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Lettera 195
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce
Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti forte e perseverante nella battaglia, acciò che riceva la corona della gloria.
E tu sai bene che solo ai perseveranti è data la corona ed il frutto delle fatiche.
Ma tu mi dirai: «In che modo posso avere questa fortezza, conciosia cosa che io sia tanto debole, che ogni piccola cosa mi fa dare a terra?».
Io ti rispondo e ti confesso che tu sei debole e fragile secondo la sensualità; ma secondo la ragione e la fortezza dello spirito, non è così; perché nel sangue di Cristo siamo fortificati: solo la debolezza sta nella sensualità.
Possiamo dunque vedere per che modo s'acquista questa fortezza, poiché ogni debolezza è nella parte sensitiva. Dico, che per questo modo acquisteremo questa gloriosa virtù della fortezza e lunga perseveranza.
Poiché la ragione è fortificata nel sangue di Cristo, ci dobbiamo annegare in questo dolce e glorioso prezzo, vedendolo coll'occhio dell'intelletto, e lume della santissima fede nel vasello dell'anima nostra, conoscendo l'esser nostro da Dio, e la ricreazione, che Dio ci fece a Grazia, nel sangue dell'unigenito suo Figliuolo, dove ci fu tolta la debolezza.
O figliuolo carissimo, riguarda e godi, che tu sei fatto vasello, che tieni il sangue di Cristo crocifisso, se tu lo vorrai gustare per affetto d'amore.
O sangue pietoso! che per te si distillò la pietosa Misericordia. Tu sei quel glorioso sangue dove l ignorante uomo può conoscere e vedere la verità del Padre eterno, con la quale verità, e amore ineffabile, fummo creati all immagine e similitudine di Dio.
La sua verità fu questa: perché partecipassimo e godessimo di quel sommo bene suo, il quale egli gusta in sé. Nel sangue ci hai manifestata questa verità; e per altro fine non creasti l'uomo.
O Sangue, tu dissolvesti la tenebra, e desti la luce all'uomo, acciocché conoscesse la verità, e la santa volontà del Padre eterno. Tu hai empita l'anima di Grazia, onde ella ha tratto la vita, ed è privata della morte eterna.
Tu ingrassi l'anima del cibo dell'onore di Dio, e salute dell'anime; tu sazi d'obbrobri, desiderandoli, e portandoli per amore di Cristo crocifisso. Tu ardi e consumi l'anima nel fuoco della divina carità, cioè che consumi ciò che si trova nell'anima fuori della volontà di Dio.
Ma tu non l'affliggi né dissecchi per colpa di peccato mortale. O sangue dolce, tu la spogli del proprio amore sensitivo, il quale amore indebolisce l'anima che se ne veste; e lhai vestita del fuoco della divina carità: perché non può gustare te, Sangue, che tu non la vesta di fuoco (perché tu fosti sparso per fuoco d'amore), accostandoti nell'anima.
Perché amore non è senza fortezza, né fortezza senza perseveranza: e però la fortifichi e conforti in ogni avversità.
Adunque vedi, dolcissimo figliuolo, che questo è il modo a venire a perfetta fortezza: che tu t'unisca nel fuoco della divina carità, la quale troverai nel Sangue. E nel sangue affoga e uccidi ogni propria volontà.
Allora, essendo accostato con la somma Fortezza, sarai forte e perseverante, e ucciderai la debolezza della propria sensualità; e nella amaritudine gusterai la dolcezza, e nella guerra la pace.
Confortati, figliuolo, e non venire meno sotto la disciplina che Dio t'ha posta; tanto che sia venuta l'ora tua. Pensa che sempre a cavare il fondamento si dura maggiore fatica: fatto il fondamento, agevolmente si fa l'edificio.
Tu fa il principio tuo; poi compiutolo di fare, agevolmente farai ogni altra cosa. Non voglio che ti paia duro: ma la durezza, che si dissolva con la memoria del Sangue.
Porta, porta; sia fatto portatore. Ma tanto ti dico... Di questo però ne fa ciò che lo Spirito Santo te ne fa fare. Ma a pena mi tengo che io non dica quella parola che disse Cristo. Spero che a luogo e tempo suo si farà.
E tu briga di fornire la navicella dell'anima tua, e d'empire il vasello del cuore, di Sangue.
Altro non dico. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio.