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Lettera 47
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce
Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti perseverante in ogni virtù: perché senza la perseveranza non riceveresti la corona della gloria che si dà ai veri combattitori.
Ma tu mi dirai: «Onde posso acquistare questa perseveranza?».
Ti rispondo, che tanto serve la persona alla creatura, quanto l'ama, e più no; e tanto manca nel servizio, quanto manca l'amore; e tanto ama, quanto si vede amare. Adunque vedi che dal vedersi amare viene l'amore; e l'amore ti fa perseverare.
Quanto aprirai l'occhio dell'intelletto a ragguardare il fuoco e l'abisso della inestimabile carità di Dio verso di te, il quale amore t'ha mostrato col mezzo del Verbo del Figliuolo; tanto sarai costretto dall'amore ad amarlo in verità con tutto il cuore e con tutto l'affetto e con tutte le forze tue, tutto libero schiettamente e puramente, senza nessun rispetto di propria utilità tua.
Tu vedi che Dio t'ama per tuo bene, e non per suo; perché egli è il Dio nostro, che non ha bisogno di noi: e così tu, e ogni creatura ragionevole, devi amare Dio per Dio, in quanto egli è somma ed eterna bontà, e non per propria utilità; e il prossimo per lui.
Poiché tu hai fatto il principio, il fondamento nell'affetto della carità, subito lo comincia a servire con lo strumento della virtù. Sicché col lume e coll'amore acquisterai la virtù, e persevererai in essa.
Ma avverti che, col vedere te essere amato da Dio, ti conviene vedere la colpa e ingratitudine tua, e aggravare la colpa nel conoscimento santo di te, acciò tu non ti scordi della virtù piccola della vera umiltà, e acciocché tu non presuma di te, né cadessi nel proprio piacere.
Sai quanto ci è necessario il conoscere e aggravare le colpe nostre, per conservare e accrescere la vita della Grazia nell'anima? Quanto ci è bisogno il cibo corporale per conservare la vita del corpo.
Adunque leva via la nuvola dell'amore proprio di te, acciocché non t'impedisca il lume onde tu avrai questo perfetto conoscimento, e col conoscimento l'amore e l'odio; e nell'amore troverai la virtù della perseveranza, e così compirai la volontà di Dio, e il desiderio mio in te.
La quale volontà e desiderio è di vederti crescere e perseverare fino alla morte nelle vere e reali virtù. E guarda che tu non ti fidassi di te medesimo; il quale fidare è un vento sottile di reputazione, che esce dall'amore proprio. Perché subito verresti meno, e volgeresti il capo addietro a mirare l'arato.
Ché, come l'amore di Dio, acquistato nel conoscimento di te con vera umiltà, ti fa perseverare nella virtù; così l'amore proprio, con la reputazione, che ti fa fidare di te medesimo, come detto è, ti toglie la virtù, e ti fa cadere nel vizio, e perseverarvi dentro.
Fuggi, figliuolo, fuggi questo vento sottile del proprio piacere; e vattene, in tutto, nascosto in te medesimo, nel costato di Cristo crocifisso, e ine poni l'intelletto tuo a ragguardare il segreto del cuore. Ine s'accende l'affetto; vedendo che egli ha fatta caverna del corpo suo, acciò che tu abbia luogo dove rifuggire dalle mani dei tuoi nemici, e ti possa riposare e pacificare la mente tua nell'affetto della sua carità.
Ine troverai il cibo; perché vedi bene che egli ti ha data la carne in cibo, e il sangue in beveraggio, arrostita in su la Croce al fuoco della carità, e ministrato in su la mensa dell'altare, tutto Dio e tutto Uomo. Si dissolva oggimai la durezza dei nostri cuori: si ammolli la mente a ricevere la dottrina di Cristo crocifisso.
Voglio che cominciate ora, tu e gli altri negligenti figliuoli, a conformarvi con questo Parvolo, il quale ora ci rappresenta la santa Chiesa, Verbo incarnato. E che più possiamo vedere a confusione della nostra superbia, che vedere Dio umiliato all'uomo? L'altezza della deità discesa a tanta bassezza, quanta è la nostra umanità? Chi n'è cagione? L'amore.
L'amore lo fa abitare nella stalla in mezzo degli animali; l'amore lo fa satollare d'obbrobri, vestirlo di pene, e sostenere fame e sete; l'amore lo fa correre con pronta obbedienza fino alla obbrobriosa morte della Croce;
l'amore lo fa andare all'inferno e spogliare il limbo per dare piena remunerazione a quelli che in verità l'avevano servito, e lungo tempo avevano aspettato la redenzione loro; l'amore lo fece lasciare a noi in cibo; l'amore dopo l'Ascensione mandò il fuoco dello Spirito Santo, il quale ci illuminò della dottrina sua, la quale è quella via fondata in verità, che ci dà vita, ci trae dalla tenebra, e ci dà lume nell'eterna visione di Dio.
Ogni cosa, dunque, ha fatto l'amore. Bene si deve l'uomo vergognare e confondersi in sé medesimo, che non ama, né risponde a tanto abisso d'amore.
Assai è tristo colui che, potendo avere il fuoco, si lascia morire di freddo; avendo il cibo innanzi, si lascia morire di fame. Prendete, prendete il cibo vostro, Cristo dolce Gesù crocifisso... in altro modo: che se in altro modo lo voleste, non sareste costante né perseverante.
E la perseveranza è quella che è coronata, come dicemmo; e senz'essa riceverebbe l'anima confusione, e non gloria. Considerando me questo, dissi ch'io desideravo di vederti costante e perseverante nella virtù.
Non dico più qui. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio.