Corso di Economia Industriale Prof. Provenzano Carmelo

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Transcript della presentazione:

Corso di Economia Industriale Prof. Provenzano Carmelo Numero ottimale di brevetti PRESENTAZIONE DI: Marco Principato Cinzia Messina Lomanto Chiara Fasino

Cos’è un brevetto?? I brevetti certificano che l’inventore detiene diritti di proprietà esclusivi su un prodotto, processo, sostanza o design nuovo e utile. Il brevetto limita lo sfruttamento economico dell’innovazione da soggetti diversi dall’innovatore per un periodo di tempo definito (12- 20 anni). Successivamente da bene privato l’innovazione diviene bene pubblico. La tutela brevettuale consente, altresì, di vietare a terzi di produrre, usare, commercializzare, vendere e/o importare il prodotto a cui si riferisce l’invenzione. I brevetti incoraggiano la ricerca e aumentano la divulgazione dell’innovazione. Senza una protezione dagli imitatori, le imprese non sarebbero incentivate a spendere in R&S.

Il nostro caso: L’INDUSTRIA FARMACEUTICA Per le industrie farmaceutiche tradizionali i brevetti costituiscono uno strumento di primaria importanza per la protezione e la commercializzazione di farmaci di ultima generazione. In quest’ambito esistono vari tipi di brevetti : Brevetto di selezione: questo brevetto è necessario per le innovazioni di sviluppo riguardanti una modifica della formula chimica già nota, finalizzata al miglioramento in termini di farmacocinetica e tollerabilità, oppure con differente impiego terapeutico della stessa; brevetto di procedimento: tutela solamente un particolare processo di sintesi di una determinata molecola; brevetto di sinergismo: se un farmaco A, somministrato in associazione con un farmaco B, produce un effetto terapeutico maggiore di quanto ci si aspetterebbe dalla somministrazione dei singoli farmaci, è possibile brevettare l’associazione;

brevetto di indicazione: è relativo alla scoperta di una nuova indicazione per un farmaco già in uso. Unica condizione è che la nuova indicazione non sia da considerarsi ovvia rispetto alle precedenti. brevetto di formulazione: corrisponde ad una nuova forma di somministrazione, che deve avere caratteristiche di non ovvietà. L’attività intellettuale indirizzata alla ricerca di nuove scoperte in campo farmaceutico viene tutelata dallo Stato con la concessione di un numero limitato di brevetti. A tal fine esiste un modello ottimale di brevetti illustrato di seguito.

Modello del numero ottimale di brevetti Graf.a Br(n) SB Cs Bsn=Br(n) - Cs 10* n* nc n brevetti Graf.b MC,MB Mc 1 MB n brevetti n* nc

Modello del numero ottimale di brevetti Lo Stato si interroga sul n° di brevetti da finanziare, ossia quanto denaro dovrà stanziare in R&S affinché la società massimizzi il beneficio sociale netto atteso Bsn. Esso è dato dalla differenza tra il beneficio sociale Br e il costo sociale Cs. Quest’ultimi aumentano con il numero di imprese impegnate nella ricerca. Se il n° delle imprese che vogliono investire in innovazione aumenta, la possibilità che lo Stato conceda finanziamenti si riduce. Se lo Stato finanzia zero brevetti, ci saranno sempre alcune imprese che proveranno a realizzare brevetti e quindi a fare ricerca (punto 10*). Il beneficio sociale atteso Br si calcola moltiplicando il valore o il beneficio dell’innovazione per la probabilità che l’evento si realizzi. Il Br non è certo, poiché la probabilità non è statica ma dipende dal n° di imprese che vogliono investire in innovazione. Il costo sociale indica l’ammontare di costo che lo Stato sostiene per finanziare i brevetti e cresce in modo costante.

Se inizialmente sono impegnate nella ricerca solo poche imprese, l’aggiunta di un’ulteriore impresa aumenta in modo sostanziale la probabilità di successo che si avvicina sempre più a 1 (certezza) avendo quindi uno scarso effetto sui benefici attesi. Pertanto i benefici sociali attesi all’inizio aumentano raggiungendo il numero massimo e poi si stabilizzano. Nel punto di intersezione tra Cs e Br, ovvero in corrispondenza del punto nc, il beneficio sociale netto è zero. Il punto nc è quindi il numero di brevetti certi che ci permette di raggiungere il massimo. Il punto n* rappresenta invece il numero ottimale di brevetti. La curva del beneficio sociale netto atteso Bsn è uguale alla differenza tra i benefici sociali attesi e i costi sociali attesi. Tale differenza è massima nel punto n*. Questo risultato si può descrivere anche osservando i costi marginali sociali e i benefici marginali sociali. Il MC è il costo di ogni brevetto; si ipotizza che esso sia uguale a 1 e che cresce in modo proporzionale. Inoltre il costo marginale rappresenta la pendenza del costo totale ovvero la derivata del costo totale. Il MC e MB si ottengono per derivazione del costo totale e del beneficio totale.

Dato che il costo totale cresce in modo costante, il MC sarà costante Dato che il costo totale cresce in modo costante, il MC sarà costante. Inoltre dato che il beneficio totale cresce in modo meno che proporzionale, allora il MB sarà decrescente. Lo Stato quando deve scegliere il numero ottimale di brevetti non tiene conto del beneficio sociale atteso soltanto, bensì anche del beneficio sociale al netto del costo totale, ovvero il beneficio netto. N* è quindi il numero in corrispondenza del quale i benefici netti sono massimi. Esso è anche il punto in cui MB=MC. In assenza di brevetti e altri incentivi possono essere realizzate poche invenzioni. Una volta fatta una scoperta, chiunque può copiarla, quindi un nuovo prodotto viene venduto a un prezzo concorrenziale e l’innovazione non realizza profitti. Se gli inventori sostengono l’intero costo privato e sociale della ricerca (m=1), ma non ottengono benefici economici privati dalle loro invenzioni, la soluzione che massimizza i profitti consiste nel non impegnarsi in alcuna attività di ricerca.

Conclusioni: Se non fosse per questi diritti esclusivi, a una società farmaceutica potrebbe non convenire investire grandi somme per scoprire un nuovo farmaco. Tuttavia, una volta effettuata la scoperta la fissazione di un prezzo che supera ampiamente i costi di produzione, pone il farmaco al di là della portata di molti consumatori che sarebbero invece disposti a pagare un prezzo a livello concorrenziale. Infine, i profitti di monopolio, che derivano dalla detenzione del brevetto, possono costituire un forte incentivo ad essere i primi ad inventare un nuovo prodotto.