Epidemiologia dei bisogni di “presa in carico” 21°Congresso Nazionale Csermeg 23 ottobre 2009 Costermano del Garda
Metodi dell’indagine Estrazione dall’elenco degli assistiti di tutti i pazienti per i quali ho ritenuto necessario definire un programma assistenziale in base ai bisogni, tempi, modi e figure professionali coinvolte. Osservazione di un campione casuale di assistiti ambulatoriali e domiciliari per una settimana con rilevazione dei bisogni di presa in carico (collaborazione di Agnese Moro)
Assistiti 1300 assistiti di cui: Presi in carico con PAI 174 >75 anni 44 156 >65 anni <74 anni 12 965 > 15anni < 64 anni 26 5 <14 0 totale: 82
I bisogni di presa in carico 82 pazienti presi in carico 40 con patologia come principale bisogno 32 con problemi sociali come primo bisogno 3 problemi economici 7 problemi culturali
Il paziente in ambulatorio Gina ha 65 anni vive col marito più anziano, depressa e ansiosa, ha paura di non riuscire ad assumere i farmaci usuali, in particolare quelli per la pressione e per il colesterolo. Non riesce più ad assistere il marito (deterioramento cognitivo); il figlio per impegni lavorativi e familiari non è sempre presente quindi si sente sola ad affrontare una vita complicata. Pensa di assumere una badante che le dia una mano, ma costa. Spesso è costretta ad assumere una compressa per dormire, altrimenti passa la notte in bianco e le va su la pressione. La vedo una volta ogni due mesi: controllo pressione, prescrizione farmaci, incoraggiamento e rassicurazione.
Il paziente a domicilio Aldo ha 85 anni. Quando arrivo è la badante che mi apre la porta. Aldo è in cucina davanti alla televisione. E’ in carrozzina da 2 anni con una emiplegia conseguente a ictus. Ogni mese vado a trovarlo senza essere chiamato e due volte la settimana l’infermiera va per medicare la piaga al sacro. Tutte le mattine l’assistente sociale aiuta la badante ad alzarlo e lavarlo. Ha un figlio che vive pochi isolati distante e ogni mercoledì pomeriggio e domenica sostituisce la badante. La criticità principale è la difficoltà ad alimentarsi e, spesso, devo trattarlo con antibiotici per infezioni polmonari. Da circa un anno non sono stati necessari ricoveri e la nuova badante lo gestisce al meglio.
Conclusioni La patologia non è il bisogno principale in più della metà dei pazienti presi in carico La solitudine, la paura di non farcela, la fragilità e il bisogno di essere aiutati dalla famiglia, dal sociale o altro, costituiscono i bisogni di presa in carico più frequenti.