Tecnica della specularità
Tecnica della specularità Si avvale di diversi stratagemmi scenici e narrativi Pratica del doubling: lo stesso attore recita più parti, in momenti diversi del play, quando i personaggi NON SONO CONTEMPORANEAMENTE IN SCENA "Shakespeare's doubling technique is a way of suggesting parallelisms in the roles played by different characters […] Such a piece of doubling would enrich the audience's response to the structure of the play and create an awareness of its implications" (Giorgio Melchiori, 1983)
Teseo / Oberon Massimo Foschi, Ippolita / Titania Gianna Giachetti, Egeo / Quince / Grano di senape Cesare Lanzoni, Lisandro Luca Lazzareschi, Demetrio Alessandro Gassman, Ermia Almerica Schiavo, Elena Stefania Micheli, Filostrato / Snout / Piuma di fiore Franco Fama', Puck Roberto Sturno, Fior di pisello / Starveling Andrea Liberovici, Tela di ragno / Flute Claudio Marchione, Bottom Glauco Mauri. Allestimento all’Estate Teatrale Veronese, Agosto 1988 Locandina del programma di sala, stagione 1988-1989
Tecnica della specularità Si avvale di diversi stratagemmi scenici e narrativi Specularità delle trame Trame apparentemente diverse, mostrano MOTIVI E CARATTERISTICHE SIMILI, se non addirittura UGUALI Alle volte non sono solo le trame a mostrare “specularità”, ma anche: i luoghi dove si svolge l’azione, i concetti espressi, le caratteristiche dei personaggi I temi trattati Singoli termini o interi discorsi dei personaggi Tecnica della specularità
Esempio di parallelismo tra trame Intrecci d’amore e di odio (trama del quartetto d'amanti) I due amanti vengono ostacolati (dal padre di lei, e da una "legge irrazionale") Decidono di fuggire dalla città nella selva (seguiti dagli altri due, per potersi sposare e vivere lontani da Atene) Attuano il loro programma alla luce lunare Nella selva sono vittime di un’illusione (Puck sbaglia a bagnare con il succo del fiore gli occhi di Lisandro, scambiandolo per Demetrio) Sciolti gli incantesimi, i quattro giovani costituiscono finalmente le due coppie desiderate e convolano a nozze Vicenda di Piramo e Tisbe (trama degli artigiani) I due amanti vengono ostacolati (dalle rispettive famiglie) Decidono di fuggire dalla città nella selva (da soli, per potersi amare liberamente) Attuano il loro programma alla luce lunare Nella selva sono vittime di un’illusione (Piramo crede che Tisbe sia stata divorata da un leone) Piramo si uccide per il dolore e così fa Tisbe, una volta scoperta la triste fine del suo amato Discordanza finale che rompe il parallelismo