Silvia Zaggia VB erica a.s IIS V. Benini Melegnano

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Transcript della presentazione:

Silvia Zaggia VB erica a.s. 2012-2013 IIS V. Benini Melegnano LA SCANSIONE TEMPORALE DEI SISTEMI ECONOMICI Silvia Zaggia VB erica a.s. 2012-2013 IIS V. Benini Melegnano

SISTEMA ECONOMICO LIBERISTA XVI sec. RIVOLUZIONE SOCIALE COLONIALISMO XVIII sec. RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SISTEMA ECONOMICO LIBERISTA XVI sec. XVIII sec. 1723 1776 Abolizione schiavitù e lavoro servile, nuova organizzazione della società nuovi centri di scambio, commercio di massa economia di mercato, non più basata su autoproduzione e autoconsumo Manifattura, figura imprenditore-capitalista ADAM SMITH, teorico del LIBERISMO Prima vera opera organica di economia politica (A. Smith): Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni

ADAM SMITH È il padre dell’economia “Inchiesta su nature e cause della ricchezza delle nazioni” EGOISMO BENIGNO & MANO INVISIBILE: ogni operatore economico impiega le proprie risorse per trarne il miglior vantaggio, così facendo però favorisce indirettamente lo sviluppo economico e il benessere della collettività. La mano invisibile è quel “meccanismo” insito nei capitalisti che li spinge a prendere decisioni in funzione del proprio interesse e nei confronti della CONCORRENZA. “non è dalla benevolenza del macellaio o del fornaio che aspettiamo il nostro sostentamento, ma dalla considerazione del loro proprio interesse. Noi ci affidiamo non alla loro umanità, ma al loro egoismo, e non gli parliamo mai dei nostri bisogni ma dei loro vantaggi” “ogni individuo tende solo al proprio guadagno; e, dirigendo i suoi sforzi a far sì che quel che produce renda il più possibile, è come condotto da una mano invisibile a promuovere un fine che non era delle sue intenzioni” La CONCORRENZA è, a sua volta, condizione per la crescita, oltre che elemento base del LIBERO MERCATO. L’intervento e il coinvolgimento dei consumatori sono però essenziali al fine della riuscita della concorrenza Il concetto di LIBERO MERCATO è strettamente legato al concetto di LIBERO SCAMBIO: lo scambio crea utilità, altro fattore di crescita, ma affinchè avvenga in modo efficace è necessario che sia libero “nessuno ha mai visto un cane fare uno scambio equo e deliberato, di un osso per un altro, con un altro cane” Lo scambio è dunque attività dell’uomo. La crescita è possibile perché i bisogni sono infiniti, inesauribili “spendere in cose di frivola utilità è quel che tiene in moto perpetuo l’industria dell’umanità” L’occupazione non è solo fonte di guadagno, in quanto è sinonimo di dignità e indipendenza “il patrimonio di un povero sta nella destrezza delle sue mani. Rendergli difficile usare questa forza è una grave violazione della sua più sacra proprietà” Pag.82

Il sistema economico Liberista Si basa sulle teorie di Smith e nasce come conseguenza del commercio di massa e del capitalismo industriale La proprietà dei mezzi di produzione è privata Lo Stato non deve assolutamente intervenire nell’attività economica; deve solo garantire l’ordine e le infrastrutture, dato che il mercato è in grado di autoregolarsi Nascita del mercato = incontro fra domanda e offerta ( = viene stabilito il prezzo) Concorrenza Libero scambio Ha un equilibrio spontaneo Si ha una libertà economica assoluta In realtà il mercato non riesce ad autoregolarsi Si creano pesanti ingiustizie sociali Lo Stato non può svolgere il suo ruolo di garante dei bisogni primari collettivi

SISTEMA ECONOMICO MISTO Economia liberista Roosevelt vara il NEW DEAL sulla base delle teorie di KEYNES, a sostegno di un SISTEMA ECONOMICO MISTO Crisi di Wall Street GRANDE DEPRESSIONE SISTEMA ECONOMICO MISTO Economia liberista 1929 1933 1818 1883 1917 SISTEMA ECONOMICO COLLETTIVISTA in Russia Nasce Karl Marx Nasce Keynes RIVOLUZIONE RUSSA Creazione SISTEMA COLLETTIVISTA Sulla base delle teorie di MARX

il sistema economico collettivista Si basa sulle teorie di Karl Marx (capitalismo basato sulla legge del profitto, necessità di una Rivoluzione sociale, concetto di alienazione …) I mezzi di produzione appartengono completamente ed unicamente allo Stato La produzione si definisce “pianificata” in quanto viene stabilita dallo Stato a livello nazionale (lo Stato stesso stabilisce dunque quali siano i bisogni da soddisfare) Il mercato non esiste più Inizialmente le disuguaglianze vengono realmente diminuite Lo Stato non può però soddisfare tutti i bisogni Viene negata l’iniziativa privata I lavoratori svolgono un ruolo “passivo”, si sentono poco coinvolti Tutto ciò riduce l’incentivo a produrre Con la caduta del Muro di Berlino (9.11.89) e con le riforme di Gorbačëv crollò il sistema collettivista

Il sistema economico misto Si basa sulle teorie di Keynes Venne adottato dopo la Grande Depressione, andando ad integrare i concetti del sistema liberista con l’abbandono della teoria del non-intervento da parte dello Stato I mezzi di produzione appartengono sia allo Stato, sia ai privati Lo Stato garantisce inoltre i beni di prima necessità Lo Stato può intervenire per regolare l’economia attraverso tre politiche: economica, monetaria, fiscale. Si ha così il Welfare State Lo Stato partecipa attivamente nell’economia accanto alla figura del libero imprenditore Rimangono sempre in vigore il libero scambio e il mercato Se lo Stato è un buon garante, il sistema funziona e le disuguaglianze si riducono La spesa pubblica e di conseguenza il debito pubblico aumentano progressivamente Può verificarsi una gestione inefficiente delle imprese pubbliche Lo Stato Sociale potrebbe sfociare in assistenzialismo

La Grande Depressione Con la Grande Depressione del 1929 sono emersi chiaramente i limiti del liberismo: il mercato non può infatti autoregolarsi e autoequilibrarsi, ha bisogno di un regolatore “esterno”. Negli anni Venti la produzione capitalistica degli Stati Uniti iniziò a vacillare: inizialmente solo la produzione, ma poi anche e soprattutto la produttività erano aumentate, mentre i consumi (e dunque la domanda) continuavano a diminuire a causa dei redditi familiari sempre più bassi. L’Offerta non sosteneva perciò la Domanda, le aziende si trovarono in difficoltà. Fra le altre cose, le imprese non riuscirono più a pagare i propri prestiti, le azioni persero valore e la Borsa di New York crollò. Si verificarono numerosi fallimenti, quindi licenziamenti, che portarono ad un’ulteriore diminuzione della domanda. I liberisti continuavano a credere nei loro ideali, primo fra tutti il principio di non-intervento da parte dello Stato, necessario invece, così come sostenuto da Keynes. Il presidente americano Roosevelt varò perciò nel 1933 il New Deal, piano di interventi economico-sociali basati su una politica economica. Il New Deal sancì l’effettiva adozione del nuovo sistema economico, il misto. Pag. 89

John Maynard KEYNES Keynes, economista inglese, fu il primo a suggerire di abbandonare la teoria del non-intervento dello Stato all’interno dell’economia. Solo tramite il sostegno dello Stato sarà possibile correggere gli squilibri e regolare il mercato. Egli è perciò il primo sostenitore dell’ECONOMIA MISTA Lo Stato deve intervenire anche per poter garantire lo sviluppo del suo Paese, alimentandone in parte la crescita Pag. 111

PIANO MARSHALL a sostegno dell’economia europea dopo la Seconda Guerra Mondiale BOOM ECONOMICO ITALIANO “il grande miracolo” Crisi economica Economia mista 1948 1950-1960 2008 1989 Economia collettivista Caduta Muro di Berlino (+ Gorbačëv con Perestrojka e Glasnost) CRISI SISTEMA COLLETTIVISTA

Piano Marshall & Boom economico Il Piano Marshall, varato nel 1948 da parte degli USA, consisteva in una serie di aiuti (che seguivano la politica economica) destinati all’Europa per riprendersi dalle devastazioni della II Guerra Mondiale. Gli aiuti erano rivolti sia ai Paesi alleati vittoriosi, sia ai vinti, per evitare il ripetersi dell’esperienza avuta dopo la I Guerra Mondiale Il Piano Marshall fu un vero successo; permise la ricostruzione e diede l’impulso necessario all’economia per iniziare un nuovo circolo positivo Regno Unito, Francia e Germania furono tra i Paesi che più ne usufruirono Pag. 92 Fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento si verificò il cosiddetto “Miracolo italiano”: il Boom economico. Il Piano Marshall fu soltanto uno degli elementi che contribuirono al Boom. Vi furono infatti una serie di fattori che lo permisero: Presenza di molta forza lavoro Forte voglia di ricominciare Ritorno del libero scambio Catch-up tecnologico Considerevole fiducia nello Stato Migrazione Sud  Nord Pag. 128

La crisi del 2008 Anche quest’ultima crisi ha avuto origine in America, principalmente a causa delle banche che accesero mutui a chi non aveva garanzie. I prezzi delle case aumentavano (situazione detta “bolla immobiliare”), i mutui vennero trasformati in titoli venduti ad investitori di tutto il mondo. Peccato che questi titoli fossero inaffidabili, nonostante le agenzie di rating li avessero certificati come sicuri. Temendo i titoli tossici, ci si immobilizzò e si iniziò a risparmiare sempre più, evitando di consumare. L’economia ne ha sofferto molto, a livello globale, specialmente quando la sfiducia ha iniziato a dilagare. Si logorò tutto il meccanismo del credito. Per quanto riguarda l’Italia, il problema maggiore consiste nell’assenza di crescita, dovuta a vari fattori: Lo Stato ha sempre speso più di quanto guadagnava (principalmente a causa di leggi troppo generose), così chiedeva prestiti tramite titoli di Stato per risanare il deficit, trovandosi poi a dover restituire il denaro e gli interessi in una situazione peggiore alla precedente. Per pagare i primi creditori e coprire il nuovo deficit, ha emesso nuovi titoli, e così via. Il debito pubblico è perciò aumentato a dismisura, i tassi di interesse dei titoli continuano ad aumentare e la fiducia nei confronti del paese viene meno Inoltre l’Italia è caratterizzata da una grande diffidenza fra Stato e cittadini Pag. 86, 134

legenda FINE “fattori” influenzanti la nascita dei vari sistemi Eventi/date fondamentali Sistema economico liberista Sistema collettivista Sistema misto Linea del tempo FINE