CTRH brescia 21 aprile 2009 Classe, consiglio di classe, insegnante di sostegno: alcune strategie per una comunicazione efficace.

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CTRH brescia 21 aprile 2009 Classe, consiglio di classe, insegnante di sostegno: alcune strategie per una comunicazione efficace

Comunicazione dal latino comunio, significa condivisione “Comunicazione” non significa inviare messaggi; piuttosto essa va intesa come un atto sociale o reciproco di partecipazione

“Non posso” risponde la signora. “Le hanno finite”. “Un dollaro dieci uova! Un dollaro dieci uova!” strilla un ambulante al mercato. “Come un dollaro dieci uova?” chiede una signora indignata - “Ma se nel banco di fronte ne vendono una dozzina per mezzo dollaro!” “E allora compri le sue uova nel banco di fronte e la smetta di protestare” replica l’ambulante. “Non posso” risponde la signora. “Le hanno finite”. “Quando avrò finito la mie, le venderò anch’io a mezzo dollaro la dozzina!”.

Oggi riferiamo alcuni elementi di teoria della comunicazione ad un tipo particolare di contesto, e cioè ad un AMBIENTE ISTITUZIONALE dove hanno luogo processi pedagogici (la scuola)

Prima di tutto, ci sono fattori ambientali, organizzativi che ostacolano la COLLABORAZIONE dentro un’istituzione: Incongruenze organizzative Intolleranza alla diversità Eccessiva scarsità di mezzi e risorse Insufficienza delle comunicazioni con l’interno e l’esterno Interazioni forzate Eccessiva tensione Assenza di fiducia reciproca Accaparramento di funzioni di controllo e potere Differenze di status (supposto/percepito) Pressioni al conformismo

Ci sono fattori ambientali, organizzativi che favoriscono la COLLABORAZIONE dentro un’istituzione: Definizione di obiettivi chiari e condivisi Predisposizione di risorse adeguate ai compiti Pianificazione concordata del lavoro Adeguata selezione dei membri dei gruppi di lavoro Accettazione di opinioni diverse Condivisione di una cultura di gruppo Atteggiamenti orientati al rispetto e alla complementarietà Fiducia reciproca Orientamento alla creatività, alla soluzione dei problemi e alla franchezza Sviluppo di un certo “sense of humour”

LA QUALITA’ DELLA COMUNICAZIONE HA UN PESO SEMPRE RILEVANTE Per tutti questi fattori (negativi e positivi) che concorrono alla produzione di un ambiente di lavoro collaborativo LA QUALITA’ DELLA COMUNICAZIONE HA UN PESO SEMPRE RILEVANTE Non sempre però i soggetti coinvolti sono pronti a distinguere ciò che dipende da un vizio di comunicazione da ciò che attiene le diverse volontà degli stessi soggetti

Anche la comunicazione è il prodotto di una serie di processi più o meno consapevoli e volontari. POSSIAMO INDIVIDUARE ALCUNI OSTACOLI-TIPO (qui ne selezioniamo 7) AD UNA COMUNICAZIONE OTTIMALE. Essi possono essere riferiti sia alle interazioni tra docenti (o educatori), sia alle interazioni tra docenti e discenti.

Consiglio di classe* Classe Docente di sostegno* Le difficoltà di comunicazione hanno più direzioni e versi… Consiglio di classe* Classe Docente di sostegno*

Una teoria implicita, probabilmente non dimostrata, ma ancor più probabilmente vera…: “le difficoltà di ciascuno (personali, culturali, psicologiche…) a rapportarsi con la diversabilità, o con un handicap, si riflettono anche sulla qualità della sua comunicazione riguardo a questi temi”

GLI OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE: PRESENTAZIONE CONFUSA LIMITATEZZA DELLE CAPACITA’ DEL RICEVENTE ASSUNTO NON FORMULATO DISTRAZIONE E DISTURBO INCOMPATIBILITA’ DI SCHEMI MECCANISMI INCONSCI ASSENZA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE Ma il contesto scolastico è immune a questi mali?…

1 PRESENTAZIONE CONFUSA cuore problematico della didattica frontale ostacolo alla costruzione di un rapporto costruttivo con i discenti scambi rapidi con i colleghi nei momenti informali (nei corridoi, al cambio ora…) circostanze di ridotta lucidità (a caldo dopo eventi disturbanti o tensioni personali) tempi serrati nei momenti di collegialità

Yossele fa un indovinello a suo figlio. “Dimmi: cos’è quella cosa verde, appesa a una corda, attaccata al muro e che fischia?” “???...” il bambino ci pensa su per un po’, poi si arrende. “Booh!” “Ma è un’aringa!” esclama il padre. “Un’aringa? Ma papà, le aringhe non sono verdi!” “E’ vero, ma questa era dipinta di verde!” “Mmm… E poi non sono mica attaccate al muro con una corda!” “Questa sì!” “Ma papà…Non ho mai visto un’aringa che fischia!” “Beh… questo era per depistarti un po’”.

2 LIMITATEZZA DELLE CAPACITA’ DEL RICEVENTE Limitatezze linguistiche del discente Limitatezze attentive (o cognitive) del discente Incapacità del docente di decodificare i messaggi non verbali del discente Scarsità di informazioni-quadro rispetto al collega emittente Disparità di conoscenze normative Condizioni temporanee di inabilità all’ascolto Limitatezze linguistiche o attentive (!?)

Non esplicitazione di obiettivi, metodologie e criteri ai discenti 3 ASSUNTO NON FORMULATO E’ la mancanza di formulazione dei presupposti che fondano qualsiasi intervento (il soggetto qui è - implicitamente -l’emittente) Non esplicitazione di obiettivi, metodologie e criteri ai discenti Difficoltà nella gestione disciplinare (regole) Non esplicitazione degli scopi ultimi (il sapere, l’integrazione…) Mancata formulazione dei principi su cui si fonda il PEI Mancata esplicitazione dei fondamenti della propria didattica speciale (almeno per chi si pone il problema…) Delega totale ed implicita al docente di sostegno

“Se il mondo va in rovina, è tutta colpa degli ebrei” esclamò un signore. “Come ha ragione” ammise un vecchio ebreo. “Degli ebrei e dei ciclisti”. “Perché dei ciclisti?” si stupì il signore. “E perché degli ebrei?” chiese il vecchio ebreo.

Attività didattica ‘disturbata’ 4 DISTRAZIONE E DISTURBO E’ l’insieme degli elementi che ostacolano la comunicazione pur non dipendendo dall’emittente e dal ricevente. Questi elementi riguardano piuttosto l’ambiente e il mezzo/luogo/canale di comunicazione. Attività didattica ‘disturbata’ Ambiente classe/laboratorio/tecnologia inadatta a certe attività Soglia di attenzione; intervento sugli stimoli di disturbo Diversità della lingua madre Ambivalenza della comunicazione Consiglio di classe ‘disturbato’ Occasionalità dei momenti di passaggio dell’informazione Mancata limitazione del campo di discussione (confusione)

5 INCOMPATIBILITA’ DI SCHEMI Ha a che vedere con la cultura d’appartenenza ma non solo in senso lato; anche in ordine al percorso personale, allo status economico, sociale, al percorso di studi, all’età ed alle pratiche d’aggiornamento dei soggetti coinvolti. Incomprensione tra docente e discente (stranieri) Effetto Pigmalione et similia Aggiornamento e docenza Varietà degli approcci didattici (stili educativi…) Varietà delle competenze Varietà delle figure professionali (NPI, educatori, docenti…)

6 MECCANISMI INCONSCI Riguardano tutti. Si distinguono solitamente in: RIMOZIONE, PROIEZIONE, REPRESSIONE, RAZIONALIZZAZIONE Valgono tanto nel rapporto con i colleghi che con i discenti Equilibrio e continuità nel rapporto didattico con i discenti Burn out (repressione delle emozioni/accesso emotivo) Fuga dalle proprie responsabilità Confusione tra i propri bisogni e quelli dei discenti (specie se disabili) Riduzione e semplificazione delle cause operanti Comunicazione ambigua Il “bel quaderno” e la soddisfazione dei genitori Credibilità e fattibilità degli obiettivi educativi (nel PEI, ma non solo…)

7 ASSENZA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE E’ riferibile sia ai soggetti ed ai loro deficit neurologici (centrali), percettivi in senso stretto (spesso le menomazioni di grado medio passano quasi inosservate), sia ai mezzi veri e propri: si pensi alle tecnologie, ai mass-media, ai mezzi di comunicazione di massa; ma non solo… Competenze nell’uso delle tecnologie e media-education Scarsità di mezzi e macchine Lessico e registro linguistico dei giovani Assenza di momenti collegiali che coinvolgano tutto il personale coinvolto nella vita scolastica Contatti tra gli organismi istituzionali (ministero, regione, USP, CTRH et alia) Aggiornamento su circolari, norme, decreti o chiarimenti

LA COMUNICAZIONE PUO’ MIGLIORARE SOLO RIDUCENDO AL MINIMO L’INCIDENZA DI QUESTI OSTACOLI È cioè necessario smontare il meccanismo della comunicazione in tutte le sue parti e…

Ragionare di processi, ma non di colpe! I vantaggi dell’esercizio critico dell’atto comunicativo: Ragionare di processi, ma non di colpe! Consapevolezza della COMUNICAZIONE come consapevolezza delle responsabilità di ciascuno L’agire umano come complessità

Mente fredda (il distacco partecipe) ALLORA, COSA BISOGNA PROCURARSI? Mente fredda (il distacco partecipe) Coraggio (“questa è Sua responsabilità”) Pazienza (“scusa, non sono stato chiaro…”) Capacità di mettersi in discussione (“cosa suggerisci?”) … per i casi-limite: UN MEGAFONO

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: Marilyn Friend, Interazioni: tecniche di collaborazione tra insegnanti, specialisti e dirigenti nella scuola, 2000 E. Lageder, Il cerchio della comunicazione, didattica dell’ascolto e del parlare, La scuola, 1988 Così giovane e già ebreo, PIEMME, a cura di Moni Ovadia

In vista del prossimo incontro (comunicazione&relazione tra docenti efamiglia): Davide si comporta male in classe e il maestro è costretto a convocare la madre per la terza volta in un mese. “Cara signora, mi dispiace molto ma avevo avvertito suo figlio che la mia pazienza aveva un limite… Questa volta sono costretto a punirlo”. “Signor maestro, la prego! Io capisco la sua posizione ma vede, il mio ragazzo è così delicato! Non potrebbe punire severamente un compagno di banco al posto suo? Davide è così intelligente che capirà la lezione anche solo a vedere”.