Dott. Lillo Bruno Cerami Dr.ssa Debora Formisano

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Dott. Lillo Bruno Cerami Dr.ssa Debora Formisano Reggio Emilia, 13 ottobre 2007 Il Clinical Audit in ostetricia: un nuovo strumento di confronto per medici e ostetriche Patrizia Borgognoni Resp. Infermieristico/Ostetrica del Dipartimento Ostetrico Ginecologico Pediatrico Dott. Lillo Bruno Cerami Responsabile Sala Parto Dr.ssa Debora Formisano Ufficio Statistica Epidemiologia Clinica – ASMN

Clinical Audit: definizioni Analisi critica e sistematica della qualità della assistenza sanitaria (procedure di diagnosi e trattamento, uso delle risorse, outcomes, qualità di vita per i pazienti) Iniziativa condotta da professionisti che cercano di migliorare la qualità e gli outcome della assistenza attraverso una revisione tra pari strutturata per mezzo della quale i clinici e le ostetriche esaminano la propria attività e i propri risultati in confronto a standard espliciti e la modificano se necessario Delibera Giunta Reg. 125/99 appl. LR 34/98

Il Clinical Audit L’Audit Clinico è l’essenza stessa del Governo Clinico perché misura l’impatto dei percorsi individuati e definiti sulla pratica clinica, sugli outcome, sui comportamenti dei professionisti, sugli esiti clinici rilevanti per i pazienti.

Il ciclo dell’audit Cosa vogliamo ottenere? Abbiamo reso le cose migliori? Perché non lo stiamo ottenendo? Fare qualcosa per migliorare Riferimento bibliografico: Principles for Best Practice in Clinical Audit, 2002 National Institute for Clinical Excellence

Metodi dell’audit Contenuti dell’audit Verifica retrospettiva interna (cartelle) Verifica retrospettiva esterna (descrittiva, gruppi esterni) Verifica attiva e simultanea (protocolli o procedure codificate) su pazienti ancora “in percorso”: la discussione del caso Verifica basata su criteri e standard (espliciti, condivisi, misurabili, retrospettiva o prospettica) Adeguatezza del processo assistenziale (rispetto a LG, protocolli) Adeguatezza dei risultati ottenuti rispetto ai valori attesi (definiti sulla base della letteratura, del consenso dei professionisti, ecc.) Contenuti dell’audit

Verifica retrospettiva Il campione “ragionato” sulla base dei primi 4 criteri di Robson (popolazione a basso rischio) 145 nullipare (54,4%) 117 multipare da 1 a 3 grav. precedenti (44%) 5 multipare con più di 3 gravidanze (1,5%) Sono state selezionate 266 c.c. dell’anno 2005 per tutte le ostetricie di RE.

Indicatori espliciti Il nostro percorso di audit prevede una valutazione retrospettiva (fotografia quali-quantitativa) dei comportamenti assistenziali antecedenti all’introduzione della Linea Guida e più valutazioni prospettiche per misurare e valutare i cambiamenti apportati nell’assistenza al travaglio e al parto rispetto agli standard prefissati. Fattori di rischio all’ingresso o in travaglio Numero e percentuale di donne assegnate alle prime 4 classi di Robson Nullipare, singolo cefalico, a termine (37 settimane), travaglio spontaneo, Nullipare, singolo cefalico, a termine (37 settimane), travaglio indotto o con TC prima del travaglio, Multipare (escluso pregresso TC), singolo cefalico, a termine (37 settimane), travaglio spontaneo, Multipare (escluso pregresso TC), singolo cefalico, a termine (37 settimane), travaglio indotto o con TC prima del travaglio) Numero e percentuale delle indicazioni al taglio cesareo Tasso di parti operativi Valutazione del benessere fetale con le modalità del monitoraggio del BCF Utilizzo dell’induzione in relazione all’età gestazionale Utilizzo del partogramma (completezza delle informazioni) Soddisfazione materna

Efficacia dell’audit La sua efficacia come metodo per indurre il cambiamento nella pratica clinica è poco documentata. Audit e feed back possono essere qualche volta efficaci nei cambiamenti soprattutto in riferimento alle abitudini prescrittive e nella richiesta di esami diagnostici. …. comunque anche se modesti, gli effetti sono potenzialmente interessanti

Percezione dei professionisti vantaggi svantaggi cambiamento dei comportamenti miglioramento della performance miglioramento del lavoro di gruppo miglioramento della soddisfazione miglioramento delle cure del paziente meno tempo per il lavoro clinico meno autonomia per il clinico e ostetrica atteggiamenti negativi per timore di sbagliare Nel periodo giugno-settembre 2006 sono stati distribuiti e compilati questionari per conoscere i comportamenti durante l’assistenza al parto. Ne sono stati restituiti 69 % di adesione stimata è stata di circa il 51% (69/136)

Facilitazioni e ostacoli Buona pianificazione Disegno semplice Cartelle informatiche Staff dedicato Leadership e conduzione robusta Monitoraggio finale dei risultati Obiettivi poco chiari Poche risorse Metodo poco chiaro Mancanza di supporto facilitante Clima relazionale negativo Discontinuità negli assetti organizzativi aziendali Altre figure che supportano nella pianificazione e conduzione dell’audit (statistico, documentalista…)

Le fasi dell’audit sono: Pianificazione Realizzazione/Misurazione Performance Produzione dei risultati Realizzazione del cambiamento, valutarne l’impatto e validare l’audit Riferimento bibliografico: “Progettare, realizzare e verificare un audit clinico”, sussidio n. 6, Agenzia Sanitaria Regionale dell’Emilia Romagna http://www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/pubblicazioni/elenco

Pianificare L’ Audit è uno strumento di verifica della buona qualità della pratica clinica rispetto a standard noti…Ha come conseguenza la realizzazione di cambiamenti migliorativi complessivi del processo assistenziale Quindi… Una buona progettazione è una condizione necessaria per il successo dell’audit …Definire lo scopo, il risultato atteso, gli obiettivi specifici, lo standard di riferimento, gli indicatori …

Aspetti metodologici della pianificazione Ogni fase deve essere scomposta in azioni elementari con le rispettive responsabilità ed i tempi di esecuzione. Censimento di tutte le fonti di dati presenti in azienda e utili al nostro audit (Cedap,registro dei parti,registro operatorio,partogramma) Definizione della popolazione di riferimento e del campione (se necessario) Definizione delle modalità di raccolta: quale strumento (questionario ai pazienti, schede ad hoc…) e in quale momento (alla dimissione, o verifica a posteriori delle cartelle…)?

Aspetti metodologici (continua) Costruzione del foglio raccolta dati: deve essere coerente con gli obiettivi dell’audit; semplice e preciso al tempo stesso per ottenere una maggiore significatività dei dati Validità: deve cogliere effettivamente il fenomeno di studio Affidabilità: capacità di mantenere le proprie caratteristiche nel tempo Verifica della qualità dei dati raccolti Definizione dei criteri di aderenza dei risultati osservati (scale di misura quantitativa o qualitativa) Procedure di elaborazione dati e programmi informatici (statistici/epidemiologici…SPSS, EPI-INFO) da utilizzare Modalità di diffusione dei risultati e il target corrispondente

Come quantificare la pratica clinica? E’ importante definire cosa si vuole misurare (associato agli obiettivi), quale è la caratteristica di qualità associata (completezza, tempestività, efficacia, efficienza…), e come la misuro (con opportuni indicatori). Per ottenere indicatori sensibili, precisi ed utili nelle decisioni è necessario identificare le informazioni primarie da raccogliere oppure vedere se sono già presenti in azienda.

Caratteristica di qualità Informazione primaria Esempi di Indicatori Caratteristica di qualità Informazione primaria Indicatore Induzione farmacologica al travaglio di parto Fallita induzione N°di fallite induzioni sul totale delle induzioni Completezza della compilazione del partogramma Partogrammi incompleti N°di partogrammi incompleti sul totale dei partogrammi

Realizzare/Misurare la Performance Comunicazione formale ai partecipanti dell’inizio dell’audit Illustrazione delle motivazioni dell’esecuzione dell’audit e le indicazioni da adottare per la sua realizzazione Si può fare ricorso ad un Gruppo di pari con le specifiche competenze necessarie all’analisi del problema

Produrre i risultati Stesura della bozza del report che deve contenere: Ragione ed obiettivi dell’audit Criteri e standard di riferimento Aspetti organizzativi e metodologici dell’audit Risultati e primi commenti Il documento deve essere sottoposto a verifica del gruppo dell’audit I risultati devono essere discussi con riunioni pubbliche o incontri singoli I risultati rivisti, corredati dalle proposte, da raccomandazioni e da commenti vengono diffusi alle parti interessate (amministratori, altri professionisti interessati…). Essi hanno come scopo prioritario il Miglioramento diretto dell’attività oggetto di verifica

Realizzare il cambiamento, valutarne l’impatto e validare l’audit Avere attitudine positiva a introdurre cambiamenti innovativi nella propria pratica clinica che derivano dall’audit Valutare l’impatto attraverso ulteriori rilevazioni ad hoc, oppure l’utilizzo di dati amministrativi, o ri-programmare un altro audit Validazione: revisione del metodo e quindi apportare modifiche alla progettazione se necessarie