17.00
Lettera 189
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce
A voi, dilettissimi e carissimi fratelli in Cristo Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo e vi conforto nel prezioso sangue suo, il quale sangue fu sparto con tanto fuoco d'amore, che dovrebbe trarre a sé ogni cuore ed affetto della creatura.
E non è grande fatto se la memoria del sangue è nei cuori dei servi di Dio, però che egli è mescolato con fuoco.
Così mi ricordo che disse la prima Verità una volta ad una sua serva, domandando ella, e dicendo: «Poiché tu eri morto, perché volesti che il costato ti fosse aperto, e gettasse tanta abbondanza di sangue?»,
Egli diceva allora: «Molte sono le cagioni; ma due principali te ne dirò. L'una perché io volli che per l'apertura del lato vi manifestai il segreto del cuore; perché più era dentro l'affetto che io avevo all'uomo, che il corpo con l'atto di fuori non poteva mostrare. L'altra si fu il battesimo che per i meriti del sangue mio era dato allumana generazione».
Sapete che egli gettò sangue, ed acqua; l'acqua per il battesimo santo che è dato ai Cristiani, il quale ci dà la vita e la forma della Grazia, e il quale per i meriti del sangue dell'Agnello, provvide la divina eterna bontà per rimedio delle nostre ignoranze e miserie.
E per coloro che non potessero avere il battesimo dell'acqua, ha posto il battesimo del sangue e del fuoco; perché il sangue loro, sparto per Dio, sarebbe battesimo, siccome fu ai santi Innocenti. E tutto questo varrebbe loro per il sangue del Figliuolo di Dio, perché il sangue dei martiri valse e vale per il sangue suo.
Ma noi miseri miserabili Cristiani, ricevuta già la Grazia, perché non si leva su il cuore nostro freddo, pieno d'amore proprio e d'ignoranza, a ragguardare tanto ineffabile fuoco d'amore, e la sua inestimabile provvidenza? che, vedendo che per il peccato noi perdiamo la Grazia e la purità che riceve l'anima nel santo battesimo (il quale è di tanta eccellenza, che non si può prendere altro, che una volta), ha ordinato il battesimo del sangue e del fuoco, il quale possiamo continuamente prendere.
Confortiamoci dunque, fratelli miei, e non veniamo meno, né per peccato commesso, né per alcuna illusione o tentazione di dimonio: e sia la via sozza, brutta quanto vuole. Perché il medico nostro Cristo ci ha data la medicina contro ogni nostra infermità, cioè il battesimo del sangue e del fuoco, nel quale l'anima purifica e lava ogni peccato, consuma e arde ogni tentazione e illusione del dimonio; perché il fuoco è intriso col sangue.
Adunque, bene è vero che egli arde d'amore e lo Spirito Santo è esso fuoco. Perché l'amore fu quella mano che percosse il Figliuolo di Dio, e gli fece versare sangue; e si unirono insieme; e fu sì perfetta questa unione, che noi non possiamo avere fuoco senza sangue, né sangue senza fuoco.
E perché l'uomo, mentre che vive nel carcere corruttibile del corpo suo (il quale è una legge perversa, che sempre linvita e inchina a peccato)... ha posto il dolce e buon Dio questo continuo rimedio, il quale fortifica la ragione e la libertà dell'uomo, cioè questa continua medicina del fuoco dello Spirito Santo, che non gli è mai tolto: anco, adopera continuamente la Grazia e i doni suoi.
In tanto che ogni dì puoi e devi adoperare questo battesimo dolce, il quale t'è dato per grazia, e non per debito. Quando dunque l'anima ragguarda e vede in sé tanta eccellenza e fuoco di Spirito Santo, si inebria per siffatto modo dell'amore del suo Creatore, che ella al tutto perde sé, e, vivendo, vive morta, e non sente in sé amore né piacimento di creatura.
Perché la memoria s'è già piena dell'affetto del suo Creatore; e lintendimento non si sente a intendere né a vedere nessuna cosa creata fuori di Dio: ma solo intende e vede, sé medesimo non essere, e la bontà di Dio in sé; la quale bontà infinita vede che non vuole altro che il suo bene.
E allora l'amore suo è diventato perfetto verso di Dio; e non avendo in sé altro, né intendendo altro, non si potrebbe tenere allora il veloce corso del desiderio; ma corre senza verun peso o legame, perché egli ha tagliato da sé, e levato ogni peso che gli fosse cagione a impedire questo corso.
E sono questi cotali sì legati nel giogo di Cristo, che amano loro per Dio, e Dio per Dio, ed il prossimo per Dio. A questa perfezione, carissimi fratelli, voi siete invitati e tratti dallo Spirito Santo, dallo stato del secolo allo stato della santa Religione; e siete legati col funicolo della vera e santa obbedienza, menati a mangiare favi di miele nel giardino della santa Chiesa.
Adunque io vi prego, poiché è tanto dilettevole, che giammai non voltiate il capo addietro per veruna fatica o tentazione che il dimonio vi desse; e non venga mai a tristizia o a confusione l'anima vostra: perché il dimonio non vorrebbe altro. Onde egli spesse volte darà molte molestie e varie battaglie, e ti farà falsamente giudicare contro l'obbedienza che ti fosse imposta.
E non fa questo perché di primo colpo creda che noi cadiamo, ma solo perché l'anima venga a disordinata tristizia e confusione di mente; perché essendo condotta l'anima in su la tristizia e confusione per tedio di sé, perde e abbandona i suoi esercizi spirituali i quali faceva, parendole che le sue operazioni non debbano essere accette né piacevoli a Dio; perché gli pare farli in tante tenebre e freddezza di cuore, parendole essere privata del calore della carità, che le pare meglio di lasciarle stare, che di farle.
Allora il dimonio gode, perché la vede per la via di condurla a disperazione; perché in altro modo non può guadagnare, se non per questo. Non è dunque da fare così; perché, se tutti i peccati si radunassero in un corpo d'un uomo, e gli rimanga la vera speranza e la viva fede della infinita misericordia; non ci potrà togliere che noi non partecipiamo e riceviamo il frutto del sangue del Figliuolo di Dio, il quale il dolce Gesù sparse, volendo adempire l'obbedienza del Padre e la salute nostra.
E perché egli non aveva in sé altra volontà se non adempire quella del Padre suo; ogni pena, strazio, scherni, e morte gli tornava a grandissima dolcezza; in tanto che gli parve giungere alla Pasqua, giungendo alle pene. Questo parve che mostrasse nella cena, quando disse ai discepoli suoi: «Con desiderio ho desiderato di fare questa Pasqua».
Questa era la Pasqua; che vedeva compiuto il tempo, e venuto quello che tanto aveva desiderato, cioè di fare sacrificio del corpo suo al Padre per noi in sul legno della santissima Croce. Or così voglio, dunque, che facciate voi; perché così fa l'anima innamorata di Dio; cioè, che non schifa fatica che trovi, né per dimonio né per obbedienza; ma tanto gode, quanto si vede sostenere.
E tanto gode ed esulta, quanto si vede più legato corto dal prelato suo per obbedienza; perché vede, quanto l'affetto e la volontà è più legata quaggiù, tanto è più larga e legata con Cristo.
E se mi diceste: «Che modo tengo quando sento le tenebre e la cecità della mente, che non pare che ci sia punto di lume, onde io mi possa attaccare a speranza?» Ve lo dico, fratelli e figliuoli miei. Voi sapete che il peccato sta solo nella perversa e mala volontà.
E però l'anima, quando vede la buona volontà in sé, che elegge innanzi la morte, che offendere attualmente il suo Creatore; deve allora abbandonare la confusione di sé, e andare per il lume, il quale trova, d'una Grazia nascosta nell'anima, la quale Dio gli ha data, conservandogli la buona volontà.
Or a questa mensa dunque si deve pascere, esercitandosi in ogni santa operazione. E risponda alla confusione del dimonio, e dica: «Se la divina Grazia non fosse in me, io non avrei buona volontà; ma seguiterei le malizie tue, e le mie perverse cogitazioni. Ma io mi confido in Domino nostro Jesu Christo il quale mi conserverà fino all'ultimo della vita mia».
Voglio, dunque, che apriate l'occhio della ragione, fratelli miei, a conoscere voi medesimi: perché nel conoscimento di noi medesimi l'anima s'umilia; il qual conoscimento riceve per le molte tenebre e molestie delle dimonia, e cresce in sollecitudine, e in amore di Dio; perché vede che senza lui non si può difendere, e trova in sé Dio per santa e buona volontà.
Così dunque abbiamo veduto in che modo troviamo Dio nel tempo delle tenebre, e come nelle cose amare l'anima trova dolcezza solo per l'affettuoso e consumato amore; il quale l'anima concepisce, e trova continuamente nel battesimo del sangue e del fuoco dello Spirito Santo.
Il quale è a noi principio, regola, mezzo e fine nostro: nel quale fine l'anima, non è più viandante né peregrina in questa vita; ma è fermata e stabilita nella visione eterna di Dio, ove riceve il frutto d'ogni sua fatica. Adunque corriamo, diletti figliuoli miei, non schifando né fuggendo nessuna fatica, ma seguendo il Capo nostro Cristo Gesù.
Altro non dico. Volate con l'ale della profonda umiltà e dellardentissima carità. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.