1 IL PROCEDIMENTO UNIFICATO. 2 definizioni 3 GOVERNO DEL TERRITORIO E linsieme delle attività relative alluso del territorio, con riferimento sia agli.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La procedura di V.A.S. del Polo 336 Business Park di Gallarate
Advertisements

CENTRO RETE QUALITA' UMBRA
Direttiva 42/2001/CE “..Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” Recepimento fissato originariamente entro.
La dimensione sovracomunale della pianificazione
La progettazione secondo la norma internazionale ISO 9001
COME COSTRUIRE LA PARTNERSHIP
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
AMBIENTE CONTESTO NEL QUALE UN’ORGANIZZAZIONE OPERA, COMPRENDENTE L’ARIA, L’ACQUA, IL TERRENO, LE RISORSE NATURALI, LA FLORA, LA FAUNA, GLI ESSERI UMANI.
EVOLUZIONE NELL’UTILIZZO DELLE CONOSCENZE Evidence-based Medicine Linee-guida TRASFERIMENTO DELLE CONOSCENZE NELLA PRATICA.
IL PROCESSO DI REVISIONE AZIENDALE
CNIPA 10 maggio Linee Guida per la Qualità delle Forniture ICT negli appalti pubblici Giacomo Massi Ufficio Monitoraggio e gestione progetti delle.
Claudia Gistri Area Ambiente e Sicurezza CERTIQUALITY S.R.L. IL SISTEMA DI EMISSION TRADING PER I GAS AD EFFETTO SERRA Milano, 8 Marzo 2005 La verifica.
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI di Ivrea Pinerolo Torino CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI ENTI LOCALI UNIVERSITA DI TORINO.
rendicontazione delle Aziende Sanitarie
1 Gli Uffici di Piano: Tipologie – Funzioni – Competenze Risorse – Organizzazione Relazione introduttiva a cura di F. Vernò e S. Buoso Lecce Aprile.
Secondo modulo Atto di indirizzo per lattuazione del secondo processo programmatorio (versione sintetica per gli Amministratori) Lecce 20 Febbraio 2008.
Sistemi di misurazione e di controllo delle perfomance.
La Tecnica NTG 5 PERFORMANCE Metodologia. La Tecnica NTG 5 Performance OBIETTIVI razionalizzare le modalità per raggiungere i risultati stimolare la quantificazione.
1 Lo Sportello Unico e la comunicazione Arezzo, 27 gennaio 2005.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE LO SVILUPPO SOSTENIBILE
VAS nella L.R.12/2005 Art 4, comma 2:..sono sottoposti alla valutazione di cui alla Direttiva 2001/42/CEE –Piano Territoriale Regionale –Piani Territoriali.
Soggetti partecipanti alla procedura di VAS
VAS nella L.R.12/2005 Art 4, comma 2:..sono sottoposti alla valutazione di cui alla Direttiva 2001/42/CEE –Piano Territoriale Regionale –Piani Territoriali.
18 luglio 2007 Razionalizzazione dei sistemi di back-office Il ruolo del CNIPA Ing. Rosanna Alterisio Responsabile Area Progetti applicazioni e servizi.
L'alternanza scuola - lavoro.
Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Lezione 2 Corso di Contabilità Direzionale Prof. Riccardo Acernese Lezione 2 Prof. Riccardo.
Progetto Competenze In Rete PON Governance e Azioni di Sistema (FSE) Obiettivo 1 - Convergenza Asse E Capacita istituzionale - Obiettivo specifico.
1Milano, 3 Novembre 2004Assemblea Nazionale FISM WORKSHOP La certificazione dei requisiti di qualità per le Società Medico-Scientifiche Presentazione del.
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
Riconoscimento delle qualifiche professionali PROFESSIONE DOCENTE
ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SULL'AFFIDAMENTO DEI SERVIZI PREVISTI DALLA LEGGE 8 novembre 2000, N. 328, articolo 5.
LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE NEL CONTESTO ITALIANO- EVOLUZIONE E SCENARI FUTURI Costanza Bettoni 18 GIUGNO 2012.
LA PROGRAMMAZIONE COME METODO E PROCESSO DEL GOVERNO REGIONALE Processo di formazione di Piani e Programmi Regionali Regione.
Controllo di Gestione negli Enti Pubblici
Obiettivo CReO Competitività Regionale e Occupazione FESR – Fondo Europeo Sviluppo Regionale VAS - VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Avvio delle.
Rete Nazionale delle Autorità Ambientali e delle Autorità di Gestione GdL Monitoraggio VAS Tematica governance Napoli novembre 2011.
La struttura organizzativa e informativa del controllo
Il decentramento del Catasto ai Comuni Proposta operativa 27 settembre 2006.
1 Prendersi cura della comunità: lesperienza della Provincia di Bologna Lizzano in Belvedere 24, 25 marzo 2009.
Il Piano Urbanistico Comunale (P. U. C
Provincia di Padova Pianificazione Territoriale - Urbanistica
LA VALUTAZIONE AMBIENTALE NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE DELLA REGIONE TOSCANA Valutazione ambientale di piani e programmi Regione Toscana - DG Presidenza.
Area Innovazione Sociale 1 1 IV ConferenzaPAR Bologna, 20 gennaio 2012 Raffaele Tomba Il Bilancio sociale di ambito distrettuale Agenzia sanitaria e sociale.
La partecipazione pubblica e il Patto per l’acqua
PROGRAMMA DINIZIATIVA COMUNITARIA INTERREG IIIA ITALIA - SLOVENIA Progetto MAPSHARING Trieste, 22 novembre 2005 arch. Eddi Dalla Betta - PROVINCIA DI PORDENONE.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Secondo Modulo: La valutazione del livello di.
LEZIONE 6 MISURE DI PREVENZIONE.
LINTESA REGIONE-PROVINCE PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE 4 GIUGNO 2008.
Indicazioni per il coinvolgimento dei cittadini: le Raccomandazioni generali e operative Alessandro Bazzoni 14/16 Novembre 2011.
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA
I SISTEMI OPERATIVI Per meccanismi operativi (o meccanismi organizzativi) s’intende l’insieme dei processi che fanno funzionare il sistema.
Fasi di progetto di SI Impostazione strategica e di disegno concettuale Implementazione Utilizzo e monitoraggio.
En plan Progetto L’Accordo delle Regioni Enplan intorno al procedimento di valutazione ambientale dei piani e programmi Maria Rosa Vittadini Barcelona,
Il Piano di Zona: strumento di programmazione del sociale
1 Tavolo Politico Istituzionale: sintesi delle funzioni essenziali Ambiti Territoriali di Ivrea e Caluso 13 APRILE 2010 a cura di Franco Vernò e Gianluigi.
COME FORMARE LE STRUTTURE OPERATIVE DELLA COMMITTENZA Per assumere scelte decisionali con piena consapevolezza delle loro implicazioni Per elaborare e.
1 Il tavolo di concertazione istituzionale è stato istituito per la prima volta con Protocollo d’intesa sottoscritto nell’aprile 2001 e successivamente.
Direzione Generale Presidenza Area Programmazione e Controllo Settore Strumenti della programmazione regionale e locale IL MODELLO DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE.
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Direzione Generale 1 ESAMI DI STATO 2014/15: FORMAZIONE.
Università di Macerata - P. Cioni1 Economia delle aziende di assicurazione La Circolare Isvap n. 577/D: “Disposizioni in materia di sistema dei controlli.
Responsabilità della direzione Qualità nei laboratori di ricerca e albo dei laboratori altamente specializzati Workshop, Genova 4 ottobre 2002 unige G.
Corso di Pianificazione Territoriale Arch. Daniele Ronsivalle
CORSO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE SUL RAPPORTO TRA URBANISTICA E DIFESA DEL SUOLO: TEORIA E PRATICA docente: arch. Andrea Pasetti.
L’assicurazione di qualità nel Quadro del Processo di Bologna Carla Salvaterra Trieste 15 dicembre 2007.
1 Il regolamento di organizzazione A cura del dott. Arturo Bianco.
1 Prospettive ed opportunità dello sviluppo locale: i Progetti Integrati Locali (PIL) Lorenzo Bisogni Fermo – 7 marzo 2016 SERVIZIO AMBIENTE E AGRICOLTURA.
Prof.ssa Cecilia Silvestri - A.A. 2014/2015. Punti Norma ISO 9001 Prof.ssa Cecilia Silvestri - A.A. 2014/2015.
Autovalutazione d’Istituto DPR 28 marzo 2013, n. 80 regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) in materia di istruzione e formazione.
Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016 POR FESR Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016.
Stato dell’arte sulle attività regionali in materia di ECM Filippo Melita Treviso 11/2/2005.
Transcript della presentazione:

1 IL PROCEDIMENTO UNIFICATO

2 definizioni

3 GOVERNO DEL TERRITORIO E linsieme delle attività relative alluso del territorio, con riferimento sia agli aspetti conoscitivi che a quelli normativi e gestionali, riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle risorse territoriali e ambientali.

4 SVILUPPO SOSTENIBILE La definizione di riferimento è quella formulata nel 1987 dalla Commissione Ambiente e sviluppo dellONU (Rapporto Brundtland) Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni Un processo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, lorientamento dello sviluppo tecnologico ed il cambiamento istituzionale sono tutti in armonia, ed accrescono le potenzialità presente e future per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani

5 significa lavorare per per consolidare scenari futuri necessariamente definiti a partire da conoscenze, giudizi di valore e situazioni attuali. incertezza E inevitabile, quindi, che la pianificazione sconti significativi elementi di Pianificare

6 è limmagine di uno stato futuro desiderato, preso a riferimento per ipotesi di evoluzione di sistemi complessi. Uno scenario resterà una UTOPIA fino a quando non si individuano comportamenti, azioni, risorse, sinergie e percorsi per concretizzarlo. Questi sono sostanzialmente i compiti della pianificazione che, pertanto è un prerequisito indispensabile dellazione. SCENARIO

7 caratteristiche strutturali di un processo di pianificazione deve avere una struttura ciclica ripercorribile ogni qual volta serva; deve fondarsi su un percorso logico predefinito che leghi le diverse fasi della conoscenza, della definizione degli obiettivi, della individuazione delle azioni, della selezione delle possibili alternative, delle decisioni, dellattuazione, del monitoraggio; deve permettere di attualizzare i suoi scenari / obiettivi per mantenerli sempre proiettati nel futuro; deve, quindi, permettere la verifica dei risultati predeterminando il monitoraggio e comprendendo necessariamente le fasi di gestione del piano.

8 Il percorso logico

9 GOVERNO DEL TERRITORIO attualizzazione dello scenario gestione monitoraggio verifiche approvazione progetto di piano selezione e valutazione delle alternative possibili individuazione delle linee di azione e delle sinergie possibili / necessarie definizione del quadro delle conoscenze e delle relazioni definizione esplicita degli obiettivi definizione dello scenario di riferimento decisione di procedere alla definizione / revisione del piano

10 Un percorso logico individua e relaziona una sequenza di fasi che è opportuno rispettare per garantire la coerenza complessiva al processo di pianificazione ed evitare soluzioni di continuità fra i presupposti del piano e le scelte finali. Tuttavia la sola definizione di un percorso logico non è sufficiente a conferire tutti i requisiti fondamentali che dovrebbero caratterizzare processi di pianificazione per un governo del territorio orientato allo sviluppo sostenibile. Linsieme delle attività di pianificazione/programmazione/progettazione (PPP) si articola in modo assai complesso perché riguarda la definizione di STRUMENTI Piano di Indirizzo Territoriale regionale Piano Territoriale di Coordinamento provinciale Piano Strutturale comunale ATTI Regolamento urbanistico comunale Piani complessi di intervento Piani attuativi degli strumenti i Piani e Programmi di settore gli Accordi di Programma gli altri atti della programmazione concordata e inoltre, qualora incidano sugli strumenti del territorio determinandone modifiche o variazioni La necessità di un metodo

11 Attraverso linsieme di questi strumenti ed atti, si definiscono le scelte di governo del territorio ai diversi livelli istituzionali e nei diversi modi e settori di intervento. Ne consegue che le scelte che da essi derivano devono porsi, fra loro e nel complesso, in una relazione di coerenza e di sinergia. In particolare, per la scelta compiuta in Toscana e per gli obblighi derivanti dalle scelte a livello nazionale e comunitario, devono essere finalizzati a consolidare percorsi di sviluppo sostenibile. Linsieme degli strumenti e degli atti di governo del territorio risulta assai complesso e connotato da gerarchie funzionali, il cui rispetto è un presupposto fondamentale per la coerenza generale delle scelte. Regione Provincia Comune PRS PIT Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore PSL PTC Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore PS Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore La necessità di un metodo

12 La necessità di un metodo Sintesi del percorso logico

13 La necessità di un metodo POLITICHE PIANI PROGRAMMI PROGETTI POLITICHE PROGETTI valutabilità degli effetti VALUTAZIONE EFFETTI VALUTAZIONE IMPATTI

14 La necessità di un metodo In questa complessità è possibile muoversi solo se: si garantiscono coerenze interne ed esterne le diverse componenti del governo del territorio si definiscono e si verificano su basi comuni e non autoreferenziali i procedimenti sono fra loro confrontabili e idonei ad essere valutati e monitorati rispetto a obiettivi di sviluppo condivisi si esplicitano gli obiettivi e le azioni si evitano duplicazioni e sovrapposizioni Per garantire ciò è necessario che le diverse tappe del percorso logico si basino su protocolli predeterminati in modo univoco per ottenere prestazioni confrontabili, qualunque sia il contenuto sostantivo del PPP. In sostanza occorre definire un METODO. Nella prossima super 5 questo compito è affidato al PROCEDIMENTO UNIFICATO

15 PROCEDIMENTO UNIFICATO

16 VALUTARE: significa attribuire un VALORE Il VALORE è una proprietà VARIABILE Un VALORE, in quanto variabile, esiste solo in relazione alla specifica valutazione che lo determina. Pianificare significa esercitare adeguate e continue valutazioni fra ipotesi alternative. Uno specifico processo di pianificazione e il corrispondente sistema di valutazione devono, necessariamente, essere fra loro INTEGRATI altrimenti entrambi non hanno senso compiuto. I PUNTI DI VISTA da cui valutare un piano, sono molteplici - territoriale, ambientale, economico, sociale, sanitario - e tendono ad assumere criteri di autoreferenzialità, spesso fra loro conflittuali. Considerarli separatamente significa rinunziare alla interdisciplinarietà del processo di pianificazione e trasformare la complessità in complicazione. IL RUOLO DELLE VALUTAZIONI Ai fini della qualità del processo è quindi fondamentale un confronto collaborativo fra singoli punti di vista, dando vita ad un SISTEMA INTEGRATO DI VALUTAZIONE

17 LE REGOLE DELLA VALUTAZIONE Pianificare significa seguire un percorso logico basato su un metodo che si avvale di adeguate valutazioni integrate per orientarsi fra ipotesi alternative, al fine di garantire il dovuto livello di qualità delle decisioni. Il sistema delle valutazioni integrate, per essere funzionale al metodo della pianificazione, deve anchesso basarsi su protocolli predeterminati che garantiscano le prestazioni attese. La direttiva 2001/42/CE (valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente), anche in applicazione della convenzione di Aarhus sottoscritta dalla UE e dagli stati membri, esplicita organicamente il procedimento di valutazione ambientale da attuare.

18 LE REGOLE DELLA VALUTAZIONE Secondo la direttiva 2001/42/CE «valutazione ambientale»: l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni. Per «rapporto ambientale» s'intende la parte della documentazione del piano o del programma contenente le informazioni prescritte, idonee a valutare gli effetti che il piano potrebbe avere sullambiente. Per «Pubblico» s'intende una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa o la prassi nazionale, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi. Le consultazioni riguardano le Autorità ed il Pubblico Per «Autorità» sintende le autorità formali governative o pubbliche le cui responsabilità definite da disposizioni amministrative o giuridiche. Autorità di pianificazione è il soggetto istituzionale che ha il compito di approvare il piano; Autorità con specifiche competenze ambientali è quella istituzionalmente responsabile in materia di ambiente

19 LE REGOLE DELLA VALUTAZIONE Secondo la direttiva 2001/42/CE Le definizioni di Valutazione ambientale della 2001/42/CE fissa alcuni punti obbligatori: lelaborazione del RA; le consultazioni; la valutazione del RA e dei risultati delle consultazioni nelliter decisionale la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione. Inoltre: La VA deve essere effettuata durante la fase preparatoria del PP, anteriormente alla sua adozione. Il RA comprende le informazioni che possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. La direttiva prescrive lintegrazione della VA nelle procedure in vigore negli Stati membri per l'adozione dei piani e dei programmi. Nel caso di PP gerarchicamente ordinati, onde evitare duplicazioni della valutazione, va tenuto conto del fatto che essa sarà effettuata ai vari livelli della gerarchia.

20 Le fasi del procedimento unificato

21 DECISIONE DI AVVIARE PROCEDIMENTO definire una proposta di progetto del procedimento in termini di autorità e soggetti da coinvolgere, sinergie da attivare, interrelazioni con altri atti di pianificazione, sequenza delle fasi, risorse da interessate, tempi previsti. Su queste basi dovrà essere formalizzato il DOCUMENTO DI AVVIO LAutorità di pianificazione deve: considerare lopportunità di promuovere il piano in relazione alle Politiche di riferimento, alle interrelazioni con altri piani, alle competenze istituzionali di altre Autorità; disporre di un quadro conoscitivo di avvio, idoneo a determinare il contesto e le risorse necessarie e disponibili, identificare i soggetti destinatari del piano e quelli che è necessario coinvolgere nella elaborazione; essere in grado di esplicitare gli obiettivi del piano e gli indicatori idonei a verificarne il conseguimento. Gli obiettivi impliciti o generici sono fonte di incertezze e contraddizioni;

22 CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI AVVIO IL DOCUMENTO DI AVVIO dovrà indicare: una ipotesi del percorso progettuale (fasi e capisaldi) da sviluppare e dei collegamenti esterni/interni da attivare. la tipologia di piano da elaborare; la sua collocazione in una scala di organizzazione gerarchica o funzionale rispetto ad altri atti di pianificazione; gli obiettivi generali e specifici relativi sia allambito territoriale interessato, sia alle ulteriore specificazione richieste da piani già definiti a scala territoriale più ampia, sia dellutilità rispetto ad eventuali piani da elaborare successivamente a scala di maggior dettaglio territoriale o progettuale; il quadro conoscitivo di avvio disponibile; il quadro delle valutazioni già effettuate e certificate da piani di più ampio livello territoriale o di settore interrelati; indicazioni di ulteriori conoscenze ritenute necessarie; il quadro delle valutazioni da effettuare; i soggetti e le autorità da coinvolgere in relazione alle competenze formali, alle disposizioni normative e alle eventuali indicazioni contenute nei piani che precedono in una scala gerarchicamente organizzata; lindicazione delle competenze professionali messe a disposizione dallAutorità di pianificazione ed eventualmente da richiedere a strutture appartenenti ad altri enti (sussidiarietà organizzativa);

23 Fornire ricevere informazioni Si avvia in questo modo il percorso informativo e, quindi della partecipazione che costituisce uno dei cardini della procedura di valutazione integrata. LAutorità di Pianificazione stabilisce un tempo congruo per assicurare leffettiva possibilità di partecipare. In particolare, per le Autorità individuate come necessarie il tempo utile lasciato a disposizione deve essere tale da permettere la una adeguata preparazione in vista della prima fase operativa del procedimento costituita dal CAPOSALDO di AVVIO. Il Documento di avvio viene trasmesso alle Autorità individuate ed portato a conoscenza del pubblico attivando il Garante della comunicazione.

24 IL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE assicura al pubblico la conoscenza effettiva e tempestiva delle scelte e dei supporti conoscitivi relativi alle fasi procedurali di formazione e adozione degli strumenti di pianificazione territoriale e degli altri atti di governo del territorio, e promuove, nelle forme e con le modalità più idonee, la partecipazione dei cittadini singoli o associati, al procedimento medesimo; assicura, a chiunque voglia prenderne visione, laccesso e la disponibilità degli strumenti e degli atti della pianificazione territoriale; in sede di assunzione delle determinazioni per l'adozione degli strumenti e degli atti di governo del territorio, il garante provvede inoltre alla stesura di un rapporto sullattività svolta.

25 CAPOSALDO DI AVVIO Il Caposaldo di avvio ha la funzione determinante di permettere alle Autorità ed i soggetti riconosciuti come interessati di concorrere a: fornire indicazioni utili a meglio definire gli obiettivi di piano e le azioni necessari per conseguirli; integrare eventualmente i soggetti (autorità, pubblico) da coinvolgere; integrare ed allineare il quadro conoscitivo di partenza con le conoscenze dei diversi soggetti, rendendolo condiviso; definire i contenuti e le modalità di acquisizione di ulteriori conoscenze necessarie per integrare il quadro conoscitivo disponibile allavvio; esplicitare le diverse regole valutative che saranno applicate, rendendole fra loro sinergiche e non ripetitive; definire i contenuti e le condizioni da rispettare per redigere il Rapporto di Pianificazione ed i Rapporti di settore previsti dalle norme; fissare i capisaldi di verifica/valutazione progressiva; verificare lipotesi di percorso progettuale e definirne i tempi.

26 CAPISALDI Fasi predeterminate del procedimento predisposte per: svolgere attività di coordinamento verificare e valutare quanto emerge dal lavoro svolto scegliere fra soluzioni alternative assumere decisioni condivise su le successive fasi del procedimento formalizzare le informazioni da portare in consultazione valutare dei risultati delle consultazioni verificare il rispetto dei tempi e le specifiche progettuali prefissati documentare le attività e le decisioni svolte ai fini del Rapporto sul Procedimento

27 RAPPORTO DI PIANIFICAZIONE LAutorità di pianificazione fin dal caposaldo di avvio predispone la struttura del rapporto di pianificazione che mette insieme il rapporto ambientale, economico, sociale e territoriale, sanitario. Da atto delle scelte fra soluzioni diverse e/o alternative, verifica la coerenza interna ed esterna, documenta gli elementi di verifica a partire da quelli indicati dallallegato I della direttiva 2001/42 Questo è il diario di bordo del piano Nel rapporto sono registrate le fasi di progettazione e al momento di ogni caposaldo il rapporto è: verificato aggiornato e sintetizzato in modo che possa essere portato a conoscenza.

28 ATTIVITA DI PROGETTAZ. In queste fasi si sviluppa lordinario lavoro di progettazione, di acquisizione dei dati, di sviluppo delle soluzioni individuate e si procede a valutare, sulle basi concordate nel caposaldo precedente. Si implementano progressivamente i contenuti del Rapporto di pianificazione.

29 CAPOSALDO DI COORDINAM. DECISIONE Nei Capisaldi di COORDINAMENTO / DECISIONE si consolidano progressivamente le scelte progettuali sulla base degli elementi di fattibilità acquisiti, delle valutazioni integrate svolte, dei risultati della partecipazione. Sono predisposti per: permettere una tempestiva integrazione di elementi conoscitivi ove risulti necessario. validare formalmente, su basi documentate e condivise, il lavoro fino a quel punto svolto, selezionando elementi di certezza per le successive fasi, sgombrando il campo da ipotesi non sostenibili o, viceversa, accertando per tempo ulteriori approfondimenti da svolgere prima di procedere. garantire una effettiva interdisciplinarietà e la sinergia fra le professionalità coinvolte; sviluppare un percorso progettuale tempestivamente verificabile rispetto alle regole ed agli elementi di valutazione convenuti in fase di avvio; evitare pesanti perdite di tempo derivanti dalla necessità di riconsiderare il lavoro fatto sulla base di scelte ed orientamenti non adeguatamente assunti;

30 CAPOSALDO FINALE Il Caposaldo FINALE, si attiva dopo aver provveduto a trasmettere per tempo alle Autorità partecipanti gli elaborati: gli elaborati della proposta di piano; il Rapporto di pianificazione; il Rapporto del Garante della Partecipazione si certificano gli elementi di coerenza interna ed esterna del piano ed ogni altro elemento di piano che incida su successivi o correlati livelli di pianificazione; In sede di Caposaldo finale: si raccolgono e si discutono i pareri formulati delle diverse Autorità e si apportano eventuali modifiche e integrazioni; si verifica e si certifica il rispetto dei protocolli di valutazione e procedurali concordati ed il corretto svolgimento della procedura;