Lezione 22 Dagli anni Venti alla crisi del 1929.

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Lezione 22 Dagli anni Venti alla crisi del 1929

La ricostruzione post-bellica… Ricostruzione post bellica: processo lento e tormentato. Principale problema: riconversione industriale. Complessivamente: nel 1922 l’economia europea si è stabilizzata, ad eccezione della Germania, che precipita invece nell’iperinflazione. Progressivo rientro delle valute europee all’interno del Gold Standard. Dopo il 1926 tutte le economie europe (comprese Germania e URSS) sono ritornate a crescere con normalità. Ristrutturazione sistema produttivo mondiale e isolazionismo USA: due grandi fattori di instabilità all’orizzonte.

Ristrutturazione del sistema economico mondiale… La guerra stimola l’aumento della produttività di certi beni nei paesi non belligeranti. Alla fine del conflitto, i livelli produttivi europei ritornano ai valori precedenti, creando una situazione di sovrapproduzione strutturale. Effetti: calo progressivo dei prezzi e rallentamento della domanda.

Isolazionismo degli USA… Dopo la fine della Prima guerra mondiale gli USA raffreddano i propri rapporti commerciali con l’Europa, puntando in via pressoché esclusiva sul mercato interno. In prospettiva, questo rallentamento degli scambi commerciali tra i due blocchi economici più sviluppati diviene un elemento di amplificazione dell’imminente crisi del ’29.

Verso il crack di Wall Street… Originalità e peculiarità della crisi del ’29. Crisi ’29: crisi industriale + crack finanziario: in un mese l’indice delle azioni industriali da 469 a 220. Crack finanziario: panico + stretta creditizia interna. Impossibile per gli USA continuare la politica la politica di credito verso l’Europa, con il conseguente collasso del sistema bancario europeo.

I numeri della crisi… 1929-1933: produzione industriale -15%. Punta più bassa luglio 1932: -38%. Effetti della crisi: più pesanti nei paesi più industrializzati e in part. per gli USA (90% delle perdite dei G9). Disoccupazione: da 10 a 40 mln. Provvedimenti per arginare gli effetti della disoccupazione: i costi per le finanza pubblica. USA = 15 mln.; Germania = 5,6 mln.

La crisi: gli effetti… Liquidazione investimenti a breve termine e disarticolazione pagamenti internazionali. Diminuisce propensione a investire nei PVS. Crollo internazionale dei prezzi (35-50%). Crollo sistema commerciale mondiale: dal 1929 al 1934: -26% (volume); - 56% (valore). Rimedi: esasperazione rivalità commerciali. 1936: commercio mondiale: 85% (volume); 37% (valore).

La crisi: le politiche… Anni ’30: massiccio intervento dello Stato in economia, mai così intenso in passato: 1) disciplina prezzi; 2) regolazione produzione; 3) stimolo domanda; 4) questione sociale. Si prefigura: profonda alterazione dei rapporti tra Stato e mercato, un interventismo che non mette però in discussione l’ordine economico esistente. Stati Uniti: il New Deal.

Immagini del New Deal…

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Pictures from Tennesse Valley Authority…

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Pictures from Tennesse Valley Authority… THE GREAT DUST STORM On the fourteenth day of April of nineteen thirtyfive There struck the worst of dust storms that ever filled the sky. You could see that dust storm coming the cloud looked deathlike black And through our mighty nation it left a dreadful track. From Oklahoma City to the Arizona line Dakota and Nebraska to the lazy Rio Grande. It fell across our city like a curtain of black rolled down We thought it was our judgment we thought it was our doom. The radio reported we listened with alarm The wild and windy actions of this great mysterious storm. From Albuquerque and Clovis and all New Mexico They said it was the blackest that ever they had saw. From old Dodge City, Kansas, the dust had rung their knell, And a few more comrades sleeping on top of old Boot Hill. From Denver, Colorado, they said it blew so strong, They thought that they could hold out, they didn't know how long.

Pictures from Tennesse Valley Authority… Furore è un romanzo dello scrittore statunitense John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura del 1962, pubblicato nel 1939 a New York e considerato il suo capolavoro. Molti ritengono Furore il romanzo simbolo della grande depressione americana degli anni trenta. È considerato un'opera a sostegno della politica del New Deal di Roosevelt.

Interventismo statale in tutta l’area del capitalismo occidentale. In Italia il governo fascista dà vita all’IRI (1933), istituto temporaneo per il salvataggio dell’economia nazionale, che col tempo diventerà una struttura stabile. Germania: pianificazione e forte dirigismo statale per la preparazione della guerra.

… fine presentazione…

L’iperinflazione tedesca… Già durante la guerra il valore del Marco subisce un sensibile deprezzamento. Il governo finanzia spesa statale con la stampa di banconote; alla fine del conflitto la quantità di denaro in circolazione è quintuplicata. I costi astronomici del conflitto (circa 164 miliardi di marchi) sono sostenuti soprattutto con il ricorso al prestito e solo in minima parte con aumenti delle tasse, sperando di “scaricare” i costi sulle altre nazioni, una volta vinta la guerra. Gli squilibri finanziari esplodono già alla fine del conflitto. Tra il 1919 e il 1923 l'inflazione raggiunge il 662,6% annuo. Ma fu nel biennio 1921-1923 che si scatenò la vera “iperinflazione di Weimar". Durante la fase finale, nel novembre 1923, il marco valeva un bilionesimo (1/1.000.000.000.000) di quanto valesse nel 1914.

L’iperinflazione tedesca… Negli anni venti, nella Repubblica di Weimar, si usa il termine Papiermark (marco di carta) per indicare le banconote emesse per pagare i debiti di guerra. Le nazioni vincitrici decidono di addebitare alla Germania i costi della guerra. Senza curarsi delle riserve di oro, la Germania stampa cartamoneta per estinguere il debito, causando però la rapidissima svalutazione del marco; sono emesse banconote di taglio elevato, anche da 100.000.000.000.000 (centomila miliardi). Centinaia di tipografie emettono fiumi di marchi che non valgono nemmeno il prezzo della carta usata. In totale, la banca del Reich emette 524 trilioni di marchi (un trilione ha 18 zeri), cui si aggiungono altri 700 trilioni “d'emergenza” stampati a livello locale. Il più delle volte, le banconote e i francobolli stampati devono sovraimpressi qualche ora più tardi con valori superiori e, per accelerare la produzione, le banconote vengono stampate da un solo lato.

L’iperinflazione tedesca… L’iperinflazione è un aumento smisurato e continuo dei prezzi, che colpisce soprattutto i lavoratori dipendenti (nel 1923 il governo tedesco è costretto a pagare lo stipendio quotidianamente ai dipendenti, i quali s'affrettano a comperare qualsiasi merce prima di vedersi letteralmente svanire il denaro tra le mani), mentre temporaneamente sono meno colpiti coloro che possono adeguare le proprie entrate alla continua ascesa dei prezzi. Col tempo, però, le difficoltà si generalizzano, perché si assiste alla generale desertificazione della domanda. La perdita di valore del marco è irrefrenabile: 1 dollaro vale, nel 1921, 65 marchi; nel 1922, 2.420 marchi; nel giugno 1923, 100.000 marchi; nel luglio 1923, 350.000 marchi; nell'agosto 1923, 4.600.000 marchi; nel settembre 1923, 100.000.000 di marchi; nell'ottobre 1923, 25.000.000.000 di marchi; nel novembre 1923, 4.200.000.000.000 di marchi. Il valore del Papiermark che nel gennaio 1914 viene cambiato a 4,2 per ogni dollaro statunitense raggiunge il valore di un 1.000.000 marchi in agosto e a 4.200.000.000.000 il 20 novembre 1923. Il 15 novembre 1923 un dollaro americano comprava 4.200 miliardi di marchi, e per comperare un chilo di pane ci voleva più di un chilo di banconote. Ungheria, 1946

L’iperinflazione tedesca… L’affrancatura di una lettera all’interno della Germania, il 1º gennaio 1923, costa 10 marchi; il 10 ottobre 2 milioni di marchi e il 1º dicembre 50 miliardi di marchi. Francobolli da 5 miliardi di marchi sono utilizzati per spedire le cartoline, carriole piene di carta moneta servono per comprare un uovo o un biglietto del tram. In questa situazione drammatica le banconote vengono utilizzate per accendere le stufe, e in molti casi si ritorna al baratto dei beni. La situazione si normalizza solo nel gennaio 1924, quando è introdotta la nuova moneta, il Rentenmark, che sostituisce i vecchi biglietti di banca.