Alessandra Ricci e Matteo Vizzaccaro

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Alessandra Ricci e Matteo Vizzaccaro Debiti dello Stato nei confronti delle imprese: studio di fattibilità di una soluzione innovativa Direttore accademico Maurizio Dallocchio Coordinatore Laura Taveggia Ricercatori Alessandra Ricci e Matteo Vizzaccaro In collaborazione con: AIPA S.p.A. – Agenzia Italiana per le Pubbliche Amministrazioni Milano, dicembre 2013 CReSV – Università Bocconi 1

Indice 2 CReSV – Università Bocconi Introduzione L’ammontare del debito delle P.A. e le conseguenze sulla ricchezza e lo sviluppo del Paese La “Carta di Debito dello Stato” Casi simili Bibliografia 2 CReSV – Università Bocconi

Introduzione 3 CReSV – Università Bocconi Tra il 2008 ed il 2012 sono più che raddoppiati (+114%) i fallimenti delle imprese vittime dei ritardi o dei mancati pagamenti da parte dei committenti pubblici e privati. Secondo alcuni recenti studi il debito della P.A. nei confronti delle imprese è di circa 120 miliardi di euro. Dall'inizio della crisi alla fine del 2012 gli effetti economici dei mancati pagamenti si sono tradotti nel fallimento di oltre 15.000 imprese. Debito delle A.P.: effetti principali Elaborazioni CReSV su dati Movimprese, Istat e Eurostat 3 CReSV – Università Bocconi

Introduzione 4 CReSV – Università Bocconi Da un confronto internazionale emerge come l’Italia sia lo Stato con la maggiore esposizione debitoria nei confronti delle imprese, con evidenti effetti sui bilanci delle aziende e sulle relative prospettive di sopravvivenza e sviluppo. Debito delle A.P. (%PIL): confronto internazionale * Il dato 2012 è frutto di elaborazioni CReSV su dati Movimprese, Istat e Eurostat 4 CReSV – Università Bocconi

Introduzione Aumento PIL 5 CReSV – Università Bocconi L’immissione sul mercato di disponibilità finanziarie a pagamento dei debiti dello Stato e della P.A. sarebbe un volano di crescita fondamentale per la ripresa economica italiana. Investimenti Occupazione Aumento di reddito degli occupati Aumento della domanda e dei consumi Aumento dei ricavi per le aziende Nuove risorse Aumento PIL 5 CReSV – Università Bocconi

L’ammontare del debito delle P. A L’ammontare del debito delle P.A. e le conseguenze sulla ricchezza e lo sviluppo del Paese Una criticità di primaria rilevanza risiede nella stima dello stock dei debiti commerciali delle Amministrazioni Pubbliche. Una puntuale misurazione dello stock dei debiti della PA nei confronti delle imprese non è finora disponibile perché le amministrazioni pubbliche non dispongono di una sistematica e organizzata documentazione sui crediti dei propri fornitori e sulle fatture associate, a causa di insufficienze dei sistemi di contabilizzazione delle transazioni. In occasione della prima “EDP Upstream dialogue visit” in Italia (19-21 novembre 2012), Eurostat ha sottolineato tale lacuna emettendo una specifica raccomandazione (EDP upstream dialogue visit to Italy – Main conclusions and recommendations – Final report). Il risultato è che le stime sulla dimensione del fenomeno sono basate ad ora sull’impiego di metodologie statistiche e di indagini campionarie. 6 CReSV – Università Bocconi

L’ammontare del debito delle P. A L’ammontare del debito delle P.A. e le conseguenze sulla ricchezza e lo sviluppo del Paese ISTAT BANCA D’ITALIA 2011: 65,7 Miliardi riferiti alle sole spese di parte corrente. Si tratta pertanto di crediti maturati a fronte di consumi intermedi dello Stato. 2011: 90 Miliardi la Banca d’Italia ricomprende anche i crediti per spese in conto capitale. La liquidazione dei crediti per spese in conto capitale si traduce interamente in maggiore disavanzo pubblico (indebitamento netto): registrazione per cassa delle spese in conto capitale. La contabilità nazionale registra i consumi intermedi utilizzando i dati degli impegni giuridici di competenza, non incisi dal momento della regolazione di cassa. Per i debiti fuori bilancio l’“emersione” comporterà la registrazione di impegni correnti di pari importo, concentrati nell’anno della regolazione. 7 CReSV – Università Bocconi

L’ammontare del debito delle P. A L’ammontare del debito delle P.A. e le conseguenze sulla ricchezza e lo sviluppo del Paese L’immissione sul mercato di somme pari all’ammontare dei debiti residui, che secondo le nostre elaborazioni su dati Istat, Eurostat, Banca d’Italia e CGA dovrebbero attestarsi a circa 73 miliardi di euro (120 miliardi a cui sottrarre le somme sbloccate dal D.L. “sblocca debiti”, a loro volta pari a 47,2 miliardi), comporterebbe rilevanti effetti sistemici. Effetto liquidazione dei crediti residui Momento di immissione delle somme residue Mln eur PIL +1.50%* 72.800 INVESTIMENTI +6.56%* OCCUPAZIONE +1.51%* + 345.000 occupati** Effetti su introiti fiscali e disoccupazione (Hp: liquidazione crediti residui nel 2014) *Elaborazione CReSV su dati Istat, Eurostat, Banca d’Italia e CGA Mestre ** Elaborazione CReSV su dati OECD 2012 8 CReSV – Università Bocconi

Premessa alla proposta Si tratta di una prima analisi da sottoporre a validazione di fattibilità in conseguenza di approfondimenti da svolgere con riferimento fra l’altro: Alla contabilità nazionale Alle autorità di vigilanza (Nazionali ed europee) Al sistema degli stakeholder potenziali (Confindustria e Confcommercio, ABI, consumatori …) 9 CReSV – Università Bocconi

La Carta di Debito dello Stato Attualmente la criticità fondamentale è rappresentata dalla copertura finanziaria immediata dei fondi destinati al pagamento dei crediti residui vantati dalle imprese nei confronti dello Stato/P.A. che, in virtù del criterio di cassa che caratterizza il bilancio dello Stato, implicherebbe uno sbilanciamento ad oggi insostenibile. Creazione di una CARTA DI DEBITO DELLO STATO CARATTERISTICHE PRINCIPALI Attribuita alle imprese che vantino un credito nei confronti dello Stato/A.P. (in base ad un meccanismo di certificazione del credito). Circolante all’interno di un sistema basato su una camera di compensazione il cui limite sia il territorio nazionale. I soggetti beneficiari possiedono un titolo spendibile all’interno del circuito senza necessità di alcun esborso di denaro e senza alcuna contropartita nei confronti dello Stato. Che posticipi il momento di esborso reale da parte dello Stato ma riattivi i consumi. Contenente il corrispettivo valore, in “Euro virtuali”, del credito vantato dal singolo soggetto contribuente nei confronti dello Stato/P.A. (rapporto di cambio 1:1). Emessa tramite un circuito capillare e strutturato nell’ambito del contesto geografico italiano: Poste Italiane? Garantita da una Entità idonea: CdP o Fondo costituito ad hoc dove far confluire beni disponibili dello Stato. Utilizzabile per: acquisto di beni o servizi (Consumo e Investimenti). Inutilizzabilità totale/parziale (Hp1 vs. Hp2) per pagamenti nei confronti dello Stato/P.A. (implicherebbe un pagamento a titolo definitivo per lo Stato, con conseguente effetto sul bilancio). Le transazioni sul mercato sarebbero trasferimenti di diritti di credito: i soggetti di volta in volta creditori si recheranno presso i circuiti autorizzati per ottenere l’accredito della somma loro dovuta attraverso l’emissione di analoghi titoli di credito (Carta di Debito dello Stato) del valore del credito acquisito a seguito delle transazioni effettuate con il primo soggetto titolare della carta. 10 CReSV – Università Bocconi

UTILIZZO ANNUALE DI UN FONDO DEDICATO (Hp2) La Carta di Debito dello Stato EMISSIONE OBBLIGAZIONARIA ALLA FINE DEL PERIODO DI DURATA DELLA CARTA (Hp1) Alla scadenza della carta, il circuito responsabile della sua emissione provvederà al ritiro delle carte in circolazione. A sua volta il responsabile del circuito provvederà alla conversione in euro a favore dei vecchi possessori della Carta rivolgendosi al soggetto garante e tramite l’acquisizione di titoli negoziabili (es. Titoli di Stato di nuova emissione). UTILIZZO ANNUALE DI UN FONDO DEDICATO (Hp2) Lo Stato potrebbe rendere liquido il Fondo, spalmando l’importo del debito sulla durata dello strumento in base a quote annuali grazie agli introiti derivanti dalle dismissioni di beni dello Stato che saranno posti a garanzia. La Carta di debito cesserebbe di esistere solo quando si prelevassero le cifre corrispondenti in euro dal Fondo. Assoluta mancanza di impegno immediato di denaro da parte dello Stato, che avrà invece un congruo numero di anni di tempo (la durata della Carta) per finanziare tale intervento. Impegno parziale annuale da parte dello Stato. Vantaggi: possibilità di conversione parziale (agevolabile o meno) della Carta in euro fino a tetto massimo compatibile con l’utilizzo della quota annuale del Fondo. Il “salto culturale” richiesto ai creditori è quindi quello di posticipare il pagamento in euro (i cui beneficiari saranno gli ultimi “portatori” della Carta) a fronte dell’utilizzo di uno strumento che comunque garantisce i medesimi effetti di un pagamento in valuta. 11 CReSV – Università Bocconi

La Carta di Debito dello Stato Imprese Ipotesi: 1 € = 1 UdM Camera di compensazione Estensione a livello nazionale: a fronte dell’aumentata massa critica di imprese partecipanti non si garantisce il matching, talvolta basato su rapporti fiduciari, fra imprese e fornitori. CAMERA DI COMPENSAZIONE Con riferimento alla Hp2 evidenziata successivamente si potrebbe prevedere una possibilità di conversione fino ad un tetto massimo annuale. CONVERTIBILITA’ IN EURO Tasso di interesse negativo sugli attivi stimolerebbe la circolazione ma risulterebbe svantaggioso nel caso il sistema potesse essere esteso ai pagamenti dei salari. Per il pagamento dei salari il meccanismo deve tradursi in aumento del potere d’acquisto dei lavoratori. STIMOLI ALLA CIRCOLAZIONE 12 CReSV – Università Bocconi

La Carta di Debito dello Stato: i vantaggi Per lo Stato: Impegno immediato di denaro da parte dello Stato assente o parziale (cfr. Hp1 vs. Hp2). Lo Stato avrà X anni di tempo per finanziare l’intervento. Riattivazione dei consumi delle imprese e dei cittadini, con conseguenti benefici sull’economia. Per le imprese: Appartenenza al circuito: l’impresa diventa più appetibile per i clienti, che potranno pagarla con modalità meno costose. Referenziamento del circuito: ogni aderente preferirà intrattenere rapporti con un’altro soggetto aderente piuttosto che con uno esterno o per via della riduzione dei costi o per via dell’aumento di fiducia reciproca. Aumento del turnover e sostegno del reddito: il sistema permette alle imprese di acquistare beni o servizi che altrimenti non avrebbero potuto acquistare e di cedere beni e servizi che altrimenti sarebbero rimasti inceduti. Gli effetti risulteranno amplificati con l’estensione al pagamento dei salari. Cruciale è il raggiungimento di una massa critica, in termini di numero di attori e di varietà di beni e servizi offerti dalle imprese partecipanti, che consenta al meccanismo di esplicare tutti gli effetti positivi non solo sui singoli attori, ma sul Sistema nel suo complesso. 13 CReSV – Università Bocconi

La Carta di Debito dello Stato: i vantaggi Fase 1 Fase 2 Fase 3 Vs. FONDO 14 CReSV – Università Bocconi

La Carta di Debito dello Stato: punti critici Modifica/integrazione della legislazione vigente dove questa può rappresentare un ostacolo. Gli approfondimenti non hanno ancora considerato altri attori economici e finanziari quali: Sistema bancario Fisco Uffici pubblici o enti partecipati deputati al controllo della circolazione della Carta Fallimento di singoli partecipanti alla Camera di Compensazione. Matching delle esigenze delle imprese operanti all’interno del circuito. Se il sistema dovesse prevedere la partecipazione anche di lavoratori e cittadini l’armonizzazione di posizioni e di punti di vista diversi dovrebbe essere considerata sin dal principio. Occorre una governance adeguata che presieda la gestione. Il debito dello Stato è in realtà suddiviso in debito delle Regioni, Province, Comuni, SSN e Amministrazioni Centrali: gli effetti derivanti dalla creazione dello strumento sui singoli soggetti sono da valutare. 15 CReSV – Università Bocconi