Bioetica
Tutto ciò che è scientificamente e tecnicamente possibile ...
è anche eticamente lecito?
Si sente spesso parlare di bioetica, ma di cosa essa si occupi sono ancora in pochi a saperlo con certezza. Che si tratti di una “branca del sapere” è un dato ormai acquisito dalla maggioranza, ma quali siano le finalità, quali gli strumenti e gli usi e, soprattutto, quale sia il suo campo d’ azione sono elementi ancora incerti e molto discussi.
bìos = vita èthos = costume BIOETICA
Che cos'è bioetica Il termine deriva da “bìos” (vita) ed “éthos” (costume) e venne coniato all‘ inizio degli anni ’70 dall'oncologo statunitense Potter, che riteneva scopo di questa scienza “ponte” – come la definisce egli stesso – portare tutta l'umanità a prender parte attiva e consapevole ai processi dell‘ evoluzione biologica e culturale .
E’ del 1978 la più importante definizione: “la bioetica è lo studio sistematico della CONDOTTA UMANA nell’ ambito delle scienze della vita e della cura della salute, in quanto questa condotta è esaminata alla luce dei valori e dei principi morali” (W.T. Reich, Encyclopedia of Bioethics, New York 1978).
ALTRE DEFINIZIONI: La bioetica è etica applicata a uno specifico campo di indagine: quello medico e biologico. è una riflessione etico-filosofica che nasce spontaneamente dallo sviluppo delle scienze biomediche e dalla rapida innovazione tecnologica. - si può concepire come quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo, in particolare di quegli interventi connessi con la pratica e lo sviluppo delle scienze mediche e biologiche.
MOVIMENTO BIOETICO: ha inizio nella seconda metà degli anni ‘60, quando alcuni studiosi statunitensi approfondirono temi etici legati alla tutela e alla sacralità della vita.
la bioetica laica la bioetica cattolica Le diverse correnti Possiamo raggruppare per comodità le diverse prospettive in due grandi schieramenti: la bioetica laica la bioetica cattolica
Qualità o sacralità della vita ? Potremmo così sintetizzare il fondamento dei due schieramenti: da una parte la qualità, dall‘ altra la sacralità della vita: BIOETICA LAICA BIOETICA CATTOLICA QUALITA’ DELLA VITA SACRALITA’ DELLA VITA
Bioetica cattolica La bioetica cattolica ufficiale è quella espressa pubblicamente dalla Chiesa di Roma. Essa si basa su alcuni principi di valore assoluto e universale. Ciò che caratterizza la bioetica cattolica è l‘ accento posto sul “valore sacro della vita umana, dal primo inizio fino al suo termine” (Giovanni Paolo II, lettera enciclica Evangelium Vitæ, n. 2). La vita è un dono di Dio e da ciò si deduce il principio dell’ indisponibilità della vita, secondo cui l’ uomo può solo accogliere la vita donatagli da Dio, e non disporne in modo arbitrario.
La vita, quindi, viene intesa dalla bioetica cattolica come: uno splendido dono di Dio proprietà del Creatore Tale concezione è in piena armonia con i passi biblici in cui Dio dichiara: “sono io a far vivere e a far morire”. L’ unica eccezione riconosciuta dalla Chiesa al principio dell’ inviolabilità è quella dei martiri o della legittima difesa.
“Evangelium Vitae”: Enciclica scritta da Giovanni Paolo II nel 1995 “Evangelium Vitae”: Enciclica scritta da Giovanni Paolo II nel 1995. E’ un testo fondamentale per conoscere con chiarezza gli orientamenti della Chiesa in tema di bioetica. L’ Enciclica vuole essere una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana e della sua inviolabilità.
Bioetica laica Essa risponde alle nuove domande poste dai recenti sviluppi biomedici e biotecnologici. La bioetica laica si pone come un’ etica situazionale che affronta i casi particolari della casistica clinica. E’ basata anzitutto sul principio della qualità della vita: non è detto che la vita sia sempre considerata degna di essere vissuta. Ciò che viene tutelato con tale tipo di bioetica è il principio di autodeterminazione o di autonomia individuale.
Altro principio della bioetica laica è quello della disponibilità della vita: ciascun individuo adulto è sovrano su se stesso e può disporre del proprio essere.
“NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA” : Uno dei documenti di riferimento della bioetica laica italiana. E’ stato presentato a Torino nel 2005. In esso sono elencati i principi fondamentali sui quali si basa la prospettiva laica in bioetica.
Terapia genetica e clonazione Principali questioni della bioetica Terapia genetica e clonazione Fecondazione artificiale (omologa – eterologa, intrauterina , in vitro, “utero in affitto”) Interruzione della gravidanza Integrità psico-fisica della persona (omicidio, suicidio, mutilazione e donazione degli organi) Malattia (cure, consenso informato, accanimento terapeutico) Eutanasia (passiva e attiva, consenso)
ABORTO: la morale cattolica riconosce all’embrione la dignità di essere umano in divenire. L’embrione è un bambino che sta crescendo, è una persona che si sviluppa, porta dentro di sé il codice genetico che lo identifica come individuo unico e irripetibile. Qualcuno ha negato che l’embrione possa essere vita umana perché non è autonomo dalla madre, ma anche un bambino di 5 anni, per esempio, non è autonomo e non può vivere da solo. L’aborto è spesso utilizzato come una forma di contraccezione, in modo da “rimediare” ad una gravidanza indesiderata o impedire la nascita di un bambino con malformazioni.
EUTANASIA: è l’ idea che l’ uomo possa decidere liberamente quando interrompere la propria vita, in caso di malattia grave o vecchiaia. Di solito, i motivi che la giustificano sono il prolungarsi della sofferenza e l’ impossibilità di guarigione.
La bioetica cattolica sostiene che la vita debba essere difesa, senza accanimento terapeutico, fino all’ ultimo istante. Essa richiama al valore spirituale che può avere la sofferenza se vissuta con fede. Va anche ricordato che a domandare l’eutanasia sono, molto spesso, malati caduti in depressione o lasciati soli. L’eutanasia fa sorgere anche il grave problema dell’ eutanasia di Stato: se dovesse diventare legale, chi potrebbe impedire allo Stato di “liberarsi” degli ammalati più gravi che diventano un costo per la società?
FECONDAZIONE ARTIFICIALE E PROCREAZIONE ASSISTITA: La fecondazione artificiale è la produzione di embrioni in vitro, cioè in laboratorio. Vengono prodotti almeno 3 embrioni, alcuni dei quali muoiono (e si ha quindi aborto). La procreazione assistita è una fecondazione naturale (spermatozoo e ovulo si incontrano naturalmente nella donna) aiutata da tecniche particolari. Per entrambe le tecniche la scienza offre due tipi di soluzione: eterologa (uno o entrambi i gameti provengono da donatori: in tal caso si ricorre alle banche del seme) e omologa (entrambi i gameti sono dei genitori naturali).
Le fecondazioni artificiali omologa ed eterologa possono essere attuate in due modi: intracorporea, se la fecondazione avviene all’ interno delle vie genitali femminili; - extracorporea, se la fecondazione avviene fuori dal corpo femminile (cioè in provetta). L’embrione così ottenuto viene poi trasferito nell’ utero.
La bioetica cattolica è favorevole alla procreazione assistita omologa, fatta con tecniche che rispettino la dignità dell’amore coniugale e dell’embrione. E’ contraria a tutte le altre forme perché non rispettano la dignità dell’embrione: esiste il rischio di fabbricare bambini su misura o di scegliere gli embrioni a piacimento dei genitori. E’ un dato di fatto che le tecniche di procreazione costituiscono un enorme affare economico: si tratta di un vero e proprio mercato della vita umana. Utilizzando le tecniche eterologhe, inoltre, un bambino può ritrovarsi con diversi genitori contemporaneamente (i donatori, i genitori naturali), con tutti i problemi legali ed umani che questo fatto comporta.
TERAPIA GENETICA: consiste nel sostituire il gene danneggiato con una sequenza corretta del DNA mediante un gene che ripristini le normali funzioni dell’organismo. Invece di curare solo con i farmaci e con la chirurgia convenzionale, una conoscenza avanzata del genoma (complesso di geni contenuti in una cellula) potrebbe fare da correttivo alle imperfezioni genetiche che stanno alla base di molte malattie (fibrosi cistica, emofilia, cancro, Alzheimer, …) riducendo le possibilità di rigetto. Un tale tipo di terapia potrebbe indurre a tentare esperimenti di eugenetica (cioè il miglioramento genetico della specie).
CLONAZIONE: la parola “clone” deriva dal greco e significa germoglio o ramoscello. In biologia indica la possibilità di duplicare il patrimonio biologico (genetico) di qualsiasi essere vitale (così, ad esempio, si possono duplicare virus, batteri, molecole, intere piante o interi animali). Nella clonazione non si richiede alcun procedimento sessuale. Recentemente sono stati clonati animali (si pensi alla pecora Dolly) con un metodo che riesce a duplicare non soltanto cellule embrionali, ma anche cellule adulte (senza alcun intervento di spermatozoi). Per quanto riguarda la clonazione umana, nessuno per ora è stato in grado di fornirne le prove.
Principio del DUPLICE EFFETTO Alcune situazioni di bioetica pongono in essere il problema del duplice effetto: esso consiste nell’ interrogarsi sulla liceità di un atto da cui scaturiscono sia effetti positivi che negativi. Mediante tale principio, la bioetica cristiana riesce a dirimere diverse questioni morali.
Secondo il duplice effetto, un determinato atto è lecito se si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni: l’azione è in sé buona; l’effetto positivo non deriva da quello negativo, bensì direttamente dall’ azione; l’ intenzione dell’ agente è quella di volere direttamente e per sé l’effetto positivo, mentre tollera solo (per accidens) quello negativo; c’è una reale proporzione tra i due effetti, senza che quello negativo superi il positivo.
Facciamo degli esempi: Per difendere una città dal nemico ed evitare un eccidio certo occorre distruggere subito un ponte su cui giocano dei bambini. Fine: salvare la città. Mezzo: distruzione immediata del ponte. Effetto secondario non voluto ma inevitabile: morte dei bambini. Ad un malato terminale che soffre molto si possono somministrare analgesici potenti (morfina), ma ciò potrebbe abbreviargli la vita. Fine: alleviare il dolore. Mezzo: somministrazione di analgesici. Effetto secondario non voluto: morte del paziente.
Nel primo esempio i bambini sono uccisi prima di bloccare il nemico e non c’è il desiderio di compiere tale omicidio (l’effetto collaterale negativo non è voluto), quindi l’azione è moralmente giustificata se non ci sono alternative. Se si potesse fermare il nemico in altro modo, o ci fosse il tempo di allontanare i bambini dal ponte, bisognerebbe farlo, altrimenti la morte dei bambini sarebbe voluta e l'azione non sarebbe più moralmente giustificata. Ancora, se la città fosse già stata evacuata e la sua conquista non comportasse la perdita di numerose vite umane, la morte dei bambini - con la distruzione del ponte - non sarebbe giustificata.
Nel secondo esempio, se sono rispettate le condizioni del principio di duplice effetto, la morte dell’ ammalato è da considerare un effetto collaterale non desiderato, e l‘ azione è moralmente buona; se invece si desidera proprio far morire l’ammalato per non farlo soffrire (eutanasia), l’effetto diventa anche mezzo voluto e l’azione è cattiva là dove il ricorso all’eutanasia è ritenuto un atto moralmente illecito.