Le rivoluzioni del ‘700: l’affermazione del nuovo ordine borghese

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Transcript della presentazione:

Le rivoluzioni del ‘700: l’affermazione del nuovo ordine borghese Lezione 15 Le rivoluzioni del ‘700: l’affermazione del nuovo ordine borghese

Ripresa su vasta scala dell’espansione coloniale. Rivoluzione francese: processo periodizzante, che sancisce la definitiva frantumazione dell’Ancien Régime. Affermazione del pensiero illuminista, strumento efficace per l’affermazione della razionalità economica. Ritratto di François-Marie Arouet, detto Voltaire (1694–1778) Rivoluzione americana e francese: sullo sfondo sempre più acuta competizione tra le potenze europee. Ripresa su vasta scala dell’espansione coloniale. Ritratto di Denis Diderot (1713-1784)

Immanuel Kant da Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?, 1784 Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo. Immanuel Kant da Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?, 1784 Frontespizio dell' Encyclopédie, la monumentale opera simbolo del nuovo sapere dell'Illuminismo.

Flussi dell’espansione coloniale: nord America e continente indiano. Francia e GB: emarginano Olandesi dal commercio internazionale e competono in campo commerciale. Elementi di forza della GB: 1) Nuovi prodotti 2) Commercio triangolare

Grande sviluppo delle relazioni commerciali tra Vecchio e Nuovo Mondo. Vantaggi per la GB, ma crescono i malumori dei coloni americani. 1763, nuovi provvedimenti che penalizzano le colonie: 1) Divieto di colonizzare al di là degli Appalachi. 2) Divieti ad aprire nuove manifatture. 3) Imposizione di nuove tasse. Cresce il malcontento, che si struttura in forma di movimento di indipendenza.

No taxation without representation Dopo il rifiuto di avere rappresentanza nel Parlamento, i coloni danno vita al Boston Tea Party. 1774: primo congresso dei 13 Stati del New England. 1775: primo scontro armato. No taxation without representation

1776: dichiarazione d’Indipendenza. 1775-1783: guerra d’Indipendenza, che si chiude nel 1783 con la pace di Versailles. 1783: GB riconosce l’indipendenza del New England. Fine guerra d’Indipendenza: scambi commerciali riprendono ancora più intensamente di prima. Stati Uniti, 1783 Dichiarazione d’Indipendenza, 4 luglio 1776 Life, Liberty and the pursuit of Happiness

Si pongono le basi per la costruzione di una nuova nazione, dotata di grandissime risorse naturali. Nell’800 gli Stati Uniti conosceranno un grande sviluppo, e tra fine Ottocento e inizio Novecento diventeranno una delle nazioni più avanzate, pronta a insidiare la leadership inglese. Il progresso, che guida i coloni nell’espansione verso la “frontiera” del lontano Ovest.

È lo scontro per l’egemonia tra GB e Francia. Napoleone Bonaparte: scrittura veloce e impaziente. Rivoluzione francese: evento generatore di processi. Produce una serie di cambiamenti che sanciscono la fine definitiva dell’Antico Ordine. Napoleone: ha l’obiettivo di creare un impero europeo continentale per fronteggiare l’impero marittimo inglese. È lo scontro per l’egemonia tra GB e Francia. Progetto napoleonico: escludere progressivamente GB dal commercio con l’Europa.

Durante la rivoluzione francese i repubblicani piantarono il primo albero della libertà nel 1790 a Parigi. Gli alberi della libertà vennero successivamente piantati in ogni municipio di Francia e anche in Svizzera e in Italia. Generalmente gli alberi della libertà erano piantati nella piazza principale della città. Molti di questi alberi furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario. Un decreto del 1792 ne regolava l'uso e l’addobbo: l’albero della libertà, che di fatto era un palo, era sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere. Veniva usato per cerimonie civili: giuramento dei magistrati, falò di diplomi nobiliari e anche per festeggiamenti rivoluzionari. Alberi della libertà

Battaglia di Waterloo: sconfitta definitiva di Napoleone Progetto napoleonico sfuma, per numerosi motivi. Nondimeno, esperienza napoleonica è di grande importanza per l’economia europea: 1) Riorganizzazione degli Stati sul modello francese. 2) Abolizione ogni vincolo Ancien Règime. 3) Affermazione concetti libertà privata e libera impresa. 4) Diffusione istruzione Bilancio differenziato da area ad area, ma alla fine guerre napoleoniche divario con GB è molto netto. Battaglia di Waterloo: sconfitta definitiva di Napoleone Robert Alexander Hillingford, Wellington a Waterloo.

Il nuovo ordine dell’Europa dopo il Congresso di Vienna, 1815

La Battaglia di Waterloo - 1 La battaglia di Waterloo si svolse il 18 giugno 1815 fra le truppe napoleoniche e gli eserciti di parte degli Stati aderenti alla settima coalizione (Regno Unito, Impero d'Austria, Impero Russo, Prussia, Paesi Bassi, Svezia, Regno di Sardegna, Spagna, Portogallo, Regno di Napoli e alcuni stati tedeschi). Tra le più cruente battaglie del XIX secolo, segnò la sconfitta definitiva di Napoleone. Ebbe luogo nel territorio del villaggio belga di Mont-Saint-Jean, situato a 5 chilometri dalla cittadina di Waterloo, nella quale si trovava soltanto il quartier generale del Duca di Wellington. Il combattimento durò complessivamente otto ore, nelle quali morirono oltre 48.000 soldati. Napoleone voleva attaccare le forze alleate alle sette del mattino, bombardandole con l’artiglieria ma, dato che era piovuto a dirotto tutta la notte e il giorno precedente, non riuscì a muovere i cannoni prima di mezzogiorno. Napoleone era sicuro di vincere, anche se non poteva contare più sul suo geniale collaboratore, il Maresciallo Berthier morto il 1° giugno 1815 e sul Maresciallo Davout, eroe della battaglia di Auerstedt, che aveva inviato a Parigi quale ministro della guerra e comandante della piazza.

La Battaglia di Waterloo - 2 Sin dai primi attacchi però gli inglesi si rivelarono un avversario impossibile da battere, e ben presto colonne prussiane apparvero in lontananza sulla destra dei francesi. La strategia di Napoleone era stata infatti quella di dividere i suoi avversari e affrontarli separatamente. L’imperatore francese infatti, prima di arrivare a Waterloo, aveva tentato in tutti i modi di evitare che la superstite armata di Blücher si congiungesse con gli inglesi e i loro alleati sul campo di Waterloo e per questo aveva dispiegato le truppe del Maresciallo Grouchy perché lo intercettasse e lo impegnasse tenendolo lontano dal teatro d’azione principale. Ma sin dalle prime ore del pomeriggio i francesi dovettero invece combattere anche con le colonne prussiane che arrivavano una dopo l'altra dalla destra, esaurendo le riserve francesi che altrimenti avrebbero potuto essere rovesciate su Wellington. Blücher era infatti riuscito a precedere, in una corsa verso Waterloo, il suo antagonista francese Grouchy, la cui responsabilità in proposito, nonostante gli ordini non chiari di Napoleone, è riconosciuta da tutti gli storici. L’ultimo attacco francese, disperato, fu sferrato dalla Vecchia Guardia contro quanto rimaneva delle forze di Wellington, ma fallì.

La Battaglia di Waterloo - 3 Nello stesso momento i francesi non poterono più contenere l’esercito prussiano sulla destra e la rotta divenne generale. La battaglia non si concluse con l’immediato arrivo dei prussiani, ma fu invece una battaglia di attrito con i francesi che cercavano disperatamente di spezzare la linea alleata prima che la pressione dei prussiani sulla destra diventasse insostenibile. Wellington conosceva bene il terreno da una sua precedente permanenza in Belgio per un viaggio di piacere l’anno precedente e ne sfruttò al meglio le caratteristiche. D’altra parte, gli errori commessi da Napoleone nella giornata furono molti e decisivi, mentre alleati e prussiani si batterono al meglio. Ciononostante il risultato fu in bilico sino all'ultimo. Al di la comunque degli errori attribuiti a Napoleone col senno di poi, la vera chiave di volta della battaglia fu la pioggia torrenziale notturna (di insolita violenza) che ridusse a brandelli il morale delle truppe francesi che dopo una notte insonne trascorsa ad aggottare brande e tende inzuppate fino all’inverosimile, si trovarono nell'impossibilità di sferrare l'attacco di prima mattina come era nell'intento di Napoleone. La sua forza era, come tutti sanno, nell’artiglieria; ma il terreno di battaglia era ridotto ad un pantano tale da ridurre drasticamente la rapidità di spostamento dei cannoni. Ciò limitò enormemente la gittata e l’efficacia delle bordate (le palle di cannone infatti, su terreno molle, non rimbalzavano come avrebbero dovuto, per infliggere agli inglesi gli ulteriori danni auspicati dai francesi).

La Battaglia di Waterloo - 4 Per attendere che il terreno assorbisse almeno un po’ d’acqua, l’attacco non fu sferrato che verso mezzogiorno ma furono proprio quelle ore di ritardo a risultare fatali, dato che i prussiani, attesi nel pomeriggio arrivarono proprio nel pieno della battaglia rovesciandone di fatto le sorti. Se il terreno fosse stato asciutto e l’attacco si fosse verificato di prima mattina, l’artiglieria e le truppe francesi, peraltro superiori a quelle di Wellington, non gli avrebbero lasciato scampo... La prima fase della battaglia si sarebbe conclusa assai prima, dando così il tempo a Napoleone di riorganizzarsi per “accogliere” l’arrivo dei prussiani. Da un punto di vista meramente strategico-militare il genio di Napoleone fu comunque evidente dal fatto che pianificare lo scontro in due fasi dividendo di fatto i nemici, gli avrebbe probabilmente arriso. Al di la dell’aura di grandezza che la storia tenta di attribuire a Wellington, se quella notte non fosse piovuto così tanto, questi sarebbe probabilmente uno dei tanti comandanti nemici sconfitti da Bonaparte. Comunque così non fu e Napoleone venne così definitivamente sconfitto. In seguito a questa battaglia Napoleone fu esiliato a Sant’Elena, dove morì sei anni dopo, il 5 maggio 1821. Ancora oggi nei pressi di Waterloo è ricordata la grande battaglia, con l’edificazione di una collina artificiale ad imperitura memoria, ed esiste un museo dedicato all'epico scontro, così come sono state rese luoghi di visita anche alcune delle fattorie nelle quali gli eserciti stabilirono i loro quartieri generali. Monumento commemorativo della battaglia di Waterloo.