programmi tradizionali di assicurazione della qualità erano incentrati sul rilevamento di problemi nel prodotto finito, l’HACCP, una tecnica proattiva ,si focalizza sull’accertamento dei potenziali problemi e sul conseguente controllo degli stessi già nel corso del processo di progettazione e produzione. STANDARD DI ASSICURAZIONE DELLA QUALITA’ La conformità agli standard istituiti dalla International Standards Organisation (ISO 9000) e dallo European Standard (ES 29000) garantisce che le industrie alimentari, le società di catering e le altre aziende collegate al settore rispettino procedure stabilite e ampiamente documentate. L’efficacia di questi programmi viene regolarmente analizzata da esperti esterni. Fonte: EUFIC – la sicurezza alimentare
SANZIONI PENALI ART. 5 lett. a) Legge 283/1962 È vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come mercede ai propri dipendenti, o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari: a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale, salvo quanto disposto da leggi e regolamenti speciali;
Frodi nell’esercizio del commercio …segue ART. 515 c.p. Frodi nell’esercizio del commercio Chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all'acquirente una cosa mobile per un'altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 2.065.
…segue ART. 517 QUATER c.p. Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari Chiunque contraffà o comunque altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a euro 20.000. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte. Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 474-bis, 474-ter, secondo comma, e 517-bis, secondo comma. I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni internazionali in materia di tutela delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari
…segue ART. 513 c.p. Turbata libertà dell’industria e del commercio Chiunque adopera violenza sulle cose ovvero mezzi fraudolenti per impedire o turbare l'esercizio di un'industria o di un commercio è punito, a querela della persona offesa se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032
CONCETTO DI DILIGENZA La colpa necessaria all’integrazione del reato va ravvisata nella mancata adozione di quelle normali misure di diligenza, prudenza e perizia che il tipo medio di produttore o venditore è tenuto ragionevolmente a usare al fine di garantire la corrispondenza alle prescrizioni legali dei prodotti posti in commercio.
Cassazione penale – Sent. n. 574 dell’8 gennaio 2008 Apre alla responsabilità dell’importatore: La responsabilità per colpa nei reati alimentari è esclusa soltanto dalla forza maggiore o dal caso fortuito, ipotesi che non ricorrono nel caso dell’amministratore delegato di un’impresa alimentare che mette in commercio dei fagioli alla messicana con presenza di Sudan 1 a causa della loro preparazione con peperoncino indiano, anche se etichettato dal produttore come “Sudan 1 free”.
PUBBLICITA’ In tema di frode nell’esercizio del commercio, nella nozione di dichiarazione di cui all’art. 515 cod. pen. rientrano anche le indicazioni circa origine, provenienza, qualità o quantità della merce contenute nell’eventuale messaggio pubblicitario che abbia preceduto la materiale offerta in vendita della stessa, essendo tale pubblicità idonea a trarre in inganno l’acquirente che riceve l’ “aliud pro alio”. (Cass. pen. n. 27105/2008)
CODICE del CONSUMO (D. Lgs CODICE del CONSUMO (D. Lgs. 206/2005) Titolo III Pratiche commerciali scorrette tra professionisti e consumatori poste in essere prima, durante e dopo un’operazione commerciale relativa a un prodotto 16 16
PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE Contrarie alla diligenza professionale, false o idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio. Sono scorrette la pratiche commerciali ingannevoli o aggressive SANZIONI Divieto di diffusione o continuazione della pubblicità del prodotto; Sanzione pecuniaria da euro 5.000,00 a 500.000,00; Sostituzione delle confezioni; Pubblicazione del provvedimento; Pubblicazione di dichiarazioni rettificative, ad esempio, sul sito del prodotto 17 17